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Salvini: faremo ricorso alla Corte costituzionale

Il leader della Lega, proprio mentre la legge di Bilancio si appresta ad entrare nell'ultima curva prima del traguardo, prepara un ricorso alla Consulta. L'ex ministro degli Interni infatti non ha digerito il carico fiscale che è stato predisposto in manovra e così chiama in causa la Corte Costituzionale. Salvini non usa giri di parole: "Sui tempi, i contenuti e i modi di approvazione della legge di Bilancio faremo ricorso alla Corte costituzionale". Parole durissime che accendono ancora di più lo scontro tra opposizione e maggioranza. E sulle prossime mosse, Salvini non ha dubbi: "Questa è una manovra blindata. La Lega farà ricorso alla Corte Costituzionale, perché si sono fregati di tutto e di tutti...".

Ancora alta tensione sulla manovra. Il governo è intenzionato a porre la fiducia domenica 22 dicembre. Le opposzioni vanno all'attacco sui tempi d'esame del provvedimento. Fdi ha abbandonato per protesta la conferenza dei capigruppo alla Camera per l'intenzione della maggioranza di "chiudere prima di Natale" la manovra, verosimilmente il 23 dicembre, riferisce il capogruppo Francesco Lollobrigida.

"Tempi troppo brevi", lamenta Fdi, che contesta anche l'impasse sulle Commissioni banche e Forteto e sull'elezione dei membri di Authority Privacy e Agcom. Fdi ha chiesto al presidente della Camera Roberto Fico di farsi interprete della protesta presso il capo dello Stato.

"Faremo ricorso alla Consulta", dice Matteo Salvini parlando della manovra e sottolineando la "mancanza di trasparenza" e criticando "tempi e modi" dell'esame.

"Non si tratta di un problema riferibile esclusivamente a questa Legislatura, ma negli ultimi anni la questione dei tempi di esame dei disegni di legge di iniziativa governativa sta assumendo dimensioni che, come Presidente del Senato, non posso non ritenere quanto meno preoccupanti", ha detto la presidente del Senato, Maria Alberti Casellati, durante la cerimonia per gli auguri di Natale con la stampa parlamentare.

Di fatto su questo fronte si era già espresso in modo duro Borghi: "La cosa che boccio di più è il metodo- sostiene- È inaccettabile che uno dei due rami del Parlamento non possa dire la sua sulla legge di bilancio. Ci sono 630 deputati incazzati neri".

E dunque la Lega adesso è decisa ad andare in fondo per smontare la legge di Bilancio che il governo sta approvando a colpi di fiducia. E uno dei motivi che spingono il Carroccio ad affondare il colpo è la presenza nella manovra di nuove imposte come la plastic tax o la stangata in arrivo sulle auto aziendali. In queste settimane che hanno accompagnato l'iter della legge di Bilancio sono mancate all'appello le ricette per la crescita del Paese soprattutto sul lato degli investimenti. Il dibattito si è consumato solo sulle imposte che il governo ha deciso di introdurre. E parallelamente si assiste anche ad una stretta sul fronte dei controlli fiscali che diventeranno sempre più stringentoi e approfonditi.

Ma il rischio è che tanti contribuenti possano restare imbrigliati nelle maglie del Fisco anche solo per una spesa anomala. Insomma la manovra giallorossa, già ribattezzata dalle opposizioni "tassa&ammanetta", riserverà un 2020 piuttosto amaro per le tasche di milioni di italiani. E adesso la mossa della Lega che chiede l'intervento della Consulta può aprire uno scenario di scontro con esiti imprevedibili. Il governo più volte ha rischiato di saltare in aria proprio sulle imposte inserite in manovra. Uno scontro con la Consulta potrebbe essere il colpo di grazia sull'esecutivo di "Giuseppi".

Scrive il quotidiano il giornale che la scorsa settimana la Consob ha definitivamente suonato l'allarme facendo scattare la reazione del governo e il salvataggio da 900 milioni di euro scattato in un Cdm di fuoco qualche giorno fa. Ma adesso emerge quello che è accaduto proprio qualche giorno prima che esplodesse il caso. E i contorni della vicenda si vanno delineando anche grazie ad un'intercettazione pubblicata da FanPage. L'audio riguarda una riunione in cui sono presenti i vertici della banca e i manager. Questi ultimi sono molto preoccupati e ricevono rassicurazioni dai piani alti.

Al vertice partecipa anche l'amministratore delegato Vincenzo De Bustis che nel corso della riunione sbotta: "Truccavate persino i conti economici delle filiali". Poi interviene il presidente Gianvito Giannelli che rivolgendosi ai manager e ai presenti afferma: "Non c'è rischio di commissariamento. Entro Natale la banca sarà salva". Di fatto lo stesso Giannelli esclude un futuro simile a quello di Carige per l'istituto di credito pugliese. Giannelli assicura ancora una volta i manager affermando che sia palazzo Koch che il governo sono dalla parte di Pop Bari: "La Banca d'Italia ci è molto vicina, in tutti i passaggi" e che "ai vertici del governo" c'è "una grandissima attenzione".

Secondo il quotidiano il giornale : a questo punto prende la parola De Bustis che afferma: "È stato molto irresponsabile quello che è avvenuto negli ultimi tre, quattro anni. Quello che è successo è un esempio di scuola di cattivo management, irresponsabile, esaltato". A questo punto l'amministratore delegato entra nel dettaglio della vicenda: "Quando sono arrivato la prima volta c’era un signore coi capelli bianchi a capo della pianificazione e controllo, a cui chiesi di vedere i dati delle filiali. Tutti truccati. Truccavate persino i conti economici delle filiali. Taroccati. Chiesi anche di vedere la lista delle prime 50 aziende affidatarie e non me l’hanno mai portata. Quell’epoca è finita. Su queste cose i nuovi padroni vi faranno l’esame del sangue". Intanto sulla vicenda è intervenuto anche l'ex premier Romano Prodi: "Sui salvataggi bancari il discorso è serio: recentemente i tedeschi hanno provveduto al salvataggio di una grande banca, e la politica di salvare le banche non è mica una politica soltanto italiana: è di tutta Europa. Il problema è che noi dobbiamo far valere i nostri diritti, emendare le nostre colpe".

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