Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Venerdì, 17 Maggio 2024

Al Salone del libro Loren…

Mag 15, 2024 Hits:274 Crotone

L'Istituto Ciliberto-Luci…

Mag 14, 2024 Hits:133 Crotone

Le opere di Bach: gli eff…

Mag 02, 2024 Hits:426 Crotone

In città l'ultima tappa d…

Apr 30, 2024 Hits:461 Crotone

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:677 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:1087 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:1081 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:1453 Crotone

La vetta di un monte costringe ad alzare lo sguardo. È come un indice puntato verso il cielo, è il rimando allo Zenit e quindi alla luce, all'inaccessibilità, alla trascendenza rispetto all'orizzonte in cui  siamo immersi quotidianamente. Il monte con la sua cima, che sembra perforare il cielo, ricalca la posizione eretta dell'uomo che si è alzato dalla brutalità della terra. È una sorta di simbolo della vittoria sulla forza di gravità ed in tutte le culture si ritrova, nel profilo verticale della montagna, un'immagine della tensione verso l'oltre e l'altro rispetto al limite terrestre, ed in tutte le religioni, un segno dell'Oltre e dell'Altro divino.

Una intera domenica dedicata allo studio de “Il sacro e la montagna calabrese” è quella che si è svolta nella suggestiva cornice di Torre Camigliati a Camigliatello Silano, grazie al Convegno organizzato dal Circolo di Studi Storici “Le Calabrie” e che ha richiamato studiosi ed appassionati da tutta la regione.

«Dopo la positiva esperienza dello scorso anno, quando si tenne nella stessa sede un incontro di studi sul tema “La Sila: usi, paesaggi, risorse” - ha spiegato Marilisa Morrone, presidente del Circolo di Studi Storici “Le Calabrie” - l’assemblea, su proposta del socio cultore arch. Pasquale Lopetrone, ha deliberato che l’evento di Torre Camigliati divenisse appuntamento annuale. La scelta di trattare la tematica della montagna calabrese è legata all’esistenza di un elemento comune tra il Pollino, la Sila, le Serre e l’Aspromonte ovvero la presenza di stanziamenti monastici e di luoghi di culto fin dagli albori del Cristianesimo. I più importati rilievi calabresi, infatti, hanno registrato, sin dal medioevo grandi figure di monaci e Santi – ha continuato la Morrone- importanti monasteri e venerati santuari meta di pellegrinaggi ancora oggi: S. Nilo, Gioacchino da Fiore, S. Brunone da Colonia, S. Nicodemo di Mammola, S. Leo di Africo, S. Fantino il Cavallaro; luoghi come l’abbazia Florense, la Certosa di Serra, il Convento domenicano di Soriano, l’abbazia di S. Nicodemo e il santuario di Polsi, il Santuario delle Armi, il Patirion, ne sono i più celebri»

A fare gli onori di casa è stata Mirella Stampa Barracco che ha sottolineato come «nel Parco Old Calabria si continui a fare della Cultura il motivo trainante della sua stessa esistenza – ha ribadito – pertanto al sodalizio con il Circolo per la promozione di tali discipline nella nostra regione»

A condurre gli astanti alla scoperta del sacro nelle montagne calabresi sono state le relazioni ad iniziare dal docente Unical, Pietro Dalena, che, partendo dalla lettera di S. Bruno a Rodolfo il Verde, prevosto di Reims, ha delineato le motivazioni della scelta della montagna quale sede preferita dai religiosi del Medioevo. «Bellezza del paesaggio, pace, tranquillità, vicinanza al Cielo, solitudine. E’ così che le balze delle montagne calabresi pullulano di asceteri e laure; Gioacchino da Fiore, sulle orme del monachesimo italo-greco, si ritira nella profonda Silva Sila, S. Bruno alle sorgenti dell’Ancinale, S. Nilo nelle terrazze della Sila Greca. Sono sempre le montagne calabresi la meta preferita da monaci in fuga dall’oriente o dalla Sicilia conquistata dagli Arabi, come S. Vitale di Castronuovo che, dopo aver attraversato tutta la Regione, si insedia a Nord, nella zona dell’attuale S. Demetrio Corone».

La relazione di Enzo D’Agostino, Deputato di Storia Patria per la Calabria e storico della Chiesa, ha posto l’attenzione sull’occupazione monastica del versante jonico dell’Aspromonte nel medioevo che trova il momento clou nell’arrivo dei monaci greci dalla Sicilia verso la valle delle Saline, «Particolarmente significativo – ha detto D’Agostino –fu l’arrivo dei religiosi del monastero di S. Filippo di Agira  fondatori di ben tre monasteri in provincia di Reggio. Si possono definire tre zone monastiche greche nel versante jonico dell’Aspromonte: la vallata del Torbido, la zona di Gerace e la vallata del Bonamico dove domina nel cuore dell’Aspromonte, il grande Santuario della Madonna della Montagna di Polsi, sovrappostosi ad un antico monastero di Popsi, già menzionato nel XIII sec.»

La relazione dell’archeologo Francesco Cuteri ha coinvolto con i racconti di eremiti e monaci nelle serre calabre «L’essenza della vita certosina, oltre le prove e le tentazioni sulle quali san Bruno si sofferma poco, le descrive in un passo famoso che paragona la montagna al deserto, dove gli uomini coraggiosi possono rientrare in se stessi quanto vogliono e dimorare nel loro cuore, coltivare intensamente i germi delle virtù e gustare con gioia i frutti del paradiso. La montagna –ha detto Cuteri – conserva le tracce storiche della fede delle popolazioni che hanno vissuto i diversi territori. Tracce ancora incontaminate e da scoprire». Per finire, il docente Unical, Mario Panarello si è soffermato sulle opere d’arte commissionate dai diversi monasteri nel tempo, e che rappresentano patrimonio ancora in gran parte sconosciuto e da valorizzare.

Al termine del convegno, un ampio e stimolante dibattito ha registrato gli interventi di Padre Bruno Macrì, Filippo Racco, Giacinto Marra, Luigi Morrone, Antonio Macchione, Vincenzo Naymo, Riccardo Allevato, Salvatore Spagnolo, Giulia Fresca, Salvatore Zurzolo e Maria Gabriella Morrone, presidente del Club per l’UNESCO di S.Giovanni in Fiore.

L’appuntamento a Torre Camigliati sarà nel mese di settembre 2019 mentre continuano le giornate di incontro e studio del Circolo “Le Calabrie” come quella che si svolgerà il prossimo  28 ottobre nel borgo di Gallicianò nonchè l’uscita del numero 11 della rivista “Studi Calabresi. Storia Arte Archeologia”

L'album, prodotto dalla Holly Music presieduta da Francesco Sorrenti, si avvale della musica composta da Gianni Ephrikian.

Il testo è dello stesso Sorrenti unitamente ad Amedeo Furfaro mentre l'esecuzione è affidata al gruppo vocale Hope & Joy diretto da Elisabetta Ghedin ( e c'è anche una versione strumentale).

Lappano è una localitá della Presila situata a 650 metri sul livello del mare, ai piedi del monte Santo Janni.

Il centro, con una economia di base agricolo/terziaria, conta 933 abitanti con una tenuta sostanzialmente stabile rispetto al dato del 2001 che comunque ne stabilizzava l'abbassamento sotto quota mille. 

Il picco demografico si era registrato nel lontano 1911 prima del crollo degli anni 1950/60 soprattutto a causa dell'emigrazione.

Sulla sua superficie insistono le frazioni di Altavilla e Santo Stefano. 

Lappano era uno dei Casali di Cosenza, peraltro formato da due nuclei di abitanti, il secondo dei quali era il Corno.

Lo storico Gustavo Valente ricorda che la nascita del borgo risalirebbe al secolo IX, all'esodo dei cosentini che fuggivano dall'invasore arabo Abulcasino.

Studi più recenti spostano all'epoca romana i primi insediamenti e latina sarebbe la stessa origine del nome Lappano (Appius), non derivante da  lappa (pianta selvatica). Il Casale di Lappano con la motta di Corno (l'attuale Altavilla) divenne in epoca medievale una delle 21 Baglive di Cosenza ovvero una circoscrizione territoriale avente autoritá amministrativa con funzioni e poteri di esazione.

Privilegi al suo indirizzo furono concessi anche da Re Alfonso il Magnanimo e poi ribaditi da Ferdinando d'Aragona nel 1464.

Durante il dominio spagnolo nel secoli 15mo e 17mo la popolazione, escluse poche famiglie benestanti e nobiliari, fu attanagliata da tasse e avversitá di vario ordine.

Dal 1644 e fino al 1647, anno della rivolta di Celico, il centro restò infeudato al Granducato di Toscana come altri Casali del Cosentino.

Nel 1799 alcuni lappanesi parteciparono alla rivolta antiborbonica di Napoli.

Con due decreti del 1807 e del 1811, durante il periodo francese nel regno di Napoli (1806/1815), Lappano assurse al rango di Comune, decisione a cui avrebbe fatto seguito un tormentato iter di assestamento con la successiva restaurazione borbonica. Fra il 1844 e il 1860, prima cioè dell'Unitá d'Italia, diversi patrioti lappanesi si distinsero per passione e attivismo risorgimentale, fra questi Michele Marra, Natale de Santis e Luigi Imbrogno.

La locale comunitá religiosa è devota, oltre che al patrono San Giovanni Battista, a Santa Gemma Galgani, la lucchese che miracolò due lappanesi nel 1933 e nel 1935 e che nel 2014 è stata dichiarata compatrona.

Della Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, costruzione di origine medievale ma riportata allo stile quattrocentesco, si segnala l'Altare Maggiore, ligneo e con intagli dorati, l'Altare del Rosario, avente un polittico con pitture "che rievocano la maniera dei retablòs di stile plateresco di Spagna" (Barillaro) ed una Fonte battesimale quattrocentesca. Interessanti anche la Chiesa di S. Maria alle Grazie e, ad Altavilla, la Chiesa di S. Maria dell'Assunta e quella dedicata a S. Maria della Neve.

Suggestivi, anche per le leggende fioritevi intorno, i ruderi del Castello di Altavilla che fu dei principi di San Severino.

Il territorio si caratterizza per un ambiente di particolare bellezza. Il torrente Corno che lambisce anche il territorio di San Pietro in Guarano, è ideale per trekking, percorsi naturalistici e safari fotografici. Fra sentieri, salti d'acqua e cascate (la più alta arriva a 18 metri) il Corno ha un sottobosco ricchissimo di specie erbacee, floreali e arboree nonchè di svariati esemplari faunistici.

Fra i colli dei Casali

Col sole che t'illumina

Sin dal dominio romano

Popolo presilano

Su quella verde altura

Vissero santi e eroi

Che nel risorgimento

La libertá han cercato

Rit.

Lappano Lappano  Amata Lappano

Per sempre Nei nostri cuori Noi ti portiamo

 

Santa Gemma Galgani

Prodigi vi ha operato

Terra di chiese e fede

Santa Maria ha invocato

Tutta natura intorno

Fra i ricci e le castagne

Fra i merli e le poiane

Scendono le cascate

Rip. Rit.

 

Inciso

E nelle notti d'estate

Nel castello di Altavilla

Coi folletti a volteggiar

Un tesor forse riposa

Ma è fantasia.

 

 

 

 

 

 

Nei due giorni appena trascorsi la sindaca di Cariati Filomena Greco ha avuto l’onore di accogliere e ospitare la nota e bravissima attrice Fioretta Mari, insieme alla produttrice e regista Manuela Metri e allo sceneggiatore Gianfilippo Ascione. “Per me è stato un enorme piacere fare da Cicerone in giro per il nostro splendido borgo. Gli artisti hanno trascorso due giorni nel nostro paese e hanno avuto modo di apprezzarne appieno tutte le sue bellezze e peculiarità: mare, centro storico, prodotti enogastronomici”. ha detto la prima cittadina Filomena Greco, che ha poi proseguito: “Quest’incontro, a cui era presente anche il consigliere Maria Elena Ciccopiedi, fa parte di un progetto a cui da tempo come Comune stiamo lavorando e che presto vedrà la luce, grazie anche all’aiuto di Gianfilippo Ascione. L’arte di questo sceneggiatore, cariatese di nascita, è stata apprezzata in scenari nazionali e internazionali. Ma lui è rimasto sempre affezionato a questo territorio e alla sua gente”, ha raccontato ancora la Sindaca. “Il progetto – spiega - è ambizioso ed è rivolto in particolare ai nostri giovani talenti, oltre che allo sviluppo culturale e sociale di Cariati, in primis, ma anche di tutto il territorio circostante. Il nostro Teatro Comunale diventerà un vero laboratorio artistico, con la presenza periodica di personaggi importanti dello spettacolo in diversi ambiti”. L’attrice Fioretta Mari, famosa per le sue numerosissime ed eccellenti interpretazioni teatrali e cinematografiche, negli ultimi tempi è conosciuta molto anche dai più giovani per essere stata insegnante di dizione e recitazione nella trasmissione televisiva “Amici”. Dal 2009 a oggi è anche insegnante allo Strasberg Institute di New York City, dove ha portato il metodo di insegnamento della commedia dell’arte. Le due artiste sono rimaste entusiaste della loro visita a Cariati, dell’ospitalità e del progetto al quale si sta lavorando e che la Sindaca vuole far partire al più presto. “Entrambe – ha detto Filomena Greco - si sono subito rese disponibili a una collaborazione fattiva. Questo primo incontro, al quale certamente ne seguiranno altri, è servito a dare ulteriore slancio all’ambizioso progetto, da sempre perseguito dalla nostra amministrazione, perché in linea con la politica che abbiamo sempre messo in campo: quella che punta al rilancio sociale e culturale del territorio e a ridare un ruolo di centralità a Cariati. E lo faremo partendo anche dal nostro bellissimo Teatro Comunale, che ha tanto entusiasmato le due artiste e chiunque abbia già avuto modo di visitarlo”.

È partita da Mendicino e per la precisione dal festival “Radicamenti” l’avventura della CALABRIA ORCHESTRA.

In un momento storico dove le divisioni e gli egoismi imperano, inizia da Mendicino un esperimento sinergico e fattivo per unire le forze positive della nostra Regione. Da una parte alcuni dei migliori musicisti e artisti della nostra terra, dall’altra Istituzioni e privati che credono fermamente che collaborare e fare rete sia l’unica speranza per il futuro dei nostri giovani e per il nostro territorio. Se poi queste forze positive si uniscono per valorizzare e promuovere le “identità” e attraverso queste la nostra regione e il suo territorio siamo convinti che il successo sia dietro l’angolo.

La CALABRIA ORCHESTRA è una collaborazione pubblico-privato che ha avvicinato per il momento il Comune di Mendicino, il Conservatorio di Musica di Cosenza e Calabria Sona che hanno avuto nel M° Checco Pallone il punto di contatto e di unione. Un progetto che nasce in occasione di RADICAMENTI e che ha visto, prima del debutto del 31 Agosto, 5 giorni di prove aperte al pubblico per avvicinare la gente alla musica che parte dalle nostre tradizioni e per appassionare i giovani all’arte.

A dirigere il collettivo è Checco Pallone, musicista che non ha bisogno di presentazioni e che si è detto molto emozionato per questo inizio. “Sono consapevole che la nascita di questa orchestra è un momento importante nella storia della regione grazie alla presenza di tante sinergie fattive. È nato il progetto di un’orchestra calabrese che tra musica e cultura, tra radici e innovazione può proiettarsi in qualsiasi territorio musicale e approcciarsi a qualsiasi pubblico nel mondo”.

La grande idea dell’orchestra ha avuto una spinta propulsiva e decisa grazie all’impegno del sindaco di Mendicino Antonio Palermo che ha creduto fin da subito nell’idea e ha deciso di sostenerla come produzione originale del festival RADICAMENTI di Mendicino “il nostro festival, ci dicono in molti, è in pochissimo tempo divenuto un punto di riferimento nel territorio per la valorizzazione e la promozione delle identità e la cultura tradizionale – afferma Palermo – e l’idea di dare un mezzo di divulgazione e di promozione alla nostra musica in giro per il mondo e quindi del nostro stesso territorio e festival mi ha subito convinto a sostenere fortemente l’iniziativa e anzi invito altre istituzioni a farsi avanti, il nostro sviluppo deve partire senza dubbio dalla nostra identità”. 

Il progetto dell’Orchestra gode della collaborazione e del patrocinio del Conservatorio di Cosenza e del suo direttore. «Siamo felicissimi di questa sinergia perchè da soli non ce l’avremmo fatta – dice Giorgio Feroleto – Abbiamo aderito perchè abbiamo stesse idee sulla musica popolare. Il Conservatorio forma studenti di livello accademico, vogliamo che i nostri studenti siano gratificati dal loro percorso. Con la popular music vogliamo riqualificare il genere sia per la cultura che per l’ascolto ed è importantissimo questo progetto con Radicamenti».

 “E’ passato poco più di un anno da quando a seguito di un incontro con il Maestro Pallone abbiamo capito che c’era un intento comune per la creazione di questo progetto – dice Giuseppe Marasco direttore generale di Calabria Sona -  l’idea è subito partita con una grande condivisione, facendo ognuno un passo indietro rispetto alla propria idea originaria per dare vita ad un progetto comune che rappresentasse tutta la Calabria”.

Dopo tanti sforzi si è fatto il primo passo per la creazione di un ensemble che esalti la cultura e la musica del sud, un'orchestra comune che possa rappresentare la nostra Regione, un collettivo che lavora per la musica "made in Calabria", un progetto dove tanti "artisti" si sono uniti in un'unica espressione corale. Professionisti di grande esperienza, suonatori identitari e giovani musicisti per un obiettivo comune.

Il primo concerto si è tenuto il 31 Agosto durante RADICAMENTI in una serata meravigliosa che ha visto il debutto di 19 elementi sul palco. Strumenti jazz amalgamati a strumenti della tradizione popolare, ritmi mediterranei e del sud fusi con la tarantella, voci calde e appassionate affiancate a chitarre di ogni genere. Tanti i musicisti di primo piano che compongono il collettivo e che si sono messi a totale disposizione dell’orchestra e del suo maestro. Contaminazioni e rielaborazioni è quello che si dimostra anche invitando degli ospiti durante i concerti, per la prima grandi interpreti calabresi come FABIO CURTO, VERDIANA, CICCIO NUCERA e NINO STELLITTANO. Altro obiettivo sarà quello di collaborare con artisti nazionali ed internazionali per far crescere i nostri musicisti ma anche per promuovere la nostra musica.

 

La moda raccontata attraverso la musica, le parole, la fantasia dei protagonisti, ma soprattutto mediante i meravigliosi abiti che il folto pubblico ha potuto ammirare in occasione della “Sfilata di moda sotto le stelle2018. Un’iniziativa importante, attesa nell’hinterland rossanese, pianificata con cura da Odesa fashion by Sandro Ferrone, in sinergia con la Farmacia Noto di Rossano. Quest’anno la ricca kermesse, che sta acquisendo una sempre maggiore valenza socio culturale,  è stata ospitata in una location d’eccezione: il Concio Amarelli della città bizantina. Un connubio perfetto: una sfilata di moda nello spiazzo antistante una struttura storica che quotidianamente produce liquirizia che viene esportata in tutto il mondo. La moda in un contesto lavorativo. Quasi a indicare la corrispondenza reale fra il mondo del lavoro e quello dell’eleganza.

Nell’edizione 2018 sono state nove le uscite delle collezioni più trend del momento , Sandro Ferrone , Kate by L'altramoda e Compagnia Italiana. Ampi consensi hanno ricevuto le collezioni dei due brand d'eccellenza nel panorama della moda italiana, kate by l'Altra moda e Compagnia Italiana, ultime nate in casa Odesa fashion.

L’importante appuntamento, anche quest’anno, è stato pianificato nei minimi dettagli da Alessia Attadia, nella duplice veste di rivenditore autorizzato dei brand su indicati e di co-presentatrice dell'evento con il presentatore ufficiale della serata Michele Conversano.
Importante la collaborazione attiva con la Farmacia Noto, diretta dalle dottoresse Eliana e Marilina Noto. Il presidio sanitario situato in Viale Sant’Angelo a Rossano, per l'occasione ha curato il make up delle modelle, con i prodotti Dolomia, di cui è esclusivista di zona.

Durante la serata gli organizzatori hanno calcolato la partecipazione di oltre 600 persone. La manifestazione è stata allietata da intrattenimenti musicali di alto livello. Il sassofonista Alex Perciabosco, il cantautore Giuseppe Runza, la soprano Bina Viscovo hanno contribuito a rendere unico l'evento.  Hanno calcato la passerella bellissime modelle, indossando i capi esclusivi della Collezione Primavera - Estate di Sandro Ferrone, nonché la collezione Primavera/Estate 2018 di Kate by L'altra moda e Compagnia italiana del gruppo Ferrone.

Non sono mancati appositi momenti interamente dedicati alle aziende partner che hanno contribuito alla realizzazione della serata, allo scopo di sottolineare le peculiarità aziendali del territorio e come queste strutture, leader nei settori di appartenenza, rappresentino il motore dell'economia dell’ormai città unica Corigliano Rossano.  D’altronde, sono state numerose la collaborazioni attive per questo evento, fra cui c’è da registrare  l’apporto di, Mariassunta Vanità e il suo staff che ha curato il parrucco delle modelle, Narciso di Natalia Labonia che si è preso cura del make up della presentatrice Alessia Attadia; Elegance di Jolanda che si è occupata delle unghie delle modelle; Lazulite di Francesca Acri che ha impreziosito gli abiti indossati dalla presentatrice con i gioielli di sua creazione; il fiorista Giovanni Novelli che ha abbellito  la location; l’Ottica Martucci  che con le sue montature ha reso più affascinanti gli outfit delle modelle; L'Associazione Luce per la fotografia che ha immortalato i momenti più salienti della serata. Inoltre, Marco e Giorgio Amoriello hanno effettuato le riprese e il montaggio dell’intera manifestazione. Diverse le strutture che hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa.  Si tratta di aziende del territorio. Fra queste: Duepunto Zero, Zampino Viaggi, Epunto, Luigi Rizzo Srl Società agricola, Coopertiva Uole, Ma.Pe.A Srls, Thun Shop Rossano, Antonio Scigliano Costruzioni, Tecnocasa, Antonio Miele, F.lli Cetera, Unipol Sai di Enza Grillo, Studio Commerciale Rag. Pacenza, Magisa Srl, Edilproject Snc, Sesto Senso, Guerriero Srl, Mary Poppins, Gelateria Capani, La Negra Tomasa, La Piana Degli Ulivi. Nel corso della manifestazione è stata sottolineata con forza l’importanza delle imprese che operano nel territorio, atte a creare i presupposti di crescita di una realtà come quella rossanese. <<Strutture dinamiche e aperte – ha commentato la dottoressa Attadia -  che consentono di promuovere iniziative di questa portata, mirate allo sviluppo economico e sociale soprattutto in momento storico come questo che stiamo vivendo>>. Soddisfazione per l’ottima riuscita della manifestazione è stata espressa anche dalle dottoresse Noto che, con grande spirito di abnegazione, ogni anno si prodigano per realizzare, insieme alla promotrice Attadia un evento di portata sempre più ampia. Nel corso della sfilata ai presentatori non sono mancate parole di ringraziamento nei confronti dell’Associazione culturale Rossano Purpurea per il fattivo impegno profuso nella rivitalizzazione del centro storico di Rossano e per le numerose iniziative volte a migliorare il territorio. 

 

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI