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Ban Ki-moon : Gli ispettori dell'Onu in Siria hanno bisogno di tempo per concludere il loro lavoro

Sempre più persone in fuga dalla Siria in fiamme. Ed aumentano quelli che, lungo le rotte del Mediterraneo, sbarcano in Italia. In questi primi otto mesi del 2013 sono stati 2.872, secondo i dati forniti dal Viminale

Gli ispettori dell'Onu hanno bisogno di 4 quattro giorni per concludere le loro indagini e del tempo per analizzarne i risultati ha detto il segretario generale dell'Onu Ban Ki moon.

In base a una indiscrezione della Nbc, l'attacco contro la Siria durerà tre giorni e avrà inizio giovedì.

Le forze speciali britanniche hanno dato la scorsa notte la caccia ai missili siriani, in preparazione degli attacchi della comunità internazionale contro il regime siriano che potrebbero scattare già domani notte. Lo riporta il Daily Mirror. La caccia di Londra ai missili e alle armi chimiche - a cui partecipano tra gli altri Sas (Special Air Service, le forze speciali) e agenti dell’MI6 (l’agenzia di spionaggio all’estero della Gran Bretagna) - è secondo il Daily Mirror una delle più rischiose dell’era moderna, dal momento che è diretta tanto contro le forze di Assad quanto contro quelle di elementi ribelli.

Secondo l’Australia è possibile una risposta militare internazionale alla crisi in Siria anche senza un mandato delle Nazioni unite. "È necessario far pagare un prezzo al regime", ha detto il ministro degli Esteri Bob Carr. Diversa la posizione dell'Italia. "Non parteciperemo ad azioni militari che siano collocabili al di fuori del quadro delle Nazioni Unite", ha dichiarato il ministro degli Esteri, Emma Bonino, precisando tuttavia che "siamo di fronte a un crimine di guerra e il governo italiano si associa pienamente alla condanna internazionale". Il ministro ha poi aggiunto che "se arrivasse il via libera delle Nazioni Unite, l’Italia non parteciperebbe automaticamente a un intervento militare internazionale in Siria, ma la questione sarebbe oggetto di un serio dibattito in Parlamento".

Dall'altro, la Russia continua ad avvertire gli Usa: "Una soluzione militare in Siria destabilizzerebbe il Paese e tutto lo scacchiere del Medio Oriente", ha detto il ministero degli Esteri di Mosca. E anche l'Iran lancia un monito alle forze occidentali: "Un intervento militare straniero in Siria minaccerebbe la sicurezza e la stabilità della regione", ha affermato il ministro della Difesa di Teheran, generale Hossein Dehgan, in un’intervista all’agenzia ufficiale Irna. Inoltre, secondo quanto riportato dall'agenzia iraniana Fars, "se Damasco viene attaccata, anche Tel Aviv verrà presa di mira e una vera guerra contro la Siria produrrà una licenza per attaccare Israele".

Anche con un eventuale via libera dell'Onu l'intervento italiano non sarebbe automatico, ma farebbe scattare un "serio dibattito in Parlamento" ha assicurato il ministro degli esteri Emma Bonino, alla quale ha fatto eco il collega alla Difesa Mario Mauro: "Non ci sono spazi - ha detto in un'intervista ad Avvenire - perchè l'Italia prenda parte attivamente ad una nuova azione militare".

Mentre l'Italia frena su un suo eventuale coinvolgimento, dalla regione arrivano avvertimenti chiari sulle possibili conseguenze di un attacco: la Siria minaccia un contrattacco anche su Israele e la guida suprema iraniana, Ali Khamenei, assicura: il Medio Oriente e' una "polveriera", un attacco Usa avrebbe conseguenze "disastrose".

La Casa Bianca ieri sera ha riunito il Consiglio di sicurezza nazionale, e forse domani renderà noto il suo rapporto sull'uso di armi chimiche.

Oggi la Gran Bretagna presenterà una proposte di risoluzione Onu per la protezione dei civili, mentre gli ispettori hanno visitato un altro sito. Mentre la crisi fa salire il prezzo del petrolio a livelli record. ''Capiamo le ragioni che spingono alcuni paesi a voler dare un avvertimento muscoloso - ha detto Bonino - ma riteniamo che per la condizione di estrema complessita' della regione e le possibili reazioni di altre potenze... solo il Consiglio di Sicurezza dell'Onu possa e debba assumersi la responsabilità di un intervento''. Ma anche se ci fosse il via libera dell'Onu, ha aggiunto Bonino, la partecipazione dell'Italia all'intervento non sarebbe automatica, ma si aprirebbe un ''serio dibattito in parlamento''. Anche perche' si tratta di interventi che "nascono tutti limitati e poi diventano illimitati".

Secondo il Washington Post, la Casa Bianca già domani potrebbe rendere noto il rapporto dell'intelligence americana che dimostrerebbe l'uso di armi chimiche da parte del regime di Damasco. La rivista Foreign Policy scrive che i servizi Usa avrebbero intercettato una telefonata tra alti funzionari siriani in cui si parla di un attacco con sarin. Gli ispettori Onu stamani sono riusciti a raggiungere un altro sito a est di Damasco dove sarebbe avvenuto un attacco con armi chimiche. Il segretario generale Ban Ki-moon ha detto che hanno bisogno di tempo per concludere il loro lavoro, un appello implicito a ritardare l'attacco. Un esponente delle forze armate siriane ha minacciato stamani una ritorsione su Israele se la Siria sarà attaccata.

Anche la guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, si è fatta sentire: per il leader del principale alleato di Damasco, un attacco Usa sarebbe ''un disastro... la regione è una polveriera e il futuro non può essere previsto''. La Gran Bretagna ha annunciato che presenterà oggi una proposta di risoluzione al Consiglio di sicurezza dell'Onu ''per l'autorizzazione di misure necessarie alla protezione dei civili''. Un tentativo per ottenere la copertura Onu all'intervento, che probabilmente sarà affossato dal veto russo. In questo clima di tensione, il petrolio stamani è schizzato ai massimi valori da due anni, a 112,24 dollari al barile.

E' prematuro discutere di qualche reazione del consiglio di sicurezza finche' gli ispettori attualmente in Siria non presenteranno il proprio rapporto'' sul presunto uso di armi chimiche: lo ha detto il primo vice ministro degli esteri russo Vladimir Titov citato da Interfax.

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