Dal 1° ottobre, come tutti sappiamo, è scattato l’aumento dell’Iva dal 21 al 22% . Questo comporterà che ogni famiglia, in media, pagherà almeno 200 euro in più all’anno. Con l’aumento dell’IVA, famiglie ed imprese vedono aggravarsi una pressione fiscale già insostenibile. I consumi già previsti in calo, per quest’anno di due punti, si ridurranno di altri 3-4 punti decimali. L’incertezza politica aggrava la situazione economica, allontana la ripresa e farà chiudere ancora più imprese, facendo aumentare ulteriormente la disoccupazione, già a livelli record.
Nelle prossime settimane il carico fiscale nazionale e locale diventerà sempre più asfissiante: per cui diventa urgente invertire questa tendenza.
La valanga di adempimenti fiscali, potrebbe rendere vano lo sforzo di responsabilità delle imprese a circoscrivere gli effetti negativi dell’aumento IVA. La Confesercenti Provinciale di Ragusa, di fronte a una situazione così difficile, chiede che si apra un confronto tra le parti sociali, dalle forze imprenditoriali a quelle sindacali, e l’esecutivo, per confrontarsi sui problemi concreti del territorio sia a livello locale che su scala nazionale. Non c’è più tempo da perdere. Nelle discussioni di questi giorni sta nascendo un madornale equivoco: che lo stop all’Iva sia alternativo ad una saggia riduzione delle tasse sul lavoro. In realtà è assai semplice constatare che se si vogliono rianimare i consumi rapidamente l’unica via è quella di evitare l’aumento di un Iva già troppo alta. L’unica via è quella di fermare un aumento dell’Iva che, a parità di reddito disponibile, scoraggerebbe ancora di più i consumatori, colpendo le imprese che operano sul mercato interno e quindi allontanando la ripresa. A farne le spese, ancora una volta, saranno l’occupazione e le Pmi. Già sul nostro territorio si registrano dati allarmanti. Basta farsi una passeggiata per le vie della città per capire il dramma. Negozi chiusi, imprese che dopo trenta anni di attività chiudono i battenti, lavoratori in cassa integrazione, famiglie senza più un reddito per poter vivere dignitosamente.
L'aumento dell'imposta sul valore aggiunto genererà immancabili effetti depressivi sui consumi con la conseguenza di effetti negativi sulla crescita economica del nostro territorio e dell’intero Paese.