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Polemica per lo stabilimento di Chioggia che inneggia al Ventennio

Il cartello all'ingresso del parcheggio parla subito chiaro. "Zona antidemocratica e a regime. Non rompete i c...". Ma è niente rispetto a quello che si vedrà e si sentirà più avanti, sotto gli ombrelloni, tra "camere a gas", inni al Duce e al regime fascista, scritte sessiste. Lungo il sentiero di traversine in legno che porta verso la spiaggia altri cartelli avvisano i bagnanti: "Regole: ordine, pulizia, disciplina, severità"; "difendere la proprietà sparando a vista ad altezza d'uomo, se non ti piace me ne frego!"; "servizio solo per i clienti... altrimenti manganello sui denti". Poi - prima della frase di Ezra Pound ("Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui") - un'insegna indica i servizi igienici: "Questi sono i gabinetti per lui, per lei, per lesbiche e gay".

Repubblica denuncia. E il prefetto di Venezia Carlo Boffi adotta subito l'ordinanza contro lo stabilimento di Gianni Scarpa, 64enne di Mirano. Il Pd lo ha già ribattezzato la "spiaggia fascista". 

Scrive la Repubblica : Benvenuti alla "Playa Punta Canna" di Chioggia, lido balneare da 650 lettini tra le ultime dune di Sottomarina verso la foce del Brenta. La spiaggia del Duce. Altro che stabilimenti marini ai tempi del Ventennio: in questo vasto pezzo di arenile, se possibile, il fascistissimo titolare Gianni Scarpa, 64 anni, da Mirano, bandana nera e ufficio straboccante di gadget mussoliniani con tanto di cannone che spunta da una finestrella, è riuscito a fare persino meglio. "Qui valgono le mie regole", mette in chiaro. Già.

Diversi poster di Benito Mussolini e di saluti romani "questo è più di un saluto, uno stile di vita"; "questo è il mio saluto, se non ti piace me ne frego"; la foto di un bambino che dice: "Nonno Benito, per un'Italia onesta e pulita torna in vita". Un corollario sfacciatamente nostalgico e apologetico.

All'inizio il "comandamento" di "Punta Canna" era "niente bambini e buzzurri" in effetti di bambini non se ne vedono. Poi per la gioia dei clienti - la maggior parte giovani "di area", palestrati e tatuati anche con simboli runici, aquile, croci celtiche - si è aggiunto molto altro. "La legge della giustizia nasce dalla canna del fucile", ammonisce l'ennesima scritta choc. Di fronte c'è l'angolo doccia col nebulizzatore, protetto da una cinta di canne.

Per il momento si è mosso il prefetto di Venezia. Nell'ordinanza emessa questa mattina ha ordinato al titolare dello stabilimento di astenersi dall'ulteriore diffusione di messaggi contro la democrazia "visto il pericolo concreto ed attuale che la persistenza di tali comportamenti possano provocare esplicite reazioni di riprovazione e sdegno nell'opinione pubblica, così vivamente turbata, con conseguenti possibili manifestazioni avverse e di riflesso, il rischio di turbative dell'ordine pubblico". Nei prossimi giorni il deputato Antonio Misiani presenterà una interrogazione parlamentare al ministro degli Interni Marco Minniti per "sollecitare provvedimenti urgenti". "La spiaggia fascista di Chioggia - tuona il deputato dem - va chiusa e la concessione demaniale revocata, ponendo fine a questa autentica vergogna".

A spingere la sinistra a chiedere l'immediato intervento del Viminale sono i cartelli esposti da Scarpa all'interno dello stabilimento che inneggiano al Ventennio. Ma a far scoppiare la polemica è stato un articolo di Repubblica. "Regole: ordine, pulizia, disciplina, severità - scrive il 64enne di Mirano - difendere la proprietà sparando a vista ad altezza d'uomo, se non ti piace me ne frego!". E ancora:"Servizio solo per i clienti... altrimenti manganello sui denti". E poi frasi di Ezra Pound, braccia al cielo e inni fascisti. Contro Scarpa, dopo la denuncia di Repubblica, si sono mossi tutti. Anche l'Anpi, ovviamente. Tutti in campo per chiedere di ritirare la concessione al 64enne di Mirano.

"Sono molto contento di avere una clientela esemplare.dichiara alla Repubblica Scarpa  Guardatevi in giro, oggi siete 650, non c'è una cicca, non c'è una salvietta a terra. A me la gente maleducata mi fa schifo...a me la gente sporca mi fa schifo...A me la democrazia mi fa schifo...Io sono totalmente antidemocratico e sono per il regime. Ma non potendolo esercitare fuori da casa mia, lo esercito a casa mia. A casa mia si vive in totale regime... qui è casa mia e di conseguenza si vive a regime". Gianni Scarpa plaude ancora ai suoi clienti esaltandone il comportamento. Poi dalle casse spara un attacco modello Duterte. "Voi sapete che io sono per lo sterminio totale dei tossici (alcuni bagnanti sorridono). Di conseguenza penso che è meglio che girino molto al largo da qui. Chi viene qui sa come la penso io... se vuole viene se vuole non viene e io me ne frego... Perché qui dentro voglio gente educata ".
Una durissima condanna sulla vicenda arriva anche da Noemi Di Segni, presidente delle Comunità ebraiche italiane: "Sono sconcertata. Grazie al vostro giornale per la coraggiosa denuncia, ma è grave che debba essere il giornalismo e non le autorità ad accorgersi e a denunciare questi casi vergognosi. Mi chiedo sove siano la politica e le istituzioni che dovrebbero vigilare. Le immagini che abbiamo visto sono un oltraggio alla memoria delle vittime della Shoa e un'offesa alle istituzioni democratiche del nostro Paese".

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