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Sabato, 01 Giugno 2024

tre donne oltre il limite

Una terna di brevi e incisivi sguardi su altrettante donne contemporanee, attraverso il loro drammatico percorso, oltre il limite dell’ipocrisia retorica, del perbenismo, dei falsi principi. Si squaderna così l'atto unico "Tre donne oltre il limite", che il pluripremiato autore e regista Francesco Randazzo affida all’interpretazione di un’attrice di rango come Rossana Veracierta. La produzione della Compagnia "La bottega del pane" sarà ospite del Teatro Stabile di Catania alla sala Musco dall’1 al 3 aprile, nell’ambito della stagione impaginata dal direttore Giuseppe Dipasquale.

Il primo episodio, "Piatti rotti" è quasi uno sproloquio, privo di pudori, disperato, a tratti forzatamente allegro, di una trentenne che confessa ma si discolpa al contempo. Ma di che? Nella stanza accanto, c’è un letto ricoperto di piatti rotti, una montagna. Da dove vengono e perché stanno là? Chi è questa donna? Perché è tornata qui? Un serrato crescendo ci svela le banali mostruosità che si possono nascondere in una famiglia, apparentemente per bene, in cui "la pecora nera" diviene strumento di vendetta e al contempo vittima sacrificale.

"Verso il muro di fronte" è tratto dalla pièce "Dialogo col bambino", testo vincitore del Premio Fersen 2004, a Milano. È uno sguardo sulla guerra, visto con gli occhi di una donna che ha perduto tutto. Tutta la spietatezza del mondo degli uomini e della inutile ma sempre devastante spietatezza bellica. In un presente nel quale vive ormai solo per ricordare, con un dolore che è un cristallo durissimo, una donna scampata ad un cecchino racconta la sua terribile fuga. Verso il muro di fronte, verso il vuoto della salvezza.

Infine "Puta", una breve pièce che ha il respiro mozzato dall’ansia e dalla crudezza della verità. Puta è una giovane prostituta extracomunitaria, senza nome, senza documenti, senza speranze né illusioni, qualche sogno forse, per sopravvivere, che però ogni sera s’infrange contro una realtà spietata. E questa notte, prima del silenzio definitivo del cuore, Puta si trova a parlare senza peli sulla lingua di se stessa al poliziotto che l’ha arrestata. Perché? Cosa è successo veramente? E perché la ragazza sembra accusare duramente piuttosto che subire un interrogatorio? La verità è agghiacciante e mette a nudo tutte le ipocrisie della nostra società perbenista e contradditoria.

Il lavoro è emblematico del lungo percorso artistico di Francesco Randazzo e della sua proiezione internazionale. La Maison Antoine Vitez à Paris, Centre international de la traduction théâtrale, ha selezionato "Tre donne oltre il limite", ne finanzierà la traduzione in francese, che sarà curata da Rossana Jemma, e la promozione oltralpe. La Maison Antoine Vitez è il più importante e riconosciuto centro internazionale di traduzione teatrale in Francia; organizza la ricerca, il censimento e la diffusione di opere teatrali al fine di favorire la traduzione testi contemporanei e l’apertura della scena francese al repertorio straniero.

Calendario rappresentazioni

Venerdì    1 aprile 2016 ore 21,00

Sabato    2 aprile 2016 ore 21,00

Domenica    3 aprile 2016 ore 17,30

 

atto unico, durata 55 minuti

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“Squadra Antimafia 8”  ha un nuovo personaggio centrale e ad interpretarlo sarà Hong-hu Ada, la bellissima ed affascinante attrice e cantante italo-giapponese cresciuta a Miami (USA) e tra Italia e Londra. Alta, giovane, occhi a mandorla, labbra carnose, capelli lunghissimi, sei lingue parlate correntemente, madrelingua inglese e italiana, studia recitazione e canto presso l’Università della Florida e l’Actor Studio di New York, suona il Koto, l’arpa giapponese e il pianoforte, una laurea in Scienze Politiche, attrice e cantante già conosciuta con all’attivo ben 13 film per il cinema americano ed italiano tra cui ricordiamo “ Mary” e “ Go Go tales” di Abel Ferrara, “Il papà di Giovanna e “ il Figlio più piccolo” di Pupi Avati”, il teatro con Peter Brooke, “l’Era Glaciale 4” dove è la voce di Shira la tigre protagonista e interprete e compositrice della colonna sonora del film d’animazione, il Western “Shuna the Legend” protagonista insieme al grande regista e attore Enzo G. Castellari, il film fantasy “The Key and the Answer” nel ruolo della principessa guerriera Taras , 4 musical da protagonista in teatro negli Stati Uniti e ben 6 dischi già pubblicati.

Nata in Italia da madre italiana e padre giapponese, ma cresciuta a Miami negli States, a 6 anni calca già le scene in teatro. Diplomatasi alla New York Film Academy, viene subito scelta come Giulietta nello spettacolo di Broadway “Romeo e Giulietta” , poco dopo interpreta il ruolo di Varja nel “Giardino dei Ciliegi” di Anton Cechov. Dopo queste performance , il regista Abel Ferrara la scrittura per il film “Mary” al fianco di Juliette Binoche e poco dopo gira “Go Go Tales” girato fra Roma e New York. Viene contattata dal regista Pupi Avati che la invita a lavorare in due film: “Il papà di Giovanna” e “Il figlio più piccolo”. Interpreta poi in altri film come “Time Killer”, “The border crime” e viene diretta da Nanni Moretti in “Habemus Papam”. ”. La grande occasione della sua carriera avviene nel 2011, quando viene scelta come protagonista per il film western “Shuna The Legend” diretto da Emiliano Ferrera. L’anno successivo, per conto della 20th Century Fox viene scelta come doppiatrice della tigre Shira per l’edizione italiana del film “L’Era Glaciale 4 – Continenti Alla Deriva” diretto da Steve Martino e Mike Thurmeier dove interpreta anche la colonna sonora; da ricordare in grande successo della serie che con i primi 4 episodi ha già incasato 3 miliardi di dollari in tutto il mondo. E’ anche apprezzata cantautrice con tre album pubblicati e quattro singoli sia negli Stati Uniti che in Italia; La sua ultima performance è il disco “Another way” arrangiato nei famosi studi Abbey Road di Londra in collaborazione con personaggi musicali del calibro di Phil Spalding (Genesis), Kylie Minougue e Skin. Da sempre è impegnata in maniera tenace in eventi di beneficenza per la difesa dei diritti umani e in campagne contro la fame nel mondo. Attualmente personaggio centrale nella fiction Mediaset “Squadra Antimafia 8” che andrà in onda su Canale 5 a partire dal mese di Settembre 2016 e dove sarà protagonista principale anche nel 2017.

"Alcuni amici, scherzando, mi dicono che la mia vita trasposta su una cartina geografica", ci racconta a noi del Corriere del Sud : è pari ad un giro di 360 gradi esatti, partendo dal Giappone per giungere poi in Italia. Nel cuore sono italiana, nella testa essendo cresciuta otre oceano mi sento americana per una ragione molto semplice: gli Usa sono un luogo dove il business non fa marcia indietro, con un modo di lavorare completamente diverso rispetto a quello italiano. Razionalità e concretezza: le cose si dicono una sola volta. Mentre qui da voi gli spazi sono molto più allargati e imprecisi, penso soprattutto al livello organizzativo.

Mia madre continua la bellissima attrice parlando con me, è italiana e abbraccia molte tradizioni da quelle artistiche a quelle culturali. Mi vengono in mente i profumi, i sapori, il mare, il clima dell’Italia. Sono elementi che, quando si vive per lungo tempo all’estero come mi è capitato nell’infanzia e nell’adolescenza, poi mancano inesorabilmente e si apprezzano. Dell’Italia però mi manca un’altra cosa: la grande tradizione artistica cinematografica. Penso a registi come Monicelli, Visconti, De Sica e il grande Fellini: lo dico con malinconia e dispiacere, in quanto mi sarebbe tanto piaciuto lavorare con il “maestro”. Sono riusciti a dipingere Roma in modo magico, per questo non bisogna dimenticare che l’Italia è ricordata all’estero, in particolare negli Stati Uniti, proprio per il grande cinema del passato. Le Notti di Cabiria, Otto e mezzo, La Dolce Vita, e anche per la tradizione musicale di cui mi viene in mente in nome di Puccini.

Intanto sarà la bellissima Hong-hu Ada la madrina dell’International Tour Film Fest 2016 che si terrà a Civitavecchia, Roma (Italy) dal 28 Settembre al 02 Ottobre prossimi nella splendida location storica de La Cittadella della Musica; Con questa ufficializzazione c’è la conferma di una linea ben precisa nella scelta delle madrine dell’ITFF, non solo bellissime ma soprattutto di provato spessore professionale , ricordiamo in precedenza Jun Ichikawa e Ariadna Romero, passando per Miss Italia 2012 Giusy Buscemi e ultima, ma solo in ordine cronologico, la conosciutissima Veronica Maya, per un festival internazionale che anche quest’anno si preannuncia di altissimo livello con la conferma di alcuni personaggi che passeranno sul red carpet civitavecchiese e che già possiamo già nominare come: i registi Giorgio Capitani, Daniele Falleri, Donatella Baglivo, Carlotta Bolognini e Roland Sejko, quest’ultimo in rappresentanza dell’Istituto Luce-Cinecittà; i giornalisti Romano Milani (SNGCI), Davide Manca (Fabrique du Cinema), Daniele Morello (Panorama) e Dudar Kesaply (Sky) e gli attori, Nicolas Vaporidis, Massimliano Buzzanca e Adelmo Togliani a cui piano piano si aggiungeranno tantissimi altri personaggi conosciuti al grande pubblico.

La madrina sarà vestita, come sempre, dal noto stilista Franco Ciambella che con le sue creazioni esalta da anni la femminilità di tanti famosi personaggi dello spettacolo e che con il Festival ha un rapporto speciale. Una scelta felicemente obbligata, ci dice il Presidente del Festival Piero Pacchiarotti, perché è nostro principale interesse realizzare una manifestazionedi altissimo livello valorizzando le eccellenze nostrane che già danno lustro con le loro attività alla nostra città.

 

 

E morto Ettore Scola, ieri sera al Policlinico a Roma a 84 anni.

Il maestro sarà omaggiato anche domani alle 10.30 alla Casa del Cinema.

Se si facesse un referendum popolare per il film più perfetto del cinema italiano, forse vincerebbe lui con "Una giornata particolare" del 1977. Ettore Scola, il cui cuore si è fermato "per stanchezza", circondato da una famiglia stretta a riccio per difenderne l'intimità, custodi la moglie Gigliola e le figlie Paola e Silvia, è stato un campione assoluto del miglior cinema italiano del secondo '900, un maestro che detestava i titoli altisonanti, che amava l'autoironia, ma che mai ha rinunciato ad essere in prima fila nelle grandi battaglie civili ed artistiche del paese.

Ettore Scola nato a Trevico (AV) nel 1931, aveva 84 anni.

Maestro del cinema italiano, Scola era noto per capolavori come 'C'eravamo tanti amati' (1974), 'Una giornata particolare' (1977) e 'La famiglia' (1987). Scola era in coma da domenica sera.

"Con Ettore Scola scompare un protagonista del cinema italiano. La cultura e lo spettacolo mondiali perdono un grande maestro che ha raccontato, con acume e sensibilità straordinari, vicende, personaggi e periodi della nostra storia contemporanea". È quanto dichiara il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, esprimendo il suo "profondo cordoglio" ai familiari del regista.

La notizia della sua morte ha aperto questa mattina tutti i notiziari delle radio e delle tv francesi, che hanno ricordato il regista con emozione. "Ettore Scola, maestro del grottesco e dei rimpianti" titola il sito on line di Le Monde, che esce nel pomeriggio e che dedica alla morte del regista la sua notizia di apertura.

"Ettore Scola è morto. C'eravamo tanto amati. E' venuto tanto spesso a Cannes. Mi sento infinitamente triste e orfano, come l'Italia": questo il tweet dell'ex presidente del Festival di Cannes. "Con Scola - continua Jacob - se ne va una fetta del cinema italiano di tutti i tempi. Critico sulla società, innamorato dei suoi antieroi, sorridente".

Ci ha lasciato Ettore Scola. Un grande maestro, un uomo straordinario, giovane sino all'ultimo giorno della sua vita ha scritto su tweeter Dario Franceschini

Ettore Scola tenuto a battesimo imprese culturali come il Festival di Annecy e quello di Bari, la Casa del Cinema (fondata dall'amico Felice Laudadio), la Festa di Roma (di cui ha presieduto la prima giuria, nel 2006). Ha vissuto tra i libri, le passioni, il disegno, la musica, senza sentirsi quel grande intellettuale europeo che era diventato

Era animatore della politica cinematografica degli autori con l'Anac, ministro-ombra del Pci con delega alla cultura nel 1989, come riferisce l ansa era presidente del Bifest di Bari dal 2011, alle celebrazioni per i suoi 80 anni confessava: "Per il momento non ho tanta voglia di lavorare, anche perché diventa perfino difficile trovare il tempo: sanno che sei libero e ti cercano tutti, per le richieste più strane. Ogni paesino ha un cinema che rischia la chiusura, un festivalino che cerca di crescere, un circolo culturale.

Secondo l agenzia diceva : io tutto sommato mi commuovo a sentire tanta passione, mi sembra tempo ben speso quello a fianco di giovani che credono ancora in valori e idee. Ma detesto le celebrazioni e l'enfasi, non è ancora tempo di mummificarmi". E icona immobile non sarà nemmeno adesso, perché l'eco dei suoi film più belli tornerà presto grazie al film documento ancora inedito "Ridendo e scherzando" che gli hanno regalato le figlie, riprendendo quel testimone della memoria per la quale era tornato alla regia nel 2013 con il toccante "Che strano chiamarsi Federico", quasi un album di famiglia strettamente intrecciato al ricordo di Fellini. Nato a Trevico, in Irpinia, nel 1931, si trasferisce con la famiglia a Roma, dove frequenta il Liceo classico Albertelli. Studente di legge, disegnatore e battutista sul 'Marc'Aurelio' di Ruggero Maccari e poi autore alla radio per le gag di 'Mario Pio' cucite su misura per Alberto Sordi, Scola cresce nel cinema italiano come un 'ragazzo di bottega'.

I suoi maestri sono Ruggero Maccari, Mario Mattoli, Steno, Antonio Pietrangeli ma anche Totò e Sordi. Eppure è a Vittorio De Sica che poi dedicherà il suo capolavoro 'C'eravamo tanto amati' del '74 ed è al neorealismo che guarderà con 'Una giornata particolare' del 1977, scritto con Maccari da un'idea di Maurizio Costanzo, forse il punto più alto della sua collaborazione con l'amico Marcello Mastroianni che avrebbe diretto in ben nove film. Gli anni '70 coincidono con la massima creatività dell'autore che però firma le sue prime sceneggiature già nei primi anni '50, conoscendo successi da 'Un americano a Roma' a 'Accadde al commissariato', da 'Il conte Max' a 'Il mattatore' o 'La marcia su Roma' che preannuncia il suo esordio dietro la macchina da presa: è il 1964, il film è 'Se permettete parliamo di donne'. Un buon successo, una sicurezza del mestiere gli consentiranno di ripetersi ('La congiuntura' e 'L'arcidiavolo'), ma è nel '68 che, grazie alla garanzia di Sordi, firma il suo primo successo popolare con 'Riusciranno i nostri eroi'. I vizi degli italiani sono in mostra, l'approccio è diverso da quello dei Monicelli e Risi, una vena di malinconia e di solidarietà per i suoi 'mostri'.

Dopo 'Io la conoscevo bene' nel 1965, dal '69 ('Il commissario Pepe' con Ugo Tognazzi è omaggio indiretto a Pietro Germi) Scola diventa un 'autore' a tutto tondo. Da regista ha sempre guardato con disincanto alla sua carriera, eppure film come 'La più bella serata della mia vita' da Durrenmatt, 'I nuovi mostri', 'La terrazza', 'La famiglia' scandiscono altrettanti capitoli del miglior cinema italiano in una fase storica (l'ultimo terzo del '900) che acuiva il declino italiano. "Non mi pare che le cose siano migliorate - commentava di recente -, anzi. Ma mi fa piacere che titoli come La terrazza o La famiglia si vedano ancora, fotografano momenti di svolta importante nella nostra vita , specie il secondo che abbraccia idealmente 80 anni di storia italiana".

Ma era affezionato anche al corto contro il razzismo come '1947- 1997' o al corale "Gente di Roma" che racchiudeva la sua memoria di romano d'adozione. Di Scola va ricordata l'anima di più ampio respiro europeo, che passa per titoli come 'Il mondo nuovo' (1982), 'Ballando ballando' (1983), 'Il viaggio di Capitan Fracassa' (1990). Che la politica sia stata sempre la sua passione è facile ricordarlo scorrendo la lista dei documentari che ha firmato: da 'Viaggio nel Fiat Nam' fino a 'Un altro mondo è possibile' e 'Lettere dalla Palestina' (opere collettive dei cineasti italiani del 2002), passando per il toccante 'L'addio a Enrico Berlinguer' del 1984. Scola non si è mai nascosto dietro scelte di comodo, ma non ha mai sbandierato le sue passioni con un gusto della battuta sdrammatizzante che lo accompagnava in ogni apparizione pubblica. "Bisogna saper ridere di sé per ironizzare sul mondo - diceva -. Peccato che ogni anno che passa sia sempre più difficile". Era un uomo forte e robusto, il volto da antico romano incorniciato da una barba severa che negli ultimi anni si era imbiancata come la capigliatura leonina. Parlava piano con un eloquio punteggiato di battute sottili che non risparmiavano niente e nessuno, ma sempre accompagnate a una natura gentile che restituiva umanità e calore. Ha vinto a Cannes, a Venezia, per quattro volte è stato nominato all'Oscar e sulla bacheca di casa figurano 8 David di Donatello, compreso quello alla carriera ricevuto nel 2011

Il sindaco pescatore

Dopo il successo della prima nazionale dello scorso dicembre, il monologo intitolato “Il sindaco pescatore” sarà rappresentato ancora una volta sul palcoscenico del Teatro Sociale di Fasano: domenica 13 marzo l’attore Ettore Bassi darà voce alla storia di Angelo Vassallo, un ordinario eroe, ex primo cittadino del Comune di Pollica, in Campania, ammazzato dai camorristi nel 2010.

Proprio qualche settimana fa è andato in onda su Rai Uno l’omonimo film interpretato da Sergio Castellitto, conquistando oltre 7 milioni di spettatori; a distanza di pochi giorni l’inchiesta sulla sua morte ha avuto anche una svolta.

La vita di Vassallo, amministratore onesto in un sistema istituzionale corrotto, è narrata dal fratello Dario in un drammatico libro (in vendita durante l’evento) che tocca i temi dell’ingiustizia, della verità taciuta, della lotta contro il cancro di una regione bellissima, ma macchiata da crimini efferati, tra cui quello di un uomo che, durante il suo triplo mandato (fu eletto anche una quarta volta con il 100% dei voti prima di essere ucciso), si era sempre opposto all’illegalità

L’appuntamento rientra nella rassegna culturale organizzata dall’associazione “Le Nove Muse” con la direzione artistica di Vito Alò. Lo spettacolo, scritto da Dario Vassallo (presente, assieme all’altro fratello, Massimo, nella scorsa messa in scena fasanese) ed Edoardo Erba, con la regia di Enrico Maria Lamanna, è firmato dalla “Panart Produzioni” di Michele Ido.

L’ingresso è fissato per le ore 18.30; apertura del sipario alle 19.00. Il biglietto ha un costo di 10,00 euro per gli adulti e di 7,00 euro per bambini e studenti e si potrà comprare al Teatro Sociale martedì, giovedì, venerdì e domenica pomeriggio dalle 17 alle 19. È possibile acquistare il ticket anche sul sito: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-il-sindaco-pescatore-con-ettore-bassi-storia-di-angelo-vassallo--21602400361?aff=es2 con un piccolo supplemento previsto dal circuito.

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Dopo il successo del suo ultimo libro, Vinicio Capossela arriva al cinema con “VINICIO CAPOSSELA - NEL PAESE DEI COPPOLONI”, un’opera originale e inedita che accompagna lo spettatore proprio in quel “paese dei coppoloni” che aveva ammaliato tutti i suoi lettori. Questa produzione cinematografica laeffe, PMG e LaCupa debutterà sul grande schermo con un evento speciale martedì 19 e mercoledì 20 gennaio, distribuito da Nexo Digital (elenco delle sale disponibile su www.nexodigital.it e trailer qui https://youtu.be/F1BN9JRR3Ws).

Il filmVINICIO CAPOSSELA - NEL PAESE DEI COPPOLONI” è un viaggio cinematografico, geografico, musicale e fantastico - narrato, cantato e vissuto in prima persona da Vinicio Capossela, in quel territorio giacimento di culture, racconti e canti che hanno ispirato l'ultimo romanzo dell’artista e da cui trae linfa il materiale del suo prossimo disco di inediti. Un mondo che la Storia ha seminterrato, ma che fa sentire l’eco e il suono se gli si presta orecchio e ci si dispone al sogno.

Diretto da Stefano Obino, “VINICIO CAPOSSELA - NEL PAESE DEI COPPOLONI” si svolge in Alta Irpinia, in "quelle terre dell’osso” in cui “un paese ci dice di tutti i paesi del mondo”, tra trivelle petrolifere e case abbandonate, pale eoliche e vecchie ferrovie, boschi, animali selvatici e paesaggi incontaminati. Sono questi i luoghi in cui l’ispirazione letteraria e musicale di Vinicio Capossela è diventata realtà, restituendo il ritratto di un’Italia forse perduta e dimenticata, ma che ancora oggi vuole raccontare la sua storia e la sua energia: le voci, i volti, i personaggi, le tradizioni popolari, gli sposalizi, le musiche che percorrono le vene dei sentieri della Cupa, le litanie delle mammenonne, le cumversazioni in piazza, le chiacchiere dal barbiere, le passeggiate sui sentieri dei muli, la Natura selvaggia e resistente.

Un luogo immaginario che diventa reale, uno spazio fisico che si trasforma in pura immaginazione. Un’occasione unica per seguire il “musicista viandante” Capossela in questo viaggio a doppio filo sul fronte della musica e del racconto in un mondo che affronta ormai da 15 anni, accompagnati da una colonna sonora originale tratta dal suo prossimo lavoro discografico, “Canzoni della Cupa”, la cui uscita è prevista per marzo. Inoltre nel film sono presenti anche performance live di classici come “Il ballo di San Vito” e “La marcia del camposanto” fino al tributo a Matteo Salvatore “straordinario cantore dello sfruttamento nel latifondo meridionale”.

“Vinicio Capossela. Nel paese dei coppoloni” è prodotto da laeffe in associazione con PMG e LaCupa e distribuito nei cinema italiani da Nexo Digital. Regia di Stefano Obino. Testi, parole e musica di Vinicio Capossela. Produzione esecutiva: Letizia Celardo. Direttore della fotografia: Aldo Anselmino. Montaggio: Valentina Andreoli. Produttori: Riccardo Chiattelli per laeffe – Gruppo Feltrinelli, Roberto Ruini per PMG – Pulsemedia Group, Luca Bernini per La Cupa. Con il contributo di Medimex. Media partner Radio Deejay, MYMovies e Librerie Feltrinelli.

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