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Domenica, 10 Novembre 2024

Magnetico, non si può descrivere diversamente Tano Grasso docente di Storia e dinamiche della mafia all’università Magna Grecia di Catanzaro nonché presidente della federazione nazionale antiracket. Sabato mattina con il suo carisma ha letteralmente catturato gli studenti che lo hanno tampinato anche nei dieci minuti di pausa, che tale alla fine non è stata, che avrebbe voluto fare durante la lezione che ha tenuto presso i locali dell’istituto Trasporti e logistica Mario Ciliberto di Crotone. I saluti sono stati portati dalla professoressa di Diritto Giuseppina Conci che con il suo impegno ha reso possibile l’evento, inoltre ha fatto le veci del dirigente Scolastico Girolamo Arcuri impegnato a Catanzaro, con una nutrita delegazione di studenti, alla manifestazione svoltasi a favore e sostegno del Procuratore antimafia Nicola Gratteri.

“Sconfiggere la mafia si può” è chiaro il messaggio mandato dal carismatico professore che ha richiamato e ribadito il tema della giornata. La chiarezza e la sicurezza di quello che può succedere sono state la chiavi per fare breccia nella teste degli studenti che da questo convegno escono più arricchiti e più convinti che il male che affligge la società contemporanea non è invincibile, tutt’altro.

Grasso ha portato l’esempio di quanto successo nella sua città, Capo d’Orlando (in provincia di Messina), dove il racket è stato debellato. Come? Restando uniti. Da solo nessuno ha la forza di fronteggiare la criminalità organizzata, ma l’unione fa la forza. Un gruppo di commerciati una volta taglieggiati si è unito ed insieme hanno portato avanti una battaglia difficile che con l’aiuto delle forze dell’ordine hanno vinto. Un’isola felice Capo d’Orlando, un esempio da seguire.

“È possibile, non è facile, ma è possibile” è su questo che Grasso ha battuto, ha insistito con gli studenti, è possibile battere la mafia ed ha esortato ad unirsi, a crederci e non sentirsi sconfitti in partenza. Ha voluto anche ricordare la vicinanza dello Stato a chi subisce danni con atti intimidatori, verso chi denuncia e chi collabora. Non bisogna sentirsi soli, solo così si può uscire vincitori da una partita difficile contro un avversario forte che vuole invece dividere per disperdere le forze e intimorire.

Una lezione di vita, anche per come è stata svolta, ha interagito con gli studenti ha voluto conoscere i nomi, non si è esentato del fare battute sui telefonini, sulla sua calvizie e di utilizzare termini siciliani anche forti quando è stato necessario per corroborare i concetti.

Ha poi risposto ad una serie interminabile di domande poste da una platea particolarmente attenta e partecipe che ha dimostrato di avere tanta voglia di conoscere, lottare e voler cambiare le cose.

 

 

 

 

Bel successo per lo spettacolo in vernacolo cosentino Come si rapina una bancadi SamyFayad, regia di Alessandro Chiappetta portato in scena dalla Compagnia Quinta Scenica di Castrolibero (Cosenza) nell’ambito della rassegna Vacantiandu 2019.2020 con la direzione artistica diDiego Ruiz e Nico Morelli e la direzione amministrativa di Walter Vasta.

L’adattamento scenico di Alessandro Chiappetta, preservando l’impianto del testo originale, ci restituisce una commedia divertente e surreale attraversata da quella vaga indolenza che caratterizza il dialetto cosentino.

La scenografia “mutante”, ideata da Aldo Curcio, ricrea visivamente l’indigenza della famiglia Capece protagonista della pièce per poi trasformarsi, nel secondo atto, nell’elegante e funzionale ufficio del direttore di una banca. Così, nel primo atto, l’aspetto “sgarrupato” di quell’unico ambiente che funge da cucina e da camera da letto, con le “reste” d’aglio e le collane di peperoncino appese alla parete, rivela una forte matrice identitaria. E sono la miseria vera e la fame eterna i temi centrali della commedia attorno a cui si innestano gli altri bisogni che il capofamiglia Agostino, su suggerimento del figlio, cerca di soddisfare organizzando una rapina in banca.

L’andamento narrativo segue un ritmo quotidiano e facilmente riconoscibile. Regina (una bravaDaniela Aragona) è la moglie/madre della tradizione che deve badare alla casa e alla famiglia. Il padreAgostino (un convincenteAlessandro Chiappetta) è il prototipo del maschio medio con i suoi piccoli orgogli, le sue debolezze e i sogni mai realizzati. Nullafacente, in qualche modo ha ceduto lo scettro del capofamiglia al figlioTonino (ben caratterizzato da Fabio Contino)il quale deve procacciare il cibo per tutti mentre la figliaGiuliana (una vivace Alessandra Bianchi), incinta, è in “trattative” col padre del bambino nella speranza di un futuro miglioree il nonnoGaspare (unarzillo e burberoAldo Curcio) è il patriarca senza più potere. Una famiglia sui generis, divisa tra tradizione e modernità nella quale si insinua l’inconsolabile vedova Altavilla,una gattaravociante e svitataben interpretata da Maddalena Molinaro, premio FITA Bronzi di Riace 2019 come Miglior attrice caratterista. L’ultimo atto introduce il direttore di banca,un distinto signore di mezza età (ottimamente reso da Fulvio Stoja) che si rivelerà poi esserel’uomo della provvidenza, il personaggio chiaveche risolverà l’intera vicenda. Accanto a lui un vecchio cameriere un po’ svagato a cui Nino Muoio conferisce un tocco cabarettistico. 

La commediatutta giocata, in apparenza, sulla corda della leggerezzasecondo i canoni classici della comicità popolare, mostra poi un inaspettato spessore attraverso una serie di rimandi incrociati a tematiche quali la famiglia, l’amore, la maternità, la vecchiaia ma anche il legittimo desiderio di benessere e la ricerca della felicità.

Nata nel 2013 a Castrolibero, la Compagnia Quinta Scenica annovera nel proprio repertorio spettacoli appartenenti alla tradizione teatrale italiana e a quella popolare cosentina. Tra gli autori rappresentati Pirandello, Goldoni, Erba, Feydeau e Wilde. Dal 2015 organizza la rassegna “MaMa Teatro” che si svolge ogni estate all’anfiteatro di Marano Marchesato (Cosenza).Ha ottenuto molte nomination nelle edizioni 2015/2016/2017/2018 del Premio FITA Bronzi di Riace vincendo per due volte il Premio Miglior attrice protagonista a Maria Morabito nel 2015 per lo spettacolo “Gli Innamorati” di Goldoni  e a Tiziana Migliano nel 2018 per “Margarita e il Gallo” di Edoardo Erba. Nel 2015, lo spettacolo Gli Innamorati ha vinto anche il Premio Ausonia comeMiglior attrice protagonista (Maria Morabito) e Miglior attrice caratterista (Emanuela Gaudio).

Al termine dello spettacolo il consueto omaggio della tradizionale maschera, simbolo della rassegna Vacantiandu, ideata dal graphic designer Alessandro Cavaliere e realizzata dal maestro Raffaele Fresca, che il direttore artistico Nico Morelli e il direttore amministrativo Walter Vasta hanno consegnato adAlessandro Chiappetta.

 

Il terzo appuntamento con la V edizione del Gran Premio Teatro Amatoriale Italiano ha portato in scena, al Teatro Comunale Grandinetti di Lamezia Terme la Compagnia C’era l’Acca di Bellinzago Novarese (Piemonte) con lo spettacolo I ragazzi irresistibili di Neil Simon, regia di Toni Mazzara.

La manifestazione, organizzata a livello nazionale dalla Federazione Italiana Teatro Amatori (FITA) e ospitata per la prima volta in Calabria, è inserita nella rassegna teatrale Vacantiandu 2019/2020 con la direzione artistica di Diego Ruiz e Nico Morelli e la direzione amministrativa di Walter Vasta.

Lo spettacolodella compagnia piemontese ha offerto al pubblico una lettura molto fedele al testo originale. Tuttavia, la regia di Mazzara ha avuto la capacità di inserire non soltanto la travolgente comicità delle battute, ma anche una sottile arguzia psicologica, egregiamente sostenuta da tutti gli interpreti nell’equilibrio tra risate e malinconia.

Nella commedia, i due protagonisti Willie e Al sono dei vecchi comici un tempo molto famosi che vengono convinti dal nipote di Willie, Ben, a riproporre un loro vecchio sketch. Willie, interpretato da un brillante e intemperante Filippo Spatola è cialtrone, smemorato, cinico e strafottente. Vive da solo in una stanza arredata,con vecchie foto attaccate alle pareti che diventano supporto necessario per richiamare alla memoria il sapore del tempo perduto. Al, nell’ottima interpretazione di Roberto Boggio, è evanescente, svagato, schizzinoso e ordinato. Due personalità e due caratteri in antitesi che lasciano affiorare tensioni inespresse e vecchi rancori mai sopiti. Il dialogo è spumeggiante, le battute intelligenti e spiritose ma c’è anche un sottofondo velato di profonda amarezza che si traduce, nel finale, in un affetto pudico mai dichiarato quando per entrambi si prepara il viaggio finale nel pianeta della vecchiaia.

Sul palco anche un bravo Marco Bolazzi nel ruolo di Ben, inarrestabile nelle sue continue entrate e uscite, Erica Verzottiche interpretaMiss Golden, infermiera esuberante e sexy a cui fa da perfetto contraltare la professionalità diOdessa O’Neill ben delineata da Dilva Rossi e la voce fuori campo di Gino Cinotti.

Lo spettacolo rivela un meccanismo scenico ben congegnato nei tempi e nei ritmi e propone anche una riflessione sul teatro e sul mestiere dell’attore dove i “due ragazzi irresistibili”, quasi specchiandosi l’uno nell’altro si raccontano e raccontano le loro memorie da palcoscenico tra perfidia e tenerezza con ricordi, aneddoti, personaggi ricorrenti, pettegolezzi e rivelazioni.

La Compagnia C’era l’AccadiBellinzago Novarese con I ragazzi irresistibili rappresenta il Piemonte, terza tra le 14 regioni italiane selezionate a partecipare alla 5° edizione del Gran Premio del Teatro Amatoriale Italiano.

Nata nel 2008 come specializzazione della precedente associazione “c'era l'acca” fondata nel 1998

da Tazio Brusa (scomparso prematuramente nel 2005), è riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali Italiano e lavora essenzialmente alla creazione, promozione e diffusione del teatro popolare, del teatro di strada e della commedia dell’arte.La ricerca artistica della compagnia teatrale è indirizzata principalmente al teatro comico, in tutte le sueforme. In repertorio 26 spettacoli teatrali di vario genere presentati in diversi festival sia in Italia sia in Europa (Festival di Avignone, Festival de la Sorgue, Festival Font Arts di Pernes, Festival di Aurillac). Tra le sue attività annovera anche l’organizzazione e la realizzazione di eventi, manifestazioni, festival e spettacoli teatrali, laboratori eworkshop, consulenze e collaborazioni artistiche, interventi sociali, culturali ed educativi.

Lo spettacolo è stato valutato da una giuria composta da sette giurati con competenze specifiche a diverso titolo nel settore i quali,nel Gran Galà finale del 29 marzo 2020, assegneranno 8 premi: Miglior spettacolo, Miglior attore/attrice protagonista, Miglior attore/attrice non protagonista, Miglior allestimento, Miglior testo e Miglior regia.

Al termine della rappresentazione, il consueto omaggio della tradizionale maschera, simbolo della rassegna Vacantiandu, ideata dal graphic designer Alessandro Cavaliere e realizzata dal maestro Raffaele Fresca, che il direttore artistico Nico Morelli e il direttore amministrativo Walter Vasta hanno consegnato alla compagnia.

 

Poesia, improvvisazione, intensità melodica ma anche esplorazione di tradizioni musicali vicine e lontane, antiche e moderne. “In maggiore”, il concerto di Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura, andato in scena ieri sera al Teatro Comunale di Catanzaro con una esclusiva regionale inserita nel cartellone della stagione catanzarese di AMA Calabria, diretta da Francescantonio Pollice, è stato un dialogo, raffinato ed intimo.

Avvolti da un “morbido” gioco di luci, Paolo Fresu, alla tromba e al flicorno, e Daniele di Bonaventura, al bandoneon, hanno dato vita ad un momento magico, grazie alla loro riconosciuta tecnica musicale e a una impeccabile scelta dei brani, determinando un viaggio intorno alle musiche del mondo.

In collaborazione con CIDIM, Comitato Nazionale Italiano Musica, il concerto rientra fra gli eventi promossi dall’Associazione con il sostegno del Fondo Unico dello Spettacolo del MiBACT, Direzione Generale dello Spettacolo, con il cofinanziamento della Regione Calabria, Assessorato alla Cultura. Una serata vissuta intensamente dal numeroso pubblico intervenuto, che ha premiato la scelta del direttore artistico Pollice di ampliare le proposte dell’attuale stagione in corso partita con il botto. 

Un’affinità palpabile, quella tra i due musicisti, che ha reso possibile una conversazione tra strumenti così insoliti, il bandoneon e la tromba, e concettualmente molto distanti tra loro ma capaci di spaziare all’interno di un repertorio molto vasto, da Sergio Ortega a Bach, arrivando fino in Uruguay con “Se va la murga” di Jaime Roos ed offrendo delle sonorità apprezzabili e comprensibili anche da un pubblico meno esperto. 

Brani rivisitati come “O que sarà/ El pueblo unido, jamás será vencido” e “Non ti scordar di me” hanno, infatti, acquistato una nuova personalità attraverso una reinterpretazione soggettiva ed una chiave di lettura riconoscibile e rintracciabile in tutti i pezzi eseguiti. E se la musica non è altro che uno strumento per affermare il proprio essere è nella musica, così come nella vita, che si assiste a processi di apprendimento e di sviluppo che, come sottolinea lo stesso Fresu, non sono diversi da quelli più intimi dell’indole umana. 

Così, sul palco del Teatro Comunale è andata in scena la grande musicalità di un artista come Daniele Di Bonaventura nel suo brano “Da capo cadenza” che ha aperto il concerto e il nostalgico rimpianto espresso nelle note delle già citate “O que sarà” del brasiliano Chico Buarque suonata in un medley con “El pueblo unido, jamás será vencido” di Sergio Ortega.

Paolo Fresu non si è limitato a suonare: ha raccontato dei suoi progetti con Di Bonaventura, ha parlato dei brani eseguiti ed è sceso in platea con in braccio il suo strumento per eseguire “Calmo” composta per un film di Ferdinando Vicentini Orgnani. Non è mancata la melodia italiana con “Non ti scordar di me”, la seducente e sofisticata “Un vestido y un amor” e ancora “My one and only love” dall’atmosfera intima. “S’inguldo” dello stesso Fresu e “Laude Novella”, tratta dal Laudario di Cortona, chiudono il concerto non prima di un ritorno alle origini del bandoneon di Di Bonaventura con un Tango. 

Il lungo applauso del pubblico in sala chiede al duo un bis che viene concesso con l’appassionata “Te recuerdo Amanda”, di Jara Victor accolta da una standing ovation alla quale i due artisti hanno risposto con il “Minuetto” di Bach, che ha suggellato una serata magica.

Gli appuntamenti previsti nel cartellone catanzarese continueranno il 14 dicembre con “La musica è pericolosa” ed il premio Oscar Nicola Piovani in un’originale spettacolo che ripercorre le sue più belle composizioni per il cinema e il teatro in una performance multimediale in cui suoni e immagini si coniugano per una serata indimenticabile. 

I biglietti per assistere ai prossimi spettacoli potranno essere acquistati presso la biglietteria del Teatro Comunale di Catanzaro, sito su Corso Mazzini, 82, aperto tutti i giorni dalle 17:00 alle 21:00, presso la sede di AMA Calabria sita in Via P. Celli, 23 a Lamezia Terme dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 16: alle 19:00.

Sarà fruibile fino al 3 novembre  la mostra dal titolo “Viaggio trasversale in terra di Calabria e Mediterraneo”, organizzata dall’associazione CulturAttiva in sinergia con lo staff di Antichi Tessitori ed ospitata nei locali dell’Atelier situati a Catanzaro, in via Indipendenza 14.

L’esposizione è stata inaugurata sabato 26 ottobre con la presenza di un folto pubblico e di ospiti d’eccezione ed è composta da una serie di stampe raffiguranti antiche cartografie e antichi abiti popolari di Calabria appartenenti al dott. Nunzio Lacquaniti ed è arricchita da una sezione dedicata ai costumi arbërëshe e da inserti bibliografici a cura del dott. Teodoro Bucchino.

La serata di sabato 26 ottobre è stata una stimolante occasione di dibattito e confronto su temi legati alla cultura e alla storia della terra di Calabria, da sempre terra di accoglienza e caleidoscopico specchio di un Mediterraneo in movimento. Tutti aspetti sui quali si sono soffermati gli esperti e sui quali si è basato il dibattito che ha animato la serata.

Dopo i saluti e gli interventi introduttivi di Angela Rubino, presidente dell’associazione “CulturAttiva” e Luigi Tassone, uno dei soci dell’azienda Antichi Tessitori, che ha anche moderato gli interventi, la parola è passata agli ospiti, che sono stati coinvolti per donare maggiore lustro all’iniziativa e fornire al pubblico degli strumenti conoscitivi per approcciarsi con maggiore consapevolezza alla visione dei documenti, delle stampe e dei costumi in mostra.

Allo storico ed esperto in topografia Mario Saccà il compito di evidenziare l’importanza delle cartografie antiche come strumento di lettura del territorio e anche le modalità e finalità con le quali in passato esse venivano realizzate, abbastanza diverse da quelle attuali e basate principalmente sul controllo del territorio.

Una terra complessa, quella di Calabria, che vede anche la presenza di minoranze etnico-linguistiche da secoli libere di vivere secondo i dettami delle civiltà d’appartenenza. “Tutte caratteristiche che le cartine non evidenziano, perché esse tendono invece ad indicare dei confini marcati e precisi che nulla hanno a che fare con l’anima più autentica di una terra d’accoglienza quale era ed è ancora la Calabria”, come ha specificato Luigi Tassone.

È stata Cettina Mazzei, esperta di storia, cultura e costume arbërëshe ed ambasciatrice di Albania, a fare luce sulla complessità del territorio di Caraffa, in provincia di Catanzaro e delle varie località del centro-sud Italia caratterizzate dalla presenza delle minoranze etnico-linguistiche arbërëshe, nate in seguito all’insediamento di popolazioni balcaniche che nei secoli hanno mantenuto intatti la propria lingua e i propri costumi al punto da essere state definite un vero e proprio “miracolo antropologico”.

Proprio sul costume tipico arbërëshe di Caraffa si è soffermata infine l’esperta, evidenziando come la tipologia del taglio e le simbologie dei ricami rimandino alle civiltà balcaniche.

Ricordiamo che la mostra “Viaggio trasversale in terra di Calabria e Mediterraneo” è fruibile fino al 3 novembre ed è visitabile tutti i giorni, dal lunedì al sabato, dalle ore 8.30 alle ore 18.30 nell’Atelier di Antichi Tessitori a Catanzaro, in via Indipendenza 14.

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