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Governo, Giorgia Meloni alla Camera per la fiducia

Giorgia Meloni ha tenuto il suo discorso alla Camera prima del voto di fiducia al suo governo. Ha spaziato dalla flat tax all'immigrazione, dal reddito di cittadinanza alla crisi Covid, dalla posizione sull'Ucraina al presidenzialismo. La seduta è stata quindi sospesa per consentirle di recarsi a depositare il testo in Senato, dove il dibattito e il voto si terranno mercoledì. Nel pomeriggio la discussione generale, alle 17 la replica di Meloni, dalle 17:30 alle 19 le dichiarazioni di voto e infine la votazione con chiamata nominale dalle 19 che si concluderà tra le 20 e le 20:30.

La nave Italia come la Vespucci. Una stoccata dal sapore ironico come quella sugli attacchi per l'ananas 'vittima della sovranità alimentare. Un tributo di ben altro profilo, approfondito, e soprattutto bipartisan, a tutte le donne, in politica e no, attuali e nella storia, più o meno recente, che con l'esempio e l'azione hanno costruito la scala che ha portato un'altra donna a rompere il famigerato "tetto di cristallo", e ad arrivare a Palazzo Chigi.

Sono solo alcuni dei passaggi salienti del discorso per la fiducia alla Camera tenuto da Giorgia Meloni, denso ovviamente di passaggi di interesse come un testo del genere può e deve essere. Li passiamo in rassegna sinteticamente, punto per punto. Saltandone magari anche la successione temporale, come merita ad esempio quello su fascismo e totalitarismi.

"Libertà e democrazia sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea, nei quali da sempre mi riconosco. E dunque, a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso".-

"Ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre. I totalitarismi del '900 hanno dilaniato l'intera Europa, non solo l'Italia, per più di mezzo secolo, in una successione di orrori che ha investito gran parte degli Stati europei. E l'orrore e i crimini, da chiunque vengano compiuti, non meritano giustificazioni di sorta, e non si compensano con altri orrori e altri crimini".

Ed ecco alcuni dei passaggi salienti del discorso per la fiducia alla Camera tenuto da Giorgia Meloni  : 

"Sono intervenuta molte volte in quest'aula, da deputato e da ministro", con "un sentimento di emozione e di profondo rispetto. Vale a maggior ragione oggi che mi rivolgo a voi da Presidente del Consiglio. è una grande responsabilità per chi quella fiducia deve meritarsela e per chi deve concederla. Sono i momenti fondamentali della nostra democrazia alla quale non dobbiamo mai mai assuefarci".

Meloni lo ringrazia per il suo operato "a livello nazionale e internazionale" e perché "ha offerto tutta la sua disponibilità nel passaggio di consegne, veloce e sereno anche se per ironia della sorte a un governo guidato dall'unico partito di opposizione a quello da lui presieduto. Si è molto ricamato su questo aspetto ma non c'è nulla di strano. Così dovrebbe essere sempre, così è nelle grandi democrazie".

"Il mio ringraziamento va al popolo italiano, con il rammarico per i tantissimi che hanno rinunciato al voto, cittadini che ritengono inutile il loro voto perché tanto poi si decide nei palazzi o nei circoli esclusivi. Noi oggi interrompiamo questa grande anomalia italiana, dando vita a un governo politico pienamente rappresentativo della volontà popolare".

"Possono spendere meglio il loro tempo. Faremo sentire la nostra voce senza mi auguro un concorso esterno. Chi parla di 'vigilanza manca di rispetto non a me ma al popolo italiano che non ha lezione da prendere".

"La libertà ha un costo, l'Italia continuerà ad essere partner del valoroso popolo ucraino che si oppone all'aggressione della Russia" non soltanto "perché non possiamo accettare la guerra ma anche perché è il modo migliore di fare il nostro interesse nazionale".

"La guerra ha aggravato la situazione già molto difficile causata dagli aumenti del costo dell'energia e dei carburanti. Costi insostenibili per molte imprese, che potrebbero essere costrette a chiudere e a licenziare i propri lavoratori, e per milioni di famiglie che già oggi non sono più in grado di fare fronte al rincaro delle bollette. Ma sbaglia chi crede sia possibile barattare la libertà dell'Ucraina con la nostra tranquillità. Cedere al ricatto di Putin sull'energia non risolverebbe il problema, lo aggraverebbe aprendo la strada ad ulteriori pretese e ricatti, con futuri aumenti dell'energia ancora maggiori di quelli che abbiamo conosciuto in questi mesi".

"Un sincero ringraziamento va al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, nel dare seguito all'indicazione chiaramente espressa dagli italiani lo scorso 25 settembre, non ha voluto farmi mancare i suoi preziosi consigli".

"Siamo nel pieno di una tempesta, con un'imbarcazione che ha subito diversi danni, e gli italiani hanno affidato a noi il compito di condurre la nave in porto in questa difficilissima traversata. Eravamo consapevoli di quello che ci aspettava, come lo sono tutte le altre forze politiche, anche quelle che governando negli ultimi dieci anni hanno portato un peggioramento di tutti i principali fondamentali macroeconomici, e oggi diranno che hanno le ricette risolutive e sono pronte a imputare al nuovo governo, magari con il supporto di mezzi d'informazione schierati, le difficoltà che l'Italia affronta".

"Sappiamo che la nostra imbarcazione, l'Italia, con tutte le sue ammaccature, rimane 'la nave più bella mondò, per riprendere la celebre espressione usata dalla portaerei americana Independence quando incrociò la nave scuola italiana Amerigo Vespucci. Una imbarcazione solida, alla quale nessuna meta è preclusa, se solo decide di riprendere il viaggio. Allora noi siamo qui per ricucire le vele strappate, fissare le assi dello scafo e superare le onde che si infrangono su di noi. Con la bussola delle nostre convinzioni a indicarci la rotta verso la meta prescelta, e con un equipaggio capace di svolgere al meglio i propri compiti".

"Tra i tanti pesi che sento gravare sulle mie spalle oggi non può non esserci anche quello di essere la prima donna a capo del governo in questa nazione. Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto, mi trovo inevitabilmente a pensare alla responsabilità che ho nei confronti di tutte quelle donne che in questo momento affrontano difficoltà per affermare il proprio talento o, più banalmente, il diritto a vedere apprezzati i loro sacrifici quotidiani. Ma penso anche con riverenza a coloro che hanno costruito con le assi del loro esempio la scala che oggi consente a me di salire e di rompere il pesante tetto di cristallo che sta sulle nostre teste".

Giorgia Meloni dedica questo passaggio alla sua esperienza di prima donna presidente del Consiglio. E allora, Meloni enuncia un pantheon bipartisan, al femminile, quello di "donne che hanno osato, per impeto, per ragione, o per amore", declinato in Aula con i soli nomi di battesimo ma qui accompagnati dai cognomi, per quanto alcuni siano facilmente intuibili: "Come Cristina Trivulzio di Belgioioso, elegante organizzatrice di salotti e barricate. O come Rosalie Montmasson, testarda al punto da partire con i Mille che fecero l'Italia. Come Alfonsina Strada, che pedalò forte contro il vento del pregiudizio. Come Maria Montessori o Grazia Deledda che con il loro esempio spalancarono i cancelli dell'istruzione alle bambine di tutto il Paese. E poi Tina Anselmi, Nilde Jotti, Rita Levi Montalcini, Oriana Fallaci, Ilaria Alpi, Mariagrazia Cutuli, Fabiola Giannotti, Marta Cartabia, Elisabetta Casellati, Samantha Cristoforetti, Chiara Corbella Petrillo". A loro Meloni dice "grazie per avere dimostrato il valore delle donne italiane, come spero di riuscire a fare anche io".

"Siamo fermamente convinti del fatto che l'Italia abbia bisogno di una riforma costituzionale in senso presidenziale, che garantisca stabilità e restituisca centralità alla sovranità popolare. Una riforma che consenta all'Italia di passare da una 'democrazia interloquendo ad una 'democrazia decidente". "Vogliamo partire dall'ipotesi di semipresidenzialismo sul modello francese, che in passato aveva ottenuto un ampio gradimento anche da parte del centrosinistra, ma rimaniamo aperti anche ad altre soluzioni".

"Noi siamo gli eredi di San Benedetto, un italiano, patrono principale dell'intera Europa".

"La piena sovranità alimentare non più rinviabile e non significa mettere fuori commercio l'ananas, come qualcuno ha detto, ma garantire che non dipenderemo da nazioni distanti da noi per poter dare da mangiare ai nostri figli".

"Intendiamo tutelare le infrastrutture strategiche nazionali assicurando la proprietà pubblica delle reti, sulle quali le aziende potranno offrire servizi in regime di libera concorrenza, a partire da quella delle comunicazioni. La transizione digitale, fortemente sostenuta dal Pnrr, deve accompagnarsi alla sovranità tecnologica, al cloud nazionale e alla cyber-security". "Vogliamo finalmente introdurre una clausola di salvaguardia dell'interesse nazionale, anche sotto l'aspetto economico, per le concessioni di infrastrutture pubbliche, come autostrade e aeroporti".

Nel quadro di "una serrata lotta all'evasione fiscale, a partire da evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull'Iva", parla di "una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell'Agenzia delle Entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora".

"C'è un tema di povertà dilagante che non possiamo ignorare. Sua Santità Papa Francesco, a cui rivolgo un affettuoso saluto, ha di recente ribadito un concetto importante: 'La povertà non si combatte con l'assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavorò. è una verità profonda, che soltanto chi la povertà l'ha conosciuta da vicino può apprezzare appieno".

"Penso di conoscere più di altri l'universo dell'impegno giovanile, una meravigliosa palestra di vita per i ragazzi e le ragazze, indipendentemente dalle idee politiche che sceglieranno di difendere e promuovere. Confesso che difficilmente riuscirò a non provare un moto di simpatia anche per coloro che scenderanno in piazza contro le politiche del nostro governo. Mi torneranno inevitabilmente alla memoria le mille manifestazioni a cui ho partecipato con tanta passione. Senza mai prendere ordini da alcuno. Al famoso "Siate folli, siate affamati", di Steve Jobs, io vorrei aggiungere "siate liberi". perché è nel libero arbitrio la grandezza dell'essere umano".

Purtroppo non possiamo escludere una nuova ondata di covid o l'insorgere in futuro di una nuova pandemia. Ma possiamo imparare dal passato per farci trovare pronti. L'Italia ha adottato le misure più restrittive dell'intero occidente, arrivando a limitare fortemente le libertà fondamentali di persone e attività economiche, ma nonostante questo è tra gli Stati che hanno registrato i peggiori dati in termini di mortalità e contagi. Qualcosa, decisamente, non ha funzionato e dunque voglio dire fin d'ora che non replicheremo in nessun caso quel modello".

"Se si chiede responsabilità ai cittadini, i primi a dimostrarla devono essere coloro che la chiedono. Occorrerà fare chiarezza su quanto avvenuto durante la gestione della crisi pandemica. Lo si deve a chi ha perso la vita e a chi non si è risparmiato nelle corsie degli ospedali, mentre altri facevano affari milionari con la compravendita di mascherine e respiratori".

"Affronteremo il cancro mafioso a testa alta, come ci hanno insegnato i tanti eroi che con il loro coraggio hanno dato l'esempio a tutti gli italiani, rifiutandosi di girare lo sguardo o di scappare, anche quando sapevano che quella tenacia li avrebbe probabilmente condotti alla morte. Magistrati, politici, agenti di scorta, militari, semplici cittadini, sacerdoti. Giganti come Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rosario Livatino, Rocco Chinnici, Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Piersanti Mattarella, Emanuela Loi, Libero Grassi, Don Pino Puglisi, e con loro un lunghissimo elenco di uomini e donne che non dimenticheremo".

"Abbiamo assunto l'impegno di limitare l'eccesso di discrezionalità nella giustizia minorile, con procedure di affidamento e di adozione garantite e oggettive, perchè non ci siano mai più casi Bibbiano, e intendiamo portarlo a termine".

"Il prossimo 27 ottobre ricorre il sessantesimo anniversario della morte di Enrico Mattei, un grande italiano che fu tra gli artefici della ricostruzione post bellica, capace di stringere accordi di reciproca convenienza con nazioni di tutto il mondo. l'Italia deve farsi promotrice di un 'piano Mattei' per l'Africa, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione europea e nazioni africane, anche per contrastare il preoccupante dilagare del radicalismo islamista, soprattutto nell'area sub-sahariana. Ci piacerebbe cosi' recuperare, dopo anni in cui si è preferito indietreggiare, il nostro ruolo strategico nel Mediterraneo".

Così, quando lo sfavorito taglia il traguardo per primo, scatta quello che gli inglesi definiscono upset: lo sconvolgimento. Fuor di metafora, Giorgia Meloni intendeva riferirsi alla propria esperienza. Alla storia di una ragazza cresciuta alla Garbatella con la passione per la politica e arrivata a essere premier senza avere santi in paradiso. "Provengo da un’area culturale che è stata spesso confinata ai margini della Repubblica, e non sono certo arrivata fin qui fra le braccia di un contesto familiare e di amicizie influenti", ha ricordato la stessa presidente nel suo discorso alla Camera, fornendo di fatto un perfetto riscontro a quella calzante definizione poi evocata. Underdog.

L'underdog : Cosa intendesse dire con quel richiamo, Giorgia Meloni lo ha spiegato subito dopo. "Rappresento lo sfavorito che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici. Intendo farlo ancora, stravolgere i pronostici, con l’aiuto di una valida squadra di ministri e sottosegretari", ha aggiunto. Quell'inglesismo da lei utilizzato, in realtà, riusciva a descrivere il concetto con assai più sfumature. Il termine anglosassone "underdog", infatti, deriva dal lessico sportivo e indica un atleta che partecipa a una competizione ma come sfavorito, secondo le iniziali previsioni. Poi, però, il perdente in pectore stupisce tutti, sbaraglia i concorrenti e smentisce i pronostici. Vince.

Lo sfavorito che stravolge i pronostici e alla fine vince. Il figlio di un dio minore che riesce a conquistare l'Olimpo. Nel suo discorso programmatico pronunciato stamani alla Camera, Giorgia Meloni non ha solo elencato i punti cardine della propria azione di governo. A Montecitorio, la premier ha anche descritto se stessa con una definizione emblematica, efficacissima nel cogliere l'essenza della propria parabola politica. E di quel che ora verrà. "Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l'underdog", ha affermato, concedendosi un prestito linguistico in questo caso necessario. Certe espressioni, infatti, riescono a descrivere un concetto articolato con una sola parola.

Fonti Agi e il Giornale e varie agenzie

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