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Montecarlo celebra Jean (1916-1989) e Danièle Lorenzi Scotto (1936)

Montecarlo celebra Jean (1916-1989) e Danièle Lorenzi Scotto (1936) due personalità che hanno legato la loro vita alle vicende culturali e artistiche del Principato di Monaco nel secondo Novecento.

 

Dal 19 ottobre al 16 novembre 2016, la Salle d’exposition du Quai Antoine 1er ospita la mostra la mostra, dal titolo Une rencontre, organizzata dalla Direction des affaires Culturelles del Principato di Monaco, che presenta oltre 200 opere, tra dipinti e disegni di Danièle, e un ricco corpus di grafiche, disegni e inchiostri di Jean, in grado di ripercorrere l’intera avventura umana e creativa dei due.

 

 

La rassegna, curata da Lidia Carrion, testimonierà quanto l’arte e la letteratura siano stati elementi assolutamente imprescindibili del loro vissuto personale, al punto che i loro lavori hanno segnato ciascun momento della loro esistenza. A partire dal loro incontro e dalla loro fuga a Venezia, città che segna l’inizio della loro esperienza che da sentimentale diventa creativa. La prima parte della mostra celebra proprio l’incanto di una città magica come Venezia che Jean e Danièle ritrarranno in una serie di disegni che illustreranno successivamente diversi carnet di viaggio.

 

Attraverso il disegno e l’incisione, Jean Lorenzi ha tradotto sulla carta o sulla lastra, a seconda del suo stato d’animo, un mondo gioioso fatto di personaggi danzanti, di paesaggi immaginari, di uccelli e di fiori, ma spinto dal suo bisogno di esorcizzare il passato e di rigettare il vissuto, ha creato un universo popolato da mostri, animali diabolici e scene bizzarre.

 

Jean padroneggiava con grande maestria il medium della matita, dei pastelli e del carboncino, ma è l’inchiostro che è rimasto nel corso della sua carriera il materiale favorito, col quale, grazie al suo gesto spontaneo, esprimeva la sua ispirazione più autentica.

 

Un capitolo importante della mostra sarà dedicato all’incisione, tecnica che sperimentò e utilizzò negli ultimi anni della sua vita. Lavorò indifferentemente con il rame, lo zinco e il linoleum, ma è stato il plexiglas il supporto sul quale si è particolarmente esercitato e che lo ha portato a proporre temi mitologici e astrologici, sconfinando a volte nell’informale, senza dimenticare la poesia degli argomenti fantastici e illustrativi, racchiusi sotto il titolo di Capricci.

 

La vicenda creativa di Danièle Lorenzi Scotto prende avvio alla metà degli anni cinquanta del secolo scorso, all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove si laurea. Dopo un periodo trascorso a Parigi, ritorna a Monaco nel 1961. Sono anni decisivi per Danièle che trova il suo primo studio “Les Rotondes” e soprattutto incontra Jean. Dopo il loro matrimonio, i due trovano il loro rifugio dorato nella casa di ‘San Lorenzo’, nel cui giardino mediterraneo creano diversi atelier ispirandosi alla natura circostante. Nello studio del Vallon, lontano dalla casa e dai suoi rumori, Jean incideva - spesso alle prime luci dell’alba - e Danièle dipingeva quadri caratterizzati, da quanto scriveva il critico M. Jacquemin-Hilaire, da “un’adesione alla forma esplosiva del fauvisme”.

 

In quegli anni, la casa di Jean e Danièle diventa un luogo frequentato da personalità di spicco dell’arte e della cultura, quali gli scultori italiani Tito Amodei e Bruno Chersicla, il musicista svizzero Pierre Kaelin, il critico d’arte Florent Fels, lo scrittore Vercors, il collezionista Heytens, il gallerista Xavier Lombardo, il direttore dei Musei di Nizza L. De Groerg, il presidente del Coro Sinfonico di Friburgo, Rémy Goumaz, oltre che della società civile, quali il giornalista britannico Anthony Osmond-Evans e molti altri.

 

Il loro sodalizio sentimentale è strettamente legato a quello culturale: l'uno illustra ciò che l'altro scrive e l'uno descrive in poesia ciò che l'altro disegna; anche la musica viene celebrata, non meno delle tradizioni e della natura, come avviene in Ischa, una rapsodia in 4 atti e un prologo, su testo di Jean e musica di Pierre Kaelin, che racconta i sentimenti dal loro nascere nudi al mondo al loro complicarsi e morire.

 

Il legame s’interrompe bruscamente nel 1989 con la tragica scomparsa di Jean. Danièle traduce il suo dolore nelle “ombre” dei suoi quadri e continua, così, la sua carriera d’artista. Nella sua produzione più recente, il tema della finestra entra in modo preponderante nella sua cifra stilistica, che denota un forte desiderio di semplificazione che traduce in linee epurate e nella vibrazione luministica dei toni blu della sua tavolozza. A tal proposito, lo scultore Tito Amodei ebbe modo di sottolineare quanto, in questa fase, Danièle abbia “epurato il ‘lusso’ della sua pittura precedente e quindi la finestra è diventata davvero il dentro e il fuori, il fisico e lo spirituale della sua ricerca (…). La pura pittura ha ceduto il passo a un misterioso interrogarsi che trascende le sensazioni. Il dialogo di Danièle con sé e il mondo, ora, mi pare più profondo e più verso l’assoluto”.

 

La mostra è organizzata dalla Direction des affaires Culturelles del Principato di Monaco  in collaborazione con SLCM, una società che si occupa di marketing e comunicazione di eventi culturali.

 

Jean Lorenzi, nato nel 1916 a Monaco, si spegne tragicamente nel 1989. Non ancora ventenne si laurea in legge, ed esercita la professione per quarant’anni. Uomo attivo in politica e nel sociale, è stato membro del Consiglio della Corona, tre volte parlamentare, artista, scrittore e poeta.

 

Danièle Lorenzi-Scotto, nata nel 1936 a Monaco, allieva di Primo Conti, si laurea a Firenze all'Accademia delle Belle Arti e a soli 25 anni, dirige l’Ecole Municipale des Arts Décoratifs di Monaco, dove contemporaneamente insegna per vent’anni. Sposa nel 1968 Jean Lorenzi, avvocato e artista, condividendo con lui una vita d'amore e di creazioni.

 

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