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Sabato, 01 Giugno 2024

“Prima è arrivato il virus, poi l’insabbiamento”. È quello che scrive oggi der Spiegel nell'edizione online in un lungo articolo sulle accuse rivolte da centinaia di famiglie italiane, che hanno sporto denuncia dopo la morte dei propri parenti.

Francesco Storace torna ad attaccare l'ex premier Giuseppe Conte, dopo un articolo di Der Spiegel che metteva sotto accusa la gestione di Giuseppe Conte sull'emergenza coronavirus. "Sull'edizione online del settimanale tedesco sottolinea il gornale Libero, è stato pubblicato un lungo reportage che mette in fila tutti gli elementi in possesso degli inquirenti e noti a chi ha denunciato tutte le carenze dell'azione di governo all’affacciarsi del Coronavirus. A leggere quanto scrivono gli inviati del settimanale viene da rigettare addosso a Giuseppe Conte quella sua enfasi sul modello italiano apprezzato da tutto il mondo con cui condiva le sue ipocrite apparizioni televisive", attacca l'ex senatore sulle colonne del Tempo.

Storace scrive Libero,cita Der Spiegel proprio nei passaggi più duri: “Gli errori commessi sono stati insabbiati. Per questo sono morte delle persone? Genitori, nonni, coniugi?Aggiungono gli autori del servizio che l’ex premier Giuseppe Conte ed il suo ministro alla Sanità sono stati già ascoltati, mentre da mesi vengono alla luce nuove omissioni. Da tempo non è più questione di tragici casi singoli, ma di un fallimento generale. E di insabbiamento. E di fronte a prese di posizioni così dure l'Italia può davvero pensare di rifugiarsi nel vuoto delle risposte? Non spiegare il perché di una inerzia ingiustificata?", è la domanda retorica con cui chiuse il suo j'accuse, Francesco Storace.

In Italia alcune procure, sottolinea il Tempo, tra cui quella di Bergamo, indagano o hanno indagato sull'operato del governo, a partire dalla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano e Nembro. "L'allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il suo ministro della Salute sono già stati interrogati, e da mesi stanno venendo alla luce nuove omissioni. Non si tratta più solo di singoli casi tragici, ma di fallimenti fondamentali e di insabbiamenti. L'ufficio del pubblico ministero deciderà a breve se e contro chi sporgere denuncia. Potrebbe essere un processo del secolo", si legge su Der Spiegel.

Questa volta in copertina non c'è nessuna pistola poggiata su un piatto di spaghetti, ma una serie di accuse contro il nostro Paese ...Parole durissime, quelle usate da «Der Spiegel»

Errori fatali, verità nascoste, gestione caotica della pandemia: il settimanale tedesco 'Der Spiegel' lancia in apertura del suo sito web un grande reportage che mette sotto accusa la gestione in Italia della prima drammatica fase della crisi innescata dalla pandemia da coronavirus.

"I documenti mostrano che sono stati compiuti degli errori", i quali sono stati "nascosti" dalle autorità italiane, scrive 'Der Spiegel', secondo cui lo stesso occultamento varrebbe per il destino di moltissime vittime: "Era possibile evitare questi morti?", si chiede il settimanale amburghese nella sua versione online.

Secondo 'Der Spiegel' sulle reali dimensioni della crisi vi è stata una massiccia opera di "insabbiamento". Il giornale riferisce di una denuncia collettiva presentata alla Procura di Bergamo da oltre 500 famiglie italiane. "Le accuse sono pesanti", scrive, e prosegue: "L'Italia avrebbe reagito in ritardo e in modo sbagliato alla pandemia. Il Paese è stato travolto, perché i piani di crisi erano vecchi e pieni di lacune. Gli errori commessi sono stati insabbiati. Per questo sono morte delle persone? Genitori, nonni, coniugi?".

 

La testata amburghese, "è noto che il piano pandemico nazionale non era stato più attualizzato dal 2006, nonostante che il governo italiano si fosse impegnato in tal senso e che solo poche settimane prima della deflagrazione della pandemia del coronavirus aveva segnalato all'Organizzazione mondiale della Sanità di essere perfettamente pronta per una situazione grave".

Senonché, già nel maggio 2020 l'Oms constatava che "senza essere preparata ad un tale flusso di pazienti, la prima reazione degli ospedali è stata improvvisata, caotica e creativa".

 

Fonti Agi/ Libero / Il Tempo / huffpost

Il tanto atteso Decreto Sostegno è finalmente arrivato. Il Governo, riunitosi venerdì scorso, ha varato le nuove misure di sostegno per far fronte al perdurare dell'emergenza economica e sanitaria che ha colpito il nostro Paese in seguito al Covid-19.

Il Decreto a firma Draghi, in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, prevede lo stanziamento di 32 miliardi di euro, ma lo stesso premier ha rimandato al Documento di Economia e Finanza il compito di trovare ulteriori risorse per l'introduzione di ulteriori misure.

Tra le diverse tutele e misure di sostegno per aziende, famiglie italiane e sanità, il decreto ha previsto il rifinanziamento della Cassa integrazione, con procedure più veloci e snelle, e la proroga del divieto di licenziamento e delle deroghe riguardanti il rapporto di lavoro a tempo determinato.

Il Decreto Sostegno (varato dal Consiglio dei Ministri del 19 marzo 2021), tra le tante misure per far rialzare il nostro Paese a seguito dell’emergenza sanitaria ed economica da Covid-19, ha previsto una proroga fino al 30 aprile 2021 degli obblighi di accantonamento derivanti dai pignoramenti presso terzi effettuati dall'agente della riscossione e dai soggetti incaricati, aventi ad oggetto le somme dovute a titolo di stipendio, salario, nonché a titolo di pensione.

Restano, comunque, validi gli atti e i provvedimenti adottati e gli adempimenti svolti dall’agente della riscossione nel periodo dal primo marzo 2021 alla data di entrata in vigore del Decreto Sostegno e sono fatti salvi gli effetti prodottosi e i rapporti giuridici sorti sulla base dei medesimi. Restano, altresì, acquisiti, relativamente ai versamenti eventualmente eseguiti nello stesso periodo, gli interessi di mora corrisposti.

Per quanto riguarda le rate di rottamazione, come pure per il saldo e stralcio, in scadenza nel 2020, ci sarà tempo fino al 31 luglio 2021 per procedere con il pagamento. Per quelle in scadenza nel 2021 (con termine quindi al 28 febbraio, 31 marzo, 31 maggio e 31 luglio), si potrà attendere invece fino al 30 novembre 2021.

Sono invece automaticamente annullati i debiti di importo residuo, dalla data di entrata in vigore del Decreto Sostegno, fino a 5.000 euro, risultanti dai singoli incarichi affidati dagli agenti della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2010, per tutti i soggetti con reddito inferiore a 30.000 euro.

ED ECCO IL TESTO DECRETO “SOSTEGNI”

Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19 (decreto-legge)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, del Ministro dell'economia e delle finanze Daniele Franco e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19.

Il decreto interviene, con uno stanziamento di circa 32 miliardi di euro, pari all’entità massima dello scostamento di bilancio già autorizzato dal Parlamento, al fine di potenziare gli strumenti di contrasto alla diffusione del contagio da COVID-19 e di contenere l'impatto sociale ed economico delle misure di prevenzione adottate. L'obiettivo è quello di assicurare un sistema rinnovato e potenziato di sostegni, calibrato secondo la tempestività e l'intensità di protezione che ciascun soggetto richiede.

Gli interventi previsti si articolano in 5 ambiti principali:

sostegno alle imprese e agli operatori del terzo settore;
lavoro e contrasto alla povertà;
salute e sicurezza;
sostegno agli enti territoriali;
ulteriori interventi settoriali.

1.      Sostegno alle imprese e agli operatori del terzo settore

Si prevede un contributo a fondo perduto per i soggetti titolari di partita IVA che svolgono attività d'impresa, arte o professione, nonché per gli enti non commerciali e del terzo settore, senza più alcuna limitazione settoriale o vincolo di classificazione delle attività economiche interessate. Per tali interventi, lo stanziamento complessivo ammonta a oltre 11 miliardi di euro.

Potranno presentare richiesta per questi sostegni i soggetti che abbiano subito perdite di fatturato, tra il 2019 e il 2020, pari ad almeno il 30 per cento, calcolato sul valore medio mensile. Il nuovo meccanismo ammette le imprese con ricavi fino a 10 milioni di euro, a fronte del precedente limite di 5 milioni di euro.

L'importo del contributo a fondo perduto sarà determinato in percentuale rispetto alla differenza di fatturato rilevata, come segue:

-          60 per cento per i soggetti con ricavi e compensi non superiori a 100mila euro;

-          50 per cento per i soggetti con ricavi o compensi da 100 mila a 400mila euro;

-          40 per cento per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 400mila euro e fino a 1 milione di euro;

-          30 per cento per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 1 milione e fino a 5 milioni di euro;

-          20 per cento per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 5 milioni e fino a 10 milioni di euro.

In ogni caso, tale importo non potrà essere inferiore a 1.000 curo per le persone fisiche e a 2.000 euro per gli altri soggetti e non potrà essere superiore a 150mila euro.

Il contributo potrà essere erogato tramite bonifico bancario direttamente sul conto corrente intestato al beneficiario o come credito d'imposta, da utilizzare esclusivamente in compensazione.

Per il sostegno alle attività d'impresa di specifici settori, sono inoltre previsti:

un Fondo per il turismo invernale;
l'aumento da 1 a 2,5 miliardi dello stanziamento per il Fondo per l'esonero dai contributi previdenziali per autonomi e professionisti;
la proroga del periodo di sospensione delle attività dell'agente della riscossione fino al 30 aprile 2021.

Per il sostegno alle imprese, è inoltre previsto un intervento diretto a ridurre i costi delle bollette elettriche.

2.      Lavoro e contrasto alla povertà

In tale ambito, il decreto prevede:

la proroga del blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno 2021;
la proroga della Cassa integrazione guadagni
il rifinanziamento, per 400 milioni di euro, del Fondo sociale per occupazione e formazione;
una indennità di 2.400 euro per i lavoratori stagionali e a tempo determinato e di importo variabile tra i 1.200 e i 3.600 euro per i lavoratori sportivi;
il rifinanziamento nella misura di 1 miliardo di euro, del fondo per il Reddito di Cittadinanza, al fine di tenere conto dell'aumento delle domande;
il rinnovo, per ulteriori tre mensilità, del Reddito di emergenza e l'ampliamento della platea dei potenziali beneficiari;
l'incremento di 100 milioni di euro del Fondo straordinario per il sostegno degli enti del terzo settore;
la proroga degli interventi per i lavoratori in condizioni di fragilità.

3.      Salute e sicurezza

Per quanto riguarda la salute e la sicurezza, il testo prevede:

un ulteriore finanziamento di 2,1 miliardi per l'acquisto di vaccini e di 700 milioni per l'acquisto di altri farmaci anti-COVID;
la possibilità che aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale ricorrano allo svolgimento di prestazioni aggiuntive da parte di medici, infermieri e assistenti sanitari dipendenti, anche in deroga ai limiti vigenti in materia di spesa per il personale;
il coinvolgimento delle farmacie nella campagna vaccinale;
un sostegno al personale medico e sanitario, compreso quello militare;
la proroga al 31 maggio 2021 della possibilità di usufruire di strutture alberghiere o ricettive per ospitarvi persone in sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare, laddove tali misure non possano essere attuate presso il domicilio della persona interessata.

4.     Enti territoriali

Per gli enti locali e territoriali è previsto un sostegno per la flessione del gettito dovuta alla pandemia, pari a circa 1 miliardo di euro per Comuni e città metropolitane sul 2021. Per le Regioni a statuto speciale e le Province autonome si prevede un intervento da 260 milioni e 1 miliardo per le Regioni a statuto ordinario per il rimborso delle spese sanitarie sostenute nell’anno 2020.

5.      Interventi settoriali

Tra gli altri interventi settoriali, sono previsti:

un sostegno alle attività didattiche a distanza o integrate;
il rifinanziamento dei fondi previsti dalla legislazione in vigore per cultura, spettacolo, cinema e audiovisivo;
il rifinanziamento dei fondi per la funzionalità delle forze di polizia e delle forze armate;
un sostegno dedicato alle imprese del settore fieristico;
un fondo da 200 milioni di euro per il sostegno allo sviluppo e alla produzione di nuovi farmaci e vaccini per fronteggiare le patologie infettive in ambito nazionale;
un fondo da 200 milioni di euro, presso il Ministero dello sviluppo economico, per il sostegno alle grandi imprese in crisi a causa della pandemia, con l’esclusione di quelle del settore bancario e assicurativo;
l’istituzione, presso il Ministero dell'economia e delle finanze, di un Fondo da 200 milioni di euro per l'anno 2021, da ripartire tra Regioni e Province autonome sulla base della proposta dagli stessi enti, da destinare al sostegno delle categorie economiche particolarmente colpite, incluse le attività commerciale o di ristorazione operanti nei centri storici e le imprese operanti nel settore dei matrimoni e degli eventi privati;
l'ulteriore finanziamento, del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura, istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

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SICUREZZA ALIMENTARE

Misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria in materia di sicurezza alimentare (decreto-legge)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro della giustizia Marta Cartabia, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria in materia di sicurezza alimentare.

Le norme introdotte hanno lo scopo di evitare un effetto abrogativo di tutte le disposizioni sanzionatorie di carattere penale e amministrativo di cui alla legge 30 aprile 1962, n. 283, realizzato con il decreto legislativo 2 febbraio 2021, n. 27, nonché di alcuni articoli del decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo 1980, n. 327, in materia di disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande.

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PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE CIVILE

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, ha deliberato lo stato di emergenza per 12 mesi nel territorio delle province di Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Pavia, Sondrio e Varese, in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che si sono verificati nei giorni dal 2 al 5 ottobre 2020. Per far fronte alle esigenze immediate e agli interventi più urgenti, nelle more della valutazione del definitivo impatto degli eventi eccezionali, è previsto lo stanziamento di 4,8 milioni di euro a valere sul Fondo per le emergenze nazionali.

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PROVVEDIMENTI A NORMA DEL TESTO UNICO DEGLI ENTI LOCALI

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, considerato che non si è ancora esaurita l’azione di recupero e risanamento delle istituzioni locali, ha deliberato la proroga per sei mesi dello scioglimento del Consiglio comunale di Carmiano (LE), già disposto in esito ad accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata.

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CONFERIMENTO DELLA CITTADINANZA ITALIANA

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, ha deliberato a norma dell'articolo 9, comma 2, della legge 5 febbraio 1992, n.91, di attivare la procedura per il conferimento della cittadinanza italiana per meriti speciali alla Sig.ra Zakia Seddiki, nata a Casablanca (Marocco) il 9 luglio del 1984, vedova dell’Ambasciatore nella Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio. La signora Seddiki ha contribuito con impegno umanitario e sociale esemplare alla realizzazione della politica italiana di cooperazione allo sviluppo a tutela dei diritti dei più deboli. Nel 2017 ha fondato un'associazione benefica di volontari italiani e internazionali che ha l'obiettivo di migliorare la vita a donne e bambini in difficoltà in Congo.

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INTERVENTI NEI GIUDIZI DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, ha deliberato la determinazione d’intervento nel giudizio di legittimità costituzionale promosso dalla regione Regione Calabria avverso gli articoli 1, 2, 3, 6 e 7 del decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150 recante “Misure emergenziali per il servizio sanitario della regione Calabria a e per il rinnovo degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario”, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 2020, n. 181.

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LEGGI REGIONALI

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini, ha esaminato diciassette leggi delle Regioni e delle Province Autonome e ha deliberato:

di impugnare:

la legge della Regione Sardegna n. 1 del 18/01/2021, “Disposizioni per il riuso, la riqualificazione ed il recupero del patrimonio edilizio esistente ed in materia di governo del territorio. Misure straordinarie urgenti e modifiche alle leggi regionali n. 8 del 2015, n. 23 del 1985 e n. 16 del 2017” in quanto numerose disposizioni si pongono in contrasto con la normativa statale in materia di tutela del paesaggio, in violazione dell'articolo 117, secondo comma, lettera s) della Costituzione, nonché delle norme fondamentali delle riforme economico-sociali contenute nella legge urbanistica n. 1150 del 1942 e nel Testo Unico dell'edilizia di cui al dPR n. 380 del 2001;


la legge della Regione Abruzzo n. 1 del 20/01/2021 “Disposizioni finanziarie per la redazione del Bilancio di previsione finanziario 2021-2023 della Regione Abruzzo (Legge di stabilità regionale 2021)” in quanto l’articolo 19, comma 36, si pone in contrasto con la normativa statale, violando l'articolo 117, secondo comma, lettera s) della Costituzione che attribuisce allo Stato la competenza esclusiva sulla tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, in cui rientra la gestione dei rifiuti;

di non impugnare:

la legge della Provincia autonoma di Trento n. 1 del 19/01/2021 “Inserimento dell’articolo 13 bis nella legge provinciale sul commercio 2010 e modificazione della legge provinciale per il governo del territorio 2015”;
la legge della Provincia autonoma di Trento n. 2 del 19/01/2021 “Sostegno alle associazioni d’arma e combattentistiche e alle associazioni delle forze dell’ordine”;


la legge della Regione Abruzzo n. 2 del 20/01/2021 “Bilancio di previsione finanziario 2021 – 2023”;
la legge della Regione Siciliana n. 1 del 20/01/2021 “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l’esercizio finanziario 2021. Disposizioni finanziarie varie”;
la legge della Provincia autonoma di Bolzano n. 2 del 21/01/2021 “Debito fuori bilancio”;


la legge della Regione Lombardia n. 1 del 01/02/2021 “Disposizioni in materia di comunicazioni relative a minori con genitori separati”;
la legge della Regione Trentino Alto Adige n. 1 del 27/01/2021 “Rappresentanza di genere nelle commissioni consiliari dei Comuni”;
la legge della Regione Toscana n. 1 del 29/01/2021 “Misure di sostegno ai maestri di sci della Regione Toscana a seguito dell’emergenza da COVID-19”;
la legge della Regione Toscana n. 2 del 29/01/2021 “Misure di sostegno a favore delle associazioni pro loco anno 2021 a seguito dell’emergenza da COVID-19”;


la legge della Regione Toscana n. 3 del 29/01/2021 “Misure di sostegno ai lavoratori autonomi dello spettacolo a seguito dell’emergenza COVID-19”;
la legge della Regione Toscana n. 4 del 03/02/2021 “Disposizioni in materia di vigilanza venatoria. Modifiche alla l.r. 3/1994”;
la legge della Regione Umbria n. 2 del 03/02/2021 “Capacità assunzionale della Regione”;


la legge della Regione Veneto n. 2 del 04/02/2021 “Modifiche alla legge regionale 10 agosto 2001, n. 18 ‘Istituzione, organizzazione e funzionamento del comitato regionale per le comunicazioni (CORECOM)’”;
la legge della Regione Emilia Romagna n. 1 del 09/02/2021 “Incremento della partecipazione regionale alla Società Piacenza EXPO S.P.A.”;
la legge della Regione Friuli Venezia Giulia n.1 dell’08/02/2021 “Ulteriori misure urgenti per il sostegno dei settori produttivi”.

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato questa mattina la legge approvata ieri dal Parlamento che istituisce la 'Giornata nazionale in memoria di tutte le vittime dell'epidemia da coronavirus' che verrà' celebrata il 18 marzo di ogni anno. Lo rende noto il Quirinale.

Il premier Mario Draghi ha posato una corona d'alloro sulla stele dedicata alle vittime del Covid al cimitero monumentale di Bergamo, mentre veniva letta la poesia di Ernesto Olivero che è scolpita sulla stele. Il premier ha infatti deciso di celebrare la prima giornata nazionale delle vittime del Covid nella città più colpita dalla prima ondata, con oltre 3400 vittime ufficiali per coronavirus anche se quelle stimate sono circa 6000.


Presenti alla cerimonia il sindaco Giorgio Gori, il vescovo Francesco Beschi, il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli, il prefetto Enrico Ricci, il direttore generale dell'Ats Bergamo Maurizio Giupponi, la direttrice dell'ospedale Giovanni XXIII, un'infermiera e un medico di base. Il progetto del bosco, con 750 alberi e piante ad organizzare una serie di isole verdi e aree attrezzate nasce da un'idea dell'associazione dei Comuni virtuosi finanziata dal Comune di Bergamo e dal crowdfunding che da solo ha raccolto finora 110 mila euro. Fra le donazioni anche quelle di Francesco Guccini, dei Nomadi e della Foppapedretti, che ha stanziato 20 mila euro.

"Cari bergamaschi, avete vissuto giorni terribili, sono tante le immagini di questa tragedia ma una è indelebile, la colonna di carri militari carichi di bare", aggiunge il Premier Draghi.

"Non possiamo abbracciarci, ma questo è il giorno in cui dobbiamo sentirci tutti ancora più uniti.

A partire da qui, da questo luogo che ricorda chi non c’è più.
In questa città non vi è nessuno che non abbia avuto un familiare o conoscente colpito dal virus.
Cari bergamaschi, avete vissuto giorni terribili in cui non vi era nemmeno il tempo di piangere i vostri cari, di salutarli e accompagnarli per l’ultima volta.
Sono tante le immagini di questa tragedia, che hanno colpito tutti, in Italia e nel mondo.
Una su tutte è indelebile: la colonna di camion militari carichi di bare.
Era la sera del 18 marzo, esattamente un anno fa.
Questo bosco non racchiude solo la memoria delle tante vittime cui va oggi il nostro pensiero commosso.

Questo luogo è un simbolo del dolore di un'intera   nazione.
Lo testimoniò già, con la sua presenza alla commemorazione del 28 giugno al Cimitero Monumentale, il Presidente della Repubblica.
È anche il luogo di un impegno solenne che oggi prendiamo.
Siamo qui per promettere ai nostri anziani che non accadrà più che le persone fragili non vengano adeguatamente assistite e protette.
Solo così rispetteremo la dignità di coloro che ci hanno lasciato.
Solo così questo bosco della memoria sarà anche il luogo simbolo del nostro riscatto.Siamo qui per celebrare il ricordo perché la memoria di ciò che è accaduto nella primavera dello scorso anno non si appanni.
Ricordare ci aiuta a fare buone scelte per la tutela della salute pubblica e per la salvaguardia del lavoro dei cittadini.
Ricordare i tanti e magnifici esempi di “operatori del bene” espressi nell’emergenza da questa terra ci dà la misura della sua capacità, del suo sacrificio.

Vorrei ricordare gli operatori dell’ospedale Papa Giovanni XXIII.
In questi mesi hanno dato un contributo straordinario di professionalità e di dedizione, spesso pagato con la vita.
Vorrei ricordare il miracolo - e non si può definire diversamente - dell’ospedale da campo della Fiera di Bergamo.
Allestito in pochi giorni dagli Alpini, della Protezione Civile e dagli artigiani volontari.
E sostenuto dalla grande generosità dei cittadini bergamaschi.
Il sindaco Giorgio Gori ricorda nel suo libro - che ha come titolo “Riscatto” - anche i mille volontari, ragazze e ragazzi, che hanno aiutato le persone in difficoltà.
Il sindaco li ha chiamati, a ragione, i “nuovi mille” di Bergamo.
In tutta Italia sono tantissimi i protagonisti silenziosi di questa rete di solidarietà. Sono tante le figure simbolo della resistenza civile di questa comunità che oggi vorrei ricordare.

Ne cito solo alcune:
Don Fausto Resmini era il prete degli ultimi.
A lui è stato intitolato il carcere di Bergamo di cui era il cappellano.
Con lui rendiamo omaggio ai sacerdoti della diocesi bergamasca deceduti per il virus.Tra i sindaci storici di questa comunità, rivolgo un pensiero a Piero Busi, primo cittadino per 59 anni di Valtorta, morto nella casa di riposo che aveva contribuito a creare.
E a Giorgio Valoti di Cene, 70 anni, al suo quarto mandato.
Tra gli operatori sanitari: Maddalena Passera, medico anestesista.
Deceduta a 67 anni poco dopo suo fratello Carlo, medico di base.
Diego Bianco, 46 anni, un operatore del fondamentale servizio del 118 della Soreu di Bergamo.

Tra le forze dell’ordine, l’appuntato scelto dei Carabinieri Claudio Polzoni, 46 anni. Con loro ricordiamo tutte le vittime della pandemia e ci stringiamo intorno alle loro famiglie.Il governo - e lo sapete bene - è impegnato a fare il maggior numero di vaccinazioni nel più breve tempo possibile.
Questa è la nostra priorità.La sospensione del vaccino AstraZeneca, attuata lunedì con molti altri Paesi europei, è stata una decisione temporanea e precauzionale. Nella giornata di oggi, l'Agenzia Europea dei Medicinali darà il suo parere definitivo sulla vicenda.Qualunque sia la sua decisione, la campagna vaccinale proseguirà con la stessa intensità, con gli stessi obiettivi. L’incremento nelle forniture di alcuni vaccini aiuterà a compensare i ritardi da parte di altre case farmaceutiche.
Abbiamo già preso decisioni incisive nei confronti delle aziende che non mantengono i patti ..Il rispetto che dobbiamo a chi ci ha lasciati deve darci la forza per ricostruire il mondo che essi sognavano per i propri figli e nipoti .

Tutta la comunità bergamasca ha dato prova di saper reagire, di trasformare i lutti e le difficoltà in voglia di riscatto, di rigenerazione.
Il suo esempio è prezioso per tutti gli italiani che, sono certo, non vedono l’ora di rialzare la testa, ripartire, liberare le loro energie che hanno reso meraviglioso questo Paese. E io sono qui oggi per dirvi grazie e per impegnarmi insieme a tutti voi a ricostruire senza dimenticare".

Due momenti diversi, scrive il Giornale, due premier differenti per storia e aplomb istituzionale. Lo stesso identico luogo martoriato. Questo 18 marzo non è soltanto la prima giornata in ricordo delle vittime del Coronavirus.

Era il 28 aprile dell'anno scorso. Di quella visita, più che l’empatia mostrata dall'ex premier, a restare impressa nella memoria fu la sfuriata contro i giornalisti che gli chiedevano conto della mancata zona rossa in Val Seriana. Un passaggio e basta, comunque. Niente di più. Il solito banchetto di microfoni nel cortile della Prefettura. Qualche frase di circostanza. E poi via in direzione di Brescia - altra città martire - dove arrivò non prima dell'una di notte.

Secondo il giornale,Consuelo Locati, vulcanico legale che rappresenta oltre 500 familiari di vittime della pandemia, ricorda che il sedicente avvocato del popolo non ricordasse “nemmeno il nome dei Paesi focolaio”, cioè Alzano Lombardo e Nembro. 

 

Ecco la ferita che Draghi oggi è chiamato a sanare. Non serve molto, in fondo. L'ufficialità, intanto. Il presentarsi in pieno giorno. Le bandiere a mezz'asta a Palazzo Chigi. E la scelta di celebrare la prima giornata del ricordo proprio qui, nelle strade dove anche i più scettici di noi si sono accorti che forse non stava “andando tutto bene”

 

Fonte Uff.Stampa P.Chigi / il giornale / ansa

Durante la campagna elettorale Donald Trump lo aveva soprannominato “sleepy Joe”, “Joe l’addormentato”. Ora Joe Biden si è evidentemente risvegliato e vuole dimostrarlo ai due rivali strategici degli Stati Uniti, la Russia e la Cina, che sembravano non averlo preso sul serio.

In pochi si aspettavano che Biden rispondesse “I do”, “Sì, lo penso”, a questa domanda di un giornalista: “Lei pensa che Vladimir Putin sia un assassino?”. Anche Putin è rimasto spiazzato, tanto che ha immediatamente richiamato il suo ambasciatore, la manovra più immediata per mostrare la sua disapprovazione senza compromettere i rapporti con un altro paese.

Biden vuole cancellare, imponendo quella di un paese pronto a superare la pandemia, a rilanciare la sua economia grazie all’iniezione massiccia di dollari e a farsi rispettare sulla scena internazionale.

Attaccare personalmente Putin non è una scelta diplomatica, ma in questo, modo scrive Internazionale, Biden ha voluto ristabilire i rapporti di forza. Lo ha fatto con un linguaggio brutale, adatto a un mondo brutale. Il nuovo presidente è stato irritato in modo particolare dalla portata dell’attacco informatico contro i sistemi statunitensi, attribuito ai russi, e ha promesso di rispondere.

Esige spiegazioni da Washington il Cremlino scrive il Fatto, convinto che Joe Biden non sia interessato a migliorare i rapporti tra Russia e Stati Uniti dopo le sorprendenti esternazioni del presidente americano che, in un’intervista a Abc, ha definito Putin “un assassino”. Come prima reazione Mosca ha richiamato in patria il suo ambasciatore negli Usa Anatoli Antonov per “consultazioni”, e arriverà sabato nella capitale. Resta invece nella capitale russo l’ambasciatore americano, come ha specificato la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki, mentre “gli Usa sperano di poter continuare ad avere una relazione produttiva con la Russia“. Dall’Unione europea, invece, l’affondo arriva dall’Alto rappresentante Ue Josep Borrell. Non entra nel merito delle dichiarazioni di Biden, ma dice: “C’è una lunga lista di assassinii riusciti o tentati in Russia e nel caso di Navalny l’Ue ha imposto sanzioni. Le autorità russe hanno fatto azioni illegali in Ucraina e hanno un chiaro ruolo in conflitti nel nostro vicinato e il presidente della Federazione russa è responsabile per queste azioni russe”.

Il 18 marzo gli emissari di Biden hanno incontrato ad Anchorage, in Alaska, i rappresentanti del numero uno cinese Xi Jinping per un primo contatto diretto, che tuttavia ha assunto i toni di uno scontro, al punto tale che non ci sarà il previsto comunicato congiunto al termine dei due giorni di incontri.

Sarebbe tuttavia un grave errore scrive Inside Over, considerare l’attacco di Biden a Putin un semplice “affare a due” tra Stati Uniti e Russia. E qui veniamo alla citata ipotesi dell’effetto domino. La clamorosa gaffe diplomatica commessa dal presidente statunitense, infatti, rischia non solo di far ripiombare il mondo intero nell’incubo di un’escalation militare da Guerra Fredda, ma anche di offrire un clamoroso vantaggio strategico alla Cina. Gli alti vertici del Partito Comunista cinese hanno ascoltato con attenzione le parole uscite dalla bocca di Biden, e sono ad approfittare dell’ingenua uscita del successore di Donald Trump.

Incassata l’ennesima offesa americana, scrive inside over anche piuttosto pesante, la Russia ha adesso più che mai bisogno di appoggiarsi alla Cina. Mosca, che secondo alcuni analisti avrebbe potuto essere utilizzata da Washington come una sorta di jolly in chiave anti cinese, farà più che mai fronte comune con Pechino. È vero che il Dragone è attualmente in trattativa con gli Stati Uniti, ma la speranza di normalizzare i rapporti è quanto mai remota.

L’eventuale asse Mosca-Pechino, sottolinea inside, più solido che mai, creerebbe non pochi grattacapi a Washington, soprattutto per quanto riguarda due ambiti delicati: i vaccini e la corsa agli armamenti. Sui vaccini, Biden sta cercando in tutti i modi di attivare il Quad per rifornire il Sud-Est asiatico di vaccini occidentali. Gli Stati Uniti partono però in svantaggio, e la sola India – per altro corteggiata dai russi – non può bastare per limitare la diffusione delle dosi cinesi, tra l’altro molto apprezzate da un discreto numero di Paesi in via di sviluppo. Lo Sputnik V da una parte e i vari Sinopharm, Sinovac e Cansino potrebbero schiantare il piano americano. Capitolo armamenti: la Russia poteva essere il grimaldello perfetto grazie al quale Washington avrebbe potuto orchestrare una nuova diplomazia includendo nel discorso anche Pechino. Adesso è molto difficile immagine Mosca fare una mossa del genere.

 

Fonti Inside Over / Internazionale / Fatto Quotidiano

Quella del 16 marzo 1978 è una data incancellabile nella coscienza del popolo italiano. Lo sprezzo per la vita delle persone, nel folle delirio brigatista, lo sgomento per un attacco che puntava a destabilizzare la vita democratica italiana, rimangono una ferita e un monito per la storia della nostra comunità”. Con queste toccanti parole il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto commemorare il 43° anniversario dalla strage di via Fani, nella quale si perpetrò l'uccisione barbara, ad opera dei terroristi delle brigate rosse, di Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino per portare a compimento il rapimento di Aldo Moro

A 43 anni dal rapimento dello statista democristiano, il gip romano Francesco Patrone ha autorizzato la richiesta di prelievo del Dna (avanzata dal pm Eugenio Albamonte) per alcuni brigatisti già condannati per il sequestro del dirigente democristiano, ma anche per alcuni militanti delle Br finora considerati estranei all’agguato di via Fani. Il prelievo del Dna è avvenuto a fine febbraio 2021 nei locali della Questura di Roma, ed è stato coattivo visto che molti brigatisti non avevano voluto sottoporsi volontariamente.

il sequestro e l'assassinio di Aldo Moro,scrive Huffpost, per molti aspetti, si dimostra, insomma, ancora un “cold case”, visto che quello che ne sappiamo è in gran parte frutto di una “verità concordata“ tra brigatisti ed apparati dello Stato, prima della caduta del Muro di Berlino. Una verità secondo Huffpost,“accettabile” che lasciasse fuori dai riflettori dell'opinione pubblica altre verità troppo grandi, in quel determinato contesto geopolitico. Né deve essere di ostacolo a questa ricerca il tempo che è passato. Non si tratta soltanto di permettere una affidabile ricostruzione storica. Il reato di strage (e questo avvenne in via Fani) per il nostro codice penale non si prescrive.

L'ipotesi investigativa sottolinea La Nazione, è che si potrebbero riscontrare presenze diverse da quelle finora conosciute sulla scena del rapimento e in via Gradoli. Visto che ad esempio su 38 tracce biologiche rinvenute, solo 20 sono state attribuite, e con certezza, al proprietario dell'auto (che era stata rubata dalle Br per usarla nel sequestro) e ai suoi familiari, mentre altri sette profili genetici trovati all'interno dell'abitacolo della Fiat Giardinetta, condotta da Mario Moretti e che la mattina del 16 marzo 1978 bloccò allo stop con via Stresa la Fiat 130 su cui viaggiava lo statista democristiano e l'Alfetta della scorta, sono ancora sconosciuti. In particolare si cerca di dare un volto e un nome alla presenza di un personaggio che si sarebbe trovato accanto a Moretti al momento dell’agguato, e a chi abbia avuto a che fare con la macchina (per rubarla, spostarla, nasconderla) e a chi abbia frequentato la prigione di Moro.

Cosi il caso Moro non finisce mai, e non finiscono nemmeno le sorprese sul sequestro e l'omicidio dello statista democristiano, rapito dalle Br il 16 marzo del 1978 nel cruento agguato di via Fani nel quale persero la vita i cinque uomini della sua scorta e poi ammazzato 55 giorni dopo nel bagagliaio di una Renault 4 rossa che fu poi abbandonata in via Caetani, nel centro storico di Roma, a metà strada tra le storiche sedi di Pci e Dc, via delle Botteghe Oscure e piazza del Gesù. 

In occasione dell'anniversario del sequestro, torna a scrivere del «cold case» Moro Maria Antonietta Calabrò, con una ricostruzione sull'Huffington Post degli ultimi sviluppi delle indagini, svolte in anni recenti dalla scientifica con mezzi che a fine anni 70 non erano disponibili. Saltano così fuori sorprese interessanti dall'analisi del Dna prelevato (coattivamente, visto che gli interessati si erano rifiutati di procedere volontariamente) il mese scorso a una serie di brigatisti coinvolti nel sequestro, ma anche ad alcuni bierre che erano considerati da sempre estranei al rapimento. I profili genetici da «svelare» erano stati raccolti nel 2016, all'interno della Fiat 128 Giardinetta che servì ai terroristi per fermare il convoglio di Moro in via Fani e nel covo di via Gradoli.

Si tratta scrive HuffPost infatti di comparare il loro profilo genetico con quello portato alla luce, nel 2016, sui mozziconi di sigaretta rinvenuti nell’abitacolo della Fiat con targa Corpo Diplomatico che servì a “bloccare” la vettura di Moro in Via Fani, e sui mozziconi repertati nel covo di via Gradoli (la centrale operativa del sequestro Moro).

Fu il capo dell'Antiterrorismo Lamberto Giannini, da pochi giorni nuovo capo della Polizia di Stato, a mettere in evidenza alla seconda Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso, presieduta da Giuseppe Fioroni, la possibilità di procedere con nuove analisi scientifiche che nel 1978 non erano possibili.

Ma la prova del DNA è stata possibile solo ora (nell’ambito delle nuove indagini avviate a fine 2018 da Piazzale Clodio dopo aver ricevuto lo stralcio dei documenti di San Macuto), visto che prima non c'era il consenso degli interessati, e si è dovuto procedere con decisione del gip.

Così ora viene fuori scrive il giornale, che almeno 7 impronte genetiche tra quelle raccolte sulla scena dell'agguato e nel covo sono ancora senza un nome, e potrebbero aiutare a gettare una luce nuova e diversa su quella terribile pagina della storia del nostro Paese, chiarendo per esempio il ruolo dei terroristi tedeschi della Raf nel blitz di via Fani, e facendo luce su una versione troppo «accomodata» per essere credibile. 

Un dettaglio, i sette «invisibili» ancora senza nome presenti sulla scena, che coincide tra l'altro quasi perfettamente con le conclusioni della Commissione Moro 2, che ha stabilito come quella mattina in via Fani vi fossero almeno 20 terroristi e non 12, come le Br hanno sempre sostenuto in interrogatori e processi. La ricostruzione dell'Huffington Post ricorda anche l'avvistamento, cinque giorni dopo il sequestro, il 21 marzo, di un furgone Hanomag-Henschel giallo e di una Mercedes marrone a Viterbo, diretti verso Nord con 7 persone a bordo, due nel furgone e 5 nella berlina. Il testimone, Roberto Lauricella, allora 15enne, appassionato di armi e storia militare, vide i due veicoli accostare, e notò tra le gambe di un passeggero del secondo veicolo una mitraglietta Mp40. 

Il ragazzo, scrive il giornale, che riuscì ad annotare la targa del furgone e parte di quella della Mercedes oggi è un maresciallo dei Carabinieri, ed è stato riascoltato nel 2015, confermando che non gli «furono mai mostrate immagini ai fini di un eventuale riconoscimento personale». La targa del furgone venne ritrovata in una tipografia a Hebertsfelden, in Germania, e il pulmino venne collegato da Interpol e autorità tedesche a due componenti della Raf. E in fondo, ricorda il pezzo dell'Huffington, fu anche Abu Bassam Sharif, ex leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, a confermare, parlando con la commissione d'inchiesta nel 2017, che difficilmente «le Brigate Rosse avrebbero avuto la possibilità di uccidere cinque guardie del corpo senza nemmeno ferire Moro».

Secondo la ricostruzione “ufficiale” del sequestro Moro,scrive Huffpost,  via Gradoli sarebbe stata la base logistica frequentata dai soli Mario Moretti e Barbara Balzerani. Le analisi delle impronte digitali ritrovate dopo quarant'anni hanno già messo in evidenza su uno stivale di gomma un'impronta riconducibile a Adriana Faranda. Mentre nessuna impronta digitale è stata ricondotta dalle analisi ad Aldo Moro. In quel covo inoltre sono state trovati i profili biologici misti di due uomini e due donne su cui sono in corso adesso gli accertamenti scientifici.

In base a successivi accertamenti dell’Interpol ricostruisce il giornale Huffpost, e della polizia tedesca, si è anche accertato che due persone, un uomo e una donna, che avevano avuto a che fare con quel pulmino, erano membri della RAF (le BR tedesche) e la donna era anche in possesso di una carta d'identità italiana falsa, appartenente ad uno stock rubato in bianco, nella disponibilità delle BR in via Gradoli, e nell’appartamento di Giuliana Conforto, figlia di “Dario”, il principale agente del Kgb in Italia già dai tempi del fascismo , in cui trovarono rifugio i due brigatisti Adriana Faranda e Valerio Morucci e fu sequestrata anche la mitraglietta Skorpion che uccise Moro, il 9 maggio 1978.

Il cosiddetto Memoriale Morucci (scritto da Morucci con la “supervisione“ del servizio segreto interno Sisde, alla base della ricostruzione giudiziaria del sequestro Moro, ritenuta insufficiente dai giudici nelle motivazioni delle sentenze di Corte d'assise) sottolinea Huffpost, ha “cancellato” dalla scena del sequestro proprio alcuni componenti del commando di via Fani, alcuni certamente di nazionalità tedesca, appartenenti alla Rote Armee Frackion, un gruppo terroristico controllato dalla Stasi (servizio segreto dell'allora Ddr, la Germania dell’Est).

 

 

Fonti Huffpost / Il giornale / La nazione

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