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Inizia domani 22 Ottobre a Bruxelles il vertice dei ministri della difesa delle nazioni appartenenti alla NATO e Competere.EU scrive una lettera aperta al Ministro della Difesa italiano Mario Mauro.

Il think thank, attivo nell’elaborazione delle politiche e delle pratiche di sviluppo sostenibile, chiede a Mauro di far si che l’Italia sia uno dei Paesi leader nella richiesta dell’attuazione del modello di “Smart Defence” elaborato dal Patto Atlantico che potrà portare una razionalizzazione ed un efficientamento degli apparati di difesa dei Paesi membri.

“In questi giorni di emergenza umanitaria nel Mediterraneo– scrivono il Presidente di Competere.EU Pietro Paganini ed il Segretario Generale Roberto Race– cresce nell’opinione pubblica la consapevolezza dell’importanza di una sicurezza data da sistemi di difesa al passo con i tempi. Tutto ciò andrebbe in accordo con gli altri Paesi in funzione nell’attuale scenario geostrategico e dei nuovi pericoli come quelli dati dalla cyber proliferazione.

I tagli che il mondo della difesa e della sicurezza, tra gli altri, hanno subito, possono rivelarsi un grandissimo rischio o viceversa rappresentare una grande opportunità per il nostro Paese.”

 

“Ad indicarci il modo per continuare ad avere un apparato di difesa efficiente– scrivono Paganini e Race– è stata proprio la Nato che con la Smart Defence invita i Paesi a fare più e meglio con meno costi, razionalizzando la spesa e mettendo a sistema le eccellenze di ogni Stato membro.”

 

“Per questo– continuano Paganini e Race– Le chiediamo di far sì che l’Italia possa farsi promotore del rilancio di questa nuova fase nella quale le difese dei vari Paesi dovranno lavorare alla propria razionalizzazione ed al proprio efficientamento e alla realizzazione di una difesa comune.

Tema che sarà all'ordine del giorno, tra l'altro, proprio del Consiglio dei ministri della difesa dell’Unione Europea che si terrà a dicembre.

Non possiamo perdere altro tempo. Il rischio di un vuoto di Difesa o di una Difesa inadeguata esporrebbe tutto il nostro tessuto sociale a numerose minacce, non solo di natura militare, ma anche emergenziale– come abbiamo visto di fronte ad un Mediterraneo in crisi – che la società civile non potrebbe affrontare senza un dispositivo reattivo e specializzato come quello militare.

Un discorso, questo, di estrema attualità, nel momento in cui l’Europa, è matura ma non ancora strutturata per provvedere alla propria sicurezza, avendo dimostrato di non saper fornire una risposta univoca alle emergenze che colpiscono i paesi a lei vicini”.

 

Elaborare e implementare politiche e pratiche per lo sviluppo sostenibile: questa la mission di Competere.EU, il nuovo pensatoio italiano nato con l’obiettivo di essere di supporto alla politica, alle istituzioni ed al mondo del lavoro nel favorire l’innovazione sociale e dei processi economici e il confronto tra idee.

Presidente del think tank è il docente di Business Administration alla John Cabot University Pietro Paganini mentre il Segretario Generale è il consulente di comunicazione strategica Roberto Race.

Il pensatoio si distingue dagli altri think-tank per l’approccio anglosassone, agendo contemporaneamente su tre livelli: la ricerca, attraverso la diffusione di pubblicazioni e la promozione di conferenze o seminari, l’interazione con la società civile per creare consapevolezza sulle campagne che Competere metterà in campo e il confronto con il mondo politico ed istituzionale per la costruzione di percorsi politici e legislativi condivisi.

Competere.EU si regge sull’iniziativa volontaria di individui e gruppi che condividono uno stesso modo di operare e che vogliono contribuire ad innovare il mercato attraverso prodotti e servizi nuovi, e la società attraverso iniziative sociali sostenibili.

La lettera

Gentile Ministro,

domani e mercoledì Lei rappresenterà l’Italia al vertice dei Ministri della Difesa dei paesi aderenti alla Nato ed i dossier sul tavolo sono molto caldi.

In questi giorni di emergenza umanitaria nel Mediterraneo cresce nell’opinione pubblica la consapevolezza dell’importanza di una sicurezza data da sistemi di difesa al passo con i tempi. Tutto ciò andrebbe in accordo con gli altri Paesi in funzione nell’attuale scenario geostrategico e dei nuovi pericoli come quelli dati dalla cyber proliferazione.

I tagli che il mondo della difesa e della sicurezza hanno subito possono rivelarsi un grandissimo rischio o viceversa rappresentare una grande opportunità per il nostro Paese.

Ad indicarci il modo per continuare ad avere un apparato di difesa efficiente è stata proprio la Nato che con la Smart Defence invita i Paesi a fare più e meglio con meno costi, razionalizzando la spesa e mettendo a sistema le eccellenze di ogni Stato membro.

Per questo Le chiediamo di far sì che l’Italia possa essere promotore del rilancio di questa nuova fase nella quale le difese dei vari Paesi dovranno lavorare alla propria razionalizzazione ed al proprio efficientamento e alla realizzazione di una difesa comune.

Tema che sarà all'ordine del giorno, tra l'altro, proprio del Consiglio dei ministri della difesa dell’Unione Europea che si terrà a dicembre.

Non possiamo perdere altro tempo. Il rischio di un vuoto di Difesa o di una Difesa inadeguata esporrebbe tutto il nostro tessuto sociale alle numerose minacce, non solo di natura militare, ma anche emergenziale – come abbiamo visto di fronte ad un Mediterraneo in crisi – che la società civile non potrebbe affrontare senza un dispositivo reattivo e specializzato come quello militare.

Un discorso, questo, di estrema attualità, nel momento in cui l’Europa, è matura ma non ancora strutturata per provvedere alla propria sicurezza, avendo dimostrato di non saper fornire una risposta univoca alle emergenze che colpiscono i paesi a lei vicini

Cordiali saluti

Il presidente Pietro Paganini

Il Segretario Generale Roberto Race

Alle 22:12 di ieri ora locale (le 4:12 di oggi in Italia), meno di un paio d'ore dal default, il voto della Camera salva gli Stati Uniti dalla catastrofe economica. Ma e' tutto il mondo che in queste ore tira un enorme sospiro di sollievo.

Al termine di una giornata al cardiopalma, prima il Senato, poi la House, approvano a larga maggioranza l'intesa raggiunta dai capigruppo della Camera Alta, il democratico Harry Reid e il collega repubblicano Mitch McDonnell, e che riapre lo Stato federale sino al 15 gennaio e finanzia il debito sino al 7 febbraio. Cosi' da oggi gli statali torneranno al lavoro.

Il presidente americano Barack Obama ha firmato l'accordo che mette fine allo shutdown dello Stato federale ed innalza il tetto del debito Usa, evitando il default. A meno di due ore dal baratro, il Congresso ha approvato ieri sera l'intesa. "Basta scontri, sono pronto a lavorare con tutti", ha commentato Obama. Wall Street vola a +200 punti. Oggi a Francoforte il consiglio dei governatori delle banche centrali Bce.
Prese di beneficio sulle Borse europee all'indomani dell'accordo sul debito negli Usa. I mercati del Vecchio Continente, che fino a ventiquattro ore fa viaggiavano sui massimi da giugno del 2008, vedono l'indice Stoxx 600 ripiegare dello 0,15 per cento. Complice delle vendite anche la revisione delle stime sui conti di alcuni colossi industriali come Sulzer e Outotec (-8,5% alla borsa di Helsinki). Segni meno a Londra (-0,10%), Parigi (-0,08%) e Francoforte (-0,08%).

l Ftse Mib lascia l'1% a 19.00 punti in scia al calo dei principali titoli bancari e a gruppi come Eni ed Enel. Ha girato in territorio negativo anche Telecom Italia (-0,14%) dopo la richiesta dei Fossati di azzerare il Cda della compagnia telefonica. Tra i pochi in rialzo Mediaset (+1,65%), Ferragamo (+1,59%), Tod's (+1,25%) e World Duty Free (+0,38%)Intanto..Oggi sara l'incontro a Washington tra Letta e Obama: prima bilaterale nello Studio ovale, poi pranzo di lavoro nella Dining room del presidente Usa. "Capisco Obama, anche io ho i miei problemi: non è facile raggiungere accordi politici", dice Letta sul braccio di ferro tra repubblicani e democratici. Con l'Italia è uno dei rapporti più forti che abbiamo in Europa, afferma la Casa Bianca

 

Il premier Letta ha partecipato al terzo vertice italo-serbo, dove ha visto, tra gli altri, il primo ministro di Belgrado, Ivic Dacic. Con Letta sono arrivati nella sede della Regione Marche, in cui si è tenuto l'incontro, il vice premier Alfano e, tra gli altri, i ministri Cancellieri, Mauro, Bonino, Carrozza.

Un appuntamento che giunge a conclusione di un anno importante per Belgrado ed il suo percorso di avvicinamento all'Ue - fortemente sostenuto dall'Italia - e che ha visto la penisola diventare il primo partner economico della Serbia. Il vertice - che vede il vicepremier Alfano e i ministri Mauro, Bonino, Cancellieri, Lupi e Carrozza accompagnare il premier con un agenda fitta di incontri con gli omologhi serbi, dal premier Dacic al vice Vucic - è cosi' l'occasione non solo per fare il punto sul processo di adesione, ma anche sui rapporti con Belgrado che Roma già considera 'strategici', puntando a mettere a sistema le numerose iniziative avviate in diversi dei settori che vedono l'Italia primo investitore estero nel paese con 500 imprese tricolori sul terreno e importanti investimenti di grandi gruppi quale la Fiat con il polo automotive che produce le '500'.

Un capitolo, quello dei rapporti bilaterali che farà da cornice - anche con la firma di diverse intese - al dossier adesione. Un processo fortemente sostenuto da Roma che ora - dopo il Consiglio Europeo di giugno che ha deciso l'apertura dei negoziati con la Serbia entro gennaio 2014 - deve passare per il prossimo vertice Ue di dicembre dal quale e' attesa la convocazione della Conferenza Intergovernativa per l'avvio effettivo dei negoziati. Un passaggio per il quale Belgrado deve anche sciogliere il nodo delle intese con Pristina (importante test saranno le elezioni municipali del 3 novembre in Kosovo). E in questa direzione il vertice, oltre a valorizzare anche la comune dimensione adriatica ed europea, servirà a fare il punto anche sulle diverse iniziative bilaterali già avviate in settori come la giustizia, cruciali per il negoziato di adesione, fornendo alla Serbia la sponda italiana per l'adeguamento ai parametri europei.

"L'ingresso Serbia in Ue e' una grande priorita'"ha detto il premier Enrico Letta in conferenza stampa al termine del vertice italo-serbo.

Letta ha ricordato che "l'Italia ha lavorato con grande impegno al consiglio europeo di fine giugno" e che "quando qualche piccolo intoppo stava frenando la positiva finalizzazione del documento finale sulla partenza del negoziato di adesione della Serbia in Ue, l' Italia ha lavorato con il massimo impegno". "Siamo riusciti ad avere il disco verde da parte del consiglio Ue di fine giugno - ha concluso - ma ora devono essere fatti tutti i passi necessari da parte dell' Ue e della Serbia".

"Vogliamo che la Serbia diventi la ventinovesima stella dell'Ue". Lo ha ribadito il premier Enrico Letta chiudendo la conferenza stampa del vertice italo serbo ad Ancora, ricordando che "l'Italia ha lavorato con grande impegno per il processo di adesione di Belgrado all'Unione europea". Un auspicio raccolto dal premier serbo Ivica Dacic che ha ribattuto al presidente del consiglio italiano: vogliamo essere il ventinovesimo paese dell'Unione " e "ringraziamo l'Italia per il grande supporto" che sta fornendo per questo obiettivo.
L'ultima legislatura ue "è stata molto dura:l'Italia ne sa qualcosa. Noi l'anno prossimo presiederemo il semestre europeo e ci impegniamo a far si' che quella sia la legislatura della crescita dopo 5 anni di austerita'", ha spiegato Letta.

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