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L'Isis minaccia l'Europa

L'Isis ha addestrato e inviato in Europa centinaia di combattenti per attacchi nel Continente. Si tratta di cellule interconnesse come quelle di Parigi e Bruxelles con l'ordine di scegliere i luoghi, i tempi e i metodi di attacco. Lo apprende l'Associated Press da fonti delle sicurezza europee ed irachene. E - rivela sempre l'Ap - sarebbero sparsi tra Germania, Gran Bretagna, Italia, Danimarca e Svezia gli elementi della cellula dell'Isis che ha "compiuto gli attacchi di Parigi", che fa parte dell'esercito di 400 jihadisti che lo Stato islamico ha inviato in Europa per compiere attacchi.

E' massima allerta a Roma dopo gli attentati di Bruxelles e la Pasqua ormai alle porte. Una settimana già considerata ad 'altissima attenzione', ma che alla luce degli attacchi terroristici di ieri è diventata ancor più delicata.

Intensificate le misure di sicurezza nelle stazioni ferroviarie, della metropolitana, negli aeroporti e nei luoghi simbolo della città. Sensibilizzata la vigilanza nei punti di attrazione e di aggregazione dove è previsto un aumento di presenze con l'arrivo dei turisti per le feste pasquali.

Sotto la lente i monumenti più importanti della città, l'area attorno a San Pietro e le celebrazioni di Pasqua. I controlli, rafforzati già nei mesi scorsi dopo l'allerta terrorismo, sono stati ulteriormente potenziati. Più di mille gli obiettivi sensibili dislocati in città e sorvegliati con vigilanze fisse e mobili. Tra questi anche scuole, teatri e redazioni delle testate giornalistiche.

Per il 24 marzo è in programma un tavolo tecnico in Questura per mettere a punto le misure di sicurezza in vista delle festività pasquali.

Intanto il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ha spiegato che dopo gli attentati di Bruxelles, a Roma è stata "aumentata la presenza delle forze dell'ordine ed è allo studio l'implementazione dei contingenti militari". "Vedremo quello che il Governo ci metterà a disposizione - ha spiegato -. Credo che le parole del presidente del Consiglio e del ministro dell'Interno ieri siano indicative di un'attenzione che si riverserà negli atti che verranno presi in queste ore" ha aggiunto.

Un secondo uomo si trovava con Khalid El Bakraoui, il kamikaze che si è fatto esplodere nella metropolitana di Bruxelles, causando la morte di 20 persone. Lo riferisce la tv pubblica belga Rtbf. L'uomo, s'apprende, è stato ripreso dalla telecamera di sorveglianza mentre trasportava una grossa borsa. La sua identità, al momento, rimane sconosciuta e non è noto se sia morto nell'attentato o se sia in fuga, precisa la tv belga.

I fratelli El Bakraoui, Khalid e Ibrahim, volevano colpire le centrali nucleari del Belgio, ma l'arresto dell'attentatore di Parigi, Salah Abdeslam, ha fatto accelerare e cambiare i piani dei terroristi. Lo rivela, in esclusiva, La Dernière Heure. Secondo quanto scrive il quotidiano, i due fratelli avevano nascosto una macchina fotografica davanti alla casa del direttore del programma di ricerca nucleare. Il video è stato recuperato dai due uomini dopo gli attacchi di Parigi e questo, sottolinea il giornale, mostra il collegamento tra Francia, Belgio e Siria. Il filmato di 12 ore è stato poi recuperato in una successiva perquisizione a dicembre, in occasione dell'arresto di uno dei sospetti attentatori di Parigi, Mohamed Bakkali.

Salah Abdeslam accetta l'estradizione e vuole tornare in Francia "il più presto possibile". Lo ha detto il suo avvocato Sven Mary, secondo quanto riportano i media internazionali. L'avvocato è stato aggredito da uno sconosciuto, che lo accusava di difendere un terrorista. Lo riferisce Le Soir. Il legale, che ha "avuto la meglio" sullo sconosciuto, ha comunque deciso di chiudere il proprio ufficio per salvaguardare i suoi collaboratori.

Dagli attentati di Bruxelles "Salah è rimasto muto" davanti agli inquirenti: lo ha detto il suo avvocato, Sven Mary, ai media fuori dalla Camera di Consiglio di Bruxelles che oggi deve confermare l'arresto di Salah. "Penso che voleva prima vedermi, perché ha avuto la visita degli inquirenti martedì e voleva prima vedermi", ha detto l'avvocato.

Salah "non sapeva" degli attentati di Bruxelles, ha inoltre detto ai giornalisti l'avvocato del terrorista, secondo quanto riportato dai media internazionali.

Sessantuno dei 300 feriti negli attentati di Bruxelles sono "in gravi condizioni". Lo ha dichiarato il ministro della Salute belga Maggie De Block, secondo quanto riportato dai media locali. "Le ferite più gravi sono le ustioni provocate da una forte esplosione e dalle schegge di metallo", ha spiegato il ministro.

E, intanto, operazioni di polizia vicino alla chaussée d'Ixelles. La zona è stata evacuata, secondo quanto constata l'agenzia Belga. Un perimetro di sicurezza è stato organizzato all'altezza di rue de l'Athénée fino a piazza Fernand Cocq. Secondo un testimone, un uomo sarebbe stato fermato. Il suo veicolo perquisito dalla polizia. Un importante dispositivo di polizia è stato dispiegato sul posto. Un'altra operazione è in corso all'altezza del numero 135 della chaussée d'Ixelles, ma le due azioni non sarebbero collegate

Gli Stati Uniti invitano l'Europa ad accelerare gli sforzi contro l'Isis: "l'Europa deve accelerare, come hanno fatto gli Usa, i suoi sforzi contro l'Isis e unirsi agli Stati Uniti in questa battaglia", ha detto il capo del Pentagono Ash Carter alla Cnn

I ministri dell'Interno e della Giustizia belgi, Jan Jambon e Koen Geens, hanno offerto le dimissioni al primo ministro in seguito alle grave falle sul fronte della sicurezza. Lo rende noto Vtv News che rivela anche che il premier, Michel, le avrebbe respinte. Motivo delle dimissioni, gli errori compiuti nella prevenzione al terrorismo. In particolare, il ministro Jambon è sott'accusa dopo la notizia che uno degli autori delle stragi di martedì, una volta estradato dalla Turchia, sarebbe stato liberato. Secondo le stesse fonti, le sue dimissioni non sarebbero state accettate dal governo allo scopo di evitare alcun elemento di instabilità politica, in questo momento di emergenza. Tuttavia, sempre secondo Vtm, sarà avviata un'inchiesta al livello parlamentare sulle mancanze registrate in questi giorni.

Il dolore per i morti, le lesioni indelebili scolpite nelle menti delle centinaia di feriti. Ma sono le falle nella sicurezza e nell'intelligence belga ed europea, messe a nudo dagli attentati all'aeroporto e nella metro di Bruxelles, la prima preoccupazione tanto nei palazzi della Ue quanto nelle cancellerie di tutta Europa. "Incapacità imbarazzanti", le ha definite il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi. Per oggi è stato convocato un vertice straordinario dei ministri dell'interno. All'ordine del giorno, l'applicazione delle norme europee sull'antiterrorismo.

Con la Ue che oggi punta il dito contro i governi che hanno "un gap di fiducia" e non fanno passi avanti. Tanto che il presidente della Commissione Jean Claude Juncker, in conferenza stampa col premier francese Manuel Valls, ricorda come "la cooperazione tra i nostri servizi segreti era già stata decisa nel 1999" e "ribadita nel 2001" dopo l'11 settembre. "Ma ancora non si fa, per ragioni che mi sfuggono, anche se è evidente che la nostra conoscenza degli altri paesi è imperfetta e questo vale per i paesi dell'Africa del Nord ed i loro vicini".

"Nessuno di noi deve essere geloso delle proprie informazioni", ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano. D'altronde l'Italia è sempre stata favorevole allo scambio di informazioni. Le resistenze storiche sono venute da Londra e Parigi, da dove arrivano ora solo piccole aperture da Valls e Cameron. Che invece serva una "struttura condivisa" della sicurezza nella Ue, qualcosa che assomigli ad un Fbi europeo, è tornato a ribadirlo anche oggi Matteo Renzi. "Occorre stringere sui meccanismi di intelligence tra i paesi europei e non solo, valorizzare Europol, lavorare su una struttura condivisa", ha detto il premier aprendo l'incontro con i capigruppo di maggioranza e opposizione a Palazzo Chigi. Un intervento in piena sintonia con Bruxelles, da dove il Commissario per gli affari interni, Dimitris Avramopoulos, è tornato a martellare: dopo gli attentati "noi cittadini europei siamo più forti e più uniti di prima, ma serve reagire insieme: abbiamo bisogno di più coordinamento nel settore dell'intelligence".

Sotto aperta accusa, i governi nazionali. "Se fosse stato messo in atto tutto quanto avevamo deciso già lo scorso anno, avremmo potuto essere più efficienti", ha sottolineato Avramopoulos, ricordando che tre degli attentatori di Parigi "erano noti alle polizie locali ma non è stato fatto nulla perché non c'è stato scambio di informazioni", così hanno potuto entrare ed uscire indisturbati dalla Ue. Gli strumenti ed il quadro legale ci sono, vanno usati. "Dobbiamo dimostrare che reagiamo non solo con la retorica ma con i fatti", ha insistito il greco che denuncia il "gap di fiducia tra gli stati". Un gap che resiste anche se "il tempo dei 'grandi stati' è finito".

Dalla Ue arriva anche l'avvertimento a non mescolare la crisi dei migranti con l'allarme terroristico. Juncker, Avramopoulos e la vicepresidente Georgieva osservano che "dobbiamo capire che chi cerca di arrivare in Europa fugge dalla stessa gente che ci ha colpiti". Appello respinto immediatamente dalla premier polacca Beata Szydlo: "Dopo quanto accaduto ieri a Bruxelles non siamo d'accordo nell'accogliere alcun gruppo di migranti".

Tra i romani pero alle prese ogni giorno con i mezzi pubblici monta la preoccupazione. "Sono costretta a prendere la metro ogni giorno per andare a lavoro - spiega Giulia, avvocato di uno studio in zona Prati - stamattina quando sono salita su quel treno avevo paura. Mi guardavo intorno per vedere se notavo qualche zaino abbandonato o persona sospetta".

C'è anche chi, per il timore, ha deciso di prendere l'auto. "Sono uscita di casa con la macchina mezz'ora prima per evitare di prendere la metropolitana - spiega Luigina M. - Sono molto preoccupata che dopo Parigi e Bruxelles possano colpire anche l'Italia".

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