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La schiavitù moderna

Gli anni passano e i tempi cambiano, il mondo si evolve, le tecnologie migliorano. E’ un continuo progredire e migliorarsi, sfidarsi e reinventarsi. Il nostro è un mondo moderno, tecnologicamente avanzato, intriso di costanti innovazioni, di invenzioni comode e di corse verso il successo. Ma se da un lato la società moderna è diventata migliore, con tante leggi sui diritti fondamentali che si susseguono tra di loro, con manifestazioni di piazza per garantire ora questo, ora l’altro concetto fondamentale del rispetto, dall’altra, invece, non ha ancora imparato a non calpestare la dignità dell’altro e a garantire a tutti gli uomini il rispetto di se stessi.

Secondo il Global Slavery Index 2013, infatti, quasi 30 milioni di persone nel mondo stanno ancora vivendo la loro vita in schiavitù. L’indice è stato pubblicato dall’Organizzazione Walk Free Foundation che, per la sua analisi statistica, ha usato una definizione moderna di schiavitù che include anche quella per debiti, i matrimoni forzati e il traffico di esseri umani.

L’organizzazione stima 29.8 milioni di schiavi in tutto il mondo, tra cui, secondo l’International Labour Organization (l’Organizzazione internazionale del Lavoro), quasi 21 milioni di persone sono vittime di lavoro forzato.

India (13,956,010), Cina (2,949,243), Pakistan (2,127,132) e Nigeria (701,032) sono i Paesi con il numero più elevato di schiavi, a cui fanno seguito l’Etiopia (651,110), la Russia (516,217),la Thailandia (472,811),il Congo (462,327),Burma (384,037) e il Bangladesh (343,192).

A molti governi non piacerà ascoltare ciò che abbiamo da dire” – ha comunicato Nick Grono, amministratore delegato dell’Organizzazione WFF, all’agenzia di stampa francese Agence France-Presse- “Noi saremo aperti nei confronti di tutti i governi che vogliono impegnarsi con noi alla ricerca di modi migliori per misurare la schiavitù moderna“ – ha continuato.

La nuova indagine ha l’appoggio di figure importanti, tra cui l’Ex Segretario di Stato degli USA Hilary Clinton e il primo ministro britannico Tony Blair.

L’ex Segretario Clinton ha affermato: “Anche se l’indice non è perfetto, ha fornito un punto di partenza. Esorto i leader di tutto il mondo a dare un’occhiata a questo indice e a focalizzarsi sul modo in cui rispondere a questo crimine”.

 

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