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Grillo: L'Italia deve rivedere il suo ruolo nella Nato"

"L'Italia non può entrare in guerra senza che prima non ci sia stato un dibattito parlamentare, un'approvazione da parte del Parlamento e un'approvazione da parte del Presidente della Repubblica. Mattarella dove sei?

Pacifisti con le bandiere arcobaleno dove siete finiti? A girare le frittelle con Verdini e il Bomba alle feste dell'Unità?".Così Beppe Grillo sul suo blog.

"L'Italia bombarderà l'Iraq in funzione anti Isis. E' un'azione di guerra e come tale dovrebbe essere discussa e approvata dal Parlamento, non in modo autonomo da un governo prono alla Nato" protesta il leader M5s che ricorda il bombardamento del campo di Msf in Afghanistan. "Siamo arrivati al paradosso che per aiutare i profughi (a casa loro, sic) li stiamo bombardando" sottolinea Grillo che continua: "Francia, Nato, e Russia stanno giocando al tiro a bersaglio. L'Italia deve rivedere il suo ruolo nella Nato".

Per il capogruppo di Sel a Montecitorio Arturo Scotto "la ministra Pinotti non ha il potere di decidere se e dove bombardare, e quali regole d'ingaggio avere". Il presidente del Copasir Giacomo Stucchi (Lega), si preoccupa: "se i caccia italiani iniziano a bombardare in Iraq occorre elevare ulteriormente il livello di allerta" contro il rischio di attentati terroristici.
Per il presidente della Commissione Affari esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini, "non esiste che il Governo assuma una decisione come quella preannunciata dal Corriere della Sera senza un via libera del Parlamento".

E' sul tavolo l'ipotesi che i Tornado italiano bombardino le postazioni dell'Islamic State in Iraq. Ma la cosa va valutata "assieme agli alleati" e, comunque, un'eventuale decisione "dovrà passare dal Parlamento". "E' scontato - dice il ministro della Difera Roberta Pinotti davanti alle commissioni esteri e difesa di Camera e Senato - che il governo riferirà al Parlamento" qualora l'ipotesi diventasse realtà. "Stiamo valutando possibili, ulteriori ruoli per l'utilizzo dei velivoli in teatro - prosegue il titolare della Difesa - ma non c'è nulla di deciso". "Una cosa è certa - aggiunge il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni - l'Italia non ha preso nuove decisioni sull'utilizzo dei nostri aerei e, se dovesse prenderle, il governo non lo farebbe di nascosto ma coinvolgerebbe, come è ovvio e doveroso, il Parlamento. In attesa di capire come evolverà la vicenda, un primo faccia a faccia con il principale alleato della coalizione c'è stato oggi a Sigonella tra il ministro della Difesa, Roberta Pinotti ed il capo del Pentagono, Ash Carter.

Ma nonostante le rassicurazioni della Difesa, scoppia la polemica politica, con Beppe Grillo in prima linea: "è - sostiene - un'azione di guerra e come tale dovrebbe essere discussa e approvata dal Parlamento". Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, sottolinea che contro la minaccia del terrorismo fondamentalista "è necessaria la collaborazione di tutti. Iniziative unilaterali non riescono a risolvere ed affrontare adeguatamente il problema". Che caccia italiani bombardino nell'ambito di missioni internazionali non sarebbe una novità. E' già accaduto negli anni scorsi in Libia, in Afghanistan, in Kosovo, nel Golfo Persico. Il Corriere della Sera di oggi indica che le missioni di bombardamento contro l'Isis partiranno nelle prossime ore. Il ministero della Difesa, in mattinata, frena definendo le indiscrezioni "solo ipotesi da valutare e non decisioni prese".

Serve infatti un passaggio parlamentare per dare il via alla missione 'offensiva' e comunque, una volta dato l'ok, ci vorrà del tempo per riconfigurare e dotare degli armamenti adeguati i 4 Tornado attualmente dispiegati in versione Ids (per la ricognizione e la sorveglianza, dunque senza bombe) nella base del Kuwait nell'ambito dell'operazione 'Inherent resolve' contro l'Isis.

Da tempo Washington pressa gli alleati per ottenere un maggiore impegno operativo nella coalizione che sta contrastando il Califfato in Siria ed i Iraq, senza tuttavia ottenere i risultati sperati.

L'Italia impiega 530 militari, 2 aerei senza pilota Predator e un velivolo da rifornimento in volo KC 767, oltre ai 4 Tornado. Ad Erbil (nel Kurdistan) e a Baghdad, inoltre, gli italiani stanno addestrando le forze di sicurezza curde (peshmerga). Ora potrebbe esserci la richiesta di un salto di qualità: raid dei caccia italiani contro obiettivi mirati in modo da supportare in maniera più decisa la resistenza dei peshmerga. Un primo scambio di idee tra il segretario alla Difesa Usa ed il ministro Pinotti c'è stato oggi a Sigonella e domani a Roma ci sarà il bilaterale vero e proprio focalizzato sulla coalizione anti-Isis. Solo pochi giorni fa a New York il premer Matteo Renzi aveva assicurato al presidente Usa Barack Obama un "sostegno risoluto sul fronte dell'azione antiterrorismo". L'ipotesi in campo ha, come accade sempre in questi casi, scatenato la polemica politica.

Da più di 30 anni i Tornado fanno parte dei mezzi dell'Aeronautica Militare italiana e sono stati impiegati in diverse missioni sia in funzioni di ricognizione, sia di bombardamento. L''anziano' cacciabombardiere - entrato in servizio nel lontano 1982 - dovrà essere sostituito nei prossimi anni dall'F35. Ecco le missioni in cui è stato protagonista il Tornado :

Il battesimo di fuoco dei cacciabombardiere tricolore avvenne nella prima guerra del Golfo. In una delle prime uscite, tuttavia, il 18 gennaio 1991, il Tornado pilotato dall'allora maggiore Gianmarco Bellini (con Maurizio Cocciolone navigatore) non fece ritorno alla base dopo una missione notturna nella penisola arabica. Fu colpito e abbattuto dalla contraerea nemica. Bellini e Cocciolone si salvarono grazie al seggiolino eiettabile e furono catturati dagli iracheni.

Altra missione internazionale, questa volta in Kosovo della Nato nel 1999. I Tornado italiano vennero impegnati in migliaia di sortite contro obiettivi serbi

Nell'ottobre 2008 furono inviati i primi 4 Tornado italiani in Afghanistan nell'ambito della missione Nato. All'inizio con funzioni di sorveglianza e ricognizione, in seguito - dalla primavera successiva - anche con licenza di bombardare. LIBIA - Il 20 marzo del 2011 decollò da Trapani la prima coppia di Tornado che partecipa ai raid in Libia, decisi da una coalizione internazionale contro il regime di Gheddafi. Negli oltre sette mesi di guerra in Libia, dal 19 marzo al 31 ottobre 2011, i velivoli italiani portarono a termine circa 1.900 sortite. Le missioni di bombardamento vero e proprio - autorizzate dal governo Berlusconi il 26 aprile - furono ben 456.

 

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