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Caos nel Pdl

Non sapiamo che cosa succedera da oggi a sabato scrive su il Mattinale il gruppo PDL al Senato e alla Camera ..chi e contrario di un percorso che vuole invece essere e sarà virtuoso: il ritorno alle autentiche origini liberali dell'esperienza berlusconiana dopo la parentesi del Pdl, che non è certo da buttare, ma che ha evidentemente concluso il suo corso.
Falchi o colombe, lealisti o innovatori siamo tutti convinti che Berlusconi è stato perseguitato, negli ultimi venti anni, da una giustizia politicizzata che non ha uguali nel mondo occidentale. Ma, a quattro giorni dal Consiglio nazionale dobbiamo metterci tutti una mano sulla coscienza ed essere franchi fino in fondo ponendoci una domanda forse scomoda ma cruciale: la persecuzione del nostro leader va derubricata
a fatto ordinario di una giustizia penale certo da riformare, ma per ora ineluttabile, o va invece declinata come l'epilogo drammatico di una guerra cruenta scatenata dai pm politicizzati, con in ballo non solo il destino personale di Berlusconi, ma insieme il futuro stesso non solo del centrodestra italiano, ma della stessa democrazia?
Da una risposta o dall'altra dipende il “che fare” e soprattutto il “se stare” con un Partito democratico che non vede l’ora di decapitare il suo maggior alleato di governo, e che come tale si è comportato in queste settimane arrivando a stravolgere le regole del Senato col voto palese e a negare l’innegabile, ossial'anticostituzionalità della legge Severino.
Far finta di nulla significherebbe trasformarci, tutti, in altrettanti Ponzio Pilato nei confronti di un leader a cui ognuno di noi deve praticamente tutto. Un leader che è stato ed è il protagonista della storia politica degli ultimi vent’anni del nostro Paese.
I nostri elettori, che sono oltre dieci milioni di italiani, non ce lo perdonerebbero mai.
Nel Pdl si guarda con apprensione al calendario. I prossimi appuntamenti segnati in rosso, dal Consiglio nazionale al voto sulla decadenza, passando per la legge di stabilità, sono cruciali per il centrodestra.
Silvio Berlusconi non vuole cambiare rotta : sabato l’azzeramento del partito e il ritorno a Forza Italia, poi la battaglia in parlamento con il possibile distacco dal governo.
 
Dobbiamo essere tutti d’accordo che si torna a Forza Italia e che tutte le deleghe sono in mano a Berlusconi, che è quello che prende voti per tutti e quindi deve poter decidere - ha tuonato Daniela Santanchè a Quinta Colonna - poi se c’è qualcuno che preferisce la poltrona del ministro, pensando di essere diventato capace e di essere il più bravo, si sveglierà e sarà un incubo". Intanto, il 23 novembre si terrà a Roma la prima manifestazione nazionale della nuova Forza Italia. "È un’occasione importante - ha fatto notare la deputata Annagrazia Calabria ad Agorà - per costruire insieme un nuovo progetto politico che parta dai militanti sul territorio".
Noi confidiamo e speriamo che il nostro movimento politico possa restare uniti": lo ha detto Angelino Alfano in riferimento all'appuntamento del Pdl del 16 novembre prossimo. Alfano è a Verona per sottoscrivere due protocolli per la legalità e la sicurezza con alcune associazioni. "Siamo consapevoli e certi che il presidente Berlusconi, vittima di una grande ingiustizia giudiziaria, ha sempre tenuto un comportamento da uomo di stato", ha detto Alfano, rispondendo a una domanda sulla decadenza di Berlusconi al suo arrivo a Verona per sottoscrivere due protocolli sulla sicurezza con le associazioni di categoria del commercio e dell'artigianato. "Sono convinto - ha aggiunto Alfano - che questa sia la linea che ha premiato Berlusconi e continuerà a premiarlo".

Rottura prima del Consiglio nazionale o clamorosa resa dei conti in pubblico. Come quella del 22 aprile 2010 tra Berlusconi e Fini davanti alla direzione del Pdl. E' il bivio davanti al quale si trovano i due tronconi del partito di Berlusconi a quattro giorni dall'appuntamento con il parlamentino azzurro. 'Mancano le condizioni per un dibattito sereno - dice l'ex capogruppo Cicchitto, ora tra i leader della corrente 'alfaniana', che tuttavia rifiuta paragoni con lo scontro con Fini - in questo clima di scontro, siamo pronti a non partecipare al Cn'.

"Nelle ultime ore c'è stata la radicalizzazione dello scontro da parte di fuochisti, lealisti e falchi, per cui sembra che vengano meno le condizioni per un dibattito sereno. Aggiungo anche che non è chiaro l'ordine del giorno e neanche il contesto nel quale una riunione cosi delicata dovrebbe svolgersi. Ecco dunque che i dubbi sulla nostra partecipazione sono meritevoli di approfondimento"afferma al Mattino Fabrizio Cicchitto sul Consiglio nazionale del Pdl che si riunirà sabato.

"Non si tratta di scippo - precisa Cicchitto sull'accusa dei falchi alle colombe di voler scippare il partito a Berlusconi - si tratta del fatto che c'è una parte del partito che si riconosce nelle posizioni del segretario Angelino Alfano. In ogni caso è assolutamente sbagliato fare questa accelerazione ai danni del governo" perchè, spiega, "se si va ad elezioni immediate il centrosinistra è già pronto con Matteo Renzi e noi invece non abbiamo un candidato, visto che Alfano non è condiviso da una parte del partito. Ma se poi non si va al voto le cose non sono meno gravi: da un governo amico si passerebbe ad un governo ostile, nel quale il Pdl non ci sarebbe. E allora mi chiedo: che senso ha questa accelerazione?". "Penso - aggiunge Cicchitto - che non ci sia nessun motivo per cui si debba bollare alcuni esponenti del partito come traditori" mentre "la storia di Gianfranco Fini non c'entra proprio niente con quanto sta accadendo".

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