A nostro modesto avviso, dopo l'unità d'Italia continua a persistere il divario sociale ed economico tra il Nord e il Sud del Paese. Ma c'è di più. Questo divario si è allargato in vari settori sociali del Paese.Ad esempio, nel settore degli asili nido la spaccatura tra Nord e Sud del Paese, è confermata, anche, da un Rapporto della Fondazione Openpolis: tutte le realtà settentrionali si trovano, al di sopra, della media nazionale (24%); al contrario, quelle meridionali non arrivano nemmeno la metà di quella soglia. A Reggio Emilia l'offerta di Nidi pubblici è di quasi l'80%. Diversamente, l'offerta di asili nido è esclusivamente privata in una provincia del Mezzogiorno: Caserta, che è, anche, agli ultimi posti per diffusione del servizio. Pertanto, in questa realtà territoriale quasi il 90% dei posti, di asili nido, è offerto in strutture private. Poi, piange il sistema produttivo del Mezzogiorno: la riduzione del -6%, con picchi del -10% in Puglia. Il dato, ancora, più preoccupante riguarda la fuga dei giovani: negli ultimi 19 anni un milione di loro ha lasciato il Mezzogiorno: la fuga di talenti più giovani ha interessato, nel particolare, la Calabria, la Sicilia e la Puglia. In conclusione, noi diciamo che il Mezzogiorno deve essere una priorità, nelle scelte fondamentali della Politica nazionale, per lo sviluppo dell'intero Paese.