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La Presidente dell'Istituto Ellenico della Diplomazia Culturale di Roma, Konstantina Pilafa, ha firmato con Antonino Foti, Presidente della Fondazione Magna Grecia, un Accordo Quadro tra le due organizzazioni, alla presenza di: Georgios Lambrinopoulos, Responsabile della comunicazione e delle pubbliche relazioni dello IEDC, Alessandro Di Legge, Segretario Generale della FMG, e del Prof. Antonello Colosimo, Presidente Organismo di Vigilanza e Presidente di Sezione della Corte dei Conti. 

Il Memorandum si inserisce nell'ambito degli ottimi rapporti di diplomazia culturale tra Italia e Grecia e stabilisce le basi di una importante collaborazione per attività di studio, ricerca, formazione e comunicazione.

L’Istituto della diplomazia Culturale ha lo scopo di promuovere all’estero l’immagine della Grecia e la sua cultura, classica ma anche e soprattutto contemporanea, mediante l’organizzazione, la gestione e la promozione di attività culturali, artistiche o ricreative di particolare interesse sociale.  l’Istituto Ellenico della diplomazia Cultura aspira a diventare il punto di riferimento per la promozione della cultura ellenica su tutto il territorio italiano ed all’estero, facendo rete con le istituzioni pubbliche e private che condividono i medesimi valori

Ora la diplomazia culturale oltre ad Ancona e in Calabria arriva a Roma e apre il suo Ufficio. Presidente della diplomazia culturale di Roma è Kostantina Pilafà 

Nata e cresciuta ad Atene, e da parte del padre ha radici in Asia Minore. Ha fatto gli ultimi due anni di liceo a Heraklion (Creta) e poi  tornata ad Atene per studiare Educazione Pre-scolare, e specializzata in Bisogni Educativi Speciali con un focus sull’Ippoterapia. Mentre studiava, allo stesso tempo lavoravo come maestra.

Trasferita in Italia per studiare Diplomazia Pubblica e Culturale all’Università di Siena ha avuto la fortuna di avere il Professor Richard Higgott e il Professor Pierangelo Isernia come relatori della sua tesi, che l'hanno incoraggiato a svolgere una ricerca originale invece di una compilazione. Sta in Italia dal 2020, ma i legami con questo Paese sono molto più vecchi...

Nino FOTI Presidente
Fra i fondatori, nel 1984, della Fondazione Magna Grecia, ne diventa Presidente nel 1997. Già Deputato della Repubblica italiana, è stato vicepresidente dell'Istituto per la Promozione Industriale e del G.M.E. – Gestore dei mercati elettrici.

Ultimamente  il presidente della Fondazione Magna Grecia, Nino Foti ha aperto i lavori all'Onu presentando la sua fondazione che opera da 40 anni. "Con questo report sul cyber crime cerchiamo di dare il nostro piccolo contributo alle istituzioni nazionali dei vari Paesi", afferma.

Da 40 anni la Fondazione Magna Grecia sta lavorando per promuovere lo sviluppo culturale, economico e sociale delle regioni del Mezzogiorno e dell'Italia..

L’area della Magna Grecia ha rappresentato un primo grande seme culturale per il Sud Italia. Sulle coste del Mezzogiorno d'Italia approdarono le navi greche, si formarono le prime colonie, e si sviluppò il pensiero filosofico, matematico, culturale e sociale del tempo. Nel successivo processo di fusione con il mondo dell’antica Roma e con l’influenza del Cristianesimo, la cultura della Magna Grecia sarà uno dei valori fondanti del processo di formazione di tutta la cultura occidentale.

La nostra civiltà altamente tecnologica sta progressivamente erodendo la nostra essenza umana, rendendo i rapporti con gli altri sempre più impersonali. L'uomo, un tempo al centro di tutte le attività, si sta trasformando in un semplice strumento per il conseguimento di altri scopi. Alcune dimensioni del suo spirito stanno svanendo perché la super tecnologia, applicata in vari ambiti, lo spinge a essere più un consumatore di beni che un poeta, più una particella di un vasto organismo sociale che un'entità individuale, più un componente tecnologico che un creatore.

Conoscere la Magna Grecia, scrive la Fondazione nel suo site, per noi significa richiamare in vita alcuni valori umanistici che stanno sfumando dalla nostra vita. Noi non siamo ostili alla tecnologia, la quale è l’applicazione pratica della scienza che ha le sue radici nella cultura. Ma siamo convinti che, guardando lo sviluppo tecnologico da una piattaforma umanistica, riusciremo a capire meglio dove sta la linea di demarcazione oltre la quale l’uomo diventa schiavo della macchina che fu creata per essere la sua schiava.

Conduciamo studi, realizziamo ricerche e ci dedichiamo a progetti di advocacy per unire e coinvolgere stakeholder, enti sociali, aziende, università, istituzioni e tutti coloro che lavorano e si adoperano oggi per il futuro del nostro Sud.

 

Mercoledì 15 maggio al Gran Caffè Defilla di Chiavari alle ore 18 si svolgerà la presentazione del libro “Solo il fato li vinse. Memorie e rappresentazioni del Grande Torino 1949-2024” di Stefano Radice che dialogherà con la giornalista Isabella Puma.  

Stefano Radice, storico e saggista, studioso dell’immaginario e dei processi di memoria, insegna Storia e Filosofia, ci fa sapere che: “Il 4 maggio 1949 l’Italia pianse i campioni del Grande Torino. Venne proclamato il cordoglio nazionale, a cui seguirono funerali solenni, senza precedenti. Per giorni stampa e periodici riempirono le loro pagine con le notizie e le foto dei rottami, che consegnarono i granata al mito e gli aspetti più macabri dell’incidente ai lettori affamati di particolari. Pratiche rituali e formazioni discorsive contribuirono a conservare i caduti a Superga come presenze «vive». Eppure presto l’attenzione si affievolì fino quasi a scomparire, relegando le vittime ad un oblio conservativo, in quella sorta di oscurità provvisoria che passa tra la celebrità del vivente e il balzo nel pantheon dei grandi. Quelle pratiche del ricordo sono giunte fino ai nostri giorni. Ripetute negli anni, moltiplicate nelle iscrizioni sulle lapidi fuori dagli stadi, riprodotte in articoli, libri e film, reiterate nei discorsi ufficiali e nelle parole quotidiane, hanno elevato i calciatori granata al rango di simboli condivisi da tutti gli italiani oltre che in punti di riferimento di una visione del mondo manichea, quella dei tifosi del «Toro», che preesisteva alla tragedia e aveva nell'opposizione sociale alla Juventus il suo fondamento principale. A quante memorie ha dato vita la tragedia del Grande Torino? Cosa è stato fatto per tutelarle, e da chi? Chi ha il diritto di rivendicare l’esclusività del ricordo, i familiari dei giocatori, dei giornalisti e degli avieri caduti a Superga? La società del Torino, o la città di Torino? I tifosi del «Toro» o tutti gli sportivi italiani? Chi ha vissuto la tragedia o chi ha dovuto portarne il peso? Cosa è rimasto oggi del ricordo di un avvenimento di cui per ragioni anagrafiche i testimoni diretti sono sempre meno, in un mondo iperconnesso e bulimico di emozioni? Ed ancora, dal momento che la sistematizzazione del passato produce contemporaneamente etica pubblica, quali definizioni di idea di sport, di società civile si configurano nel ricordo dei campioni granata? Il volume tenta di rispondere a queste e ad altre domande, con la speranza di contribuire alla conoscenza dell’impatto sul lungo periodo, o dell’eredità, del Grande Torino, dal 1949 ai giorni nostri”.

 

La cerimonia di presentazione dei candidati ai premi 'David di Donatello' per l'anno 2024 si è tenuta al Palazzo del Quirinale, con la presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Condotta da Teresa Mannino, l'evento è iniziato con la proiezione di un video di Rai Cultura, seguito dal discorso di Piera Detassis, presidente e direttore artistico dell'Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello. Durante l'annuncio delle nomination, si sono esibiti la cantante Serena Ionta, nota come Serepocaiontas, e il musicista Gennaro Ricciardone, interpretando brani iconici delle colonne sonore del cinema italiano e internazionale.

Standing ovation al Quirinale all'arrivo di Vincenzo Mollica. Tutti i presenti nel salone dei Corazzieri, per la maggior parte protagonisti del mondo del cinema e della cultura, si sono alzati in piedi per tributare un caloroso applauso all'ingresso dello storico giornalista Rai che ha dedicato la sua attività professionale e la sua vita alla cultura e allo spettacolo.

Subito dopo ha fatto il suo ingresso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che terrà un discorso al termine della cerimonia. "Sono un fan del presidente Mattarella, le sue parole sono sempre un invito alla democrazia, alla solidarietà e alla speranza", ha detto Mollica.

"In anteprima la scaletta dei David di Donatello: Paola Cortellesi sale sul palco per ritirare la statuetta Titoli di coda!". Questa la profezia di Fiorello pronunciata questa mattina a 'Viva Rai2!'. Ma sarà davvero cosi'? La serata degli Oscar italiani, in programma in diretta su Rai 1 dalle 20.35 condotta da Carlo Conti e Alessia Marcuzzi (sarà anche in diretta radiofonica su Rai Radio 2, condotta da Andrea Delogu e Stefano Fresi) non riserverà sorprese e vedrà 'C'è ancora domani' di Paola Cortellesi, ai nastri di partenza con ben 19 candidature, trionfare come annunciato e magari stabilire il nuovo record di David vinti? Al momento lo scettro di film con più statuette lo detiene 'La ragazza del lago' di Andrea Molaioli che ha ottenuto dieci David di Donatello. 'solo' nove per tre film vincitori del Premio Oscar - 'La grande bellezza' di Paolo Sorrentino, 'La vita è bella' di Roberto Benigni e 'L'ultimo imperatore' di Bernardo Bertolucci - oltre a 'Anime nere' di Francesco Munzi, 'Pane e tulipani' di Silvio Soldini, 'Il mestiere delle armi' di Ermanno Olmi e 'Dogman' di Matteo Garrone.

La 69 edizione dei Premi David di Donatello, trasmessa per la prima volta in 4K (sul canale Rai4K, numero 210 di Tivu'sat), si svolgerà negli iconici studi di Cinecittà, sempre di più punto di riferimento per le produzioni nazionali e internazionali grazie a un rilancio industriale e creativo che la rende leader a livello globale. Sul red carpet, ad accogliere artisti e talent, ci sarà Fabrizio Biggio. Nel corso della cerimonia saranno assegnati venticinque Premi David di Donatello e i David Speciali.

Diciannove candidature per 'C'è ancora domani', dunque. Ma non sarà un assolo di Paola Cortellesi. A contendere le prestigiose statuette ci sono infatti altri venti film che si presentano con meno candidature ma molto agguerriti. A guidare la rincorsa 'Io capitano' di Matteo Garrone fresco di nomination all'Oscar con 15 candidature. Poi 'La Chimera' di Alice Rohrwacher (13), 'Rapito' di Marco Bellocchio (11) e 'Comandante' di Edoardo De Angelis (10). Seguono 'Il sol dell'avvenire' di Nanni Moretti (7), 'Adagio' di Stefano Sollima (5), 'Palazzina Laf' di Michele Riondino (5), 'L'ultima notte di Amore' di Andrea Di Stefano (4), 'Disco Boy' di Giacomo Abbruzzese (2), 'Felicita'' di Micaela Ramazzotti (2), 'Mixed By Erry' di Sydney Sibilia (2), 'Stranizza d'amuri' di Giuseppe Fiorello (2), 'Cento domeniche' di Antonio Albanese (1), 'Come pecore in mezzo ai lupi' di Lyda Patitucci (1), 'Denti da squalo' di Davide Gentile (1), 'Il piu' bel secolo della mia vita' di Alessandro Bardani (19, 'L'ultima volta che siamo stati bambini' di Claudio Bisio (1), 'Le vele scarlatte' di Pietro Marcello (1), 'Lubo' di Giorgio Diritti (1) e 'Misericordia' di Emma Dante (1).
Due i David alla Carriera di questa edizione: a Milena Vukotic, attrice di grande eleganza per autori come Federico Fellini, Mario Monicelli, Luis Bunuel ed Ettore Scola, e al premio Oscar Giorgio Moroder, compositore e produttore discografico, una delle grandi eccellenze italiane nel mondo.
Il David Speciale 2024 andrà a Vincenzo Mollica.

 

Fonte varie agenzie e Agi

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