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Standars and Poors conferma: L'outlook rimane negativo

Standard&Poor's conferma il rating sovrano dell'Italia a livello BBB/A-2. L'outlook rimane negativo. Lo si legge in una nota dell'agenzia.

La conferma sia del giudizio di lungo termine sia di breve sul debito sovrano ''riflette la nostra valutazione di un'economia italiana ricca e diversificata e i rischi di una ripresa fragile in un contesto di elevato debito pubblico'', osservano gli analisti di Standard&Poor's. Le prospettive negative del rating riflettono poi il fatto che ''c'è una probabilità su tre che potremmo abbassare il giudizio nei prossimi 12 mesi'', prosegue l'agenzia parlando di un taglio ''di un gradino o più''.

''Potremmo abbassare il rating - viene spiegato nella nota - se concluderemo che il governo non è in grado di realizzare le riforme ed evitare un deterioramento degli indicatori del debito''. D'altra parte l'outlook verrebbe rivisto a 'stabile' se l'esecutivo ''realizzerà le riforme strutturali nei mercati del lavoro, dei prodotti e dei servizi che porterebbero l'economia italiana a un più altro livello di crescita''.

Non commentiamo le valutazioni delle agenzie di rating" ma "si smentiscono voci" di "ulteriori downgrade" e "nonostante la conferma dell'outlook negativo" si prevede "che il nostro paese sia fuori dalla recessione e registri nel 2014 un Pil in crescita rispetto a quest'anno". Così il Mef commenta la conferma del rating sull'Italia di S&P.Intanto Forza Italia e M5S votano insieme :
I deputati azzurri, in Commissione Bilancio, convergono su un emendamento dei colleghi grillini che comunque viene respinto. La proposta prevedeva un taglio agli investimenti nel settore aeronautico in favore di programmi per siti da bonificare.
La lettura, inevitabile, è quella di un segnale, un avvertimento, un avviso ai naviganti (e ai governanti) fatto risuonare attraverso gli strumenti della democrazia parlamentare. Un'intesa «momentanea» ma non per questo destinata a non ripetersi. Una prova tecnica che potrebbe avere delle repliche, insomma, qualora gli interessi delle due forze di opposizione dovessero ritrovarsi a convergere. Tanto più che presto entrerà nel vivo il dibattito politico-parlamentare sulla legge elettorale, materia sulla quale è facile pronosticare la «melina» di una parte del Pd e degli alfaniani e il forcing dei renziani, di Forza Italia e dei grillini in vista di una riforma rispetto alla quale, dopo il discorso di Enrico Letta alle Camere, non si intravedono scadenze e confini temporali certi.
«Quell'emendamento - spiega l'azzurro Rocco Palese - assegna 40 milioni di euro al finanziamento dello screening di prevenzione delle malattie tumorali a cui vanno incontro le popolazioni che insistono su territori fortemente inquinati come Taranto o la Terra dei fuochi, io sono anche un medico, non avrei mai potuto oppormi a una misura del genere». «La proposta scaturisce infatti - continua l'esponente di Forza Italia - dal progetto sentieri, un'indagine epidemiologica condotta per di più dal ministero della Salute con l'appoggio dell'Istituto superiore di sanità». Ignazio Abrignani allarga lo spettro delle possibilità di collaborazione anche ad altri provvedimenti. «È logico che adesso che non siamo più in una maggioranza di governo, possiamo muoverci con maggiore libertà. Non si tratta di dover costruire un terreno ideologico comune con i grillini. Semplicemente si tratta di situazioni oggettive, di provvedimenti sui quali di volta in volta ragioneremo su quale sia la scelta migliore da compiere. Ad esempio se ci saranno - come sembra ci siano - convergenze sulla questione degli stabilimenti balneari e sulle sigarette elettroniche non ci sarà alcun problema nel votare insieme a loro».
Sul fronte opposto il Pd prova a unire in un'unica trama fili diversi e a saltare a conseguenze un po' acrobatiche. «In aula votano assieme un emendamento alla Legge di Stabilità e fuori dal Parlamento i loro capi si alleano sferrando un attacco istituzionale al Capo dello Stato. L'asse Forza Italia-M5S è ormai realtà» dice il vicecapogruppo del Pd alla Camera, Andrea Martella. «Mentre il Pd spinge per accelerare sulla strada delle riforme, a partire da quella elettorale, Berlusconi parla di rivoluzione e Grillo lancia editti che puntano ad aumentare caos e tensioni. È quest'asse, che strizza l'occhio al movimento dei Forconi, ad aver oltrepassato la misura. Non certamente il Quirinale». Schermaglie forse inevitabili ma destinate a segnare il dibattito nelle prossime settimane. Come le punture di spillo dei forzisti verso gli alfaniani, contenute nel Mattinale, informativa quotidiana redatta dal gruppo azzurro. «Per i triumviri Napolitano, Letta e Renzi, Alfano è zero. Ci domandiamo tutti: che ci fa lì Alfano? Per loro è carne se non da cannone, da cannolo, da tener buono con un po' di ricotta e frutta candita. Ritorni con noi». Intanto i Forconi sono contro i Banchieri :

Sono ''deliranti'' le affermazioni ''sull'Italia 'schiava dei banchieri ebrei''' e le ''successive giustificazioni formulate dal portavoce del Movimento dei Forconi, Andrea Zunino'' in una intervista al quotidiano La Repubblica. Lo dice il presidente dell'Unione delle Comunita' ebraiche italiane (Ucei), Renzo Gattegna secondo il quale quelle affermazioni ''danno il senso di un disagio che si fa sempre più profondo e richiamano, senza alcun pudore e vergogna in chi le ha pronunciate, un periodo storico caratterizzato da morte, violenza, negazione dei diritti più elementari''.

''Zunino - aggiunge Gattegna - si alimenta dei più violenti e biechi stereotipi antisemiti per offendere non soltanto la memoria di milioni di individui che in nome dell'ideologia nazista trovarono la morte tra le più atroci sofferenze ma soprattutto l'intelligenza, la coscienza democratica e la maturità di quella popolazione italiana le cui istanze si propone di rappresentare, evidentemente in modo inadeguato, nella strade e nelle piazze di tutto il paese''.

 

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