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Il Parlamento belga alza l'allerta al livello massimo

Parlamento belga

A quasi una settimana dagli attentati del 22 marzo, le tessere del mosaico che compone l'universo jihadista che ha attaccato prima Parigi e poi Bruxelles non sono andate ancora al proprio posto. Restano molto dubbi. Tra questi la vera identità dell'uomo con il cappello, il terzo sospetto terrorista che compare nelle foto dell'aeroporto di Zaventem

Ed e' ancora caccia all'uomo con il cappello dell'attentato all'aeroporto di Bruxelles: il reporter Faycal Cheffou è stato rilasciato per "mancanza di prove" anche se resta accusato di "terrorismo". Secondo il suo difensore ha un alibi telefonico, "era a casa sua al momento degli attentati e ha anche ricevuto delle chiamate.

Cheffou si è detto completamente innocente, di essere contro l'Isis e assicura di non aver alcun legame con gli attentatori di Bruxelles. Lo ha detto il suo avvocato, Olivier Martins, spiegando che, dopo l'arresto, ha chiesto agli inquirenti di verificare telefono, impronte, dna, corporatura di Cheffou: "Credo che il riconoscimento del tassista sia all' origine dell'errore giudiziario", ha detto Martins.

Le autorità greche avevano trasmesso a quelle belghe i risultati delle perquisizioni di gennaio 2015 nell'appartamento di Abaaoud ad Atene, grazie alle quali furono ritrovate mappe e disegni dell'aeroporto di Zaventem. Secondo la tv greca Ert, le autorità avevano convenuto con quelle belghe di procedere insieme alle perquisizioni dell'appartamento. Ma la collaborazione è saltata e i belgi hanno chiesto ai greci di procedere da soli.

La Cnn ha pubblicato alcune immagini esclusive che mostrano Salah Abdeslam, l'attentatore di Parigi, che balla in una discoteca a Bruxelles a pochi mesi dagli attentati nella capitale francese e a circa un anno dalla sua cattura. Le immagini mostrano il terrorista insieme al fratello Brahim. I due ballano sulle note del loro rapper preferito Lacrim. Era l'8 febbraio del 2015. Il 13 novembre dello stesso anno Brahim si farà saltare in aria negli attentati nella capitale francese. Salah verrà catturato a fine marzo di quest'anno a Bruxelles. Il video è stato girato da due amici di Salah, che, a condizione di restare anonimi, lo hanno consegnato alla Cnn e hanno raccontato quella serata in discoteca.

La cellula jihadista responsabile degli attacchi di Bruxelles e Parigi stava con ogni probabilità cercando di entrare in possesso d'isotopi radioattivi per creare "bombe sporche" piuttosto che organizzare un attacco a una centrale nucleare. Secondo un esperto che ha parlato alla Tass chiedendo di restare anonimo, i terroristi "stavano spiando il capo della ricerca nucleare belga" proprio per questo. L'idea dell'attentato alla centrale, come riportato da alcuni media, non avrebbe invece senso perché gli impianti di questo tipo, a detta dell'esperto, hanno standard di sicurezza "molto alti". Al contrario, "bombe sporche" esplose nel centro delle città avrebbero causato un "disastro".

I terroristi che hanno agito prima a Parigi e poi a Bruxelles sono passati più volte per l'Italia.

Secondo il quotidiano il Giornale : Le loro scorribande sono state coperte da una rete che almeno in parte potrebbe ancora essere attiva.Non pesci piccoli. Uno è il kamikaze della stazione della metropolitana belga di Maelbeek, Khalid El Bakraoui, che ha dormito in un albergo di Venezia il 23 luglio scorso e poi si è imbarcato all'aeroporto Marco Polo per volare in Grecia. L'altro è Salah Abdeslam, fuggito dalla capitale francese dopo gli attentati e catturato pochi giorni fa in Belgio, a Molenbeek, che è arrivato in Puglia il 1° agosto per imbarcarsi da Bari diretto a Patrasso e forse in Siria, tornando cinque giorni dopo per risalire la Penisola e arrivare in Belgio. L'Italia è stata per loro un facile transito solamente, oppure l'hanno sfruttata per ottenere documenti, armi, denaro e chissà che altro?

Tre giorni fa a Bellizzi, in provincia di Salerno, è stato arrestato un 40enne algerino, Djamal Eddine Ouali, accusato di aver falsificato i documenti necessari a diversi terroristi, compresi Salah e uno dei kamikaze dell'aeroporto belga. Era colpito da un mandato di arresto europeo emesso dalla magistratura belga. Arrivato a gennaio, era stato individuato dalla Digos perché la moglie incinta aveva chiesto il permesso di soggiorno temporaneo, facendo scattare i controlli dell'ufficio immigrazione della questura di Salerno.Il suo nome era venuto fuori in una perquisizione in un covo di falsari in un sobborgo di Bruxelles, qualche settimana prima delle stragi di Parigi. Ora Ouali è rinchiuso nel carcere di Fuorni e si professa innocente, ma sarà presto estradato e dell'indagine si occuperà il Belgio.

Poi c'è il 28enne marocchino e pluripregiudicato Mohammed Lahlaoui, vissuto tra il 2007 e il 2014 a Vestone, in provincia di Brescia, e arrestato dalla polizia tedesca a Giessen, 70 chilometri da Francoforte. È sospettato di legami sia con il terrorista El Bakraoui sia con Salah. Un uomo ben conosciuto dalle forze dell'ordine per i suoi molti precedenti per stupefacenti, reati contro il patrimonio e la persona.Nel 2014 era finito agli arresti domiciliari per tentato omicidio, porto abusivo di armi e evasione. Non si sa quando sia passato all'estremismo jihadista dalla criminalità comune, ma sul cellulare di Lahlaoui c'erano messaggi molto compromettenti con la data del 22 marzo, quella delle stragi nell'aeroporto e nella metropolitana di Bruxelles.Sms che appaiono agghiaccianti, perché uno conteneva il nome del kamikaze della metro, El Bakraoui, e un altro la parola «fin», che vuol dire «fine» in francese. Quest'ultimo sarebbe stato inviato alle 9.08. Tre minuti prima che il terrorista si facesse esplodere nella stazione di Maelbeek.

La storia di quest'uomo, con precedenti penali sia in Italia sia in Germania, per cui gli era stato vietato di rientrare nelle frontiere europee dello spazio di Schengen, sembra il paradigma dell'incapacità dell'Ue di agire all'unisono nella lotta al terrorismo, scambiandosi informazioni, coordinando intelligence, polizia e magistratura.Sotto accusa, naturalmente, finiscono anche i nostri servizi segreti, le forze dell'ordine, le toghe che in tante occasioni hanno avuto a che fare con lui e mai hanno indagato a fondo, per rintracciare quel filo rosso che, attraverso Lahlaoui, collega il nostro Paese con le capitali insanguinate di Francia e Belgio.

Khalid El Bakraoui, l’attentatore della metro di Bruxelles, ha usato l’identità di un ex calciatore dell’Inter, Ibrahim Maaroufi, per affittare un appartamento divenuto un covo del commando delle stragi di Parigi.

ha riferito Sky TG24 HD citando proprie fonti. Maaroufi, un centrocampista belga-marocchino, ha giocato in Italia con le maglie di Inter, Vicenza e della Paganese ma da dicembre è in forza allo Schaerbeek, la squadra del quartiere di Bruxelles in cui vivevano i fratelli El Bakraoui. Khalid El Bakraoui è transitato dall’Italia a fine luglio 2015, prima di raggiungere Atene.

Poco più di un mese dopo, il 3 settembre, come si legge in una nota della procura belga, El Bakraoui ha affittato per la durata di un anno un appartamento in Rue de Fort a Charleroi sotto un falso nome, quello di Ibrahim Maaroufi, nato a Bruxelles il 18 gennaio 1989. Il 9 dicembre dello scorso anno la polizia belga ha effettuato una perquisizione all’interno di quell’appartamento di Charleroi. Nell’abitazione gli agenti non hanno trovato nè armi nè esplosivo, ma le impronte digitali della mente delle stragi in Francia Abaaoud e di Bilal Hadfi, il giovane terrorista che si è fatto esplodere a Parigi all’esterno dello Stade de France.

Maaroufi, calciatore belga naturalizzato marocchino, dal 1° dicembre 2015 è in forza al Fc Schaerbeek la squadra del quartiere in cui vivevano i fratelli El Bakraoui. Il centrocampista ha iniziato la sua carriera nelle giovanili dell’Anderlecht e del PSV Eindhoven, poi è approdato in Italia disputando due stagioni all’Inter con cui ha collezionato 6 presenze tra coppa Italia e serie A. Dopo una breve esperienza al Twente, nel campionato olandese, è tornato in Italia. Il suo cartellino infatti è stato acquistato dal Vicenza.

Negli anni successivi, grazie al doppio passaporto marocchino e belga, ha giocato nelle nazionali giovanili di entrambi i Paesi. Nel 2014 è tornato per la terza volta in Italia raggiungendo un accordo con la Paganese, squadra del Salernitano attualmente in Lega Pro. Nella stessa provincia, a Bellizzi, sabato era stato arrestato un algerino accusato di aver procurato documenti falsi agli attentatori di Bruxelles. Le autorità italiane stanno verificando in che modo il terrorista si sia impossessato dell’identità del calciatore.

 

 

 

 

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