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Kerry Kennedy all’evento “I have a dream” per i diritti umani

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In questi giorni si è concluso con enorme successo l’Evento “I HAVE A DREAM”, promosso dal “Robert F. Kennedy for Justice and Human Rights Europe”, che ha visto protagonisti, nelle splendide sale del Palazzo Reale di Milano, artisti, filantropi, famosi chef e sostenitori dei diritti umani, unitamente impegnati in questa straordinaria mostra collettiva.

Ospite d’eccezione il Presidente Onorario del “Robert F. Kennedy Center”, l’elegante e cordiale signora Kerry Kennedy, che nel corso della serata ha espresso il suo incisivo e continuo impegno a sostegno dei diritti umani e civili.

Nell’incontro con la stampa, alla domanda se il Presidente Obama stia riuscendo a raccogliere le sfide che si erano posti suo padre e suo zio, la signora Kennedy ha così dichiarato al nostro giornale “Il Corriere del Sud”: “Penso che abbia fatto un lungo percorso, ma c’è ancora molta strada e dobbiamo farla tutta. Lo abbiamo visto a Ferguson questa estate. Se osserviamo tutte le statistiche in termini di povertà, disoccupazione, tasso di laureati dal liceo in poi, la popolazione afro-americana è ancora molto lontana da raggiungere in modo esaustivo gli obiettivi prefissati.”

Erano presenti l’Assessore alla cultura del Comune di Milano Filippo del Corno, il Direttore di Palazzo Reale Domenico Piraina, il Presidente del “Robert F. Kennedy Foundation of Europe Onlus” Maria Lina Marcucci, il Direttore esecutivo Federico Moro, oltre a numerosi esponenti di alto profilo nel mondo dell’imprenditoria, dell’arte, della cultura e dell’informazione.

Il periodo espositivo di questa inedita mostra, (8-9-10 ottobre), curata da Melissa Proietti e Raffaella A. Caruso, si è concluso con un’asta “fundraising”, battuta dalla più importante Casa d’aste francese “Artcurial”. Gli artisti hanno aderito a questa iniziativa donando un’opera realizzata ispirandosi alle tematiche suggerite nelle varie sezioni di “I HAVE A DREAM”. Ognuno di essi ha saputo interpretare, secondo il proprio linguaggio espressivo, principi di uguaglianza razziale, libertà e democrazia, a sostegno di tematiche tutt’altro che superate, regalando al pubblico immagini di denuncia sociale, sempre lontane da ogni forma di violenza, in una commistione fra passato e presente. Inoltre, in ogni opera si percepisce un chiaro segnale di speranza, in senso universale. I ricorrenti fatti di cronaca internazionale confermano la forte necessità di nuovi difensori dei diritti civili, in grado di contrastare ogni forma di violenza e intolleranza contro l’umanità, con particolare riferimento ai bambini, troppo spesso vittime inconsapevoli di guerre, abusi ed oppressioni.

Le interessanti opere poste in asta sono la chiara dimostrazione di continuità dell’opera compiuta da John e Robert Kennedy e da Martin Luther King, uomini entrati agli onori della storia per le loro battaglie sui diritti umani e civili.

Molto apprezzata un’opera dal titolo eloquente: “Mille viti per una vita”, con la quale l’artista Angelo Cortese, attraverso una sua riflessione su classicità e mondo contemporaneo, partecipa nella sezione “Il gioco come libertà”, avendo realizzato un busto di schiavo-prigioniero, legato con una catena al collo ed il corpo trafitto di viti, che offre un’intensa rappresentazione dell’umana sofferenza. Il sogno si traduce in un messaggio di speranza, rappresentato dalle lettere colorate avvitate sul petto dell’uomo. Per Maurizio Gabbana la Fotografia come espressione di uno stato emotivo, sempre alla ricerca di qualsiasi cosa possa attrarre il suo sguardo, lontano da ogni omologazione, in una sorta di dinamismo simbolico tra pop e futurismo, che esprime con la sua personalissima tecnica, utilizzando l’analogico. La sua opera “I have a dream…! evoca l’inutilità dei sogni, se privi di fondamentali d’umanità. La sorpresa di questo evento è sicuramente la giovane artista Aidan, la quale nella sezione “Pop e l’icona etnica” ha presentato l’opera “Out of the shadow”, rispettando il suo stile futuribile, in grado di dar voce e movimento alle sue opere, in un linguaggio aperto e psichedelico, attraverso l’uso dello strumento più popular dei nostri tempi: lo smartphone. Il talentuoso artista Antonio Ciarallo, già precursore della tendenza décor, nella sezione “Fiori e germinazioni”, offre un’interessante opera dal titolo “Tuedio”, che tanto si ispira al barocco nell’arte, con un trionfo di arabeschi, segni e disegni realizzati su tela, prima ricoperta di solo colore. Il gioco barocco dello stupore non vuol essere solo decorazione, ma materializzazione del concetto di velatura. L’artista Marco Veronese, uno dei sei fondatori della Craching Art, partecipa ad “I HAVE A DREAM” nella sezione “Il pop e il sociale” con un’opera dal titolo omonimo all’evento, che vuole lanciare un messaggio estremamente simbolico del suo forte impegno sociale volto all’uguaglianza, dove bellezza e simbolismo rappresentano efficaci strumenti del tanto auspicato cambiamento. L’artista partenopea Betty Bee, per alcuni versi considerata la Cindy Sherman italiana, stupisce per il coraggio e l’immediata provocazione nell’affrontare tematiche ostiche, senza tuttavia perdere mai di vista i canoni della bellezza. La sua opera “Cristo nero”, che ha presentato nella sezione “La sospensione del tempo e del giudizio”, raffigura l’uomo di spalle, con una croce invisibile che vuole lasciare dietro di sé, come messaggio di sublimazione del dolore.

Insomma, un percorso espositivo variegato e di ottimo livello con 51 artisti di pregiata caratura, tutti insieme in totale comunione di intenti.

Assolutamente positiva la risposta dei partecipanti all’evento, dal mondo dell’arte ai collezionisti, i quali hanno consentito di raccogliere oltre 80mila Euro, ricavati dalla vendita delle opere donate dagli artisti. Tali fondi verranno utilizzati a sostegno dell’educazione ai diritti umani presso le scuole italiane, per la promozione di attività volte all’organizzazione di eventi e mostre, che consentano di diffondere fra le future generazioni i principi di uguaglianza e di giustizia sociale nel mondo.

L’imponente sala delle “otto colonne”di Palazzo Reale dove si è svolto l’evento era letteralmente gremita di gente. Sempre nella medesima sala, nella seconda parte della serata, si è tenuto un Gran Galà, nel corso del quale protagoniste sono state le eccellenze italiane per l’alta cucina ed i vini. Gli ospiti della serata hanno potuto degustare le specialità di sei chef di alto livello ed i pregiati vini proposti dal comitato Grandi Cru d’Italia, attraverso singolari abbinamenti eno-gastronomici.

Il “Robert F. Kennedy for Justice and Human Rights” è considerate una delle più importanti organizzazioni internazionali nel campo dei diritti umani.

E’ stata fondata nel 1968 dalla famiglia e dagli amici del Senatore Robert Kennedy, per mantenere viva la sua preziosa eredità morale. Egli, proprio in quell’anno, venne ucciso a Los Angeles dopo la vittoria del Partito Democratico alle primarie in California.

Nel 2004 Kerry Kennedy, settima figlia di Robert F. Kennedy, ha deciso di promuovere anche il Italia il progetto educativo “Coraggio senza confini” (STTP) e l’anno successivo è nata l’Associazione “Robert F. Kennedy Foundation of Europe Onlus”, con sede in Italia, esattamente a Firenze e presieduta da Maria Lina Marcucci.

L’organizzazione si prefigge l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica ed in particolare i giovani sulle storie e le attività che svolgono i difensori dei diritti umani, anche a costo della loro vita, battendosi quotidianamente in nome della giustizia, l’uguaglianza e la democrazia.

AFFERMAZIONE DI ROBERT F. KENNEDY PRESSO L’UNIVERSITA’ DI CITTA DEL CAPO (SUDAFRICA) DEL 6 GIUGNO 1966

“Ogni qual volta un uomo si batte per un ideale o opera per migliorare le condizioni degli altri o lotta contro l’ingiustizia, invia un minuscolo impulso di speranza e tutti questi questi impulsi, provenienti di milioni di centri di energia e intersecandosi gli uni altri, possono dar vita ad una corrente capace di travolgere i più possenti muri dell’oppressione e dell’ostilità”.

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