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L’attività di ricerca di INGM ha avuto inizio nel 2007 e oggi prosegue all’interno del campus dello storico Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Da allora ad oggi la Fondazione ha ottenuto importanti risultati scientifici nell’ambito della comprensione dei meccanismi di regolazione dell’espressione genica e delle interazioni tra sistema immunitario e cellule tumorali. Per questi motivi INGM si pone come polo di eccellenza della ricerca biomedica, a livello nazionale ed internazionale.

Intanto sta per alzarsi il sipario su “Salotto Invernizzi”, affermato appuntamento milanese dedicato all’approfondimento culturale sul futuro, la scienza e la tecnologia. Lunedì 18 novembre, dalle 17.00 alle 19.00, presso l’Istituto Nazionale di Genetica Molecolare “Romeo ed Enrica Invernizzi” di Milano, si aprirà il sipario su “Salotto Invernizzi”, giunto alla sua terza edizione.

Quale sarà la situazione del nostro Paese nel prossimo decennio? Che futuro stiamo costruendo per i nostri giovani? Come ricerca scientifica e innovazione tecnologica possono aiutare a cogliere maggiori opportunità? Questi i temi affrontati.

Il rapporto tra scienza e tecnologia, infatti, si fa sempre più decisivo. Secondo McKinsey & Company e il suo istituto di ricerca economica McKinsey Global Institute, ad esempio, si stima che, nel prossimo decennio, l’economia italiana potrebbe essere destinata a crescere di ben 228 miliardi di euro, ovvero il 13% del PIL, grazie all’innovazione e, in particolar modo, all’intelligenza artificiale. Ovviamente, non si tratta di una strada segnata, ma di un’opportunità da saper cogliere.

Dunque, come sarà l’Italia nel 2030?  «Spero sia un paese migliore, che avrà capito l’importanza d misurarsi continuamente con gli altri, come fanno tanti ricercatori e scienziati italiani che ogni giorno lavorano insieme ai loro colleghi di altri paesi e di altri continenti per conseguire scoperte e risultati sempre più difficili e complessi. Dobbiamo avere l’ambizione di diventare più bravi degli altri: qualche volta ci riusciremo, qualche volta no, ma non dobbiamo rimanere indietro sul fronte della conoscenza», dichiara il Dott. Gianantonio Bissaro,al Corriere del Sud il Consigliere Delegato della Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi.

Inoltre, durante l’incontro, 50 giovani universitari provenienti da prestigiosi Atenei, supportati da un programma di intelligenza artificiale, che raccoglierà le sintesi delle loro idee, creeranno in diretta un Live Book, che verrà poi distribuito nella seconda parte della giornata. Durante l’incontro, 50 giovani universitari provenienti da prestigiosi Atenei, Alla sera, i ragazzi potranno confrontarsi con un panel di esperti d’eccezione: Dott. Sergio Abrignani, esperto di Biotecnologie, Dott.ssa Maria Grazia Carrozza, ex Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, esperta di Tecnologie digitali, Dott. Paolo Magri, politologo e studioso di relazioni internazionali, Dott. Stefano Venturi, esperto di Innovazione, Tecnologia e industria.   Un’occasione unica e irripetibile di approfondimento nel cuore di una Milano sempre più proiettata al futuro.

«Se invece di occuparci del come dividere una torta che diventa sempre più piccola, ci occupassimo invece di renderla più grande, creando concrete opportunità, recupereremmo anche i nostri giovani», conclude al Corriere del Sud il Dottor Bissaro.

Il 25-IX-2019 la Consulta ha depenalizzato, “a determinate condizioni”, il suicidio assistito, aprendo di fatto la strada all’ eutanasia.

Spesso, quando organi di Stato affrontano “temi etici” fondamentali come quelli che riguardano Vita e Famiglia, qualcuno, forse intuendo la deriva che può seguire alla approvazione e applicazione di certe “leggi”, palesemente contrarie al Diritto naturale, o magari per non impressionare  l’elettorato italiano in maggioranza ancora moderato e conservatore, parla di “paletti”  che – a suo dire – porrebbero un limite alla frana morale, civile e fisica che quelle “leggi” producono nella società. Nel caso dell’eutanasia depenalizzata, i “paletti” traspaiono dalla frase incidentale del titolo: “a determinate condizioni”.

Il ricorso alla strategia dei “paletti” si ripete puntualmente quando, ad es., il Partito Radicale, “apripista” in questa materia fin dagli anni Sessanta (nasce nel 1955 da una costola del Partito Liberale), in combutta coi post-comunisti del Partito Democratico e coi rimasugli dei gruppuscoli della Sinistra, coadiuvati da qualche signora “prima della classe” di Forza Italia e ora, buon’ultimi, dai “pentastellati”, mettono mano a fare “leggi” per la conquista di diritti che chiamano “civili” ma che, in realtà, sono quasi sempre una ulteriore aggressione a Vita e Famiglia; in questi casi i politici “catto-dem” (ex democristiani diluiti nel PD) agitano i “paletti” come a dire: noi la “legge” non la possiamo bloccare tutta intera ma poniamo ad essa dei limiti precisi. Così, scorrendo la Storia degli ultimi 50 anni, scopriamo che – ad esempio – si parlò di limiti “invalicabili” e di “paletti” già nel 1978 a proposito della “legge” 194 sull’aborto che all’inizio, nella immaginazione dei soloni legislatori, doveva riguardare solo alcuni casi definiti e che chiamarono “necessari”; in realtà fu subito una frana: è accaduto infatti che da allora le uccisioni legali di bambini prima di nascere, in Italia sono state oltre 6 (sei) milioni. Alla faccia della “tutela della maternità”, frase che si legge nel preambolo della “194”! I “paletti” – e non ci voleva la sapienza di Salomone per prevederlo! – sono stati fin da subito spazzati via dalla  corruzione dilagante.

La verità è che il più delle volte essi vengono agitati per propaganda o forse per un residuo scrupolo di coscienza specie da parte di chi, dicendosi o credendosi ancora “cattolico” o persona di buona volontà, si rende conto della  pericolosità e iniquità di certe “leggi” che alcune  forze politiche stanno  confezionando in Parlamento, ma, per dovere di scuderia, deve fingere di approvarle stando agli ordini del Partito nel quale ha scelto di cacciarsi. Se poi, con un coagulo di coraggio, magari voterà secondo coscienza, cioè contro gli ordini calatigli dall’alto, allora la sua rischia di essere una voce nel deserto (“vox clamantis in deserto”) o una noce nel sacco che non fa rumore.

È ciò che si ripete in simili circostanze: ricordate le “unioni civili” (11-5-2016) con vari parlamentari “cattolici” dispersi fra gli ex comunisti del Partito Democratico, che fecero un gran chiasso minacciando referendum, fissando “paletti” che – secondo loro – avrebbero messo un limite alle adozioni di bambini da parte di due uomini o due donne, alla “maternità surrogata” (l’“utero in affitto”), al “matrimonio” fra gay etc. etc.? Su tale argomento, fra i miei appunti trovo, ad es., che la senatrice Fattorini, “cattolica” del PD, durante la discussione in aula della “legge”, proponeva “limiti” che, a suo dire, avrebbero frenato i furori della compagna Cirinnà (costei è la signora che a Verona – 8-3-2019 – in un corteo contro la Famiglia naturale sciorinava il cartello blasfemo “Dio, patria, famiglia: che vita de mer...”; è quella che vuole le droghe leggere libere, il “matrimonio egualitario”, l’omogenitorialità e adozioni “per tutti e per tutte” e, ovviamente, l’utero in affitto!) La senatrice “cattolica” sopra nominata, dopo aver fatto tanto chiasso coi suoi “paletti”, ha comunque votato quella “legge” dichiarando a “l’Unità” (12-5-2016):

È un giorno di festa, questo volevamo e questo finalmente possiamo festeggiare”;

e l’anno dopo, sempre sullo stesso quotidiano (6-4-2017):

 “I diritti sono una cosa seria, non vanno solo decantati ma attuati (…). Pensiamo al divorzio e all’aborto. E pensiamo al grande successo ottenuto dal governo Renzi con l’approvazione della legge sulle unioni civili, una legge giusta civile”.

Magari quella “legge” per i “catto-comunisti” sarà stata “giusta e civile” e avrà pure ottenuto “un grande successo” ma su di essa questo fu il giudizio del card. Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana:

“La recente approvazione della legge sulle Unioni civili sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia, anche se si afferma che sono cose diverse: in realtà le differenze sono piccoli espedienti facilmente aggirabili, in attesa del colpo finale, compresa anche la pratica dell’utero in affitto che sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà” (“Avvenire”, 18-5-2016).

Lo stesso giorno su “Il Fatto Quotidiano” un tizio aveva scritto  proposizioni del tipo:

“Le squadre aggressive dei vescovi guidate da Bagnasco” e “Crudele e insensato è anche il frenetico divieto della maternità surrogata [leggi: “utero in affitto”]… Quanto a dire che quel "matrimonio" [fra due uomini o due donne] non è matrimonio”;

dove la parola “squadre” è scelta con ironia malvagia perché fa pensare alle “squadre fasciste”! Ovviamente, io sottoscrivo in pieno le parole del cardinale e delle sue “squadre” ma devo dire che mi dispiace che politici come la suddetta senatrice vengano tranquillamente votati da chi frequenta chiese e oratori: la confusione – a dir poco – è senza limiti.

Considerazioni finali.

Chi, a proposito di “leggi” che contrastano col Diritto naturale, parla di “paletti” e fa le viste di crederne l’efficacia, probabilmente ignora che nelle materie fondamentali, inerenti cioè ai valori “non negoziabili”, come Vita e Famiglia, essi sono inutili e dannosi: inutili, perché durano forse lo spazio di una stagione e vengono travolti alla prima prova; dannosi, perché generano in tante persone  disinformate la illusione e la speranza che con essi si possa neutralizzare o magari ridurre il danno che quelle “leggi” cagionano alla società. Ciò avviene perché chi li propone ignora o finge di ignorare che la filosofia dei presentatori della “legge” è il “relativismo trasgressivo” che cancella la distinzione fondamentale tra il bene e il male; ignora che, forte di quella filosofia, (il card. Ratzinger, 18/4/2005, a riguardo parlò di “dittatura del relativismo”), il Mondo Moderno, attraverso le  massonerie di intellettuali (filosofi e “maestri” di pensiero, professoroni, giornalisti, operatori culturali, editori, cineasti e giullari delle televisioni, politici e tribuni imbonitori del popolo…) muove una guerra senza quartiere al Cristianesimo nella speranza di eliminarlo; in tale guerra usa quasi sempre una “meccanica” o strategia, ormai classica e collaudata, dei “tre passi avanti e uno o due indietro” sì da dare l’illusione agli sprovveduti che coi “paletti” si sia innalzato un argine “invalicabile” al male, anzi si sia ottenuta perfino una vittoria: in realtà si è solo rimandata al giorno dopo la completa sconfitta!

Così – stiamone certi – avverrà anche per l’eutanasia: hanno cominciato con aprire una fessura nella diga (si può essere eliminati solo “a determinate condizioni” assicurano i “15” signori della Consulta…!) e da qui a qualche tempo sarà una falla enorme come puntualmente è accaduto per simili questioni in passato e, già al presente, avviene in alcuni paesi neopagani dell’Europa del Nord, come il Belgio. Del resto questo “Mondo” quando impone il suo “ordine” contro il Diritto Naturale (“Dieci Comandamenti” valevoli per tutti, Ebrei, Cristiani, Mussulmani…), ha una sua “logica” stringente anche se diabolica e perversa: alla dissoluzione e al disordine, prima diffusi a piene mani da quelle stesse “massonerie” e poi confermati dalle “leggi” pensate contro la Famiglia naturale, il Mondo Moderno ha unito in questi 50 anni una propaganda dissennata contro Vita e natalità; in tal modo sono diminuite paurosamente le nascite e sono aumentati progressivamente gli anziani inabili e...costosi; stando così le cose, c’è il fondato sospetto che da qui ad alcuni lustri, l’eutanasia possa diventare una scorciatoia e sarà detta perfino  “necessaria”! All’inizio sarà volontaria, appunto “a determinate condizioni”, come fanno capire i “paletti” di lorsignori, e dopo… In questo “dopo” ci saranno molti ragazzini di oggi diseducati e cellulare-dipendenti, quelli che giorni fa il grande Ministro dell’Istruzione (è il pentastellato che vuole togliere i Crocifissi dalle scuole!) ha incitato a marinare le lezioni per salvare il pianeta. Noi, nati nella “prima metà del secolo scorso” forse non siamo ancora nell’“elenco” e possiamo starcene seduti sulla riva del fiume per vedere come va a finire, per fortuna; ma quei ragazzini, nostri figli e nipoti, loro sì, rischiano di incapparci perfino felici e convinti. Poveretti!

C’è ancora il passaggio della “legge” al Parlamento; tuttavia i fautori dell’eutanasia non faranno nulla a ridosso di elezioni (il 27 ottobre si vota in Umbria) ché la minima mossa favorevole ad essa  regalerebbe al Centro Destra  voti di cattolici, specie a quel Salvini, “cattivo”, che ha detto chiaro: “il suicidio per legge o suicidio di Stato io non lo voto perché la vita è sacra” (La Verità”, 27-9-2019); e poi, qualora riuscissero a vincere, dovrebbero fare i conti con la opposizione di molti medici, giustamente contrari e obiettori di coscienza: “Prima della pronuncia della Corte viene il giuramento di Ippocrate. Per chi svolge la nostra professione, uccidere è impensabile: in molti rifiuterebbero di farlo” (Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma e provincia, da “La Verità, 27-9-2019). Potranno, quindi, fare “un passo indietro” (dopo i “tre avanti”!); ma – tranquilli – prima o poi, aiutata dai soliti giudici onnipotenti, la “legge di morte” sarà approvata e promulgata dal Presidente della Repubblica! 

La Calabria è attraversata da un sistema di faglie in piena attività, che si sviluppa da nord verso sud, dal Massiccio del Pollino, attraversando la Valle del Crati, lo Stretto di Messina, fino a terminare al largo delle coste della Sicilia orientale. Nel passato queste faglie hanno originato i terremoti catastrofici Valle del Crati 1183, Reggio e Messina 1908 (oltre 120.000 morti), Calabria meridionale 1783 (35.000 morti), Calabria centrale 1638 (10.000 morti) e 1905 (557 morti), area cosentina 1835 (circa 100 morti), 1836 (circa 600 morti), 1854 Piane Crati, 115 morti) e 1870 (circa 500 morti). In Calabria si sono concentrati oltre il 50% dei terremoti catastrofici che hanno colpito l’intera penisola italiana dall’anno 1000 ad oggi.

Ogni terremoto o raggruppamento di terremoti (quando i terremoti sono particolarmente concentrati nel tempo e nello spazio si parla di “sciami sismici”) è determinato da una faglia che si sta muovendo. Gli sciami sismici possono esaurirsi dopo pochi giorni, o dopo mesi, o dopo anni. La maggior parte degli sciami si esauriscono gradualmente, ma in alcuni casi possono evolvere con scosse violente, come è accaduto all’Aquila nel 2009 o a Mormanno nel 2012, quando i terremoti vennero preceduti da sciami che durarono oltre un anno. La scienza nel 2019 non è in grado di capire i meccanismi evolutivi di questi sciami. Nemmeno gli scienziati giapponesi e californiani - che sono i massimi esperti al mondo di terremoti – sono in grado di prevedere l’evoluzione dei terremoti o degli sciami sismici e, quindi, l’evoluzione del movimento delle faglie. La scienza sa che, come tutte le faglie attive, anche le faglie della Calabria e si muoveranno in futuro; ma non è in grado di sapere dire quando di preciso queste faglie si muoveranno. Potranno muoversi tra un giorno o tra cento anni, o tra mille anni. È un po’ come quando un cardiologo sa che un suo paziente ha la predisposizione all’infarto: sa che prima o poi l’infarto si manifesterà ma non può sapere quando avverrà – lo scrive in una nota Carlo Tansi.

Abbiamo però un unico grande alleato per non morire di terremoto: la prevenzione. Come insegnano giapponesi e americani, ci si può difendere semplicemente costruendo case capaci di resistere ai terremoti. Un terremoto come quello di Amatrice (magnitudo 6,5) in Giappone o negli Stati Uniti di certo non avrebbe fatto alcun danno né agli edifici né, tanto meno, alle persone. Certamente un terremoto come quello di oggi (magnitudo 4.6) non avrebbero fatto neanche notizia.  Qualche mese fa in California si è verificato un terremoto di magnitudo 7.1, la stessa magnitudo del terremoto che nel 1783 in Calabria centro-meridionale ha mietuto 35.000 morti per intenderci. In California non ha fatto neanche una vittima. Quindi in altre parti del mondo il rischio sismico, grazie alla tecnologia e al rispetto delle norme tecniche per le costruzioni, è stato quasi completamente sconfitto.  La prevenzione del rischio sismico è un tema che deve riguardare sia gli edifici pubblici (scuole, ospedali, ecc.) ed infrastrutture (strade e ferrovie), e sia edifici privati. Gli studi fatti sui terremoti che hanno colpito l’Italia negli ultimi anni, hanno permesso di capire che in Italia il rischio sismico dipende dalle cattive prassi costruttive che rendono eccessivamente vulnerabili le nostre abitazioni anche di fronte a terremoti di magnitudo non elevata. Molti edifici in Calabria sono vulnerabili perché non sono state rispettate le regole dell'arte del costruire.

La scienza – continua Tansi - oggi offre tutti i mezzi per costruire o adeguare le case in grado di resistere ai terremoti, anche molto forti. Oggi migliorare il comportamento delle nostre abitazioni in caso di terremoto è facilissimo: con nuovi interventi, qualsiasi costruzione esistente può essere "adeguata sismicamente", cioè rinforzata con materiali e criteri molto innovativi. Lo Stato ogni anno stanzia attraverso il dipartimento della Protezione Civile nazionale ingenti somme da destinare proprio al miglioramento sismico degli edifici privati ma la Calabria, malgrado l’elevata sismicità, non riesce ad utilizzarle perché la Regione è stata finora sempre molto lenta ed incapace nel controllare le domande dei privati. Solo a titolo di esempio negli anni scorsi è capitato che nell’arco di un triennio a fronte di finanziamenti complessivi di circa 30 milioni di euro destinati ai privati ne siano stati utilizzati circa 500.000 euro, senza sapere poi che fine abbia fatto la parte restante, nella migliore delle ipotesi restituita al mittente a danno dei cittadini. Se sarò eletto una delle mie prime azioni di governo sarà proprio quella di formare un gruppo di esperti capaci di individuare le azioni opportune per mettere a frutto tutte le risorse economiche indirizzate ad abbattere la vulnerabilità sismica degli edifici privati. Altro strumento che lo Stato mette a disposizione per rendere più sicure le loro abitazioni, è il “sisma bonus” promulgato dopo il terremoto di Amatrice. Si tratta di una detrazione fiscale divenuta molto vantaggiosa a partire dal gennaio 2017 - fino all’ 85% - concessa sia ai privati (persone fisiche, imprenditori individuali, professionisti) che alle società per interventi “anti sismici” realizzati su immobili di tipo abitativo (anche seconda casa) o su quelli utilizzati per le attività produttive, situati nelle zone sismiche (come la Calabria). 

Nel mio programma di governo regionale ho indicato come, per ridurre drasticamente il rischio sismico, sia necessario applicare altre pratiche fondamentali, finora trascurate, come il tanto pubblicizzato ma mai applicato “fascicolo del fabbricato”, che consente di verificare il grado di vulnerabilità sismica e quindi di censire il livello di vulnerabilità sismica e di sicurezza di ogni edificio, pubblico e privato, mediante l’ausilio di liberi professionisti, come ingegneri, architetti, geologi, geometri. Rendendo obbligatorio il “fascicolo del fabbricato” sarà possibile ottenere un quadro complessivo su tutta la Regione del livello di sicurezza degli edifici pubblici, come le scuole in cui i nostri figli trascorrono molte ore della giornata e gli ospedali, ed anche degli edifici privati, che consenta di intervenire in modo programmato – con lo stanziamento di risorse adeguate – per l’adeguamento sismico degli edifici con una conseguente drastica riduzione del rischio da terremoto. Dovrà essere anche verificato il grado di stabilità di opere pubbliche come i ponti e i viadotti ricadenti nel territorio calabrese che, a causa della assenza di manutenzione e di mancata programmazione politica rappresentano una grave minaccia per la sicurezza pubblica. Inoltre, prevedo poi di istituire uno sportello regionale per i cittadini, con sedi dislocate nei capoluoghi di provincia, per fornire assistenza ai cittadini privati sulla prevenzione dal rischio sismico, sia in relazione ai suddetti finanziamenti a fondo perduto e sia per sfruttare al meglio gli incentivi fiscali del “sisma-bonus”.

Percorrendo - conclude Tansi - queste buone pratiche, che avevo avviato con decisione quando ero alla guida della Protezione Civile della Regione Calabria prima che le lobby di potere mi facessero fuori, la paura per il terremoto sarà solo un lontano ricordo.

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