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Venti giornalisti da tutta Italia assisteranno al Museo Vivente del Trullo per poi degustare “a tavola comune una volta” le prelibatezze cucinate dal ristorante Alberobellese Casanova

Venti giornalisti  specializzati in turismo, alla scoperta di Alberobello saranno ospitati nella capitale dei trulli domenica 17 Aprile. L’iniziativa promossa dall’assessorato al Turismo del Comune di Alberobello, nell’ambito delle attività programmate a seguito della partecipazione alla recente edizione della Borsa Internazionale del Turismo di Milano, ha l’obiettivo di far conoscere la bellezza della Capitale dei Trulli alla stampa di settore. Si tratta di un press tour per  far conoscere la Puglia toccando due mete culturali: il Salento ed Alberobello dal titolo "Puglia Mon Amour", alla scoperta del territorio, della sua storia, delle sue tradizioni, dell'enogastronomia di qualità, del patrimonio artistico ed architettonico.

L’iniziativa prevede l’accoglienza ad Alberobello di venti giornalisti, molti dei quali appartenenti a note testate di stampa italiana. Il tour si svolgerà domenica 17 aprile a partire dalle 16.00. I giornalisti saranno accolti dalla Associazione Arteca presso il Rione Aia Piccola dove prenderanno parte alla prima edizione del “Museo Vivente del Trullo”, presentato in occasione della BIT 2016. Due ore nella storia raccontata da figuranti in costume per immergersi nella civiltà alberobellese di un tempo. A seguire visita della città percorrendo i luoghi simbolo della comunità Alberobellese: il museo del Territorio, Casa Pezzolla,  Il trullo sovrano e il Museo dell’Olio. Immancabile la passeggiata libera nel celebre Rione Monti, prima di cena per acquistare souvenir artigianali tipici del luogo.

A seguire la cena nel Rione Aia Piccola con “a tavola come una volta” a cura della Associazione Arteca e con la preparazione dei piatti offerti dal ristorante Casanova, una delle eccellenze presenti sul territorio di Alberobello, dalla raffinata proposta gastronomica e da una innata ospitalità e attenzione al cliente. Lo chef del Casanova consentirà agli invitati di degustare una enogastronomia nativa, vera e propria cultura autentica del luogo. L’educational tour attraverserà alcuni dei comuni  presenti in BIT tra cui Castellana Grotte, Nardò, Lecce, Gallipoli e Melendugno.

Al termine dell’educational i giornalisti partecipanti saranno invitati a scrivere di Alberobello e della esperienza vissuta con servizi e reportage, con l’intento di valorizzare il territorio e di far conoscere a sempre più gente la bellezza della terra.

 

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Sono cresciute del 6% percento nel 2015 le esportazioni dei vini pugliesi. A trent’anni dal 1986, quando  il vino italiano ha conosciuto l’abisso del metanolo, il bilancio è positivo, ma non basta ancora, come è stato ribadito dai 50 giovani imprenditori che hanno incontrato al Vinitaly il Governatore Emiliano e l’Assessore alle Risorse Agroalimentari Di Gioia. Piena condivisione di progettualità che vedano il grande coinvolgimento dei giovani imprenditori che per il Governatore Emiliano sono “Il futuro della Puglia e il grande patrimonio che va tutelato e promosso in ogni modo”. “Il futuro dell’agricoltura italiana ed europea dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali e le vocazioni dei giovani imprenditori agricoli che sono state la chiave del successo nel settore del vino dove hanno trovato la massima esaltazione”, ha affermato Roberto Moncalvo, Presidente Nazionale della Coldiretti, nel sottolineare che “difendere la normativa comunitaria è la premessa per essere più forti nei difficili negoziati internazionali che ci attendono a partire dall’accordo di libero scambio con gli Usa”.

“La Puglia ha centrato importanti risultati -  ha detto il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – e con i 7,5 milioni di ettolitri e gli 88mila ettari a vigneto si è ritagliata uno spazio importante nel panorama enoico nazionale. Ci sono ancora grandi margini di crescita sia in termini di produzione di qualità che di esportazione di prodotto all’estero. In quest’ottica è necessaria una promozione dell’immagine del sistema vitivinicolo di Puglia sui mercati nazionali ed internazionali, usufruendo delle risorse mezze a disposizione dal PSR”.

Ad oggi sono 6 le IGT (Indicazioni Geografiche Tipiche) ‘Tarantino’, ‘Valle d’Itria’, ‘Salento’, ‘Murgia’, ‘Daunia’, ‘Puglia’ e 29 i vini pugliesi DOC (Denominazione di Origine Controllata) che  detengono un valore inestimabile, intrinseco alla materia prima ed alla professionalità imprenditoriale, che va salvaguardato a difesa della salute dei consumatori e a caratterizzazione della specificità dei prodotti regionali sul mercato globalizzato.

“Già un anno fa ai giovani viticoltori sono stati assegnati 170 ettari a titolo gratuito gratuitamente dalla Riserva Regionale – ha aggiunto il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - e bisogna continuare lungo il percorso avviato. Restano aperte sia come Paese Italia che come Regione Puglia le questioni  legate al rispetto delle regole circa la tutela delle indicazioni geografiche e dei marchi, alla determinazione di un giusto rapporto qualità-prezzo per tutte le fasce di prodotto, alla definizione e conoscenza dei dati produttivi e di mercato, alla migliore utilizzazione dei risultati della ricerca anche per contrastare gli effetti del clima impazzito e alla necessità di promuovere su scala internazionale le produzioni pugliesi in modo meno frammentario ed episodico”.

Il vino è un motore economico che in Italia genera nove miliardi di fatturato annuo e impiega più di un milione di persone. Il settore ha portato a casa un grande risultato sul fronte della semplificazione, un testo unico che accorpa tutte le disposizioni che disciplinano la materia del comparto vitivinicolo, prima contenute in svariati testi normativi.

Ed i risultati della scelta di qualità degli imprenditori agricoli pugliesi non hanno tardato a farsi vedere: è aumentata del 33% la produzione DOC e DOCG (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita). Si tratta di un dato in controtendenza rispetto all’andamento del comparto nel resto del Mezzogiorno, dove i numeri sono in netto ribasso in Basilicata (-13%), Calabria (-25,5%), Sicilia (-19,7%) e Sardegna (-1,3%). Con i suoi 346.000 ettolitri di vino a denominazione d’origine, la Puglia ha contribuito ad accrescere l’incidenza produttiva dei vini meridionali sul totale nazionale, dominato da sempre dalla produzione del Nord Italia.

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Immma_Petrosillo

C’è anche Monopoli (Ba) e il profumo della sua tradizione culinaria su Canale 5 per la prima puntata del nuovo cooking talent «La ricetta perfetta», il programma condotto da Cristina Chiabotto, che andrà in onda da domenica 17 aprile, alle ore 9.50. A rappresentare meritatamente la nostra terra la monopolitana, Imma Petrosillo, in città nota come professionista anche per il suo storico negozio di ottica e questa straordinaria passione per la gastronomia che condivide spesso con amici. La simpatica concorrente si cimenterà con una tipica ricetta della tradizione locale, semplice e deliziosa: purè di fave e cicorie, detta anche ‘incapriata”. Un piatto povero composto da due soli ingredienti, le fave secche decorticate dal sapore delicato, con l’aggiunta di cicorie, erbette dal sapore amarognolo e filo d’oro.

Al centro di questa prima puntata, i casting che si sono svolti in tre città (Milano, Roma e Palermo) portando alla definizione di una rosa di 21 concorrenti per il sud d’Italia, tra i quali Imma Petrosillo. “E’ stata una esperienza straordinaria ma soprattutto emozionante”, tiene a sottolineare la Petrosillo, che ha sentito tutta la responsabilità ma anche l’orgoglio di presentare una “bandiera gastronomica” della nostra identità culturale, un piatto legato all civiltà contadina da cui tutti noi proveniamo. Inoltre, ha dichiarato che è stata una partecipazione arricchente visti anche i qualificati consigli dei giudici esperti presenti che hanno colto il valore culturale e gastronomico di questa antica e genuina pietanza, ottima sia per vegetariani che vegani.

La nostra conterranea, da anni appassionata di cucina locale ma non solo, ha partecipato alla tappa di Palermo. Dalla seconda puntata in poi, gareggeranno tre concorrenti a settimana, uno solo dei quali avanzerà alla fase successiva mentre gli altri due saranno eliminati. Oltre a cucinare, gli aspiranti chef/imprenditori faranno assaggiare il loro piatto ai clienti di un punto vendita Lidl. Il talent culinario – ricordiamo – premierà le idee dei cuochi concorrenti amatoriali facendole diventare un business In gara, cuochi amatoriali che propongono il loro piatto forte a tre giudici, ognuno dei quali deve valutare la ricetta dal proprio peculiare punto di vista: lo chef stellato Davide Scabin, che aiuta i concorrenti a realizzare le ricette, Maurizio Pisani, esperto di marketing che guida i concorrenti nella definizione del nome, del packaging e dell'immagine del prodotto, e Margherita Contin, brand ambassador di Lidl Italia, la catena di supermercati che ospiterà sui propri scaffali, in oltre 570 punti vendita, la ricetta vincente.

“La ricetta perfetta – dal fornello al carrello” – tengono a precisare i vertici della Lidl- vuole contribuire a raccontare la storia della nostra cucina attraverso le ricette dei nostri clienti, che rappresentano tutte le regioni italiane. Insomma, in questa puntata si scopriranno tutte le curiosità intorno a questo piatto pugliese presentato da Imma Petrosillo, che così si è rivelato una vera testimonial della “monopolità” e del suo forte appeal turistico.

In Puglia 1 ettaro su 8 di vigneto è biologico, dato testimoniato dalle numerose etichette di vini prestigiosi presenti al Vinitaly, recanti il logo europeo che distingue le produzioni biologiche. La Puglia è la seconda regione italiana con 10269 ettari nel segmento del vino bio e biodinamico. Grande attenzione anche all’ambiente. Tante le cantine pugliesi che utilizzano il ‘tappo bio’, la chiusura innovativa “carbon neutral”, riciclabile al 100% e realizzata con materiali rinnovabili d'origine vegetale.

“E’ grazie ai produttori di così alto livello – dice con soddisfazione Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Puglia – che la Puglia è diventata la capofila di questo “rinascimento del vino”.  Si tratta di un patrimonio di innovazione e competitività acquisite che va tutelato dagli attacchi dell’agropirateria che colpisce anche la Puglia ed i nostri vini sono a forte rischio imitazione. Ecco a cosa servono i marchi di qualità, a difenderci dagli attacchi dei falsari e a valorizzare la tipicità e la localizzazione del prodotto”.

Il regolamento comunitario per la produzione di ‘vino biologico’ rappresenta un passo avanti importante per uno sviluppo adeguato del settore. Finalmente, grazie al fatto che le norme disciplinano l’intero processo enologico e non la sola fase di coltivazione in campo delle uve bio, si può etichettare il vino come “biologico” e non più come “ottenuto da uve biologiche“.

Al Vinitaly riflettori accesi su tanti vini bio delle cantine Colli della Murgia, Cantina dei Fragni, Masseria Cuturi e anche sul ‘Vegamaro’, il primo Negroamaro in purezza al mondo per vegani e vegetariani, in ui non v’è traccia di sostanze di origine animale durante tutte le fasi del processo produttivo (dalla vinificazione al finissaggio, dall'affinamento all'imbottigliamento), come per esempio l'albumina d'uovo o la caseina.

Il ‘Vegamaro’ della cantina Feudi di Guagnano (Lecce) è il primo vino al mondo ottenuto da uve Negroamaro e destinato principalmente a quella fascia di consumatori, sempre più numerosi, che  scelgono cibi vegani alla base della propria alimentazione.  Anche il packaging, dall'etichetta alla bottiglia, dal tappo alla scatola, sono stati concepiti nell'ottica della eco sostenibilità.

“Le imprese vitivinicole in Puglia hanno scelto – continua il Direttore della Coldiretti Puglia, Anelo Corsetti - di intraprendere un difficile percorso agrario, ma imprenditorialmente affascinante, che ha fatto da traino rispetto agli altri comparti agricoli. La qualità e la tipicità nel comparto vitivinicolo sono divenuti presto elementi di carattere non solo economico, ma connaturati alla capacità imprenditoriale che va salvaguardata a difesa della salute dei consumatori e a caratterizzazione della specificità dei prodotti pugliesi sul mercato globalizzato. Si tratta di risultati di eccellenza per l’agroalimentare pugliese che ha conquistato un rapporto di grande fiducia con il consumatore del quale possono ora beneficiare l’ambiente e l’intera economia Made in Puglia”.

“Anche a Bari, nel capoluogo regionale, la Tari aumenterà a causa dell’incremento dei costi del conferimento in discarica dei rifiuti, pare addirittura raddoppiati. Ebbene, non ci sembra per nulla giusto che le carenze della Regione Puglia, mai in grado da decenni di chiudere il ciclo dei rifiuti, rimasta inerme dinanzi alla chiusura di discariche pubbliche che hanno costretto tanti Comuni ad affidarsi a carissime discariche private, debbano ricadere sui cittadini. Forse sarebbe il caso che la stessa Regione compensasse in qualche modo il danno economico arrecato ai baresi e a tanti pugliesi”.

Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia, auspica una “rivisitazione della tassazione locale, magari pensando alla soppressione dell’addizionale Irpef”.

“La tassazione locale e regionale in particolare è già alta di per sé – spiega – sarebbe opportuno intervenire eliminando tanti balzelli che, accumulandosi, depotenziano sensibilmente la capacità di spesa dei cittadini. E poi, ribadiamo, non è corretto che le inadempienze della Regione Puglia, che continua ad annaspare alla ricerca di soluzioni concrete e credibili per risolvere un’emergenza rifiuti annunciata, vengano poi presentate in un salatissimo conto ai pugliesi, sotto forma di un aumento della Tari”.

“Non va dimenticato, inoltre – attacca ancora Pugliese – il danno ambientale arrecato ad alcuni territori regionali. Si prenda Taranto, che a causa della serrata di tante discariche e impianti pubblici si è ritrovata ad accogliere rifiuti provenienti da tutta la regione, peraltro senza alcun beneficio, considerando che suddette discariche sono private e destinate a rifiuti speciali. Insomma, una beffa oltre all’enorme danno, che non è più possibile tollerare”.

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