Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Venerdì, 19 Aprile 2024

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:492 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:522 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:708 Crotone

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:1318 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:1438 Crotone

Prosegue la formazione BL…

Feb 20, 2024 Hits:1273 Crotone

Si firmerà a Crotone il M…

Feb 14, 2024 Hits:1443 Crotone

Le opere del maestro Affi…

Feb 07, 2024 Hits:1491 Crotone

“Il tempo dello sport”, incontro con Maria Aiello

image

L’avvocato Maria Aiello, originaria di Crotone ma milanese d’adozione, è una studiosa di storia dello sport e di diritto e management sportivo e recentemente ha pubblicato il suo nuovo libro “Il tempo dello sport”.

In questa sua opera effettua un viaggio antropologico a spasso nel tempo, fra le diverse discipline umanistico-scientifiche, che caratterizzano il percorso evolutivo dell’uomo ed hanno sempre un comune denominatore: lo sport.

Maria Aiello sofferma lo sguardo sulla giusta contestualizzazione, anche sotto un profilo socio-politico, dell’ antichissimo quanto efficace mezzo di comunicazione, costituito dal fenomeno sport nelle sue tappe evolutive.

La scrittrice ha già precedentemente pubblicato un altro libro, dal titolo “Viaggio nello sport attraverso i secoli”, nel quale ha trattato questa complessa materia, sulla base di una visione sostanzialmente eurocentrica dello sport.

In questo suo secondo libro viene ripreso un lavoro capillare di intensa ricerca, con l’intento di fornire al lettore una visione ancor più ampia ed attenta del tema sport , ponendo l’accento su remoti contesti storici, partendo dal mondo dell’agonismo classico dell’Antica Grecia, per poi passare alle culture e alle tradizioni popolari, a dimostrazione di quanto, da sempre, il momento della competizione fisica rappresenti un immenso patrimonio comune.

Lo sport, nel tempo, ha conosciuto momenti di luci ed ombre. Soprattutto in questi ultimi anni assistiamo ad un lento degrado, determinato da una gestione poco lungimirante dello sport e dal disinteresse da parte degli amministratori e delle istituzioni in genere, nei confronti di discipline legate all’attività fisica, quindi basilari per il benessere di ogni persona.

Piace sottolineare che in Italia, da sempre, i rapporti fra scuola e sport non sono idilliaci, al contrario di altri Paesi, come gli Stati Uniti, dove l’attività fisica, a livello non necessariamente agonistico, è incoraggiata e promossa all’interno delle scuole e si pone sullo stesso piano di altre materie didattiche.

In questi giorni ho avuto occasione di intervistare l’autrice Maria Aiello, partendo dalla sua frase inserita nel libro come dedica:

"Dedico questa mia opera soprattutto ai giovani, smarriti di fronte all’incertezza sul futuro, con la convinzione che la conoscenza e la pratica dello sport aiutino a scoprirne i veri valori , come impulso a giocare la partita dell’avvenire”. In questa sua frase la vera essenza dell’utilità, anche sociologica, dello sport. Quanto e fino a che punto lo sport può aiutare i giovani nell’acquisire consapevolezza del proprio “essere” nella società?

Oggi in verità, specie in alcuni contesti, assistiamo a una svalutazione o addirittura a dure critiche rispetto allo sport: se ne parla come di un’esperienza negativa per la persona, fatta di competizione sfrenata, di esercizio fisico esasperato, finalizzato talvolta solo alla costruzione di un corpo muscoloso da esibire. Per non parlare poi del fenomeno della frode, che propone anche il ricorso a sostanze nocive e perciò vietate. Ora, ad un’immagine così negativa dello sport, il mio libro risponde proponendo, con riguardo all’esperienza dell’uomo nella storia attraverso lo sport, l’idea che quest’ultima sia un’occasione di crescita armonica del corpo e dello spirito, al punto da far coincidere bellezza fisica e virtù, (il ricordo va a Diagora di Rodi, modello di bellezza fisica e di qualità spirituali). Questa esperienza può contribuire a dare ai giovani una sempre maggiore sicurezza nel rapporto con se stessi e con gli altri. In questa prospettiva, lo sport appare fondamentale per la loro formazione: esso riesce a conquistare i giovani per la componente fisica e per lo spirito di competizione, nonché per la sua valenza socializzatrice. In effetti, questo libro contiene non solo la dedica ai giovani, ma è soprattutto pensato per un “pubblico giovane” e per coloro che sono chiamati a compiti educativi.

In che modo nel Medioevo vennero disciplinate le attività sportive attraverso l’applicazione di norme contenute nell’antico Diritto Privato Romano?

Vorrei anzitutto premettere che questo libro mira a superare un certo modo di concepire il Medioevo nel suo rapporto con lo sport. E’ diffusa anche in letteratura l’opinione che il Medioevo rappresenti, anche dal punto di vista dello sport, una cesura fra antico e moderno, in altri termini un periodo oscuro, una fase senza sport.

Il libro si contrappone, invece, a questa interpretazione mostrando che la pratica sportiva, sia pure in forme diverse, continuò e s’impose per tutto il Medioevo europeo, (dai tornei ai giochi popolari).

Ciò è testimoniato dal riferimento dei giuristi dell’epoca a quelli che chiamavano con vocabolo latino “certamina sacra” garantendo ad essi un’apposita tutela giuridica sulla base del giustinianeo “Corpus Iuris Civilis”, con conseguente esenzione da responsabilità, in caso di lesioni eventualmente riportate durante lo svolgimento della gara.

Talvolta, si incorre in fraintendimenti nell’uso delle fonti del Diritto Romano; ma il punto chiave è che, a determinate condizioni (quello che i giuristi definivano “certamen licitum”), lo sport merita di essere incoraggiato e perciò tutelato.

Ricordando sempre i tempi antichi, i Giochi Olimpici, un importante appuntamento nell’antica Grecia, vennero aboliti nel 393 d.C. per volere dell’Imperatore Teodosio. Sicuramente va a Pierre de Coubertin il merito di aver fatto rinascere le Olimpiadi, conferendo ad esse l’importanza, anche a carattere internazionale ed il loro alto profilo morale. Vorrebbe parlare brevemente di questo controverso personaggio?

Questa domanda pare postulare un “vuoto” per quel che riguarda la pratica dello sport dalla fine del mondo antico fino alla riscoperta di Olympia nell’Ottocento.

In realtà, come ho accennato nella domanda precedente, lo sport nell’antichità continuò per tutto il Medioevo, modulandosi secondo la cultura del tempo, per poi svilupparsi ulteriormente durante il Rinascimento, nel quadro di una rivalutazione generale dell’uomo e quindi anche del corpo, nonché nei secoli successivi senza soluzione di continuità; quindi, l’idea di una rinascita dello sport nell’Ottocento col formarsi del Movimento Olimpico, è a mio giudizio una forzatura ideologica o se si vuole, un travisamento. Certo, va sottolineato che si sviluppa un’ importante regolamentazione ed organizzazione dello sport su scala globale, in altri termini lo sport si “istituzionalizza”.

Sicuramente a de Coubertin va il merito di aver contribuito a ripristinare le odierne Olimpiadi, ma non possiamo passare sotto silenzio alcuni equivoci: in particolare nel libro si evidenzia la scelta del barone di rifarsi al modello dell’Antica Grecia, con un voluto fraintendimento di immaginare atleti sempre rigorosamente dilettanti, quando invece nell’Antica Grecia il professionismo era praticato e diffuso: Olympia aveva i suoi sponsor.

Questo fraintendimento sfociò nel rigoroso vincolo del dilettantismo usato da de Coubertin come fattore di esclusione dei ceti umili dall’agonismo, dando in tal modo luogo ad uno sport elitario a misura di gentleman.

Quando inizia a svilupparsi il complesso rapporto fra moda e sport?

Questo rapporto inizia a emergere alla fine dell’Ottocento, epoca in cui l’abbigliamento usuale era poco adatto all’attività sportiva e iniziano ad essere proposte linee più adeguate e insieme attente al gusto del momento.

Si comincia con la ricerca di abiti idonei per le cavallerizze e per le donne che si cimentano nell’automobilismo, per poi proseguire con le prime tute per lo sci e dai primi del Novecento gli stilisti iniziano a guardare anche al tennis, con l’obiettivo di conciliare estetica e funzionalità.

Visto l’accrescersi del fenomeno sportivo e il continuo progresso scientifico e tecnologico, qual è oggi il ruolo della medicina nell’ambito sportivo?

Si tratta di un rapporto assai antico.

Con il progresso scientifico e la diffusione del fenomeno sportivo, negli ultimi decenni i rapporti sono divenuti sempre più stretti, fino all’idea che possa essere la medicina a “costruire” il campione. In questo intimo legame riscontriamo indubbie potenzialità e al tempo stesso alcuni pericoli: da un lato la medicina dello sport offre oggi numerosi rimedi per migliorare la salute e il benessere della persona, quindi dell’atleta; dall’altro, emergono talune pratiche che possono rivelarsi addirittura dannose alla salute.

Ed anche le prospettive che oggi si aprono, attraverso le biotecnologie, appaiono insieme affascinanti e inquietanti, poiché finiscono per rendere artificiale la prestazione e lo stesso atleta, mortificando l’originario e naturale spirito competitivo.

Dalle attente riflessioni storiche contenute nel suo libro, emerge quanto il fenomeno sportivo segua da sempre una linea di continuità. Cosa vorrebbe aggiungere, a conclusione di questa intervista?

Nella sua storia, lo sport ha assunto caratteristiche in parte diverse, in relazione alla cultura dell’epoca. In alcuni contesti, si è dato rilievo all’aspetto educativo dei giovani e in altri , invece, si è posto maggiormente

l’accento,ad esempio, su logiche commerciali e spettacolari.

Oggi, comunque, ritengo che vi siano le condizioni per rivalutare alcuni valori tradizionali, ponendo un freno agli eccessi e promuovendo un’idea di sport attenta al corpo e complessivamente a tutta la persona, sin dalla prima età.

Mi consenta una domanda profetica: il 25 marzo 2065 di quale argomento sportivo si occuperanno i mezzi d’informazione?

Eccessiva mercantilizzazione dello sport:

La sana passione sportiva è un ricordo del tutto travolto dalla violenza e dalla sopraffazione.

De profundis per il classico spirito sportivo e nostalgia del “fair play”.

Aperti i lavori della Conferenza Mondiale “I giovani e il loro sforzo per ridisegnare i veri valori sportivi”.

Finale della Coppa del Mondo di sci: clamorosa vittoria della valanga saudita: Mohammad Aslud supera l’austriaco Klutz Ascherbach.

Da ultimo, due motivi per acquistare il suo libro da parte di un giovane, di un insegnante, di un nonno.

Giovane:

Libro pensato per loro. Stile fluido, semplice. L’indice analitico e dei nomi permette ai giovani di acquisire informazioni in modo agevole ma, allo stesso tempo, molto più affidabile di quanto permetta una ricerca su Internet. Stimola la curiosità attraverso la trattazione di argomenti a volte del tutto sconosciuti e sorprendenti.

Insegnante:

Libro molto eclettico e sempre attento al contesto culturale dell’ambito storico e geografico trattato. Il mio intento è quello di armonizzare la brevità dei paragrafi con la densità degli argomenti, per mantenere viva l’attenzione degli allievi. Propone dei modelli formativi lungo l’arco dei secoli, attraverso lo sport.

Nonno:

Il nonno, in virtù della sua autorevolezza, stimola l’attenzione e la curiosità del nipote, attraverso il racconto degli episodi, come se fossero storie fantastiche. Spesso le indicazioni e gli insegnamenti del nonno risultano più cogenti nei confronti del nipote rispetto a quanto lo siano quelli dei genitori.

L’introduzione è del dott. Gianmarco Gotta, legato all’autrice da un rapporto professionale fondato sulla reciproca stima e l’affetto. Egli afferma che il volume affronta in maniera approfondita ogni aspetto dell’universo sportivo, offrendo molteplici spunti sul suo rapporto con la filosofia, la medicina, l’arte, la letteratura, la tecnologia, la biotecnologia, la moda e le tradizioni religiose. In tal modo il lettore può cogliere appieno la funzione formativa dello sport parallelamente al contesto socio-culturale in cui è inserito, evitando di ridurlo a semplice attività motoria e di impoverirne così il significato.

La postfazione è a cura del dott. Bruno Pizzul, che definisce l’autrice Maria Aiello una straordinaria navigatrice, fra la moltitudine di discipline afferenti all’uomo. Il libro “Il tempo dello sport” non è altro che la conferma di questa sua grande capacità di evocare particolari suggestioni attraverso racconti ricchi di approfondimenti, inerenti al mondo dell’agonismo classico, nelle sue policrome espressioni, che accompagnano il lettore nel cammino lungo i secoli, fino ai giorni nostri.

Nel ringraziare Maria Aiello per l’interessante intervista rilasciata a Il Corriere del Sud, colgo l’occasione per esprimerle i miei complimenti per lo stile sobrio, raffinato ed esaustivo adottato nel trattare ogni argomento affrontato nel suo libro “Il tempo dello sport” (Edizioni Gruppo Abele), che è disponibile in tutte le librerie.

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI