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Venerdì, 01 Novembre 2024

L’emergenza sanitaria in atto spinge gli individui ad avere un atteggiamento consono, caratterizzato da una sempre maggiore prudenza nei rapporti interpersonali. I singoli settori lavorativi si stanno adoperando per creare i presupposti di un concreto riavvio delle varie attività, in piena sicurezza per se stessi e per i propri clienti. In vista della riapertura della propria categoria professionale, un messaggio accorato giunge dalla parrucchiera e stilista Natascia Callegaro. Una vita dedicata al lavoro. Un’attività svolta con abnegazione. Un rapporto diretto, schietto, leale, basato sulla fiducia con i propri clienti. Ed è proprio in virtù di questi aspetti che l’hair stylist di Mirto Crosia ha scritto una lettera aperta, inviata tramite pec, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. Una missiva semplice, attraverso la quale, la signora Callegaro ha invitato il Premier a recarsi nella sua struttura, ubicata nella cittadina ionica, per rendersi conto di persona del livello di sicurezza che viene offerto alla propria utenza. La nota acconciatrice ha esordito presentando la propria attività, spiegando che, oltre, all’attività di parrucchiera ha creato un centro benessere, dove all'interno lavora la propria figlia, la make-up artist Federica Prantera, come estetista massaggiatrice.”Sono una professionista – ha scritto testualmente nella lettera la Callegaro -  e opero nel settore da quasi 30 anni e, con disciplina e rigore, metto la sicurezza sopra ogni cosa”. Non manca un plauso nei confronti del Presidente Conte per il lavoro ben strutturato. “Avere a cuore la salute del Paese e di chi ci vive è encomiabile,  le fa onore, ha il mio pieno sostegno. Merita la mia stima. Entrambi vogliamo offrire sicurezza.  Nel mio mestiere avere cura dei particolari,  usare attenzione, ed evitare qualsiasi rischio è fondamentale. Proprio per questo, vista la peculiarità del lavoro che svolgo, desidero portare a Sua conoscenza che nella mia attività sono estremamente responsabile, attenta e ligia nell' eseguire tutte le normative igienico sanitarie, utilizzando la massima diligenza con i migliori ausili a disposizione”. E ancora.  “Nel mio centro, l' igiene e la sicurezza sono ai massimi livelli, perché utilizziamo gli standard più evoluti, suggeriti da esperti qualificati”. Ed esplicita le azioni pianificate: “appuntamenti in base alla superficie del locale e ai dipendenti; utilizzo di dpi, dispositivi di protezione individuali monouso (guanti, mascherina, occhiali, gel igienizzante e copri-scarpe); sterilizzazione strumenti, con protocollo di sterilizzazione dell'autoclave medicale; strumenti di sterilizzazione, sfera ad alta disinfezione, ultrasuoni a freddo di tutti gli oggetti termo sensibili non autoclavabili; igienizzazione delle persone e sanificazione degli ambienti, oltre alla raccolta differenziata dei materiali usati”. La signora Callegaro è preoccupata per la situazione che si sta determinando in Italia a causa della pandemia. Nel suo settore si potrebbe determinare “la ‘morte civile’ di oltre 263mila addetti (nello specifico 35mila  centri di estetica e 95mila acconciatori) a me ha ucciso ben due volte. Legittimando così, il lavoro nero e l' abusivismo. Io – ha proseguito - voglio evitare di diventare un’abusiva, non voglio lavorare a nero, non voglio evadere il fisco perché sono imprenditrice e do lavoro. Sono una donna che  da anni ha un attività artigianale, nonostante mille difficoltà, sono una parrucchiera professionista attenta e scrupolosa. Con mia figlia, estetista massaggiatrice, vogliamo continuare a  lavorare per garantire il nostro contributo al paese”. Da qui l’invito al Presidente Conte. “Venga nel mio centro a toccare con mano e a vedere con i suoi occhi il livello di sicurezza che attiviamo. Sono certa che comprenderà che gli acconciatori e le estetiste – ha concluso Natascia Callegaro - sono tra le categorie più rispettose delle normative igienico –sanitarie. Categorie che rappresentano circa  mezzo punto percentuale del Pil, le categorie che vogliono aiutare il Paese a iniziare la fase 2 da lei indicata, per fare partite subito la nostra Italia”.  

Emergenza Coronavirus, è necessario continuare salvaguardare l’integrità sanitaria della comunità di Crosia Mirto che, pur essendo un crocevia importante del trasporto regionale lungo la dorsale ionica e punto di convergenza di tutti i paesi dell’entroterra della Sila Greca e della Valle del Trionto, finora non ha registrato casi di contagio da Covid-19. Frutto del buonsenso dei cittadini che continuano a rispettare le prescrizioni previste dal decreto “Io resto a Casa” e dei controlli a tappeto che stiamo effettuando da settimane per evitare ogni forma di contagio. Ora serve una stretta maggiore. Da domenica 5 aprile, infatti, sarà obbligo per tutti uscire con guanti e mascherine mentre sarà vietata la vendita a tutti gli ambulanti provenienti da fuori Comune.

È quanto fa sapere il sindaco Antonio Russo che sabato 4 aprile ha firmato la nuova ordinanza che, tra l’altro, proroga fino al 13 aprile la validità dei provvedimenti sindacali n. 15, 20 e 36 del 2020, sulla chiusura del Lungomare Centofontane, sulla chiusura delle attività commerciali non indispensabili e sull’orario di apertura e chiusura delle attività commerciali necessarie.

Si dispone – si legge nel nuovo dispositivo - l’obbligo di utilizzo di mascherine e guanti negli esercizi in sede fissa ed itinerante ancora attivi e/o presso i pubblici uffici, non solo per gli operatori ma anche per gli utenti. Qualora gli utenti non ne fossero in possesso, dovranno comunque coprire naso e bocca in modo efficace. Viene imposto, inoltre, il divieto di vendita in forma itinerante, anche a posto fisso, di generi alimentari, fatta eccezione per gli esercenti con residenza o domicilio o sede legale/operativa nel territorio comunale di Crosia.

Sul rispetto dell’ordinanza vigileranno gli organi di polizia competenti. Ai trasgressori, alla luce della potenziale esposizione del contagio, si applica la misura immediata della quarantena obbligatoria per 14 giorni, attraverso il dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale, ed una sanzione compresa tra i 400 ed i 3000 euro.

Fino ad ora nel Comune di Crosia ben 222 persone sono state poste in quarantena domiciliare, mentre 62 soggetti sono stati raggiunti da Ordinanza di quarantena obbligatoria in quanto avevano contravvenuto alle prescrizioni dei DPCM “Io Resto a Casa”. 

"Bernardino Telesio fra pensiero e poesia" è il titolo della conferenza tenutasi presso la Sala dell'Accademia Cosentina lo scorso 14 febbraio.
A relazionare uno studente, Stefano Manza, introdotto da Leopoldo Conforti, presidente dell'antica istituzione culturale, che ha intrattenuto i numerosi presenti con una conversazione incentrata su un argomento sempre nuovo, quello del Telesio Poeta, che annovera fra gli altri i contributi di Vincenzo Segreti, Luigi De Franco, Coriolano Martirano, Vincenzo Napolillo nonché dello stesso Conforti. 
Quest'ultimo aveva giá notato che "come la maggior parte dei presocratici, i filosofi più rappresentativi del nostro Rinascimento sono anche poeti, non nel senso generico del termine, che si può talvolta attribuire a cultori di diverse attività, né perché i principi della loro filosofia si arricchiscono di elementi mitici e sentimentali ma poeti nell'accezione più specifica cioè autori di opere in versi" (cfr. www.centrumlatinitas.org, La poesia di Telesio. Bellezza, Amore, Sapienza). 
Da parte sua Manza ha discettato sul componimento in latino del filosofo cosentino, dedicato a Giovanna Castriota, nobildonna discendente del mitico eroe albanese Scanderberg, carme meditato e poliedrico, con allegorie (la donna come poesia) e vari richiami al pensiero "delle genti greco-latine", 
I 40 versi costituiscono un inno alla sapienza e nello stesso tempo un esempio di concinnitas che é la rara qualità nell'armonizzare lo stile del discorso attraverso l'uso mirato e simbolico di parole ed argomenti.
Numerosi i riferimenti sparsi ad autori come Virgilio, Orazio ed a Catullo in particolare nel topos amoroso citato alla fine del testo ("Placida i doni furtivi del vecchio amante ricevi").
Il giovane relatore si è soffermato quindi sull'esametro in cui appare la figura di Icaro ("celebre per la rovina io pavento") assimilata a Dedalo, il calcolatore che sa districarsi nel labirinto da lui stesso ideato che viene peraltro vista come esempio negativo; e qui Manza riallaccia alle Metamorfosi di Ovidio l'immagine di Dedalo che, invidioso dell'allievo Calo suo nipote, lo scaraventa dalla sacra (e dunque violata) rocca di Minerva. Il giovane sarà poi salvato da Atena che lo trasformerà in pernice.
Per l'oratore il linguaggio poetico, ed essenzialmente filosofico, dell'autore del De Rerum Natura ha ascendenze presocratiche, neoplatoniche e naturalmente lucreziane ma ricorda anche Plotino e la tesi del "noi in quanto emanazione di un tutto". 
Puntuali, del conferenziere, alcune considerazioni sul valore dei moti dell'anima ("e scruto quel principio divino che a lei è intimo spirito") nell'idea di un Telesio che riprende altresì da Platone la definizione dell'idea di bellezza, pur se nel testo in questione non si ritrova adulazione della donna semmai un sottinteso autocompiacimento del poeta-filosofo nel parlare di se stesso in quanto primo degli uomini nuovi.
La prolusione, anche grazie a pertinenti rimandi a temi mitologici, epici, etimo-linguistici ed astronomici ("le altre cose che la luna ricinge nell'orbita angusta"), ha sollecitato alcuni interventi con susseguente nutrito dibattito che ha coinvolto i numerosi convenuti. 
Sembrerà forse strano ma mezzo millennio dopo Telesio fa ancora discutere! 
Intanto l'Accademia Cosentina prepara i prossimi appuntamenti a partire da una conferenza del segretario perpetuo dell'Accademia Mario Iazzolino (nella foto con Conforti e Manza).
Fuori dalla storica sede è annunciato, per lunedì 2 marzo, alle 18, al Teatro Rendano, "Ricordando Coriolano", incontro dedicato al compianto Martirano, studioso, storico, romanziere e drammaturgo. Un accademico telesiano quanto mai innamorato della propria Cosenza che, ad un anno esatto dalla scomparsa, gli tributa un doveroso ricordo.

Restaurare il centro storico di Cosenza, recuperare il patrimonio di architetture più prezioso della Regione Calabria non è, come dovrebbe essere, il primo programma del Comune di Cosenza né quello della Regione Calabria”. A dirlo è Empio Malara, architetto ed esperto in urbanistica, fondatore e animatore dell'Istituto per i Navigli.

C’è un modo per recuperare la Città Alta di Cosenza, per rivitalizzare la capitale della Calabria Citeriore?

C’è un modo per rompere l’isolamento dell’Università della Calabria, per riaccendere l’utopia iniziale di collocare l’Università dentro la città?

È un sogno pensare di connettere, rapidamente, la Città Alta di Cosenza con l’Università della Calabria?

Qualcuno si domanderà come?

‹‹Con una Funivia Urbana, cioè con un modo di viaggiare veloce ed ecologico - continua. Si deve realizzare un ponte aereo, sorvolando il traffico, per connettere la piazza XV marzo con l’asse dell’Università della Calabria.  Il tempo di percorrenza del trasporto pubblico dalla principale piazza di Città Alta all’asse dell’Università non supererebbe i venti minuti. Realizzare questa Funivia Urbana significa adottare una nuova prospettiva urbanistica ed ambientale per Cosenza, una prospettiva simile a quella in corso di realizzazione a Goteborg, in Olanda, dove l’architetto van Berkel con quattro stazioni e sei alti piloni di sostegno collegherà, entro il 2021, in modo rapido le aree a nord del fiume Gota con la città antica.

La Funivia come modalità di trasporto aereo urbano è già stata sperimentata oltre che a Londra e a Barcellona, con il metrò-cab persino a Caracas, in Venezuela: 50 cabine attraversano la città con cinque stazioni intermedie che permettono agli abitanti segregati della collina di raggiungere il centro città in venti minuti anziché in più di due ore e mezzo.

La Funivia Urbana consente di vivere e di vedere la città in modo completamente nuovo che si presta magnificamente a risolvere il problema di rivitalizzare il centro storico di Cosenza. Realizzare un collegamento aereo tra la Città Alta e l’Università della Calabria significa rendere effettivamente realizzabile l’espansione culturale dell’Università in Città Alta; rendere effettivamente realizzabile il riuso degli edifici residenziali, anche come residenze per i professori e gli studenti dell’università; implementare i rapporti culturali tra città e università; significa porre le basi per candidare Cosenza a Capitale Culturale della Regione, o dell’Italia, o d’Europa (nel 2030?).

L’Università della Calabria dovrebbe, nel contempo, di sua iniziativa affrontare il riassetto idrogeologico di Città Alta e l’inventario degli edifici e delle opere di interesse culturale da restaurare, e inoltre dovrebbe utilizzare le sue competenze in funzioni pregiate per risolvere in modo innovativo “salire e scendere”, a piedi, dal corso Bernardino Telesio e immaginare la trasformazione digitale di Città Alta.

Realizzare la Funivia Urbana e le azioni suggerite all’università significa riuscire ad invertire il degrado del più prezioso patrimonio di architettura della Regione; significa invertire il deficit di sviluppo non solo di Cosenza, della sua Provincia, e della Regione Calabria significa anche integrare il patrimonio bibliotecario, uno dei più importanti dell’Italia meridionale, presente in Città Alta, con quello dell’Università della Calabria.

Dal punto di vista urbanistico l’operazione di connettere Città Alta con l’Università e rivitalizzare Città Alta significa creare un magnete urbano in grado di invertire la tendenza della città ad espandersi verso nord, significa compattare all’interno del territorio compreso tra Città Alta e Università lo sviluppo urbano, puntando più sul riuso e sul miglioramento urbano e meno su nuove costruzioni.    

Dal punto di vista turistico, la realizzazione della Funivia Urbana e il progressivo restauro del più integro centro storico della Calabria, darebbe una forte spinta alle attività turistiche ricettive e di ristoro, specialmente se le amministrazioni interessate riusciranno a candidare la Città Alta di Cosenza, seguendo l’esempio di Matera, come la prossima Capitale culturale d’Europa.

I sindaci di Cosenza e di Rende, il neoeletto presidente della Regione Calabria, il sottosegretario ai beni culturali che ha l’incarico di come spendere i 90 milioni di euro destinati al centro storico di Cosenza, dovrebbero invitare il rettore dell’Università della Calabria per concordare un programma  operativo di avvio degli studi per disegnare il percorso, i piloni, le stazioni della Funivia Urbana, e per promuovere gli studi di riassetto idrogeologico e l’inventario dei beni culturali da restaurare prioritariamente in città Alta e nel contempo avviare un concorso internazionale per “salire e scendere” a piedi da Corso Telesio e infine affrontare la digitalizzazione di Città Alta iniziando dall’Accademia Cosentina, una delle più antiche accademie culturali d’Italia››.

Capacità dell’azione formativa di generare, in misura diretta o indiretta, atteggiamenti e stili comportamentali capaci di creare valore aggiunto sociale e di migliorare la competitività aziendale non in ottica di profitto, ma di miglioramento di fattori sociali. Queste le motivazioni con cui l’AIF – Associazione Italiana Formatori ha assegnato a Confcommercio Cosenza la Menzione di Merito per l’Utilità sociale del progetto “Formate per l’Impresa”.

Un riconoscimento che si va ad aggiungere a quello come secondi classificati nella sezione “Mercati e Competitività” della V edizione del Premio AIF per l’Eccellenza nella Formazione – Premio Olivetti. Il Premio istituito da AIF ha la finalità di diffondere le buone pratiche riguardanti percorsi innovativi di apprendimento e valorizzazione delle persone e di sviluppo delle organizzazioni di riferimento.

“Un grande riconoscimento alla qualità dei nostri percorsi formativi, all’impegno, alla serietà, alla passione e alla dedizione con cui ogni giorno siamo al fianco delle imprese del nostro territorio. Con questo progetto abbiamo voluto avviare un nuovo modo di fare formazione partendo dal coinvolgimento diretto di tutti gli organi sociali della nostra associazione e dei professionisti del nostro territorio. Questo ci ha consentito di erogare i percorsi formativi a costo zero alle nostre imprese” ha dichiarato il Presidente di Confcommercio Cosenza Klaus Algieri.

Tra le aziende con cui Confcommercio Cosenza ha dovuto competere in questa edizione c’erano alcuni grandi colossi italiani: Adecco, Alleanza Assicurazioni, BNL, Bricoman Brembo, Generali Italia, Grenke, Gruppo Messina, IMA, Intesa San Paolo.

Le attività formative inserite nel progetto vincitore, realizzate attraverso la SDI - Scuola Di Impresa Confcommercio Cosenza, hanno interessato le imprenditrici e gli imprenditori della provincia, che hanno avuto l’opportunità di approfondire temi come il visual merchandising, il social media marketing, il finanziamento d’impresa, grazie a lezioni frontali tenute dai dirigenti di Confcommercio Cosenza e da esperti del territorio.

L’appuntamento con la cerimonia di premiazione è fissato per il 24 marzo 2020 a Milano.

 

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