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Tra il 2007 e il 2013 l’Unione europea ha messo a disposizione dell’Italia poco più di 21miliardi di euro in Fondi per lo sviluppo economico, quelli che dovrebbero servire per gli interventi strategici come infrastrutture di trasporto, incentivi alle imprese innovative; ebbene, il nostro Paese ne ha usati, a fine periodo, meno della metà, cioè il 45,88%. Secondo il Comitato delle Regioni, organo consultivo in ambito europeo, il principale scoglio, nel nostro Paese , è la burocrazia, nella fase di valutazione dei progetti, in attesa di finanziamento. In realtà, nelle regioni italiane non ci sono professionisti in grado di far marciare progetti con i soldi di Bruxelles. Diversamente, i fondi strutturali richiedono una pianificazione “dal basso” che deve coinvolgere tutti gli attori politico-amministrativi, dal Governo nazionale, alle Regioni, alle Province, ai Comuni, fino ai sindacati e alle imprese. Ma c’è di più. Nel 2014 dovrebbe iniziare la programmazione per usare i fondi europei nel periodo 2014-2020 e, sempre, secondo il Comitato delle Regioni le regole per accedervi sono diventate, ancora, più complicate di quelle della programmazione 2013-2014(Cfr.Panorama del 28.02.2014). A questo punto, noi diciamo che se da un lato dai fondi europei non si può prescindere, dall’altro bisogna farne, anche un uso diligente. Vediamo come. Auspichiamo che le Istituzioni nazionali e locali si concentrino su come spendere tra il 2014 e il 2020, gli oltre 80miliardi di euro messi a disposizione del nostro Paese dall’Unione europea; ovvero, puntino su una logica di sviluppo nazionale, volta al rilancio degli investimenti con una semplice osservazione della realtà di disagio sociale: la dilagante disoccupazione, specie dei nostri giovani; le scuole fatiscenti, in attesa di restauro; le infrastrutture incomplete, il territorio dissestato e il patrimonio culturale in stato di abbandono. Tutte priorità, queste, che i fondi europei finanziano.

La Confedilizia ha presentato oggi il progetto PRONTO CASA contro l’emergenza abitativa nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il Presidente Sforza Fogliani e il Segretario generale Spaziani Testa.

PRONTO CASA fa leva sulla normativa della legge 431/’98 e su un contratto tipo di locazione predisposto dalla Confedilizia che i Comuni possono utilizzare per acquisire in locazione da privati unità immobiliari da assegnare poi (con procedure amministrative o di diritto civile a loro scelta) a nuclei famigliari che necessitano di un alloggio. Nel corso della conferenza stampa è stato in particolare evidenziato che, per gli immobili tolti in locazione dai Comuni, la legge consente che il contenuto dei contratti possa essere adattato per i suoi vari aspetti (durata, canone ecc.) alle esigenze delle singole fattispecie. Per quanto attiene agli oneri accessori, il contratto tipo predisposto dalla Confedilizia prevede l’applicazione della Tabella oneri accessori allegata al D.M. 30.12.2002.

Il Presidente confederale Sforza Fogliani ha dichiarato: “Il nostro progetto è caratterizzato da una piena flessibilità contrattuale, perfettamente coerente con la normativa locatizia in vigore. Alla flessibilità, il nostro progetto unisce una semplicità di applicazione e tempi per rispondere all’emergenza abitativa senza paragoni. Calcoliamo che questo strumento, caratterizzato fra l’altro anche da una piena trasparenza, possa consentire ai Comuni risparmi fino al 50/60 per cento della loro attuale spesa considerato che in molti casi i Comuni sono costretti a ricorrere a strutture alberghiere. Auspichiamo che i Prefetti interessati dalle situazioni locali a questa problematica vogliano anche controllare quanti Comuni utilizzano o utilizzeranno questa semplice possibilità anti-emergenza”.

“Il Comune di Roma – ha detto dal canto suo il Segretario generale Spaziani Testa – spende oltre ventunomila euro all’anno per ogni famiglia per la quale debba provvedere a trovare una sistemazione alloggiativa”. “Le case popolari occupate abusivamente in Italia – ha detto ancora Spaziani Testa – sono oltre quarantamila in tutta Italia. La morosità raggiunge livelli assolutamente impensabili e a volte essa è anche tollerata. Le assegnazioni delle case, in molte città, sono fatte dalla malavita e basta. Gli inquilini, a volte, escono di casa per fare la spesa e non riescono più a rientrare perché nel frattempo la casa è stata loro «espropriata». Senza contare che, a fronte di uno strumento immediato come quello che noi proponiamo, le case popolari alle quali oggi si desse il via sarebbero pronte al più presto fra otto/dieci anni”.

Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:

“Il nuovo Governo ha ratificato l’accordo che era a suo tempo stato raggiunto dal precedente Esecutivo con i Comuni. Speriamo sia l’ultimo provvedimento sulla casa del Governo Letta e non il primo del Governo Renzi, dal quale ci attendiamo una particolare attenzione, proprio in funzione della sua esperienza di Sindaco, contro l’emergenza casa, che si governa ripristinando il volano degli affitti della proprietà diffusa e non gettando soldi per la costruzione di case popolari che verranno pronte sì e no fra dieci anni, e pronte per essere in gran parte subito occupate abusivamente o governate dalla malavita come già avviene in molte città. L’attesa è per iniziative che favoriscano la concessione in locazione a canoni calmierati di alloggi già pronti valorizzando lo strumento trasparente della cedolare secca e dell’abbattimento dell’Imu al 4 per mille, così ritornando per quest’ultima a quanto prevedeva il provvedimento sul federalismo fiscale varato nel 2011”.

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