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Domenica, 02 Giugno 2024

San Giorgio 2013 il simulacro dinanzi al Duomo

 

Preghiera e fede, grande emozione e commozione, hanno caratterizzato la festa 2013 in onore del patrono san Giorgio. Non è retorica, ma realtà dei fatti. Oltre ai tradizionali momenti di preghiera e di catechesi nella chiesa Anime Sante del Purgatorio, le processioni svolte nei tre giorni di festa, hanno avuto tanti altri momenti forti, segnati da lacrime di commozione da parte di molti partecipanti.

Nella serata del venerdì, in corso Mazzini si sono avute tre soste per pregare in suffragio dei defunti, per onorare la Vergine Immacolata – alla quale ogni 8 dicembre viene affidata dal sindaco l’intera città di Ragusa – e, davanti alla chiesa di S. Lucia, un’altra sosta per chiedere al Patrono il suo aiuto e la sua protezione. Poi la celebrazione dei Vespri in Cattedrale, gremita da tantissimi fedeli. La serata si è conclusa con la gioiosa e trionfante accoglienza nella chiesa dell’Ecce Homo; è stato il momento principale di quest’anno nonché più commovente e più bello, accompagnato da una comune preghiera, raccolta e silenziosa, rivolta al santo Patrono. “L’accoglienza di san Giorgio nel 2011 in Cattedrale – viene spiegato da un parrocchiano dell’Ecce Homo- è stata un gioioso evento di popolo che non ha risparmiato le lacrime e le emozioni di tanti ragusani della parte alta della città devoti del giovane martire. Anziani, ammalati e negozianti del nostro quartiere, ma anche dell’intera città, non possono raggiungere il Duomo a Ibla per onorare il santo Cavaliere; la chiesa dell’Ecce Homo, grande, spaziosa e senza barriere architettoniche, permette a queste persone la possibilità di onorarlo”.

Tutto ciò si è rivelato in maniera sorprendente. Nella giornata di sabato, infatti, la chiesa degli ‘Acciumari’ è stata protagonista di un continuo pellegrinaggio, di tanta gente fra cui, appunto, i destinatari di tale iniziativa: anziani, malati e portatori di handicap che, fra preghiere e alcune lacrime rivolte al santo, ringraziavano i sacerdoti e gli organizzatori per questa bella permanenza del santo Patrono all’Ecce Homo. Anche i bambini, oltre un centinaio, dell’Istituto Giovanni Pascoli hanno onorato il giovane santo con le loro semplici preghiere, poesie e i loro originali lavoretti; in tale occasione, ad aiutarli a riflettere e pregare, è stato il prof. Paolo Antoci che si è soffermato sul simbolismo dell’iconografia di san Giorgio, facendone una lettura morale e spirituale. Il momento clou è stato poi il pomeriggio: all’ultima celebrazione eucaristica, con una chiesa gremita di fedeli, è seguita la solenne e gioiosa processione per le vie dei territori parrocchiali dell’Ecce Homo e di Maria Ausiliatrice. All’uscita della chiesa dei Padri Salesiani, non è mancato un gesto simbolico da parte dei portatori: alzare con le braccia tese in alto il venerato simulacro rivolto verso lo Stemma della Città di Ragusa e verso la via Maestra (corso Italia); si è trattato forse di un riconoscimento de facto e de jure di san Giorgio a Patrono della città di Ragusa e non solo del quartiere di Ibla; infatti, quest’anno ricorre il 370esimo anniversario di tale proclamazione di san Giorgio, atto ufficiale riconosciuto il 10 maggio 1643 e mai revocato. Durante il percorso della processione, non sono mancati altri momenti di preghiera e di silenzio; brividi di commozione per i presenti quando la statua del santo Patrono è stata fatta fermare davanti a un’abitazione di un infermo, ormai immobile nel letto, una sosta che ha dato conforto all’ammalato e speranza ai familiari che lo assistono. Altra sosta nuovamente in corso Mazzini per un altro momento davanti alla statua della Vergine di Lourdes e una preghiera per i sofferenti della città di Ragusa; orazione recitata dai fedeli che ha creato un coro unanime di oranti.

Si conclude con domenica 26: grande partecipazione alle celebrazioni eucaristiche della giornata e alla solenne processione che si è snodata per le vie del quartiere barocco. La partecipazione del comitato e della banda di Malta, del comitato di Piana degli Albanesi e dei devoti di Modica ha arricchito la festa accomunandone la tradizione e la fede. Tradizionale appuntamento è stata la sosta nella chiesa del Purgatorio con il solenne canto dei Vespri. La festa si è conclusa con il fantastico rientro del venerato simulacro del Patrono preceduto dalla recita in piazza del Simbolo Apostolico (il Credo che si recita a Messa), in quanto si è nell’Anno della Fede, e con il canto del Te Deum in Chiesa Madre; al termine di questo momento conclusivo dei festeggiamenti, il parroco don Pietro Floridia, ha saputo dare parole di speranza e di coraggio a tutti i fedeli, nonostante che “quel drago che vediamo sotto i piedi di san Giorgio – ha affermato il parroco – fa di tutto per mettersi contro alla nostra fede e alla nostra devozione al santo; ma – conclude don Floridia – Cristo, san Giorgio, la Chiesa e tutti noi che abbiamo fede, riusciamo sempre a vincere questo nemico infernale, vedendone i bei frutti”.

La festività patronale di San Giorgio, come si sa, è caratterizzata da numerosi momenti di folklore e spettacolo, ma non mancano i momenti di raccoglimento e di profonda fede; quest’anno sono stati sotto gli occhi di tutti e ci auguriamo che abbiano toccato anche il cuore di tutti.

 

 

Il parroco don Pietro Floridia

Il comitato dei festeggiamenti

La comunità parrocchiale

San Giorgio 2013 i portatori di Ragusa e Malta

 

Tradizione. E innovazione. Senza dimenticare le difficoltà dovute ad una crisi economica che non lascia scampo. I solenni festeggiamenti in onore del glorioso Patrono di San Giorgio a Ragusa non hanno tradito le attese con l’introduzione di elementi differenti rispetti al passato e con decine di migliaia di fedeli e di ferventi sostenitori del santo martire che non hanno voluto mancare all’appuntamento clou delle celebrazioni. Domenica 26 maggio sera il quartiere barocco di Ibla è stato invaso da moltissime persone. Secondo le stime degli organizzatori, circa quarantamila le presenze fatte registrare negli ultimi tre giorni. In molti, dapprima hanno assistito alla solenne funzione presieduta dal vescovo di Ragusa, mons. Paolo Urso, alla presenza delle autorità civili e religiose, con il gemellaggio tra i portatori ragusani e dell’associazione di Malta, alla presenza dei portatori di San Giorgio a Modica, mentre, subito dopo, l’uscita dal Duomo del simulacro del santo martire e dell’Arca Santa è stata salutata da una vera e propria ovazione.

San Giorgio 2013 l'uscita dal Duomo

 

E’ stato, quindi, il momento dei “botti” d’apertura della solenne processione che hanno trasmesso il segnale di festa all’intera città. La processione è stata avviata dai rappresentanti delle confraternite di Ibla con le vesti d’ordinanza, a seguire il parroco del Duomo, don Pietro Floridia, e quindi i vertici locali delle autorità civili e militari. Più volte, durante la processione, intonato dai portatori, con indosso le classiche magliette bianco e rosse che riprendono i colori caratteristici associati alla festa di San Giorgio, è risuonato il grido “Truonu viva”, l’enunciazione tesa ad esaltare le qualità del santo cavaliere. Il momento è stato reso più suggestivo dalla sfilata del complesso bandistico “San Giorgio” e del complesso bandistico “Società socio musicale Anici band” di Hal Qorm (Malta). Tra i momenti più suggestivi della processione di ieri sera, la sosta alla chiesa Anime sante del Purgatorio, caratterizzata dalla recita dei Vespri, alla presenza del parroco della chiesa di piazza della Repubblica Gino Scrofani. Lungo tutto il tracciato della processione, numerosi i fedeli che, dai balconi delle proprie abitazioni, hanno omaggiato il santo martire, come da tradizione che si perde nei tempi, con il lancio di petali di rosa.

San Giorgio 2013 i fuochi d'artificio all'uscita

“Nonostante i momenti critici a livello economico di cui tutti sappiamo – affermano i componenti dell’associazione San Giorgio martire – siamo riusciti comunque ad allestire un calendario di iniziative ricco di eventi e culminato in tre giorni, da venerdì a ieri, che hanno fatto rivivere i fasti di un tempo della tradizione celebrativa dedicata al santo cavaliere. Dobbiamo ringraziare tutti coloro che, come ogni anno, ci forniscono una piena collaborazione perché credono profondamente nel nostro progetto di far rivivere le tradizioni di un culto che affonda le radici nella notte dei tempi. Le migliaia di presenze di fedeli e la soddisfazione espressa dagli stessi rispetto alle numerose iniziative avviate ci confortano sul fatto che occorre proseguire in questo modo. Siamo consapevoli che quella che abbiamo intrapreso è senz’altro la strada giusta”.

San Giorgio 2013 la processione

melodica 2

 

Applausi a scena aperta e l’immancabile richiesta di bis per il concerto di sabato 25 maggio sera “Suoni da Londra” all’interno della stagione concertistica internazionale “Melodica” giunta alla sua 18esima edizione. Come di consueto nel gremito auditorium della Camera di Commercio, la rassegna ha proposto un’esibizione di grande prestigio grazie alla presenza dell’orchestra “I Maestri” di Londra, diretti da Gabriel Drossart. Ma il concerto ha visto anche due importanti presenze. Si sono infatti esibiti, in qualità di solisti, anche il violinista George Hlawiczka e la pianista Laura Nocchiero, tra l’altro direttrice artistica della stagione “Melodica”, che ha così voluto omaggiare il pubblico con la sua interpretazione. Presentata dalla giornalista Rossella Schembri e con l’impeccabile guida all’ascolto curata dal maestro Dario Adamo, la serata ha visto la particolarissima esibizione dell’orchestra “I Maestri” nella “Serenata in mi minore opera 20” di Edward Elgar, una suggestiva opera che ha permesso di evidenziare la bravura tecnica di ciascuno dei componenti della formazione d’archi e la capacità di reciproco dialogo musicale. La seconda fase del concerto ha visto un omaggio ad Astor Piazzolla con “Las 4 Estaciones Portenas”, ovvero una composizione decisamente particolare che ha visto Piazzolla ispirarsi alle quattro stagioni di Vivaldi, dimostrando di essere un grande compositore anche in questo ambito e dunque non solo nel tango. E a dialogare con l’orchestra c’era il violinista George Hlawiczka. L’esecuzione del bravissimo solista ha colpito i presenti per la sua bravura e per l’eccezionale musicalità che è venuta fuori nella lettura delle varie partiture. Hlawiczka è, in verità, il direttore stabile dell’orchestra sinfonica “I Maestri” ma in questa occasione è stato dato spazio, nella direzione della formazione, al maestro Gabriel Drossart. Lui è parigino ma ormai da tempo si è avvicinato all’orchestra sinfonica londinese che sviluppa un percorso musicale che permette ai giovani direttori d’orchestra di potersi cimentare sul campo nelle loro performance. L’ultima parte del concerto, prima del richiestissimo bis, ha visto l’intervento al pianoforte di Laura Nocchiero che, sempre accompagnata dall’orchestra, ha eseguito il “Concerto in re minore Bwv 1052 per clavicembalo e orchestra” di Johann Sebastian Bach. Un vero e proprio regalo che la pianista ha voluto fare al pubblico di Melodica, dimostrando, come ormai di consueto, tutta la sua bravura nell’esecuzione dei vari movimenti previsti dal concerto, allegro-adagio-allegro. La Nocchiero ha dato prova di grande capacità, le stesse che l’hanno portata a suonare in vari concerti in giro per il mondo. Quello di ieri sera era il penultimo appuntamento di Melodica. La stagione concertistica si chiuderà infatti il prossimo 8 giugno, sempre alla Camera di Commercio, con il concerto al pianoforte di Josè Luis Juri che dall’Argentina proporrà una serie di brani “Dall’Europa al Sudamerica”.

Addolorata 2013 il comitato

 

La città di Comiso ha abbracciato Maria Santissima Addolorata. Dimostrando che la devozione e l’affetto non conoscono confini. Ieri pomeriggio sono tornate a manifestarsi nel contesto di un rito di grande valenza e suggestione per l’intera comunità di Comiso. Dopo la solenne celebrazione eucaristica, il fercolo che ospita il settecentesco simulacro della Madonna, messo in rilievo dal magnifico baldacchino dorato, si è mosso lungo la navata centrale della Chiesa Madre sino all’uscita sul sagrato salutata da grida di giubilo. Da qui il baldacchino è andato avanti lungo il proprio percorso, tra due ali di folla, sostenuto dai portatori che hanno espresso la propria devozione gridando a ripetizione “Viva Maria Addolorata”. Il simulacro ha poi raggiunto piazza Fonte Diana, stracolma di fedeli, dove il coro di voci bianche ha cantato l’inno composto da monsignor Francesco Rimmaudo e musicato dal maestro Alfio Pulvirenti nel 1910, lo stesso inno che esalta l’accorato “Salve alla Madre” di tutti i devoti presenti. Gli studenti della scuola primaria, posizionati sul palco, hanno poi salutato il simulacro dell’Addolorata con un lancio di palloncini bianchi e azzurri a cui è seguito il tradizionale sventolio dei fazzoletti bianchi. Subito dopo, lo scoppio di una pioggia di quadratini di carta colorati, che sono calati come una pioggia sui fedeli in attesa, ha dato il via alla lunga processione che ha interessato le vie principali della città. L’arciprete parroco don Antonio Baionetta, il vicario parrocchiale Giovanni Meli, il vicepresidente del comitato, Nuccio Strada, assieme agli altri componenti, il sindaco Giuseppe Alfano, assieme alle altre autorità religiose, civili e militari, hanno preceduto il passaggio del fercolo che è stato salutato con estremo fervore dagli stessi cittadini che hanno così rinnovato il proprio patto di devozione nei confronti dell’Addolorata.

Addolorata 2013 i portatori

 

I fiori innumerevoli che sono piovuti da tutti i balconi, l’agitare dei bianchi fazzoletti dei bambini dell’inno, lo scampanio, il tuonare delle bombe, assieme all’esecuzione della storica marcetta delle bande musicali e ai “Viva Maria Addolorata” entusiastici con cui è stato accolto il bel simulacro, soprattutto nel suo primo apparire, tra i fedeli in piazza, hanno avuto una evidenza straordinaria, fornendo a chi assiste una sensazione di grande entusiasmo. In serata, poi, dopo il completamento del percorso, il simulacro è ritornato in piazza per restituirsi in chiesa subissato da moltitudini di “Viva Maria Addolorata”. La festa è stata chiusa dal momento suggestivo di preghiera “Ritorno al Golgota” e dal grandioso spettacolo pirotecnico eseguito dalla ditta “Zio Piro” di Gianni Vaccalluzzo. L’ottavario della festa si terrà da oggi, lunedì 27 maggio, sino al 2 giugno. Le celebrazioni eucaristiche saranno presiedute dai sacerdoti che nel tempo si sono succeduti nella parrocchia. La Madonna sarà riposta nel suo altare il 9 giugno al termine della celebrazione eucaristica delle 19.

Addolorata 2013 la folla di fedeli in piazza durante il canto dell'inno

La conferenza dell'Associazione nazionale carabinieri

 

Per fermare la violenza sulle donne non bastano gli strumenti repressivi. L’emergenza è ogni anno più estesa, 124 le donne ferocemente uccise nel 2012 per un fenomeno che si connota sempre più come violenza fisica (i casi infatti sono aumentati dal 18% al 22%). Ma non è tutto. La violenza psicologica, le minacce e la violenza economica sono altri comportamenti connessi. Occorre fare sistema e rinsaldare quella rete costituita da enti e organi competenti in grado di stare a fianco delle donne per non lasciarle sole in questa strage. Obiettivo primario è operare in modo efficace per un cambiamento culturale radicale sui temi della differenza di genere, a cominciare dalle scuole dove è necessario insegnare il rispetto dell’altro, soprattutto se più debole.

Questi soltanto alcuni degli spunti emersi dalla conferenza “Basta violenza sulle donne”, tenutasi ieri sera alla Scuola dello sport, promossa dal Nucleo di volontariato dell’associazione nazionale carabinieri di Ragusa in collaborazione con l’associazione “Nuova Vita”, con “La Nereide” e con l’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute ed il Centro servizi volontariato etneo.

Numerosi e autorevoli gli intervenuti: il comandante provinciale dei carabinieri di Ragusa tenente colonnello Salvatore Gagliano, il questore di Ragusa Giuseppe Gammino, il procuratore della Repubblica Carmelo Petralia, il sostituto procuratore Monica Monego ed ancora Antonio Virzì, direttore dell’Uoc di Psichiatria a Ragusa e Vittoria; il penalista Gianluca Gulino; Adriana Prazio, presidente del Centro antiviolenza antistalking; don Giorgio Occhipinti, direttore della Pastorale della salute.

“Obiettivo del confronto approfondire la problematica da molteplici punti di vista – spiega il presidente dell’associazione nazionale carabinieri di Ragusa, Enzo Santo Buccheri – in modo tale da incentivare la sinergia fra i diversi attori coinvolti, dalle forze dell’ordine ai rappresentanti dell’Autorità giudiziaria ma anche dai responsabili dei centri antiviolenza agli psichiatri. Importante anche il ruolo di numerosi presidi sociali come la Pastorale per la salute che da tempo affronta tematiche di questo tipo”.

“Il nostro ruolo è significativo se si riesce ad incidere – sottolinea don Giorgio Occhipinti, a cui è stata fatta una gradita sorpresa, con l’attribuzione della tessera di socio dell’Anc – nell’ambito della prevenzione della violenza. Noi possiamo fornire un utile punto di riferimento a persone che inequivocabilmente portano dentro un esteso disagio interiore, sia se vittime che se aggressori. La Chiesa deve aprirsi alla società in modo sempre più diretto – conclude citando Papa Francesco – andando incontro alla gente e affrontando i sempre più rilevanti problemi sociali”.

E proprio ad una politica integrata di prevenzione fanno riferimento gli interventi del questore Gammino e del colonnello Gagliano. “Noi delle forze dell’ordine affrontiamo il problema quando il reato si è già compiuto – spiega il questore –. Quasi sempre veniamo avvisati da una telefonata anonima e ci precipitiamo in un contesto in cui nessuno intende collaborare, neanche la vittima. In questi frangenti c’è poco da fare per risolvere il problema. Si può segnalare il fatto ma l’atto violento non è mai isolato. Dietro si cela un quadro di costante e continua vessazione che spesso non finisce neanche con la chiusura del rapporto ma si protrae anche dopo, spesso con un atteggiamento persecutorio (stalking). Si tratta di casi che si manifestano solo in casa, restando sconosciuti al mondo esterno (amici, parenti e colleghi)”. “Difficile debellare un fenomeno quando ormai giunge alla nostra attenzione – aggiunge il colonnello Gagliano –. Per questo mi preme porre l’attenzione sulla prevenzione e sulla vigilanza continua del sistema famiglia da parte della scuola, della Chiesa e di tutte le altre forme di aggregazione sociale che possono intercettare ogni piccolo segnale di malessere. La famiglia deve tornare a rappresentare un punto di riferimento sicuro per la società”.

 

 

 

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