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Promosso da Confedilizia Catanzaro, l’articolazione territoriale della più importante organizzazione della proprietà immobiliare, si è svolto presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, un interessante e partecipato meeting sul tema: “Criticità e prospettive degli affitti concordati per studenti”, al quale sono Sandro Scoppa, presidente di Confedilizia Calabria, Rocco Savino, vice presidente della Fondazione UMG, Michele Caruso, rappresentante degli studenti universitari, Raffaele Rotundo, segreterio responsabile Sicet Catanzaro, Antonio Spataro, segretario generale del Sunia Calabria, e Walter Vesperi, dottore commercialista, dell’ateneo di Catanzaro.

L’importante incontro ha fatto seguito agli altri incontri organizzati nei giorni scorsi dalla medesima Confedilizia, con finalità informative e formative e per illustrare il nuovo accordo territoriale per la città di Catanzaro per i contratti a canone concordato, perfezionato in sede sindacale e depositato presso il municipio il 17 ottobre 2017.

Detto accordo, innovando in molti punti rispetto ai precedenti accordi vigenti nella stessa città, disciplina le locazioni per esigenze abitative ordinarie e per esigenze transitorie, nonché i contratti per studenti universitari

Nel corso della manifestazione, oltre all’illustrazione della convenzione sindacale, è stata anche affrontata la situazione delle locazioni abitative per studenti universitari a Catanzaro, in ordine alla quale sono state rilevate criticità, soprattutto nel quartiere di Catanzaro Lido, ove si è maggiormente concentrata, e allo stato continua ad aumentare, la domanda di posti letto: le quali cose, a fronte di un offerta sostanzialmente stabile, ha determinato un aumento dei canoni di locazione.

Sono state pure delineate iniziative e proposte per affrontare e risolvere riscontrate problematiche e migliorative della situazione attuale,  sia da parte della Fondazione UMG, che ha svolto e svolge un importante ruolo per quanto riguarda il diritto allo studio e la sua concreta attuazione, comprensiva anche della risoluzione delle problematiche logistiche degli studenti universitari, sia dalle organizzazioni sindacali dell’inquilinato Sunia Calabria e Sicet Catanzaro, sia dalla Confedilizia. La stessa ha ancora ribadito come l’accordo territoriale costituisca solo “un passo nella giusta direzione”, al quale è però necessario far seguire altri e più importanti passi, che vanno dall’alleggerimento della pressione fiscale con la riduzione delle aliquote IMU e TASI al potenziamento dei servizi, soprattutto dei collegamenti da e per l’ateneo “Magna Graecia”, dallo sviluppo di nuove infrastrutture al recupero del centro storico e altri quartieri cittadini. Si tratta di cose da attuare in breve termine e che consentirebbero di rendere appetibili tutti i quartieri di Catanzaro, favorendo nel contempo una crescita qualitativa e virtuosa dell’intero capoluogo di regione.

Sempre nell’ambito del meeting, è stato pure trattato l’aspetto fiscale dei contratti “regolamentati”, cui continua a essere applicabile il regime fiscale della cedolare secca del 10%, che sarà prorogato per i prossimi due anni.

Il prossimo appuntamento è fissato per il 5 dicembre 2017, con inizio alle ore 15, presso la facoltà di medicina dell’ateneo catanzarese. All’incontro - dibattito, pure organizzato da Confedilizia Catanzaro, sul tema: “Affitti per studenti a Catanzaro, un dialogo a più voci”, interverranno Sandro Scoppa, presidente di Confedilizia Calabria, Arturo Pujia, presidente della Fondazione UMG, Giuseppe Mercurio, rappresentante degli studenti universitari, Marco Polimeni, presidente del Consiglio Comunale di Catanzaro, Raffaele Rotundo, segreterio responsabile Sicet Catanzaro e Antonio Spataro, segretario generale del Sunia Calabria.

In occasione della settimana mondiale per l’allattamento materno, dal 9 al 16 ottobre 2017, nella Struttura semplice dipartimentale “Tutela Donna e Infanzia” Distretto di Lamezia Terme, si sono svolti incontri aperti a neogenitori e alla comunità, finalizzati a promuovere i diritti delle donne in gravidanza e dopo il parto, migliorare le pratiche assistenziali rendendo i genitori protagonisti e sostenendoli a fare le migliori scelte per l’alimentazione e la cura dei loro bambini.

Il latte materno è l’alimento naturale per il bambino, unico e prezioso perché nutre in modo completo e protegge da numerose malattie e infezioni, che sono invece più frequenti in bambini allattati con formule artificiali. L’OMS, l’Unicef e le associazioni mediche di tutto il mondo raccomandano l’allattamento esclusivo al seno per i primi sei mesi di vita, seguito da un allattamento complementare prolungato anche fino ai due anni ed oltre di vita del bambino.

Il sostegno della comunità è fondamentale perché l’allattamento, di per sé fisiologico, sia un successo per tutte le neomamme. Infatti le donne hanno spesso bisogno di incoraggiamento, appoggio morale e pratico soprattutto nelle prime settimane dopo il parto. Famigliari ed amici, se correttamente informati e motivati, possono influenzare le donne che allattano e contribuire a vivere il periodo dell’allattamento più serenamente.

L’incontro del 16 ottobre ha visto la partecipazione di numerose gravide con relativi compagni, genitori delle coppie, mamme con lattanti e il personale del Consultorio di Lamezia Terme. A introdurre l’incontro è stato il Direttore dell’unità operativa Tutela della Donna e dell’Infanzia di Lamezia Terme dott. Filippo Vescio, che ha sottolineato i benefici dell’allattamento al seno per la salute della madre e del bambino sia nell’immediato che nella vita futura. Studi scientifici, infatti, confermano che i bambini allattati esclusivamente al seno per i primi 6 mesi di vita sono più protetti da allergie, asma, dermatiti, diabete mellito e obesità e hanno un minor rischio di SIDS - sindrome della morte improvvisa del lattante. Per la mamma, l’allattamento al seno riduce il rischio di tumore alle ovaie, al seno, di osteoporosi e di malattie cardiovascolari. Il dott. Vescio ha, inoltre, precisato l’importanza della prevenzione nell’area materno-infantile e il ruolo fondamentale dei consultori nel percorso nascita anche dopo il parto,  al rientro a casa, ovvero nella fase iniziale e più delicata dell’allattamento. I consultori garantiscono facilità e continuità di accesso, con una presa in carico globale delle gravide che riescono a stabilire con l’equipe un rapporto fiduciario protratto dalla fase prenatale al postpartum. Grazie a un intervento multidisciplinare qualificato si riescono a dare risposte  più efficaci a dubbi inerenti gli eventi fisiologici neonatali e puerperali  e soprattutto a costruire una sorta di “alleanza terapeutica”, preziosa anche per il successo dell’ allattamento al seno.

A seguire è intervenuta la dott.ssa Domenica Fera, Ostetrica del Consultorio di Lamezia Terme nonché referente dell’ASP CZ  presso l’Osservatorio Regionale per l’Allattamento, che ha illustrato il programma regionale per la promozione dell’allattamento al seno con varie iniziative diffuse nel nostro territorio tra cui l’apertura di “baby pit stop”, ovvero di spazi accoglienti dedicati alla coppia mamma-bambino, che garantiscono la privacy necessaria per favorire l’allattamento al seno anche fuori casa. Ha inoltre sottolineato come per l’U.O Tutela della Donna e dell’Infanzia il sostegno all’allattamento sia prioritario, offerto con dedizione e a tempo pieno sia in consultorio che a domicilio delle donne nonché attraverso contatti telefonici per aiutare la nutrice praticamente in qualunque momento di difficoltà.

E’ seguita la proiezione di alcuni filmati per sottolineare l’importanza del “breastcrawl” ovvero del primo contatto pelle a pelle del neonato con il seno materno, subito dopo la nascita o appena possibile nel caso siano necessarie manovre o cure urgenti per la madre o il neonato, lasciando che la prima poppata abbia inizio spontaneamente. Per sottolineare l’importanza dell’integrazione ospedale-territorio nel sostegno all’allattamento, sono stati illustrati i “dieci passi per il successo dell’allattamento al seno” ed “i setti passi” per la comunità OMS/UNICEF, garantiti da tutti gli operatori del Dipartimento Materno Infantile. Nel corso dell’incontro alcune puerpere hanno voluto raccontare la loro personale esperienza di allattamento condividendo sentimenti, difficoltà e soluzioni e auspicando la crescita di ”gruppi alla pari” come fonte di sostegno per chi necessita di aiuto. Hanno partecipato all’incontro anche molte donne straniere che nella nostra comunità offrono modelli positivi  per elevata percentuale e lunga durata dell’allattamento.

L’intervento della psicologa dott.ssa Brunilde Bertucci, nel rispetto e nell’accoglienza di alcune donne presenti che non hanno potuto per varie ragioni portare avanti l’allattamento al seno, ha evidenziato come l’allattamento al seno sia nutrimento completo per il bambino “materiale ed emozionale”. Sono stati chiamati in causa i papà, precisando come il sostegno fattivo dei padri sia di fondamentale aiuto per far funzionare bene il rapporto madre-bambino durante l’allattamento e anche per l’equilibrio della nuova famiglia. Durante la discussione, sono intervenute alcune mamme che hanno raccontato le loro esperienze di allattamento prolungato, condividendo punti di forza e di debolezza sperimentati nel tempo, testimoniando come sia possibile mediare l’impegno lavorativo con l’allattamento materno. Si è anche precisato che l’allattamento protratto, contrariamente a quanto comunemente si pensa, non comporta svantaggi né per la madre né per il bimbo, né da un punto di vista psicologico né da un punto di vista fisiologico. La dott.ssa Bertucci ha chiarito come debba essere la coppia madre-bimbo a decidere quando interrompere l’allattamento al seno e che in ogni caso lo svezzamento debba avvenire gradatamente.

La settimana si è conclusa con un invito rivolto ai genitori con lattanti e puntava a sensibilizzare le donne e la comunità a prolungare l’allattamento al seno oltre il sesto mese di vita. Tassi ridotti ed interruzione precoce dell’allattamento al seno hanno importanti conseguenze sanitarie e sociali negative per donne e bambini, ma anche per la collettività e l’ambiente, in quanto associati a una maggiore spesa sanitaria e ad aumento di diseguaglianze. Peraltro, i dati epidemiologici italiani mostrano una precoce sospensione dell’allattamento soprattutto nelle regioni del sud. E’ stato chiarito il dubbio di molte mamme che il latte materno possa non essere più adeguato dopo i primi mesi, sottolineando come invece il latte cambi il suo profilo nutrizionale man mano che il bambino cresce. Pertanto, anche dopo il sesto mese il latte materno continua a rappresentare una componente importante dell’alimentazione complementare del bambino perché assicura oltre che buona nutrizione, protezione dalle malattie e fonte di affetto.

Gli incontri si sono svolti in un clima festoso e si sono conclusi con un piccolo rinfresco e qualche foto ricordo.

Si è concluso il Corso sperimentale di formazione per docenti sul tema “Educare alle emozioni per una convivenza civile: Skills for life”, prima tappa del progetto interistituzionale per la convivenza civile nella Regione Calabria, assunto da Giunta Regionale, Questura di Catanzaro, Ufficio Scolastico regionale e dall’ASP di  Catanzaro.

Insieme al Direttore generale dell’ASP di Catanzaro dott. Giuseppe Perri, erano presenti all’incontro di chiusura il Questore dott.ssa Amalia Di Ruocco, la dott.ssa Angela Riggio dirigente dell’Ufficio Scolastico regionale, la dott.ssa Bruni direttore scientifico del corso e docente.

Nell’incontro è stato sancito il pieno successo dell’iniziativa, che ha visto la presenza assidua di 40  corsisti, che hanno valutato il corso come molto adeguato rispetto alle aspettative e si sono detti soddisfatti  per  la competenza espressa con chiarezza, per la metodologia e  le tecniche usate, le interazioni agite e gli allenamenti svolti ed infine il clima molto gradito per l’accoglienza e le  attenzioni  ricevute.

Il dott. Perri ha ribadito il valore della formazione che con metodologia attenta consente di raggiungere obiettivi con efficacia, ricordando la sua formazione sulle life skills che ha appreso con grande motivazione ed interesse. I nostri stili professionali consentono di vivere nel benessere, permettono la prevenzione e la promozione della salute.”

I volti sorridenti e l’atmosfera entusiasta dell’incontro finale hanno confermato l’ottimo esito, come ha sottolineato nelle conclusioni il Questore Di Ruocco: “Oggi i vostri volti sono diversi da quelli osservati il primo giorno, ero preoccupata … ora sono fiduciosa, felice di aver potuto fornire questa importante occasione e protesa a mantenere saldo l’impegno di estendere il modello sperimentato consolidando l’intesa e rilanciandola.” Nel ribadire il senso del progetto per la comunità ed il divenire civile ha rivolto un appello ai corsisti perché trasformino l’apprendimento in nuove opportunità per scolari e studenti i cui disagi e devianze sono ben  note alla Polizia di Stato.

La dott.ssa Riggio ha espresso piena  soddisfazione, avendo avuto modo di sentire personalmente i corsisti ed il loro entusiasmo per un corso certamente innovativo e coinvolgente rispetto alle offerte formative tradizionali e contenutistiche.

Le autorità hanno quindi ringraziato la dott.ssa Bruni per la passione dimostrata nella sfida del corso e per la professionalità riconosciuta, hanno ringraziato quindi le tutor ed il regista per il contributo offerto alla sperimentazione del modello ed i corsisti per la entusiasta partecipazione.

I ringraziamenti espressi nelle narrazioni sul percorso da parte del direttore e delle tutor e da parte dei portavoce dei partecipanti hanno offerto nuove emozioni racchiudibili in alcune frasi del direttore del corso:

“Avviene magicamente: l’empatia genera sintonia di bisogni e valori e fornisce coraggio, il coraggio di poter agire in uno spazio sicuro, in cui non c’è un “IO” ma l’alchimia del “NOI”.  Sono grata a tutti voi: vi siete lasciati guidare docilmente. Tante restituzioni ripagano la fatica, sedano le ansie, appagano le attese e riscaldano il cuore. Il NOI è divenuto più grande e si percepisce nell’aula: apriamo le braccia ed accogliamo gli altri.”

Si è chiusa così la prima fase del progetto con l’impegno dell’ASP e delle istituzioni presenti a fornire ogni possibile sostegno per l’azione futura.

Il Dott. Giuseppe De Vito, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’ASP di Catanzaro, ha rappresentato la Regione  Calabria al convegno sull’epidemia virale chikungunya, organizzato dal Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, che si è tenuto venerdì 10 Novembre, nell’Università La Sapienza di Roma.

Il virus esotico, trasmesso dalla zanzara tigre, nell’estate 2017, ha causato oltre 300 casi nel Lazio e poco meno di 100 in Calabria, con sintomi quali febbre elevata, rush cutanei e forti dolori articolari. I relatori e gli esperti che si sono succeduti al tavolo dei lavori, hanno analizzato ed approfondito il problema sanitario legato a tale epidemia, vagliando strategie di valutazione del rischio, strumenti di prevenzione e di controllo. Tra gli altri sono intervenuti il dott. Guido Antonelli, Dipartimento Medicina molecolare Università La Sapienza, la dott.ssa Erika Garcia, Organizzazione Mondiale della Sanità, il dott. Gianni Rezza, direttore Dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, dott. Francesco Vario, Istituto Nazionale Malattie Infettive L. Spallanzani. Importanti riconoscimenti sono stato elargiti dal Ministero e dagli esperti per l’azione tempestiva intrapresa dalla Regione Calabria, capace di gestire, con estrema efficacia, il focolaio di Chikungunya, con i casi che hanno interessato il Comune di Guardavalle (Cz).

Il dott. De Vito, nell’illustrare la gestione dell’emergenza e gli interventi posti in essere, ha evidenziato il ruolo primario del Dipartimento di Prevenzione e dell’unità operativa di Igiene e Sanità pubblica (UOISP) dell’ASP di Catanzaro dott. Enzo De Giorgio, supportati da un team di esperti dell’Istituto Superiore di Sanità e dal Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria,  dott.ssa Francesca Fratto, dott.ssa Anna Mignuoli, dott.ssa Liliana Rizzo, nonché dei Medici di Medicina generale, che si sono prodigati nella segnalazione di casi sospetti e dello stesso Sindaco di Guardavalle Pino Ussia, che si è impegnato, più di ogni altro, nella raccolta e consegna dei campioni ematici da inviare ai laboratori dell’ Istituto Superiore di Sanità. Una volta confermato dal Ministero della Salute il focolaio attivo, sia la Regione Calabria che l’ASP di Catanzaro hanno attivato, ognuna per le proprie competenze, adeguate misure di prevenzione, sorveglianza e controllo su tutto il territorio interessato dal focolaio epidemico. Sono stati allertati immediatamente i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, i Pronto Soccorso e tutti gli ospedali, per identificare casi sospetti, sfuggiti alla sorveglianza. Su precise indicazioni dell’istituto Superiore di Sanità sono state sospese le donazioni di sangue, tessuti ed organi in tutta la zona interessata dal focolaio epidemico, per evitare possibili trasmissioni occasionali. Sono stati effettuati diversi interventi da parte del Servizio di disinfestazione dell’UOISP, diretto dal dott. Giancotti, sia su suoli pubblici che privati. È stata attivata una seria campagna d’informazione e sensibilizzazione, diretta a cittadini ed istituzioni, per una corretta lotta alle punture di insetti e, in particolare, alla “zanzara tigre”.

Per il secondo anno consecutivo “Doveecomemicuro.it”, il primo portale italiano di public reporting in ambito sanitario, colloca il S. Anna Hospital ai piani alti della classifica degli ospedali italiani più affidabili. Lo fa nell’ambito del rapporto che il sito dedica alle strutture pubbliche e a quelle accreditate presso il Servizio Sanitario Nazionale, con lo scopo di offrire ai cittadini gli strumenti per confrontare la qualità delle prestazioni erogate da ciascuna di esse e scegliere così quella in cui farsi curare. Sono due gli ambiti in cui il S. Anna occupa postazioni di rilievo: il by-pass aortocoronarico, in ambito cardiochirurgico e l’ictus, in ambito cerebro vascolare.

Per quanto riguarda il by-pass aortocoronarico, il Centro regionale di chirurgia cardiovascolare ha fatto registrare il più basso indice in assoluto di mortalità a 30 giorni (1,14%), mentre si è attestato al terzo posto per volume di interventi eseguiti (322). Secondo posto in classifica, invece, per l’ictus trattato come complicanza della chirurgia carotidea, con lo 0% di mortalità a 30 giorni. Nelle scorse settimane, “Doveecomemicuro.it” aveva già avuto modo di sottolineare l’affidabilità del S. Anna, inserendo l’ospedale nel gruppo delle strutture italiane (appena il 24% del totale) che rispettano lo standard dettato dai riferimenti istituzionali e che fissa in almeno 200 casi all’anno il numero di interventi di by-pass aortocoronarico, necessari per garantire la qualità del risultato e la sicurezza del paziente.

“I dati di “Doveecomemicuro.it” – ha commentato Daniele Maselli, direttore del Dipartimento di Chirurgia Cardiovascolare del S. Anna – sono perfettamente sovrapponibili a quelli che avevamo già elaborato autonomamente e resi pubblici a fine luglio con il nostro report di autovalutazione sull’attività chirurgica svolta nel 2016. Questo conferma il rigore dei nostri metodi di analisi ma, soprattutto, conferma quello che andiamo ripetendo da anni e cioè che i calabresi affetti da patologia cardiovascolare non hanno alcun motivo da farsi curare fuori dalla Calabria, perché in Calabria possono disporre di tutto ciò che serve loro e con risultati di assoluta eccellenza”.

Il direttore generale del S. Anna, Giuseppe Failla, dal canto suo ha aggiunto che “viene ribadito una volta di più il peso e il ruolo dell’ospedale all’interno del servizio sanitario regionale. Ed è proprio per questo che stentiamo a comprendere le scelte, anche recenti, della struttura commissariale che governa la sanità calabrese; scelte che continuano a penalizzarci, a dispetto del servizio che rendiamo alla comunità e ai livelli di qualità ai quali facciamo il nostro lavoro. Viene da chiedersi – ha concluso Failla – in che modo e con quali metodi si pensi di arginare quella emigrazione sanitaria che costa ogni anno ai calabresi milioni e milioni di euro. Il dubbio è che si declamino solo buone intenzioni ma che in realtà si agisca nella direzione diametralmente opposta, visto che emigrano oltre 800 pazienti all’anno nell’area cardiochirurgica e il trend è in aumento. Ben vengano dunque nuove occasioni assistenziali, purché siano aggiuntive e non artificiosamente sostitutive rispetto a quelle esistenti”.

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