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Sabato, 01 Giugno 2024

Il presidente francese Emmanuel Macron ha incaricato il suo consigliere per la politica estera Emmanuel Bonne di collaborare con l'alto diplomatico cinese Wang Yi per stabilire un piano che potrebbe essere utilizzato come base per futuri negoziati tra Mosca e Kiev.
Lo riporta Bloomberg citando persone che hanno familiarità con il progetto.
La strategia francese prevede che i colloqui tra Russia e Ucraina si svolgono già quest'estate. Un funzionario dell'ufficio di Macron ha confermato l'intenzione di Bonne di parlare con Wang aggiungendo che gli alleati della Francia sono stati informati di qualsiasi iniziativa francese.

La Russia è interessata a porre fine al conflitto in Ucraina il prima possibile, ha dichiarato il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in un briefing a Brasilia dopo i colloqui con il ministro degli Esteri brasiliano Mauro Vieira.Lo riporta Ria Novosti.

"È chiaro che siamo interessati a porre fine al conflitto ucraino il prima possibile. Abbiamo spiegato in modo molto dettagliato in più di un'occasione le ragioni di ciò che sta accadendo, gli obiettivi che stiamo perseguendo a questo proposito", ha detto Lavrov, aggiungendo che oggi con il suo omologo brasiliano hanno parlato del "contesto che deve essere tenuto presente per risolvere questi problemi non su base momentanea, ma sulla base di accordi a lungo termine, che devono prima di tutto essere basati sul principio del multilateralismo e sulla considerazione degli interessi di sicurezza di tutti gli Stati senza eccezioni".

Intanto i ministri degli Esteri del G7 annunciano che i Paesi che aiutano la Russia a portare avanti la guerra in Ucraina "affronteranno gravi costi" in una dichiarazione diffusa dopo due giorni di colloqui in Giappone. A queste "terze parti" arriva l'esortazione di "cessare l'assistenza alla guerra della Russia altrimenti affronteranno gravi costi".
Dal G7 giunge anche la condanna della minaccia russa di collocare armi nucleari in Bielorussia che viene definita "inaccettabile".

I ministri degli Esteri del G7 si impegnano a intensificare le sanzioni contro la Russia e a "sostenere l'Ucraina per tutto il tempo necessario" avvertendo Mosca della "gravi conseguenze" a cui andrà incontro se dovesse usare armi nucleari. "Condanniamo la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, che costituisce una grave violazione del diritto internazionale. La Russia deve ritirare immediatamente e senza condizioni tutte le sue forze e le sue attrezzature dall'Ucraina", si legge nella dichiarazione congiunta diffusa al termine della riunione nella città giapponese di Karuizawa.

Il presidente russo Vladimir Putin ha visitato il quartier generale di un'unita' militare che combatte nella regione ucraina di Kherson, annessa alla Russia lo scorso settembre, dove ha chiesto informazioni sulla situazione in questa provincia meridionale e nella vicina Zaporizhia. Lo ha riferito il Cremlino.

"Il comandante in capo supremo delle forze armate della Federazione Russa ha visitato il quartier generale del gruppo "Dnepr" in direzione di Kherson", ha comunicato la presidenza russa in una breve dichiarazione pubblicata sul suo sito web sulla prima visita di Putin al fronte di questa regione in quasi 14 mesi di campagna militare in Ucraina. Secondo il Cremlino, il presidente russo ha ascoltato i rapporti del comandante delle forze aviotrasportate, il colonnello generale Mikhail Teplinsky, il comandante del gruppo delle forze "Dnepr", il colonnello generale Oleg Makarevich e altri capi militari.

Il presidente russo, Vladimir Putin, nella sua visita a sorpresa alle truppe impegnate nelle regioni ucraine di Kherson e Lugansk ha fatto ai soldati gli auguri per la Pasqua ortodossa, celebrata la scorsa domenica 16 aprile, e regalato icone. Ai comandanti del gruppo Dnepr, di stanza nella regione di Kherson - dove il leader del Cremlino si è recato in elicottero - Putin regalato una copia dell'icona, che "apparteneva a uno dei ministri della Difesa di maggior successo dell'Impero russo". Il presidente ha aperto e mostrato l'icona, come si vede da un video pubblicato dall'agenzia ufficiale Ria Novosti.

Il ministro delle Infrastrutture ucraino, Oleksandr Kubrakov, è atteso in Turchia, dove incontrerà il ministro della Difesa turco Hulusi Akar. Proprio Akar è stato uno degli attori principali che hanno permesso la chiusura dell'accordo che dallo scorso luglio permette il passaggio di grano ucraino bloccato nei porti del Mar Nero.

Accordo che sarà inevitabilmente al centro dell'incontro di oggi, sia per il malcontento di Mosca che rischia di far saltare tutto, ma soprattutto dopo che la Slovacchia si è unita alla decisione di Polonia e Ungheria di bloccare unilateralmente l'import di grano e prodotti agricoli dall'Ucraina, per proteggere la produzione agricola interna.

Una decisione che potrebbe prendere anche la Bulgaria, ma definita inaccettabile da Kiev e dalla Commissione Europea che ha già fatto sapere di "attendere delle spiegazioni". "Il primo necessario passo deve essere quello di consentire al grano ucraino di transitare attraverso la Polonia. Un passo da compiere senza porre condizioni", ha invece tuonato il ministro dell'Agricoltura ucraino, Mykola Solsky, al termine dei primi colloqui che hanno avuto luogo in Polonia.

Proprio il governo polacco guidato dal partito PiS, uno dei principali sostenitori di Kiev dall'inizio del conflitto, si trova costretto a fare i conti con le prossime elezioni e con il decisivo bacino di voti delle aree rurali della Polonia. Tuttavia il nodo rimane, perché mentre il ministro dell'Agricoltura polacco definisce il no al transito "necessario", il collega ucraino risponde che il 10% dei prodotti alimentari prodotto dall'Ucraina transita attraverso la Polonia, ben il 6% dall'Ungheria.

Un bando al transito che, come per l'Ungheria, riguarda anche frutta, verdura, carne, derivati del latte e uova, ma che allo stesso tempo la Commissione Europea ritiene illegittimo, in quanto queste decisioni sul commercio e transito dei beni attraverso le frontiere europee sono di competenza di Bruxelles. Alla situazione già tesa si aggiunge l'allarme lanciato dall'Alrto Rappresentante per la politica estera europea, Joseph Borrell: "La Russia sta bloccando ancora una volta 50 navi con grano urgentemente necessario nel Mar Nero. L'Ue sostiene gli sforzi dell'Onu e continuerà a facilitare le esportazioni attraverso le corsie di solidarietà dell'Ue, che hanno portato 25 miliardi di tonnellate di grano nel mondo".

La visita di Kubrakov in Turchia segue di 12 giorni il viaggio del ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, nella capitale turca Ankara durante la quale ha incontrato il collega turco Mevlut Cavusoglu, la mente delle trattative tra Russia e Ucraina. Il capo della diplomazia di Ankara aveva anticipato che il dialogo si sarebbe sviluppato sulle relazioni bilaterali tra i due Paesi ma anche sugli sforzi di mediazione di Ankara nel conflitto in Ucraina.

Abbandonata la ricerca di un compromesso che porti a un cessate il fuoco dopo i tentativi andati a vuoto nei primi mesi dall'inizio del conflitto, il dialogo negli ultimi mesi è passato costantemente dalle difficoltà per i rinnovi dell'intesa che dallo scorso luglio permette il passaggio di grano e fertilizzanti bloccati nei porti ucraini. Un'intesa rinnovata lo scorso 18 marzo, ma non senza difficoltà e dubbi da parte di Mosca, che spinge ormai da mesi affinché attraverso il Mar Nero possano passare anche frumento e fertilizzanti russi, come previsto nella bozza iniziale dell'intesa.

Circostanza al momento non realizzata, tanto da spingere il ministro degli Esteri russo Lavrov a definire "complicato" il rinnovo dell'intesa. "Se l'accordo è rispettato a metà, allora il tema estensione si complica" aveva detto Lavrov. A partire dallo scorso luglio a oggi l'intesa, per raggiungere la quale è stata essenziale la mediazione della Turchia, ha permesso il passaggio di circa 28 milioni di tonnellate di grano e frumento ucraino altrimenti destinato a marcire nei porti bloccati dalla guerra e ora giunto per il 55% in Paesi in via di sviluppo e per il 45% in Paesi come la Cina, Spagna, Turchia e Italia per mitigare l'impennata dei prezzi sul mercato e il rischio di una crisi alimentare.

Intanto liberata dalle draconiane restrizioni anti-Covid, la Cina messo a segno una marcata accelerazione della crescita nel primo trimestre, con il Pil che è balzato del 4,5% su base annua dal 2,9% del quarto trimestre 2022, ben al di sopra delle previsioni di mercato del 4%. Da un trimestre all'altro, la crescita del gigante asiatico è salita del 2,2%, dopo aver ristagnato nel periodo ottobre-dicembre.

I dati ufficiali diffusi nella notte italiana sono i primi a valutare un intero trimestre senza l'impatto della strategia zero Covid - politica sanitaria che includeva quarantene obbligatorie, lockdown ripetuti, continui test e restrizioni di viaggio - che è stata revocata all'inizio di dicembre. Dalla sua attuazione nel 2020, ha inferto un duro colpo all'economia del Dragone a causa del clima di incertezza generato e dei disagi causati nella vita quotidiana dei cinesi e delle imprese.

Si è trattato del ritmo di espansione più forte dal primo trimestre del 2022, sulla scia degli sforzi di Pechino per stimolare la ripresa post-pandemia. I dati macro hanno mostrato anche che la crescita delle vendite al dettaglio ha raggiunto il massimo di quasi 2 anni a marzo, la produzione industriale è aumentata di più in 5 mesi e il tasso di disoccupazione è sceso ai minimi di 7 mesi. Le vendite al dettaglio, principale indicatore dei consumi delle famiglie, hanno confermato a marzo la ripresa (10,6% in un anno).

Fonte Agi e Ansa

In settimana lo scontro in Parlamento tra maggioranza e opposizione sarà anche sulle mozioni. Alla Camera ci saranno quelle sulla siccità e in materia energetica, con particolare riferimento all'energia nucleare (il Movimento 5 stelle ne presenterà una per dire no al termovalorizzatore e si aspetta che il Pd la voti). Al Senato quelle sull'antifascismo.

Nessun ripensamento da parte della maggioranza sull'emendamento sulla stretta alla protezione speciale preparato per il decreto Cutro. Oggi sarà discusso in Commissione Affari Costituzionali al Senato e ripresentato direttamente in Aula considerato che il provvedimento, a causa dei tempi stretti, arriverà in Aula senza mandato al relatore.

Le opposizioni sul tema dei migranti annunciano battaglia nell'emiciclo di palazzo Madama mentre Fdi, Lega e FI, dopo le parole della premier Meloni dall'Etiopia, serrano i ranghi e si presentano compatti. Il partito di via Bellerio non ha ancora annunciato il ritiro dei propri emendamenti ma - spiegano fonti parlamentari della maggioranza - non si andrà in ordine sparso. La Lega, insomma, non dovrebbe insistere in Aula con le proposte di modifiche che di fatto ricalcano in toto i decreti Salvini e attenersi all'emendamento firmato da Gasparri (FI), Lisei (Fdi) e Pirovano (Lega).

Le opposizioni chiederanno che "le date che scandiscono un patto tra le generazioni, tra memoria e futuro siano davvero oggetto di condivisione, di riflessione, di monito e di insegnamento, non solo per i giovani, ma per tutti i cittadini". "È necessario - si legge nel testo che richiama le parole pronunciate dalla senatrice Segre il 13 ottobre 2022, primo giorno della legislatura - che le istituzioni in primis si adoperino per la trasmissione della conoscenza della storia, frutto del rigore della ricostruzione storica unitaria e condivisa". Si impegnerà "il Senato ad adottare le iniziative necessarie affinché le commemorazioni delle date fondative della nostra storia antifascista si svolgano nel rispetto della verità storica condivisa e possano, solo così, essere terreno fertile per il mantenimento e la costruzione di un'identità collettiva e del senso di appartenenza a una comunità".

La maggioranza risponderà con un proprio testo. "È in lavorazione", fanno sapere fonti parlamentari. "Come il Primo Maggio è la festa di tutti i lavoratori e non solo di qualcuno, conto che anche il 25 Aprile unisca nella condanna del passato e nella progettazione del futuro. Ma onestamente non so ancora dove sarò, è un giorno di festa", ha detto Salvini.

"Noi andiamo avanti. Ci sono i numeri che dicono che la protezione speciale è stata un fallimento totale", ha sottolineato Salvini. "Solo il 5 per cento di questi permessi speciali - ha rimarcato - che non esistono in nessun'altra parte d'Europa, sono diventati lavoro. E quindi vuol dire che erano un incentivo all'illegalita'".

Intanto le quattro Regioni guidate dal centrosinistra si sono opposte alla nomina del governo del commissario ad hoc per i migranti. "Sono le uniche che si oppongono ad una cosa normale che ci chiede anche l'Europa e cioè di allontanare dal territorio chi entra irregolarmente", ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture che ha chiuso anche alla richiesta dei sindaci del Pd di aprire un confronto sullo ius scholae, "la cittadinanza "non può essere un omaggio".

Intanto "Il Mediterraneo centrale è stata la rotta più attiva nel primo trimestre dell'anno con quasi 28 mila attraversamenti irregolari delle frontiere, il triplo rispetto a un anno fa. A marzo, i rilevamenti totali su questa rotta sono aumentati di quasi nove volte rispetto allo scorso anno, superando i 13 mila".

È quanto emerge dall'ultimo rapporto di Frontex, l'Agenzia europea per il controllo delle frontiere. "I gruppi della criminalità organizzata hanno approfittato del clima migliore e della volatilità politica in alcuni Paesi di partenza per cercare di contrabbandare il maggior numero possibile di Migranti attraverso il Mediterraneo centrale dalla Tunisia e dalla Libia", si legge ancora.

A livello europeo il numero degli arrivi irregolari nei primi tre mesi del 2023 è salito a 54 mila, il 26% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Intanto i primi tre mesi di quest'anno rappresentano anche un altro (triste) record:è stato il trimestre più mortale per i Migranti che hanno attraversato il Mediterraneo centrale dal 2017. Lo dicono i dati dell'Oim, secondo i quali tra gennaio e marzo di quest'anno sono morti 441 Migranti nel tentativo di raggiungere l'Europa. "La crisi umanitaria persistente nel Mediterraneo centrale è intollerabile", ha dichiarato il capo dell'Oim, Antonio Vitorino.

Intanto il giorno dopo dello stato di emergenza nazionale dichiarato dal Governo sul tema migranti, oggi la Commissione Europea fa sapere di aver preso nota della decisione. "Capiamo sia dettata dalla particolare situazione migratoria che l'Italia sta fronteggiando. Dobbiamo vedere nel dettaglio le misure prima di commentare", ha detto la portavoce della Commissione europea per le migrazioni, Anitta Hipper.  "La Commissione è in stretto contatto l'Italia per discutere le sfide della migrazioni e anche per vedere cosa implica la dichiarazione dello stato di emergenza", ha aggiunto.

Fonte Agi e varie agenzie

Nessuna sorpresa alle elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia: il governatore uscente Massimiliano Fedriga è stato riconfermato col 64% mentre il suo sfidante candidato da Pd-M5S, Massimo Moretuzzo, si è fermato al 29%. "E' un onore essere stato rieletto", dice il governatore confermato che incassa subito i complimenti della premier Giorgia Meloni: "Una vittoria che premia il modello amministrativo e il buongoverno del centrodestra e che ci sprona a fare sempre meglio".

Percentuali letteralmente bulgare, quindi, e vittoria schiacciante per un centrodestra che riesce così a bissare il successo ottenuto da Attilio Fontana in Lombardia lo scorso mese di febbraio, e a collezionare un en plein che gli garantirá di fatto il dominio incontrastato nell’intero Nord, dalla Liguria al Friuli, passando per Piemonte, Lombardia e Veneto.

Ma le brutte notizie per i dem non finiscono certo qua. C’è addirittura di peggio. I dati provenienti dal Friuli Venezia Giulia restituiscono infatti un risultato ancor più preoccupante, ovverosia quello relativo alla coalizione. Al primo vero banco di prova il tanto atteso tandem Conte-Schlein floppa clamorosamente. Massimo Moretuzzo, candidato del centrosinistra, si è infatti fermato ad un insoddisfacente 28,4%, staccato di quasi 36 punti percentuali dal candidato di centrodestra, l’uscente Massimiliano Fedriga, confermato trionfalmente governatore con il 64,26% dei voti.

In Friuli Venezia Giulia non c'è stato il sorpasso di Fratelli d'Italia, la cui lista si è fermata al 18%, mentre la Lega è primo partito al 19%, quando mancano duecento sezioni sulle 1.360 complessive. Al terzo posto la lista Fedriga che supera il 17%, segue il Pd che tiene al 16,7%.

Staccata Forza Italia, a poco più del 6%. Il candidato di centrosinistra, Massimo Moretuzzo, sconfitto, ha pagato probabilmente il peso di una coalizione dall'andamento incerto, se si pensa alle sorti nazionali del campo largo Pd-M5S. Non c'è stata l'ondata FdI ma non c'è stato nemmeno l'effetto Schlein, che sembrava potesse scardinare più di un equilibrio. Cala M5s al 2,4% superato persino dalla galassia No Vax: la loro candidata, Giorgia Tripoli, ottiene il 4,6% sorpassando il Terzo polo il cui candidato, Alessandro Maran, si ferma al 2,7% ("Un risultato deludente", dice Calenda). Cala l'affluenza, seguendo un andamento generalizzato delle ultime tornate elettorali, con un 45% di votanti che segna uno dei dati più bassi in regione di presenza alle urne.

L'effetto Schlein c'è. Ma al momento non si vede. Il voto in Friuli Venezia Giulia segna il tonfo del campo largo Pd-M5s che crollano sotto il 20%. Le elezioni che riconsegnano la guida della Regione per altri cinque anni nelle mani del leghista Massimiliano Fedriga, certificano la prima battuta d'arresto per la segreteria dem. Il centrodestra vola oltre il 60%. 

Nel fronte progressista si leccano le ferite. La «pupilla» di Carlo De Benedetti conquista il primo record della sua gestione: è riuscita a fare peggio di Enrico Letta all'esordio elettorale. Alle Politiche il disastroso e bistrattato Letta aveva ottenuto con il Pd il 18,4% in Friuli. Con Elly Schlein i dem si fermano al 16,6. La segretaria ammette la sconfitta: «Complimenti a Fedriga, che ha vinto nettamente in Friuli-Venezia Giulia. Ringraziamo Moretuzzo e tutta la coalizione che l'ha sostenuto per l'impegno. Riorganizzeremo insieme un'opposizione centrata sulle proposte politiche. Con pazienza, ma con determinazione».

Nel M5s è notte fonda. Giuseppe Conte viene doppiato dalla candidata no vax. Nella terra dell'ex ministro Stefano Patuanelli i Cinque stelle raccolgono un misero 2,4%. Con queste cifre i grillini sarebbero fuori dal Parlamento. Alle Politiche Conte aveva ottenuto il 7,9. Un risultato in linea con i voti conquistati dalla lista M5s alle regionali di 5 anni fa. Più che dimezzati i voti in 6 mesi. Disfatta senza appelli. Pd e Cinque stelle si presentavano uniti a sostegno di Massimo Moretuzzo. Doveva essere la prima tappa della rimonta della corazzata Schlein-Conte-Landini. Per il rinato campo largo Pd-M5s è già tempo di riflessione

Fonte Varie Agenzie e il Giornale

L'ex presidente Usa Donald Trump è stato incriminato dalla giustizia newyorchese e sarà processato, probabilmente non prima di gennaio dell'anno prossimo secondo le prime indicazioni, perché ha "orchestrato" una serie di pagamenti per soffocare tre "vicende imbarazzanti" prima della campagna per le elezioni presidenziali del 2016.

L'ex presidente contro Alvin Bragg: "É finanziato da George Soros". Poi torna a parlare dei "brogli elettorali" del 2020. "Il mio unico fine è di aver difeso l'America".La mia incriminazione è un insulto agli Stati Uniti".

Donald Trump torna nel suo bunker di Mar-a-Lago poche ore dopo essersi consegnato al tribunale di New York per ascoltare i 34 capi d'imputazione a suo carico nel caso Stormy Daniels e arringa i suoi sostenitori riuniti in uno dei saloni del resort.

 "Non ho mai pensato che una cosa del genere potesse accadere in America", ha detto Trump, mentre i suoi sostenitori urlavano "Usa, Usa!". Sul palco con l'ex presidente i figli Eric e Donald jr, mentre erano assenti la moglie Melania, che pure lo ha accompagnato a Manhattan, e la figlia ed  ex consigliera, Ivanka. Dopo aver ribadito che tutte le indagini a suo carico sono "persecuzioni politiche", il tycoon ha ricoperto d'insulti
uno per uno i procuratori coinvolti: da Bragg, "pagato da George Soros", a Letitia James a Jack Smith, impegnato nell'inchiesta sulle carte top secret portate dalla Casa Bianca a Mar-a-Lago, che ha definito un "pazzo". Tutti, secondo l'ex presidente, sono strumenti della "sinistra radicale" che hanno l'obiettivo di "fermarlo ad ogni costo". Anche l'indagine della procura di Atlanta, in Georgia, e' "un caso falso per interferire nelle
elezioni del 2024 e dovrebbe essere archiviata subito" per Trump che ha definito "perfetta" la telefonata in cui fece pressioni per ribaltare il voto del 2020 in quello stato.

Un discorso di poco più di mezz'ora, durante il quale il tycoon è apparso provato e meno combattivo del solito. Sulla consueta aggressività dell'ex presidente sembra aver pesato una giornata senza precedenti nella storia Usa e il castello accusatorio del procuratore Alvin Bragg che gli ha imputato un tentativo di "cospirazione per minare l'integrità delle presidenziali del 2016" comprando il silenzio della pornostar, dell'ex coniglietta di Playboy Karen McDougal e di un portiere della Trump Tower che minacciava di rivelare un suo presunto figlio illegittimo. Il tycoon non ha tuttavia rinunciato a sferrare i soliti  attacchi contro i suoi accusatori e il "sistema giudiziario corrotto, diventato ormai illegale", nonostante l'avvertimento del procuratore di New York a non incitare alla violenza.

Quindi è passato ad attaccare Joe Biden e la sua ex avversaria Hillary Clinton per 'l'email gate'. "Vuole la terza guerra mondiale", ha tuonato Trump contro il presidente americano sostenendo che "quando era senatore ne ha combinate di tutti i colori ma nessuno lo ha arrestato". Prima di salire sul palco del suo resort l'ex presidente aveva ribadito per l'ennesima volta che, nel caso per il quale è stato incriminato a Manhattan, "nulla è stato fatto illegalmente" accusando  Bragg "di aver chiuso New York, mobilitato 38.00 agenti e speso 200.000 dollari di fondi della città per un accordo di non divulgazione legale da 130.000 dollari". E' un'indagine "farsa", aveva attaccato Trump in una telefonata con i suoi sostenitori di ritorno da New York, assicurando i suoi supporter che "stiamo vincendo da otto anni e continueremo a vincere".

Secondo il procuratore di Manhattan Alvin Bragg, che ha letto all'ex presidente i 34 capi di accusa per i quali Trump si è dichiarato non colpevole, un custode della Trump Tower ha ricevuto 30mila dollari per non parlare di un "bambino nascosto" sul quale pretendeva di avere informazioni; una donna che si presentava come ex amante ha ricevuto 150 mila dollari e la ormai famosa pornostar Stormy Daniels ha ottenuto 130 mila dollari per tacere su una sua presunta relazione extraconiugale con Trump.

Le azioni illegali compiute da Donald Trump quando ha versato denaro a persone perché non rivelassero questioni "imbarazzanti" che lo riguardavano in vista della campagna elettorale del 2016 configurano un atto di "cospirazione", ha affermato Bragg. L'immobiliarista, secondo quanto sostiene il giudice dell'accusa, ha dunque cospirato per influenzare il voto, minandone il corretto andamento.

Ha promesso che combatterà, accusato il procuratore distrettuale Alvin Bragg di "essere finanziato da George Soros" è tornato a parlare dei brogli elettorali del 2020. Donald Trump ha lanciato il suo messaggio da Mar-a-Lago, in Florida, dove è tornato da New York, al termine di una giornata storica e pesante, in cui è diventato il primo ex presidente nella storia degli Stati Uniti a essere incriminato.

Il giudice Juan Merchan gli ha contestato trentaquattro capi d'accusa, tutti felony, cioè reati non marginali, anche se non gravi, punibili nello Stato di New York per un massimo di quattro anni

Ma il Trump che aveva annunciato il suo messaggio all'America, in coda a una giornata di prime volte - il consegnarsi alle autorità, la messa in stato d'arresto, le impronte digitali, l'ingresso nell'aula di tribunale, quel sedersi con gli avvocati sul banco degli imputati - alla fine ha un po' deluso. Il discorso ha ricalcato quello dei comizi, ma è durato molto meno, meno di mezz'ora. Trump non è entrato nel dettaglio delle contestazioni: è accusato da due donne di averle pagate in nero, truccando i bilanci, perché non rivelassero in piena campagna elettorale, eravamo nel 2016, la loro relazione con il tycoon.

A questi due casi, identificati come Woman 1 e Woman 2, ma che per tutti sono Karen McDougal, la playmate, e Stormy Daniels, la porno star, si è aggiunto il portiere della Trump Tower, indicato nei documenti della procura come il "doorman", Dino Sajudin, che ricevette da Trump 30.000 dollari a patto che non parlasse della storia di cui diceva di sapere: quella del figlio illegittimo nato dalla relazione tra il tycoon e una donna addetta alla portineria della Trump Tower.

Fonte Ansa e Agi e varie agenzie

Un'esplosione in pieno centro squarcia il pomeriggio di San Pietroburgo. Oltre 200 grammi di Tnt, nascosti dentro a una statuetta, sono stati fatali per Vladlen Tatarsky, noto blogger militare nazionalista e corrispondente di guerra russo rimasto ucciso. L'ufficio del procuratore del distretto Vasileostrovsky della città ha ordinato l'apertura di un'inchiesta. La matrice dell'attentato - autori, mandanti e movente - resta da definire, ma l'attenzione si concentra al momento sul profilo della vittima. Vladlen Tatarsky (vero nome Maxim Fomin), 40 anni, era diventato noto all'inizio dell'invasione russa in Ucraina, pubblicando video quotidiani intitolati Vecherny Vladlen (Evening Vladlen) in cui analizzava l'andamento della cosiddetta operazione speciale, dando anche consigli tecnici alle truppe mobilitate. 

L'attentato sarebbe stato orchestrato dai servizi di sicurezza ucraini e "ha coinvolto agenti che collaborano con la Fondazione anticorruzione" dell'oppositore russo Aleksei Navalny. Lo ha scritto in un comunicato il Comitato nazionale antiterrorismo (NAC).

"È stato stabilito che l'attacco terroristico al giornalista Vladlen Tatarsky, commesso a San Pietroburgo il 2 aprile, è stato pianificato dai servizi di sicurezza ucraini e ha coinvolto agenti che collaborano con la cosiddetta Fondazione anticorruzione di Navalny, di cui la detenuta Trepova è un'attiva sostenitrice", si legge nel comunicato.

Vicino a Yevgeny Prigozhin, il capo della milizia privata russa Wagner, è morto in quello che stando ai media ucraini era proprio uno dei locali dello 'chef di Putin', lo Street Food Bar, tra la Neva e l'Università. "Probabilmente" è stata "una ragazza" a portare nel locale l'ordigno che ha ucciso il blogger, ha riferito una fonte citata dall'agenzia russa Ria Novosti, precisando che "c'era una statuetta nella scatola: un regalo destinato al signor Tatarsky".

Il gruppo Cyber Front Z, che sui social si autodefinisce "i soldati dell'informazione russa", ha rivelato di aver affittato il caffè per una serata dibattito dove lo stesso blogger avrebbe dovuto prendere la parola. "C'è stato un attacco terroristico. Abbiamo preso alcune misure di sicurezza ma purtroppo non sono bastate", ha riferito il gruppo su Telegram. Tatarsky, seguitissimo sui social con oltre mezzo milione di follower su Telegram, aveva girato e postato un video della cerimonia al Cremlino dove il presidente russo Vladimir Putin pronunciò il discorso dell'annessione delle regioni ucraine di Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia. 

Tatarsky in passato non aveva risparmiato critiche ai vertici militari russi dopo alcune disfatte subite e per l'inefficienza delle stesse truppe di Mosca. Il ministero degli Esteri russo ha reso omaggio a Tatarsky, mentre Kiev ha evocato la pista del "terrorismo interno", che sarebbe diventato uno "strumento di lotta politica", ha affermato il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak. E l'esplosione lascia aperti molti interrogativi. In particolare sul ruolo assunto dallo stesso Tatarsky e da Prigozhin sullo sfondo del conflitto in Ucraina e in particolare sulla guerra di potere che si combatte nella cerchia del Cremlino. Secondo il vice maresciallo dell'aeronautica britannica in pensione, Sean Bell, non ci sarebbero abbastanza dettagli per suggerire un mandante dietro l'esplosione, ritenendo al contempo "improbabile" che il governo ucraino sia coinvolto. "Con l'aumento delle vittime russe della guerra in Ucraina, aumentano i disordini interni a casa", ha affermato.

Secondo i media britannici se si avvalora l'ipotesi che Tatarsky sia stato deliberatamente preso di mira, allora il suo sarebbe il secondo assassinio sul suolo russo di una figura di alto profilo associata proprio alla guerra in Ucraina. Lo scorso agosto il servizio di sicurezza federale russo accusò i servizi segreti ucraini di aver ucciso Darya Dugina, la figlia di un ultranazionalista, in un attentato con un'autobomba vicino a Mosca. L'Ucraina ha però negato il suo coinvolgimento. L'attentato arriva in un momento in cui le forze di Mosca registrano fallimenti in Donbass, e la Russia è sempre più isolata sul piano internazionale. 

Tuttavia Washington mantiene un canale aperto con Mosca con il preciso obiettivo di liberare il giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, accusato di spionaggio. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken, al telefono con il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov, ne ha chiesto l'immediato rilascio. La risposta non poteva essere più secca: "Tocca a un tribunale decidere della sua sorte". A conferma del gelo persistente, Maria Zakharova si è scagliata contro l'occidente per la sua mancata reazione alla morte di Tatarsky: è una cosa che "parla da sola, nonostante le loro preoccupazioni per il benessere dei giornalisti e della stampa libera".

I servizi di sicurezza russi hanno fermato Darya Trepova.La donna, di 26 anni, è accusata di avere compiuto l'attentato di domenica 2 aprile in un caffè di San Pietroburgo dove è rimasto ucciso il giornalista Maksim Fomin, alias Vladlen Tatarsky

"Agenti del Comitato investigativo, in collaborazione con i servizi operativi, hanno fermato Darya Trepova, sospettata di essere coinvolta nell'esplosione al caffè di San Pietroburgo", fa sapere sul suo canale Telegram il Comitato investigativo, citato dall'agenzia Ria Novosti.

Ho portato una statuetta che poi è esplosa": così Darya Trepova risponde alla domanda di chi la interroga in un video diffuso dall'agenzia Ria Novosti. Alla domanda "chi te l'ha data?", la giovane risponde: "Posso dirlo dopo?" Darya Trepova appare in camicia bianca e con i capelli più corti rispetto alle immagini di sicurezza che la mostravano mentre entrava nel caffè portando un pacco.

Il marito della donna accusata dell'attentato si è detto convinto che sia stata "incastrata". Dmitry Rylov, che non è in Russia, lo ha detto in un'intervista alla testata indipendente russa The Insider, ripresa da Cnn. "Daria ha detto di essere stata incastrata, e io sono completamente d'accordo: nessuno se lo aspettava. Per quanto ne so, era necessario consegnare questa statuetta, in cui c'era qualcosa... Ne abbiamo parlato almeno due volte. Dasha, in linea di principio, non è il tipo di persona che potrebbe uccidere qualcuno", ha aggiunto Rylov.

L'attentato "è stato pianificato dai servizi segreti ucraini". Lo ha detto il Comitato nazionale antiterrorismo russo citato dall'agenzia Ria Novosti. "Persone che collaborano con il cosiddetto Fondo anti-corruzione" dell'oppositore russo Alexei Navalny sono "coinvolte" nell'attentato "pianificato dai servizi segreti ucraini" aggiunge lo stesso Comitato. La stessa fonte aggiunge che Darya Trepova è "una sostenitrice attiva" della stessa organizzazione.

"Il regime di Kiev sostiene azioni terroristiche" ed ecco "perché l'operazione militare speciale in Ucraina viene compiuta" ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in merito all'attentato di ieri a San Pietroburgo. "Questo regime è dietro l'assassinio di Darya Dugina e molto probabilmente dietro l'assassinio di Fomin", ha aggiunto Peskov.

"Non penso a quello che succede a San Pietroburgo o a Mosca, deve pensarci la Russia. Io penso al nostro Paese". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky riferendosi alle accuse rivolte da Mosca a Kiev di avere pianificato l'attentato

Secondo il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dietro la bomba esplosa oggi in un bar di San Pietroburgo uccidendo il blogger militare nazionalista noto con lo pseudonimo di Vladlen Tatarsky c'è il terrorismo interno.

Utilizzando la metafora dei "ragni che si mangiano a vicenda dentro a un barattolo", sul suo profilo Twitter Podolyak ha scritto che "nella Federazione Russa inizia". "Quando il terrorismo interno diventerà uno strumento di lotta politica interna?", si è chiesto.

Fonte Agi e Ansa

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