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Venerdì, 01 Novembre 2024

Folle chi nega la Shoah e folle chi nega le foibe. Il nemico da combattere è ancora l'indifferenza, la violenza e l'ignoranza". Così il leader della Lega, Matteo Salvini, a margine della deposizione di corone di alloro alla foiba di Monrupino a Trieste, in occasione del Giorno del Ricordo.

"Oggi - ha ribadito Salvini - è una giornata importante che dovrebbe unire tutto il Paese in nome del ricordo di tutte queste migliaia di donne, uomini e bambini massacrati solo in quanto italiani. Una vera e propria pulizia etnica fatta dai comunisti slavi e non solo". Quindi, ha precisato, è necessario "onorare il ricordo del passato perché non accadano mai più bestialità simili in futuro. Spiace che ci sia ancora qualcuno che ritiene che ci siano morti di serie A e morti di serie B e che questi italiani siano un po' "meno morti" perché morti per mano comunista". Ma, ha concluso, "sono pochi i negazionisti rimasti".

Indro Montanelli li definì "italiani due volte" e, complessivamente, furono 350mila. Cosa trovarono al di qua dell'Adriatico? Una società ostile, che li tacciava di essere "fascisti". "Dalle colonne de L'Unità, il Partito comunista italiano, che all'epoca governava con i socialisti e i democristiani, iniziò una campagna denigratoria contro gli esuli". Li definivano "relitti repubblichini", "carnefici che si atteggiano a vittime" e "indesiderabili" che scappano "per sfuggire al giusto castigo della polizia popolare jugoslava". "Il prodotto della propaganda d'odio furono episodi di intolleranza spregevoli come quello che avvenne alla stazione di Bologna, quando a un convoglio di profughi fu impedito di fermarsi per dissetare i bambini a bordo o quando, nel 1948, a Taranto, diversi militanti comunisti cercarono di assaltare l'edificio che ospitava gli esuli da Pola".

I primi infoibamenti risalgono ai giorni successivi all'8 settembre del 1943. "All'indomani dell'armistizio di Cassibile - spiega al giornale il professor Giuseppe Parlato, docente di Storia contemporanea e presidente della Fondazione Ugo Spirito - il Paese era allo sbando e nelle terre dell'Adriatico orientale si venne a creare un vuoto di potere, così i partigiani jugoslavi di Tito ne approfittarono per fare giustizia sommaria contro gli italiani". Rastrellamenti e violenze durarono un mese. "Non solo tra coloro che avevano rappresentato il fascismo, per essere perseguitati bastava solo essere italiani. Poi, non ci furono soltanto gli italiani nelle foibe, ma molti sloveni e croati non comunisti", chiarisce il professore.

Ad ottobre dello stesso anno, i tedeschi ripresero il controllo di quei territori con l'operazione Nubifragio. Fu allora che vennero "scoperte" le foibe e iniziarono i primi recuperi. "Tra questi - ricorda lo storico - ci fu quello di Norma Cossetto, ritrovata ancora integra nella foiba di villa Surani". Circostanza raccontata anche da Giuseppe Comand, che aiutò i vigili del fuoco di Pola, guidati dal maresciallo Arnaldo Harzarich, ad effettuare i recuperi: "Con il raggio della pila (Harzarich, ndr) illuminò il corpo di una ragazza seminuda, che sembrava seduta sul fondo della foiba con la schiena poggiata alla parete e la testa rivolta in alto, come se sorridesse. Si trattava di Norma Cossetto, la studentessa istriana torturata e violentata dai partigiani, prima di venire infoibata". Le persecuzioni anti-italiane riprenderanno con la caduta di Berlino e il disfacimento dell'esercito tedesco, quindi in tempo di pace. "Le vittime sono state 12-13mila, non tutti - specifica l'esperto - sono stati infoibati, perché le foibe sono una caratteristica del suolo istriano, nella Dalmazia venivano affogati con una pietra al collo. Molti morirono in seguito a fucilazioni o di stenti nei campi di concentramento sloveni e croati".

"L'episodio più emblematico - ricorda il professore al giornale - è la strage di Vergarolla, a Pola, nell'estate 1946". La carneficina si consuma su una spiaggia gremita di famiglie, arrivate dalla città per assistere a una gara di nuoto. Un ammasso di vecchie mine di profondità, accatastate sulla spiaggia e bonificate mesi prima, esplode inspiegabilmente. Il bilancio è di più di cento vittime, molte delle quali rimaste senza nome. Le responsabilità di quel massacro non furono mai chiarite, ma la certezza è che dietro alla detonazione ci sia stata la mano di un esperto. L’ipotesi più probabile, è che anche Vergarolla sia stata un tragico avvertimento agli italiani perché se ne andassero dall’Istria: e infatti così avvenne. L'orrore e la paura portarono allo spopolamento di intere città e il 90 per cento dei giuliano-dalmati finirono per abbandonare le proprie case, iniziando una vita da profughi. Solo per citare qualche esempio, da Fiume se ne andarono 54mila su 60mila abitanti, a Rovigno 8mila su 10mila e a Dignano 6mila su 7mila.

"Uccisi e gettati in fosse carsiche, le foibe, simbolo del terrore, uccisi nei campi di prigionia, o costretti all'esodo e poi a lungo dimenticati. Erano migliaia di italiani, perlopiù civili, della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia, e vennero eliminati dalle milizie comuniste jugoslave al termine della seconda guerra mondiale e subito dopo. Di quell'eccidio - scrive il ministro degli Esteri Luigi Di Maio su Facebook - abbiamo il dovere di fare sopravvivere il ricordo, ricordo che si deve trasformare in insegnamento ed esaltazione dei valori di pace". "L'oblio e la negazione dell'ingiustizia e della morte sono i peggiori nemici da combattere - prosegue il titolare della Farnesina - perché nessuna tortura, nessuna vita persa, in qualunque circostanza storico-politica, vengano mai dimenticate, ma restino sempre come monito e come nuovo senso di direzione"

Il leader della Lega, Matteo Salvini è intervenuto sull'argomento in mattinata con un tweet: "Onore ai Martiri delle #Foibe, migliaia di uomini, donne e bambini, massacrati dai comunisti solo perché italiani" ha scritto Salvini, che questa mattina a Trieste parteciperà alle celebrazioni alla foiba di Monrupino e al Sacrario di Basovizza.

Un grande striscione con la scritta "Partigiani titini infami e assassini" con il caratteristico simbolo della tartaruga di CasaPound, è stato attaccato la notte scorsa sulla Casa della cultura a Bagnoli di San Dorligo della Valle e a Opicina (Trieste) sul Prosvetni dom.

"Una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono - per superficialità o per calcolo - il dovuto rilievo". Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del Giorno del ricordo in memoria delle vittime delle Foibe. "Esistono ancora piccole sacche di deprecabile negazionismo militante", sottolinea il capo dello Stato, secondo il quale "oggi il vero avversario da battere, più forte e più insidioso, è quello dell'indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi".

"Il Giorno del ricordo (istituito con larghissima maggioranza dal Parlamento nel 2004, ndr) contribuisce - si legge nella dichiarazione di Mattarella - a farci rivivere una pagina tragica della nostra storia recente, per molti anni ignorata, rimossa o addirittura negata: le terribili sofferenze che gli italiani d'Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l'occupazione dei comunisti jugoslavi. Queste terre, con i loro abitanti, alla fine della Seconda Guerra mondiale, conobbero la triste e dura sorte di passare, senza interruzioni, dalla dittatura del nazifascismo a quella del comunismo. Quest'ultima scatenò, in quelle regioni di confine, una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole. La persecuzione, gli eccidi efferati di massa - culminati, ma non esauriti, nella cupa tragedia delle Foibe -
l'esodo forzato degli italiani dell'Istria della Venezia Giuliae della Dalmazia fanno parte a pieno titolo della storia del nostro Paese e dell'Europa".

"Si trattò di una sciagura nazionale - afferma Mattarella - alla quale i contemporanei non attribuirono - per superficialità o per calcolo - il dovuto rilievo. Questa penosa circostanza pesò ancor più sulle spalle dei profughi che conobbero nella loro Madrepatria, accanto a grandi solidarietà, anche comportamenti non isolati di incomprensione, indifferenza e persino di odiosa ostilità. Si deve soprattutto alla lotta strenua degli esuli e dei loro discendenti se oggi, sia pure con lentezza e fatica, il triste capitolo delle Foibe e dell'esodo è uscito dal cono d'ombra ed è entrato a far parte della storia nazionale, accettata e condivisa. Conquistando, doverosamente, la dignità della memoria.

È stato presentato a Roma, durante un'affollata conferenza stampa, il programma dell'edizione 2020 di BTO: due giornate di incontri e workshop dedicati agli operatori del settore, ispirati quest’anno dall’Onlife Manifesto della Commissione Europea, con protagonisti le nuove tendenze in materia di ricerca scientifica e innovazione tecnologica applicate al viaggiare. Tra gli interventi, le presentazioni dell’evento da parte di Stefano Ciuoffo, assessore al Turismo della Regione Toscana, Claudio Bianchi, membro Giunta della Camera di Commercio, Francesco Palumbo, direttore Toscana Promozione Turistica e Francesco Tapinassi, direttore BTO202. Il BTO 2020 si svolgerà alla Stazione Leopolda il 12 e 13 febbraio.

Legati al Manifesto diversi appuntamenti dedicati al rapporto tra tecnologia e dimensione umana tra cui la tavola rotonda Travel onlife e la civiltà delle (nuove macchine) con Giovanni Boccia Artieri e Stefano Quintarelli. BTO2020 si presenta come un viaggio tra innovazione e ospitalità che porterà a Firenze alcuni tra i più importati operatori del settore: da Google a Booking.com. Confermati anche marchi di riferimento nel mercato nazionale e internazionale come Best Western Italia, Marriott, Accor Hotel insieme alle più importanti associazioni italiane. Forte presenza di eccellenze in campo formativo e nella ricerca come: Fondazione IBM Italia, Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, Università Statale di Milano, Luiss, Ciset, Università Iulm, Università di Firenze, Campus Lucca, Università Parthenope, Università di Sassari. BTO è un marchio di proprietà di Toscana Promozione Turistica e Camera di Commercio di Firenze. L’organizzazione è affidata a Toscana Promozione Turistica, PromoFirenze - Azienda Speciale della Camera di Commercio di Firenze e Fondazione Sistema Toscana.

Quattro i percorsi tematici di BTO2020: Hospitality, dedicato all'hotellerie, indipendente e di catena; Destination, percorso pensato per le destinazioni, dalla governance al marketing territoriale; Digital Strategy & Innovation, contenuti trasversali, di supporto a manager del turismo, consulenti e web agency; Food & Wine dedicato agli operatori del settore della ristorazione e dell'agroalimentare. Grande spazio è dedicato al tema della sostenibilità applicata al viaggiare con un focus sugli strumenti digitali di gestione, su cui i più importanti marchi si stanno impegnando in prima persona. Ad esempio il main sponsor di BTO2020, BWH Hotel Group - con i suoi marchi World Hotels, Best Western e Sure Hotel – illustrerà i suoi progetti Stay for the Planet e StayPlasticLess, quest’ultimo si è già concretizzato con l’installazione di Seabin in alcune località balneari italiane il cui obiettivo è raccogliere fino a 2 tonnellate di rifiuti di plastica e microplastica in 12 mesi. Sullo stesso tema Accor parlerà di Planet 21, progetto con cui sensibilizza i propri ospiti verso un’esperienza di soggiorno sempre più attenta al pianeta (grazie al risparmio su acqua e corrente, la catena francese si è impegnata a piantare un albero ogni minuto). Non ultimo, il motore di ricerca Skyscanner ha deciso di abbracciare la sostenibilità partendo dal restyling green del proprio logo e convincendo 10 milioni di viaggiatori a scegliere voli a minor impatto di CO2. A raccontarlo il vicepresidente della gestione prodotto, Piero Sierra.

BTO giornata 1 - Per la sezione Hospitality riflettori puntati sul fallimento del più longevo tour operator al mondo, nell’incontro La distribuzione del dopo Thomas Cook, un’occasione per riflettere sui futuri scenari della distribuzione internazionale. I pagamenti digitali (by face recognition, in modalità vocale e sottopelle) saranno al centro dello slot Meet the future of payment systems dove è atteso Jowan Österlund, fondatore e Ceo della svedese Biohax. Una ricerca della stessa Biohax rivelerà se gli italiani sono pronti a farsi impiantare id e sistemi di pagamento sottopelle. James Kay global corporate communication di TripAdvisor, sarà tra i protagonisti dell’incontro dedicato alla Reputazione mentre, tra le sessioni più operative, si segnala la “cassetta” sul revenue, tenuta da Luciano Scauri (SKL International Hotel Consulting) e Silvia Cantarella (Revenue Acrobats). Nel programma Digital Strategy & Innovation, tra gli appuntamenti clou: Internazionalizzazione e SEO per il tuo hotel e Web Usability per il turismo con Jacopo Romei, Daniele Radici e Rodolfo Baggio. La sezione Destination quest’anno è dedicata agli esempi virtuosi di strategie digitali e di innovazione nei processi organizzativi dell’offerta. Si parlerà di ospitalità non convenzionale nel panel Quando l’ospitalità ‘fa destinazione’, un viaggio alla scoperta di strutture ricettive uniche: dall’esperienza più spirituale di Eremito nei colli umbri fino all’emozione di una tenda sospesa fra gli alberi. Undertourism: proporre e commercializzare esperienze uniche di un’Italia nascosta è il titolo dell’incontro dedicato alle strategie per promuovere le destinazioni "off the beaten track". Inoltre, tra gli esempi virtuosi di collaborazione tra destinazioni e Online Travel Agency, si parlerà di Wonder Grottole, progetto nato in un piccolo borgo lucano e diventato un successo anche grazie al supporto di Airbnb. Nella sezione Food & Wine riflettori puntati su case history internazionali di successo. Nel panel Qual è la ricetta del successo del turismo enogastronomico? spazio alle esperienze realizzate in Scozia con il progetto "The year of food & drink", e in Francia con il Museo Citè du Vin nella città di Bordeaux. Verrà poi affrontato il tema del Food Delivery nel b2c (Daniele Contini, Just Eat) ma anche nel b2b: un cambiamento che genera altri cambiamenti nel mondo della ristorazione. A FutureBrand e al Consorzio Parmigiano Reggiano, si affronteranno invece le potenzialità della gastronomia e del cibo italiano nella promozione, non solo dei prodotti ma anche del turismo. Di evoluzione delle PR, sempre più digitali anche per i grandi chef, si parlerà nel panel Chef e web reputation: tutte le ricette con Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e i social media manager di importanti ristoranti italiani. Food-Image & Cervello. Le neuroscienze applicate alla fotografia digitale del cibo è il titolo dell’incontro dedicato alle più recenti ricerche nel campo della percezione del cibo. Tra gli appuntamenti più attesi: l’incontro curato da Barbara Sgarzi, Dai social in cantina e viceversa, e il panel La blockchain è un fine o uno strumento? Tra le case history anche il progetto regionale di Vetrina Toscana che da 20 anni promuove tipicità e identità territoriali, attraverso storytelling e narrazione digitale.

BTO giornata 2 - Nella seconda giornata grande attenzione al fattore umano nell’offerta turistica. In Hospitality focus su personalizzazione dei servizi di viaggio. Si parlerà di design emozionale nel panel Alla ricerca del benessere nell'ospitalità e non mancherà un approfondimento sulle opportunità “rainbow” del mercato LGBT.

In Digital Strategy & Innovation, tra gli appuntamenti più attesi: Lo Human Intelligence dell’AI: strategie conversazionali . Altro momento molto atteso su Facial Recognition and Travel. Da segnalare poi: il panel su Innovazione e Blockchain al servizio del pubblico esercizio e l’intervento di Giovanna Manzi, Ceo di Best Western Italia, Reinventare il management nel turismo partendo dalle persone. Di futuro parlerà Mauricio Prieto, imprenditore della Silicon Valley e già co-fondatore di Edreams che, insieme a Giorgio Ventre, direttore scientifico Apple Academy, parlerà di scenari internazionali nel campo dell’innovazione tecnologica nel turismo.­ Due le cassette degli attrezzi imperdibili: il mini corso Google per il travel e il doppio appuntamento sui segreti dell’influencer marketing. 

Diversi i temi al centro della sezione Destination: si parte con una riflessione sul valore dei dati che fotografano il comportamento online dei turisti nel panel From big to meaningful data. Spunti di riflessione per le DMO ai tempi del data driven marketing. Si passa poi all’analisi dei contenuti generati dagli utenti con Trasformare il destination marketing attraverso i contenuti generati dagli utenti insieme a Adam Lacombe (Crowdriff), Vappu Mänty (MyHelsinki), Elia Frappoli (consulente di turismo). I millennials sono protagonisti dell’incontro La destinazione vista dai millennials tra top things to do ed esperienze uniche . Smart destination: la destinazione del futuro, oltre il digitale è il titolo del panel con Giacomo Costantini, architetto specializzato in smart building e sustainable design, Maria Elena Rossi, direttrice marketing ENIT, István Ujhelyi, rappresentante della Commissione Europea e referente del progetto europeo Smart Tourism Capital. Il tema dell’innovazione gioca un ruolo importante anche nella sezione Food & Wine: nell’incontro Online restaurant reservations due grandi aziende leader come OpenTable e TheFork, con le quali si indagheranno le dimensioni del mercato e le strategie in atto. Dalle App a sistemi di management sempre più complessi dove la tecnologia aiuta il cliente e favorisce ulteriori sviluppi. Altra novità le cryptovalute: se ne parla in una delle cassette degli attrezzi dal titolo Crypto Menu: i pagamenti innovativi nella ristorazione. All’interno di BTO sarà ospitata l’istallazione “Sound of the Crowd” che, attraverso il riconoscimento facciale genererà un’esperienza visiva e acustica davvero unica.

Tutto inizia dal seme, e da questo dipende in gran parte il successo di una coltivazione e di un sistema agricolo. Per questo, a livello internazionale, l'OCSE stabilisce per i 61 Paesi membri le procedure per la certificazione varietale delle sementi, con l’intento di promuovere una qualità sempre più elevata.

Si chiude oggi a Milano, la riunione OCSE organizzata per la prima volta in Italia dal CREA che, con il suo Centro di Ricerca Difesa e Certificazione, è l’ente di riferimento in materia per il nostro Paese. All’incontro, patrocinato dalla Regione Lombardia, hanno partecipato 70 delegati da 30 paesi. Ha affermato Fabio Rolfi, Assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi, aprendo i lavori: “In un’agricoltura sempre più specializzata e attenta alla sostenibilità delle produzioni, il materiale di moltiplicazione rappresenta un aspetto chiave. Il settore sementiero in Lombardia ha una lunga tradizione e rappresenta uno dei settori di eccellenza dell’agricoltura regionale. Per il riso, la Lombardia produce più del 30% della produzione nazionale di sementi, per il mais il 25%. Abbiamo 250 aziende agricole che moltiplicano sementi e 12 ditte sementiere. L’aeroporto di Malpensa è un punto nevralgico a livello nazionale per sementi provenienti da paesi terzi destinate alla sperimentazione, alla lavorazione e al confezionamento”.

Anche il Ministero delle Politiche Agricole ha patrocinato l’iniziativa, riconoscendo – come ha sottolineato Federico Sorgoni, il delegato Mipaaf – “ l’importanza della standardizzazione internazionale condotta dall’OCSE nel settore delle sementi”. Dalla 2 giorni sono emersi in via preliminare i criteri per affiancare le moderne tecnologie di laboratorio basate sulla diagnosi molecolare alle tradizionali metodologie di verifica delle varietà in campo e in parcella. Questi dovrebbero essere definitivamente approvati in giugno alla riunione annuale delle autorità designate OCSE che si terrà in Bulgaria. Inoltre, un altro rilevante tema trattato è costituito dalle prospettive che la tecnologia blockchain potrà dare alla tracciabilità delle sementi commercializzate a livello internazionale.

Il CREA Difesa e Certificazione sulla base della sua esperienza di certificazione in campo e in laboratorio ha apportato significativi contribuiti alla messa a punto degli standard OCSE.

“L’Italia è un paese dalla riconosciuta qualità per la produzione di sementi di diverse specie e ha tutto l’interesse che il commercio internazionale avvenga in un quadro definito di norme che tengano conto delle esigenze e delle specificità di un settore così specialistico” ha affermato Pio Federico Roversi, direttore CREA Difesa e Certificazione.  

 

 

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