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Gli auguri di papa Francesco e del Presidente Napolitano per la Coppa del Mondo

"Caro Prandelli, cari ragazzi, in questi anni la Nazionale ha dato tante soddisfazioni agli italiani", "quello che vi chiediamo è di giocare con intelligenza, dignità e onore, sempre nel rispetto dei valori dello sport. Mettetecela tutta, mettiamocela tutta!". E' l'invito come riferisce l ansa lanciato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla Nazionale italiana di calcio in un intervento pubblicato sulla prima pagina della Gazzetta dello Sport che per l'occasione dell'inizio dei Mondiali si presenta di colore azzurra. "Nel 2006 - scrive Napolitano - ero a Berlino con la squadra di Marcello Lippi a soffrire in tribuna e poi a festeggiare negli spogliatoi la vittoria del Mondiale. Due anni fa ho visto a Danzica i ragazzi di Cesare Prandelli debuttare nell'Europeo in una bellissima partita con la Spagna fino ad arrivare con pieno merito alla finale". "Ho avuto - prosegue - la fortuna di conoscere tanti di voi personalmente, a cominciare dal capitano Gigi Buffon, in alcuni incontri in Quirinale per me molto significativi. Ho potuto così apprezzare lo spirito di sacrificio e l'amore di patria che vi uniscono. I risultati da voi conseguiti dimostrano come traguardi in partenza difficili possono essere raggiunti se si lavora insieme, con spirito di squadra, per un obiettivo comune". "Il vostro impegno - osserva il capo dello stato - ha rappresentato l'immagine più bella del calcio italiano e deve dare a tutti la forza per combattere con sempre maggiore energia e determinazione la violenza e il razzismo". "Sappiamo - fa sapere - che quest'anno in Brasile la competizione sarà particolarmente dura. Nessuno può coltivare l'illusione di facili successi".

"Possa questa Coppa del Mondo svolgersi con tutta la serenità e la tranquillità, sempre nel reciproco rispetto, nella solidarietà e nella fraternità tra uomini e donne che si riconoscono membri di un'unica famiglia". Il Papa si augura che "oltre ad una festa di sport" i Mondiali del Brasile diventino "una festa di solidarietà tra i popoli".

Gli auguri di papa Francesco per la Coppa del Mondo di calcio che prende il via oggi in Brasile come riferisce sempre l agenzia ansa sono contenuti in un videomessaggio in lingua portoghese trasmesso dalla Tv brasiliana "Rete Globo", rilanciato anche dalla Radio Vaticana. "Lo sport è uno strumento - dice il Papa - per comunicare i valori che promuovono il bene della persona umana e aiutano a costruire una società più pacifica e fraterna. Pensiamo alla lealtà, alla perseveranza, all'amicizia, alla condivisione ed alla solidarietà". Quindi il Pontefice indica tre lezioni della pratica sportiva, tre atteggiamenti essenziali in favore della pace: la necessità di "allenarsi", il "fair play" ed il rispetto degli avversari. Se per vincere è necessario allenarsi, "possiamo vedere, in questa pratica sportiva, una metafora della nostra vita". "Nella vita è necessario lottare, 'allenarsi', impegnarsi per ottenere risultati importanti. Lo spirito sportivo ci rimanda in tal modo, un'immagine dei sacrifici necessari per crescere nelle virtù che costruiscono il carattere di una persona. Se per migliorare una persona è necessario un "allenamento" intenso e continuo - afferma il Papa - ancora più impegno dovrà essere investito per arrivare all'incontro e alla pace tra individui e tra i popoli 'migliorati'!". Importante anche il 'fair play' perché "il calcio può e deve essere una scuola per la formazione di una cultura dell'incontro, che porti armonia e pace tra i popoli". "Per vincere - afferma Francesco - bisogna superare l'individualismo, l'egoismo, tutte le forme di razzismo, di intolleranza e di strumentalizzazione della persona umana. Quindi, essere 'individualisti' nel calcio rappresenta un ostacolo al successo della squadra; ma se siamo 'individualisti' nella vita, ignorando le persone che ci circondano, ne riceve un pregiudizio l'intera società". Infine Bergoglio sottolinea che "il segreto della vittoria sul campo, ma anche nella vita, risiede nel saper rispettare il mio compagno di squadra, come pure il mio avversario. Nessuno vince da solo, né in campo, né nella vita! Che nessuno si isoli e si senta escluso! E, se è vero che al termine di questi Mondiali, solamente una squadra nazionale potrà alzare la coppa come vincitore, imparando le lezioni che lo sport ci insegna, tutti saremo vincitori, rafforzando i legami che ci uniscono".

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