In primis, diciamo che un Mezzogiorno dimenticato, dalla politica nazionale, ha portato ad un aumento insopportabile del divario tra Centro-Nord e Sud del nostro Paese. Vediamo come. Dal recente Rapporto Svimez è risultata questa immagine del Mezzogiorno: “Al Sud, meno trasferimenti dello Stato e più tasse. In particolare, in Italia, il sistema dei trasferimenti dallo Stato ai Comuni delle Regioni, a statuto ordinario, non riduce ma, accresce il suddetto divario; nel 2013 ai comuni del Centro-Nord è stato trasferito rispettivamente il 25% e il 300% in più del fabbisogno teorico standard, mentre ai comuni meridionali è arrivato soltanto il 53,5% di quanto ipotizzato, in totale” Ma c’è di più. E’ stato tagliato, anche, il Fondo di solidarietà comunale del 25,5%: è passato così, da 4,6 miliardi a 3,4 miliardi, nonostante la pressione fiscale (intesa come rapporto tra imposte e reddito) sia più alta al Sud del 46,7% rispetto al resto del Paese. A questo punto noi diciamo, senza mezzi termini, che la Politica nazionale deve evitare che il Mezzogiorno diventi una “valle di lacrime”, puntando su un’accelerazione della crescita, ovvero, su un mix di investimenti pubblici strutturali, particolarmente mirati nel Sud, da quale può venire una spinta consistente, allo sviluppo socio economico, con un rilancio interno della produttività e dei consumi, favorendo una riduzione della pressione fiscale su imprese e famiglie meridionali.