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Venerdì, 01 Novembre 2024

I molteplici aspetti con cui s’atteggia la devozione tradizionale delle genti di Calabria, fatta di esercizi spirituali, opere, orazioni, invocazioni, canti, vengono riportati, “con un buon lavoro di ricerca, sostenuto da un’ottima letteratura di riferimento”, da Antonio Iannicelli, catanzarese d’adozione, nel libro di recente pubblicazione: Sant’Antoniu miu binignu. Culto Universale e pratiche devozionali di alcune comunità calabresi (Edizioni Il Coscile, Castrovillari, € 13,00). Un lavoro ammirevole e straordinario nel suo genere che evidenzia una devozione sempre attuale al Santo Taumatugo che trova fondamento e rispondenze nella cultura tradizionale. Risolutore di tutte le afflizioni che possono investire il calabrese tanto per i bisogni spirituali che per le necessità materiali, Sant’Antonio viene invocato con gli aggettivi binignu, putenti, divinu, dilettu, nobili e divinu, bellu, beatu, binignu e divoto a secondo del tipo di intercessione richiesta: la pace dello spirito, la serenità della mente, la conversione delle anime, la vittoria su una passione, una guarigione, l’aiuto in un esame, la ricerca del buon marito, il ritrovamento degli oggetti smarriti; per tutti i calabresi resta sempre viva l’invocazione: Sant’Antoniu gigliu giucundu è numinatu pi’ tuttu ‘u munnu e c’ u teni pi’ avvucatu ‘a Sant’Antoniu sarà aiutatu.

Tra le notizie storiche di particolare interesse riportate nel lavoro di Iannicelli ci piace ricordare quella relativa alla devozione dei militari. Sant’Antonio, da sempre protettore delle reclute, è stato, comunque, molto amato dai soldati e godeva tra questi forte popolarità. Gli alpini che, durante la grande guerra, combattevano sul monte Cazzola, portavano sulla divisa in bella mostra la spilla con l’immagine di Sant’Antonio e la bandiera dei Savoia. Di recente sul Carso, durante alcuni scavi interessanti sempre la zona di guerra, sono state trovate diverse medagliette votive con l’immagine del Santo. Una popolarità così forte in tempo di guerra tanto da far pensare ad una devozione collettiva, espressa in un momento di bisogno o addirittura ad un intero battaglione consacrato al Santo.

I precedenti c’erano stati. Durante la riconquista del Regno di Napoli da parte del Cardinale Ruffo (1799), le truppe, dopo la marcia trionfale nelle Calabrie, agli inizi di giugno si trovavano alle porte di Napoli. La strada per la capitale era libera ed i giacobini rintanati nel forte di Sant’ Elmo. Ruffo aspetta l’alba del 13 giugno 1799 per ordinare l’assalto alla città. Si voleva far coincidere la liberazione di Napoli dai francesi con la ricorrenza della festività del grande Taumaturgo, essendo i realisti sacrati a Sant’Antonio. E il Santo diede il buon segno. Un colpo di cannone dei Borbonici andò a spezzare di netto l’asta della bandiera repubblicana sventolante su forte Sant’Elmo. La rovinosa caduta dell’odiato vessillo fu salutata con immenso entusiasmo dalle truppe.

L’episodio della cannonata miracolosa sarà poi ripreso in tante stampe di oleografia popolare. Sant’Antonio di Padova viene salutato come il nuovo generalissimo, il nuovo Santo patrono che ha saputo farsi valere come grande mazziatore dei nemici della città. Nelle strade appaiono raffigurazioni popolaresche di Sant’Antonio che fustiga San Gennaro per le sue presunte debolezze filo-giacobine. A rua Catalana, in un grande quadro esposto al pubblico, viene raffigurato Sant’Antonio che con un bastone le dà di santa ragione a San Gennaro. San Gennaro riceve da Sant’Antonio, protettore dei lazzari, ‘nu santantoniu.

Anche il re di Napoli fu riconoscente a Sant’Antonio. Per l’avvenuta riconquista del regno, un editto di Ferdinando IV del 13 ottobre 1801 proclamò il Santo di Padova patrono del Regno di Napoli. Sant’Antonio riceveva così ampia ed universale venerazione su tutto il territorio del Regno. E così, per lungo tempo nel Meridione d’Italia il culto del Santo fu talmente forte da avere il sopravvento finanche sulla festa riservata al Santissimo. Infatti quando la festa del Corpus Domini cadeva il 13 giugno, in quel giorno si festeggiava Sant’Antonio di Padova, tralasciando o rinviando la solennità del Corpus Domini .

La popolarità militare di Sant’Antonio viene confermata anche durante l’ultima guerra. Nelle chiese e presso i distretti militari veniva distribuito un santino raffigurante Sant’Antonio di Padova benedicente le truppe armate di terra, di aria e di mare. L’implorazione a bella scritta era: “Sant’Antonio proteggi i nostri soldati”. Nella preghiera riportata a tergo del santino, il soldato chiedeva, con l’intercessione del Santo, la grazia di cui aveva bisogno “nelle aspre e dure fatiche della guerra”. In particolare implorava il Santo “aiutatemi a compiere lietamente e valorosamente il mio dovere di soldato d’Italia e di difensore della civiltà”.

In un altro santino dello stesso periodo, nella “Orazione a Sant’Antonio per gli attuali bisogni” la richiesta per una pace duratura viene avanzata dal famigliare di chi è andato in guerra: “Voi che Vi moveste a pietà di tanti infelici, abbiate ora di noi pietà; proteggete i nostri cari lontani esposti a indicibili sofferenze e alla morte e salvateli; asciugate le lacrime di tante madri desolate, assistete tanti fanciulli privi di ogni umano appoggio; consolate nella sventura le vedove; date conforto a noi tutti affranti da sì gravi sciagure….. e fate che, per Vostra intercessione, presto sulla terra insanguinata sorrida la pace, quella pace di cui con l’abbandono di Dio ci rendemmo perversamente indegni, quella pace santa che estingue ogni odio e ci affratelli di nuovo”.

E i militari in guerra mantengono con Sant’Antonio un fitto dialogo. Implorano il Suo Patrocinio nelle dure fatiche e nei pericoli giornalieri della guerra, come emerge dalla copiosa corrispondenza inviata al Messaggero di Sant’Antonio.

Finita la guerra, Sant’Antonio, già invocato in tante manifestazioni religiose-patriottiche, incominciò ad essere implorato di occuparsi dei dispersi nelle diverse nazioni, di coloro che non avevano fatto più ritorno a casa e dei quali non si avevano notizie. Ebbene nei martedì dedicati alla preghiera del Santo, le Associazioni degli Orfanelli inseriscono la preghiera per ottenere la grazia a che questi ex soldati facciano felice ritorno in seno alle loro famiglie.

Una curiosità: durante il Ventennio, Sant’Antonio è stato “omaggiato” anche di saluti fascisti. Nel 1931, a Nicastro, il vescovo Eugenio Giambro aveva cercato di attuare le raccomandazioni dell’Episcopato Calabrese e mettere fine a taluni abusi che si verificavano durante lo svolgimento della festa del Patrono. Aveva così emanato precise disposizioni circa lo svolgimento della processione e in particolare aveva fatto divieto di appendere danaro alla statua del Santo; di fermarsi con il simulacro davanti ad abitazioni ed esercizi pubblici; di cantare, durante la processione a richiesta o dietro pagamento; di riaccompagnare la processione in chiesa dopo l’Ave Maria. Le disposizioni del Vescovo vennero mal interpretate dal popolo che manifestò forte malcontento, strumentalizzato da quei gerarchi che non avevano tollerato l’accordo tra Stato e Chiesa realizzato con i Patti Lateranensi. Costoro, sin dalla metà di maggio del 1931, organizzarono dimostrazioni per le vie di Nicastro gridando slogan di osanna per il Duce e di abbasso per i preti. E fu così che il giorno della festa, i fedelissimi del Santo, spalleggiati dai gerachi locali si portarono in chiesa e contro il volere del clero s’impadronirono, con la forza, del simulacro e diedero vita alla processione che durò tre giorni. Più di una volta la processione passò davanti al Seminario e al Palazzo Vescovile. Si faceva allora una breve sosta ed un gerarca, in tono provocatorio e più volte gridava: e per Sant’Antonio eja, eja… e la piccola folla, insieme ai portatori rispondeva: alalà. L’anno successivo, essendosi la popolazione ravveduta, la processione durò solo mezza giornata, nel rispetto dell’ordinanza del vescovo.

In tempi recenti, i Lametini hanno interessato il Santo anche in merito alla soppressione del Tribunale locale: il 13 giugno 2012, giorno della festa, la processione si è fermata davanti al tribunale ed al Santo è stata richiesta, collegialmente dagli avvocati, dalla popolazione e dalle Forze dell’Ordine la divina intercessione per scongiurare la soppressione del tribunale.

Ma quello affrontato in questo articolo è solo un particolare aspetto del libro. Iannicelli nel suo lavoro di ricerca sulle pratiche devozionali a Sant’Antonio di Padova di alcune comunità calabresi rimanda ad un insieme di testi, storie, vicende e volti sconosciuti ai supermercati del libro, descrivendo con intima passione riti, processioni, avvenimenti e facendo partecipare il lettore, con semplicità e modestia alla sempre viva ed attualizzata storia devozionale delle genti di Calabria. Il lavoro si pregia di uno scritto introduttivo di Leonardo R. Alario Presidente dell’Istituto di Ricerca e di Studi di Demologia e di Dialettologia nonché membro della Consulta Scientifica della Federazione Italiana Tradizioni Popolari.

La Pro Loco di Soveria Mannelli, in collaborazione con l’Associazione Culturale “Fiore di Lino”, l’Associazione Sportiva Dilettantistica F.I.D.A.S.C. “La palla d’oro” ed il Club Lions, stanno già organizzando un nuovo evento nella città di Soveria Mannelli.

L’Assessore Mario Caliguri, nella qualità di coordinatore della Commissione nazionale degli assessori regionali alla Cultura- informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta - ha detto: "Ci stiamo adoperando affinché l'investimento in cultura diventi centrale nelle scelte di politica economica del nostro Paese e nella programmazione comunitaria 2014/2020”.

Come indicato nel rapporto Unioncamere - Symbola 2013, il sistema produttivo culturale è pari al 5,4% della ricchezza prodotta in Italia (quasi settanracinque miliardi di euro) e per ogni euro di valore aggiunto prodotto dal sistema culturale se ne attivano mediamente altri 1,7 sul resto dell’economia. “Dati importanti - ha commentato Caligiuri - che confermano quanto sostenuto dalla Commissione Cultura in questi anni, ovvero il risvolto anche economico del settore accanto a quello culturale, civile e sociale”. L’incontro è stata anche l’occasione per discutere di spettacolo e cinema e, chiedendo, per quest’ ultimo, al Governo la proroga del credito d’imposta e l’aumento dell’importo messo a disposizione passando da 45 a 90 milioni di euro. Sarà, inoltre, chiesto nuovamente al Ministro Bray un incontro con le Regioni per dare seguito alle attività avviate e per affrontare i temi di maggiore rilevanza per il settore al fine di garantire un costante confronto istituzionale. Al dibattito sono intervenuti, oltre all’assessore Caligiuri, anche gli assessori Luigi De Fanis (Abruzzo), Roberto Falotico (Basilicata), Angela Barbanente (Puglia), Cristina Scaletti (Toscana), e in videoconferenza Massimo Mezzetti (Emilia-Romagna) e Fabrizio Bracco (Umbria).

Platania panorama 1

 

In preparazione al Premio Platania che sarà conferito a Paolo Brosio previsto per il 22 Settembre 2013, al fine di favorire una riflessione sulla fede attraverso lo studio e l’approfondimento di testimonianze di persone capaci di far crescere nella società i valori della solidarietà, della dignità umana, della cultura e dell’incontro pacifico tra le persone, il Comune di Platania (Cz) e la Parrocchia di S. Michele Arcangelo hanno indetto un concorso rivolto agli alunni della scuole di ogni ordine e grado e a semplici cittadini, sia residenti che emigrati sul tema: “Don Pietro Arcuri, testimone di Fede per 40 anni a Platania” da realizzare attraverso un breve elaborato scritto, una pittura o una poesia.

Il concorso è suddiviso in tre sezioni: Scuola Primaria – Scuola Secondaria di I grado; Scuola Secondaria di II grado e Università; Adulti. Saranno premiati i primi tre classificati per ogni sezione e per ogni tema, esaminati da una apposita giuria, sui seguenti elaborati: breve elaborato scritto; Pittura; Poesia.

Ogni concorrente potrà partecipare a tutte e tre le tematiche ma potrà inviare un solo lavoro per ognuna di esse, in unica copia, allegando in busta chiusa una nota contenente le generalità, il recapito e il numero telefonico.

Il termine è fissato al 15.09.2013 per la presentazione degli elaborati, che devono essere inviati o consegnati a mano a: segreteria Concorso “Don Pietro Arcuri, testimone di Fede per 40 anni a Platania” presso il Comune di Platania, via Roma 18, - 88040 Platania (Cz) tel. 0968/205010 e fax 205910 - www.comuneplatania.it; E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

La manifestazione di premiazione dei vincitori si terrà domenica 22 settembre 2013 presso la Chiesa San Michele Arcangelo di Platania alle ore 10 nel corso del conferimento del “Premio Platania 2012” a Paolo Brosio.

Festa anziani Platania 2013 006

 

«Benedetti sono coloro che, comprendendo il bisogno di affetto degli anziani e ricordandosi della loro solitudine, regalano loro frammenti del proprio tempo, sono loro vicini nella sofferenza e stringono con calore le loro mani tremanti». Lo ha affermato il parroco di Platania don Pino Latelli nel corso della 29ª edizione della Festa degli Anziani, organizzata nei giorni scorsi dalla Parrocchia San Michele Arcangelo di Platania in piena sinergia con l’amministrazione comunale presso il villaggio turistico “A Giurranda”, in località Acquavona. Per l’occasione monsignor Giuseppe Ferraro, parroco di San Teodoro di Lamezia Terme, ha relazionato sul tema «Gli anziani raccontano la fede….» con il quale ha sottolineato alcuni concetti relativi alla fede intesa come luce e fondamento dell’esistenza del cristiano, come libera scelta essendo un dono gratuito di Dio, come cammino di fede basato sulla collaborazione dell’uomo e l’amore gratuito di Dio. Anche il vicesindaco di Platania Davide Esposito ha proferito incisive parole nei confronti degli anziani che vanno considerati un’autentica ricchezza della comunità, guida sicura delle future generazioni. «Dove c’è un anziano in famiglia - ha detto- si respira un’atmosfera di unione e di amore. I nonni sono un punto di forza per i nipoti e un sostegno per i giovani genitori». Ha poi aggiunto: «I capelli bianchi sono la saggezza di un popolo, e questa è una verità inconfutabile e non solo un proverbio che si tramanda di generazione in generazione». Nonostante nella società odierna l’anziano sia ritenuto generalmente un peso, tuttavia è anche sotto gli occhi di tutti la sua utilità   per la comunità, la famiglia e i giovani disoccupati che spesso hanno bisogno del suo piccolo sostegno economico, delle sue capacità critiche, della sua inventiva, della sua esperienza: valori e beni di cui ormai non si può fare a meno. La giornata di festa, preparata con cura e passione dalla presidente del gruppo del volontariato Rosanna Cicero e dal numeroso gruppo dei volontari, che operano nella parrocchia, ha visto il coinvolgimento dell’intera comunità platanese che si è unita con caloroso affetto a tutti gli anziani del paese. Molto apprezzato dai partecipanti è stato il pranzo preparato dai titolari della Giurranda, Agostino e Maurizio, a base di prodotti tipici locali, con quella professionalità e gentilezza che li contraddistingue.

Nelle fasi successive della giornata, alla presenza questa volta del sindaco di Platania Michele Rizzo, Maria e Bruno Gallo, giovani della comunità parrocchiale, hanno animato il pomeriggio con musica live leggera e folkloristica coinvolgendo gli anziani in danze e canti. Nel corso della serata il giovane lametino Filippo Cimino ha eseguito vivaci brani musicali con l’organetto mentre l’Associazione “Platanesi nel mondo” di Bolzano ha offerto un omaggio floreale alla coppia e agli anziani più grandi di età presenti alla festa.

L’iniziativa si è conclusa con il taglio di una torta gigantesca e con la consegna di un oggetto ricordo agli anziani in segno della vicinanza della comunità che li porta sempre nel cuore.

Festa anziani  Platania 2013 032

L’Assessore regionale all’Internazionalizzazione Luigi Fedele, commentando la chiusura del primo ciclo di seminari su “Strumenti finanziari per l’Internazionalizzazione delle Imprese”, ha detto: “Il ciclo di seminari che stiamo organizzando vogliono rappresentare una risposta all’esigenza del bisogno di informazione specialistica avvertito dalle aziende calabresi. Finalmente la Regione, attraverso i diversi strumenti messi in campo, può garantire valido supporto ed assistenza specialistica alle imprese per affrontare una materia complessa come quella dell’internazionalizzazione. Sono infatti già numerose le imprese che hanno potuto usufruire dei servizi offerti dai nostri esperti e per le quali abbiamo in cantiere diverse iniziative”. Questo ciclo di seminari rivolto alle aziende calabresi, svoltosi nella sede della Fondazione Mediterranea “Terina” di Lamezia Terme, organizzato dall’ Assessorato all’Internazionalizzazione, in collaborazione con “Simest” (Società Italiana per le Imprese all’Estero) - informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta regionale - ha avuto lo scopo di far conoscere le opportunità di sostegno pubblico per le imprese interessate ai processi di internazionalizzazione. Durante la sessione plenaria, dopo l’intervento introduttivo di Alessandro Dattilo, coordinatore dello “Sprint Calabria”, volto ad illustrare gli strumenti attivati dall’Assessorato a sostegno dei processi di internazionalizzazione del sistema produttivo regionale, è intervenuto Paolo Di Marco, esperto “Simest”, che ha illustrato i diversi strumenti di finanziamento per le imprese che intendano sviluppare la propria attività sui mercati esteri, tra i quali: la partecipazione al capitale sociale di imprese create all’estero; l’individuazione di partner strategici sui mercati esteri, gli strumenti di patrimonializzazione, attività di assistenza economico-finanziaria. Al termine della sessione plenaria si sono svolti incontri al fine di erogare il supporto e l’orientamento necessario in funzione delle diverse esigenze aziendali.

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