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Lo Stato ha preparato un altro balzello il cui nome è Tasi (Tassa sui servizi indivisibili) e i Sindaci italiani non ci stanno più. E’ da tempo che le richieste dei primi cittadini vengono ignorate dal Governo ed è troppo semplice, oltre che fuorviante, immaginarsi i Sindaci come esattori... di qualcosa che poi non resta alla propria comunità di appartenenze, ma va a confluire nelle casse statali.

“Siamo stanchi ed allo stremo. Tutti: Sindaci e cittadini. In un momento difficile per le nostre comunità - commenta Angelo Riccardi - si arriverà, con la Tasi, al punto che questa stessa tassa risulterà più cara per le case più modeste. Il danno e la beffa, considerato che era stato detto che sarebbe stata abolita la tassazione sulla prima casa. Negli ambienti dorati di Roma non vivono l’assalto quotidiano delle famiglie, per chiedere sostegno, agli uffici comunali. Non è questa una ragione sufficiente, però, per subire in silenzio le decisioni che prende il Governo. Dobbiamo farci sentire e vogliamo farci sentire. Basta con questo gioco al massacro”.

E’ ormai diventata prassi, probabilmente perché è la strada più facile da percorrere, far calare tasse e imposte senza chiedere i pareri ai Comuni e senza pensare alle conseguenze drammatiche sulle popolazioni. Non può essere ritenuta un’attenuante pensare che coloro i quali siedono tra i banchi di Montecitorio in larga parte non hanno mai svolto il ruolo di amministratore locale, non sono mai stati a contatto con la gente. “Non è tollerabile che il debito pubblico italiano gravi così profondamente sul contribuente, costringendo i Sindaci ad espletare l’attività di agente riscossione tributi. Occorre, invece, colpire più efficacemente i redditi alti e alleggerire il carico dei contribuenti con bassi redditi; occorre, inoltre, scovare quelle sacche di evasione fiscale che potrebbero valere l’equivalente delle leggi di stabilità”, aggiunge il Sindaco Riccardi.

L’ANCI stessa chiederà domani al Governo che la Tasi diventi a tutti gli effetti un’imposta comunale e che resti ai Comuni l’intero gettito; in caso contrario è ora che si smetta di utilizzare i Sindaci come paravento per il malcontento diffuso e si assuma le proprie responsabilità.

A questo proposito è prevista per mercoledì 29 gennaio prossimo, in quel di Roma, una mobilitazione di protesta e, in particolare, l’Assemblea Nazionale straordinaria dei Sindaci. Il Comune di Manfredonia ha aderito all’invito ricevuto e sarà presente, come la quasi totalità degli amministratori locali, per dare ancora maggiore forza alle richieste avanzate dalla presidenza ANCI.

Le domande dei contributi straordinari sono 1030. C’è stato in questi anni un aumento progressivo. Nel 2009 erano intorno a 600 e poi man mano in circa 4 anni sono quasi raddoppiate. Se è stabile il numero dei richiedenti anziani e disabili, l’aumento notevole delle domande riguarda prevalentemente la fascia degli adulti e dei nuclei familiari. Le famiglie sono quelle che più hanno subito i contraccolpi della crisi. Gli ammessi sono stati 780 e la somma impegnata è di 181.330 Euro.

I Servizi Sociali hanno elaborato, sulla base delle domande pervenute, anche alcuni dati sulle condizioni familiari e socioeconomiche dei richiedenti.

Le famiglie monogenitoriali sono 160, quasi il 30% delle famiglie con minori. Si tratta di madri sole (vedove, nubili o separate) con figli. Altro dato importante sono le domande presentate da persone sole (180), di cui le donne sono la maggioranza. Significativa è l’età dei richiedenti: il 50% è costituito da persone che vanno da 31 a 50 anni; il 25% da persone cha vanno da 51 a 65 anni. La medesima percentuale per le domande di coloro che hanno oltre i 65 anni e di coloro cha vanno da 18 a 30 anni (il 13%).

L’affitto casa ha una grossa incidenza nella richiesta di aiuto e la metà dei richiedenti vive in casa in locazione. Circa un quarto vive in casa di proprietà o in uso gratuito o popolare. Ma sono 100 i nuclei familiari (prevalentemente madri nubili con figli) che vivono con la famiglia di origine. E 52 le famiglie ospitate presso altri nuclei.

Le domande presentate da stranieri sono raddoppiate (ora sono 29) e sono raddoppiate anche quelle di coloro che hanno pene detentive domiciliari (33 le istanze presentate).

I dati sono sempre riferiti al numero delle domande e non possono avere un valore assoluto. Costituiscono comunque un elemento significativo di analisi.

“Sono dati importanti – dice l’Assessore Paolo Cascavillache giustificano le priorità stabilite dalla Pubblica Amministrazione: le famiglie monogenitoriali, le gravi patologie, particolari eventi dannosi che hanno compromesso l’equilibrio familiare. E’ importante sottolineare due dati: le donne sole con minori, ben 160; e l’altro: 152 nuclei che vivono con la famiglia di origine o sono ospitati presso altri parenti. Sono forme di povertà, nuove fasce di popolazione che chiedono aiuto e soprattutto percorsi di autonomia. Sono dati che dimostrano che non corrisponde affatto al vero che i contributi vanno a persone che non ne hanno bisogno!.

Il Sindaco, Angelo Riccardi sottolinea che “i dati riportati sono da valutare con attenzione. Per venire incontro alle nuove esigenze quest’anno abbiamo aumentato la somma messa a disposizione. Oltre 20.000 Euro in più rispetto allo scorso giugno. Tutti fondi comunali. Ci rendiamo conto però che è poca cosa e che il nodo fondamentale è lo sviluppo ed è su questo versante che dobbiamo moltiplicare gli sforzi, anche per sostenere il lavoro del Servizio Sociale che deve concretizzarsi in percorsi di autonomia, raggiungibile solo con il lavoro”.

Ultimi giorni per aderire alla proposta lanciata nelle scorse settimane di diventare per un giorno Sindaco di Manfredonia. Amministrare la propria città fianco a fianco con il primo cittadino; vivere le problematiche che si devono affrontare quando si ha un tale grado di responsabilità nei confronti della propria comunità cittadina; osservare da vicino con quale piglio si deve intervenire per risolvere emergenze che, in quanto tali, non possono essere rinviate; rendersi conto, direttamente ed in prima persona, di quanto è totalitario, perché non ti lascia margini per staccare realmente dal lavoro, il compito a cui è chiamato un Sindaco.

Tutti possono ancora aderire inviando un elaborato a tema “Sindaco per un giorno”. Che sia un testo o un disegno, nel caso della categoria riferita ai bambini che frequentano le scuole elementari potrebbe essere più comodo così, non c’è differenza. Ciò che conta è che ci si immagini per davvero primo cittadino di Manfredonia e si spieghi cosa si vorrebbe fare per amministrare la nostra città.

Il Sindaco Riccardi stesso, annunciando l’iniziativa, aveva spiegato che “il fine dell’iniziativa è quello di favorire la partecipazione attiva al processo di riqualificazione del territorio cittadino e l’aggregazione di esperienze culturali e ideologiche diverse intorno ad un unico progetto comune, cioè quello relativo al benessere cittadino”.

C’è ancora tempo sino alla mezzanotte dell’1 dicembre prossimo per inviare l’elaborato richiesto al seguente indirizzo di posta elettronica: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Dopo saranno il Sindaco con la Giunta Comunale, il Presidente del Consiglio ed il Segretario Generale a valutare tutto il materiale ricevuto e decretare i tre vincitori per categoria anagrafica di appartenenza.

Allora chi saranno i primi nove Sindaci per un giorno che saliranno a Palazzo San Domenico?

Il Consiglio Comunale del 27 novembre scorso ha approvato la proposta dell’Assessore al Bilancio, Pasquale Rinaldi, di lasciare invariata l’aliquota dell’IMU per la prima casa. “Una decisione che va in senso contrario rispetto alle indicazioni fornite dai tecnici, non fosse altro per il taglio di più di 2 milioni di euro operato dal Governo sulle casse del nostro Comune, nella famigerata spending review, e per l’ulteriore venire meno di 515 mila euro quali minori risorse IMU”, spiega Rinaldi.

La delibera di Consiglio Comunale va in direzione opposta rispetto ai tremila Comuni che hanno aumentato l’IMU sulla prima casa ed ora si fanno forti delle rassicurazioni giunte da Roma che promettono la copertura economica del 60% della differenza rispetto all’aliquota base dello 0,4%.

“I 2 milioni e seicentomila euro non più coperti dalla Stato – spiega l’Assessore Rinaldiavrebbero suggerito, quale rimedio più immediato, l’aumento della tassazione IMU sulla prima casa, ma non abbiamo ritenuto che fosse questa la maniera più opportuna. Non si può ridurre tutto aumentando le tasse sui cittadini, già vessati ed in affanno per tenere fede ai pagamenti che ormai si succedono senza soluzioni di sorta. Abbiamo, invece, preferito ridefinire le spese e regolarizzarle. Questa è la spending review vera, non quella di chi si rivale sulla comunità locale”.

Un paradosso, quello che crea lo Stato dando più soldi a chi aumenta le tasse rispetto a chi le ha lasciate invariate. Così, in Veneto, è partita la mobilitazione dei Sindaci cosiddetti “virtuosi”, cioè coloro che hanno deciso di non aumentare il carico sulle famiglie reperendo le risorse economiche necessarie da una vera riduzione dei costi e non dalla tassazione della propria cittadinanza. “Ci uniamo alla protesta ed abbiamo aderito al documento dei Sindaci virtuosi – dice il primo cittadino sipontino Angelo Riccardiperché le risorse pubbliche possano essere distribuite equamente, premiando chi concorre davvero alla riduzione dei costi della Pubblica Amministrazione”.

Una protesta che vede anche il Sottosegretario all’Economia, Pier Giorgio Baretta, concorde nel rilevare la stridente contraddizione tra i Comuni che si sono dovuti ingegnare per mantenere equilibrio nei propri bilanci e quelli che hanno preferito aumentare l’aliquota IMU ed ora si vedranno praticamente premiati, visto che quei soldi di differenza lo Stato li farà pagare a tutti e non solo a chi abita in quelle città dove i Sindaci hanno deciso di ritoccare verso l’alto l’aliquota sulla prima casa.

Qui di seguito il testo del documento dei Sindaci virtuosi.

“Nei giorni scorsi il Governo ha approvato il decreto legge n. 133/2013 con il quale è stata soppressa la seconda rata dell’Imposta Municipale Propria (IMU) 2013 per vari tipi di immobili, in primis le abitazioni principali.

Con il provvedimento in questione è stato, tra l’altro, stabilito che entro il 20 dicembre 2013, lo Stato ristorerà il minor gettito IMU che sarebbe stato riscosso dai Comuni con metà dell’ammontare determinato applicando l’aliquota e la detrazione di base prevista dalle norme statali.

Lo stesso provvedimento prevede, inoltre, che l’eventuale aumento rispetto all’aliquota base deliberato o confermato dal Comune per l’anno 2013, sarà versata dai cittadini in misura pari al 40% entro il 16 gennaio 2014 e rimborsato dallo Stato al comune per il restante 60%.

Ciò crea una evidente sperequazione tra Comuni.

Infatti, il Governo andrebbe in questo modo a   riconoscere ai Comuni che hanno mantenuto l’aliquota base sulla prima casa allo 0,4% il mancato gettito parametrato su tale aliquota, mentre ai Comuni che hanno aumentato l’aliquota base anche sino al massimo consentito dello 0,6% lo Stato andrebbe a versare una quota proporzionalmente ben più alta.

Alla luce di quanto sopra scritto è partita una vera e propria mobilitazione di quei sindaci che non avendo aumentato l’aliquota IMU sulla prima abitazione o avendolo fatto in modo modesto nel 2012 per non gravare pesantemente sulle tasche dei cittadini, si vedono ora, a bilanci già chiusi, penalizzati rispetto a chi ha alzato l’IMU in maniera sostanziosa una volta che si è saputo che il Governo avrebbe ripianato l’intero gettito.

Per non aumentare l’imposizione sulla “prima casa” e per far quadrare i conti, molti comuni hanno dovuto operare per l’ennesima volta, quando è andata meglio con tagli ai servizi e alle manutenzioni, quando è andata peggio aumentando l’addizionale IRPEF, o l’IMU sugli altri immobili: una beffa intollerabile!

Il problema si mostra in tutta la sua gravità dopo il 28 agosto 2013, data in cui il Consiglio dei Ministri n. 22 ha comunicato l’approvazione di un decreto legge che interveniva anche in materia di Imposta Municipale Unica stabilendo che “la tassa municipale sugli immobili relativamente alla prima casa, ai terreni agricoli e ai fabbricati rurali non verrà pagata nel 2013” (così testualmente comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n.   22 del 28/08/2013 da sito www.governo.it).

In particolare dal mese di settembre molti Comuni che non avevano ancora approvato i bilanci hanno deciso di alzare l’aliquota IMU sulla prima casa oltre l’aliquota base, rassicurati dal fatto che il Governo sarebbe intervenuto compensando per intero il gettito IMU, indipendentemente dall’aliquota applicata.

E’ del tutto evidente che quanto sta accadendo lede in maniera sostanziale il principio di eguaglianza tra tutti i cittadini e tutti gli amministratori in quanto ci sono stati Comuni che hanno approvato i loro bilanci quando la normativa prevedeva che l’IMU venisse pagata dai cittadini e altri Comuni che invece hanno approvato i loro bilanci successivamente, quando il Governo aveva deciso di accollarsi direttamente il gettito IMU della prima casa.

Proposta dei Sindaci virtuosi:

Per confermare un principio di equità e di giustizia distributiva delle risorse pubbliche secondo quanto previsto dalla costituzione;

si chiede al Governo che:

•           le risorse messe a disposizione dal bilancio Statale per garantire il minor gettito IMU 2013 dei Comuni che hanno adottato provvedimenti di aumento dell’aliquota base sulla “prima casa” relativamente alla parte destinata a ripianare la maggiorazione oltre lo 0,4%, siano dirottate nel Fondo di Solidarietà nazionale e ripartite con equità tra tutti i “Comuni virtuosi” in proporzione al numero degli abitanti.

•           In alternativa a quanto soprascritto si chiede che le risorse stanziate dallo Stato per la copertura degli aumenti dell’aliquota IMU siano utilizzate per la riduzione del cuneo fiscale per diminuire il costo del lavoro in un momento di pesante crisi economica, così dimostrando che con responsabilità la pubblica amministrazione preferisce all’iniquità tra Comuni di serie A e Comuni di serie B l’equità a favore dell’occupazione.

La proposta sarà trasmessa all’ANCI nazionale per essere sostenuta e presentata nei tavoli istituzionali con il Governo”.

Fare il Sindaco di Manfredonia per un giorno? Da oggi è possibile. Come? Facendo sì che ogni persona residente in città possa indossare, metaforicamente e almeno per un giorno, la fascia tricolore affiancando il primo cittadino negli impegni istituzionali quotidiani.

Tutti gli interessati, coma fa sapere lo stesso Sindaco Riccardi, potranno aderire all’iniziativa e candidarsi a diventare Sindaco per un giorno inviando, entro la mezzanotte di domenica 1 dicembre 2013, una mail all’indirizzo di posta elettronica: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Potranno partecipare tutti i cittadini residenti nella città di Manfredonia presentando un breve elaborato che avrà come titolo “Sindaco per un giorno” e come tema proposte e consigli pratici, per un’ottimale organizzazione e gestione amministrativa della nostra città o riguardanti servizi rivolti al cittadino o ancora progetti da realizzare.

I partecipanti saranno suddivisi in tre categorie, distinte per fasce di età:

1) categoria junior: tutti i cittadini residenti nella città di Manfredonia che abbiano un’età compresa tra i 6 e i 12 anni;

2) categoria teenagers: tutti i cittadini residenti nella città di Manfredonia di età compresa tra i 13 e i 20 anni;

3) categoria senior: tutti i cittadini residenti nella città di Manfredonia di età superiore ai 21 anni.

“Il fine dell’iniziativa - illustra Angelo Riccardi - è quello di favorire la partecipazione attiva al processo di riqualificazione del territorio cittadino e l’aggregazione di esperienze culturali e ideologiche diverse intorno ad un unico progetto comune, cioè quello relativo al benessere cittadino”.

Sono ammessi elaborati testuali inediti. Ogni partecipante potrà presentare un solo elaborato di sua produzione. Non sono ammesse partecipazioni a livello di gruppo. I materiali verranno valutati da un’apposita Giuria composta dal Sindaco, dalla Giunta Comunale, dal Presidente del Consiglio e dal Segretario Generale. Nella valutazione verranno considerati specifici requisiti: originalità, creatività, fattibilità dell’idea, valenza sociale, impatto sul territorio.

I primi tre soggetti delle tre categorie saranno decretati primi cittadini, ognuno per la categoria di appartenenza, vivendo una giornata intera con il Sindaco di Manfredonia nell’espletamento delle proprie funzioni.

In fondo chi almeno una volta nella vita non si è mai chiesto cosa farebbe se fosse seduto su quegli scranni? L’iniziativa si pone il fine di riavvicinare le persone comuni alla politica e alle istituzioni, un modo pratico per poter ristabilire un rapporto di fiducia tra cittadini e amministratori.

Coloro che si vedrebbero consegnate le chiavi della città, con quel simbolo che rappresenta oneri e onori, riuscirebbero a capire cosa comportano i processi decisionali per la città. In questo modo potrebbe davvero essere attuato il principio di trasparenza, così come sarebbe riaffermata la sovranità dei cittadini.




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