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Sabato, 01 Giugno 2024

La vedova allegra-1824 copia

per 11 recite dal 22 gennaio al 3 febbraio 2016

secondo titolo operistico del cartellone the golden stage 20XV/20XVI

un’operetta, un classico noto ed amato,

imperdibile per il periodo di Carnevale

 

Venerdì 22 gennaio 2016, ore 20.30 (turno A)

sabato 23 gennaio 2016, ore 19.00 (turno M Opera)

domenica 24 gennaio 2016, ore 17.00 (fuori abbonamento)

martedì 26 gennaio 2016, ore 20.00 (turno C/D)

mercoledì 27 gennaio 2016, ore 20.00 (fuori abbonamento)

giovedì 28 gennaio 2016, ore 18.00 (turno B)

venerdì 29 gennaio 2016, ore 20.30 (fuori abbonamento)

sabato 30 gennaio 2016, ore 19.00 (fuori abbonamento)

domenica 31 gennaio 2016, ore 17.00 (turno F)

martedì 2 febbraio 2016, ore 20.00 (turno M Opera)

mercoledì 3 febbraio 2016, ore18.00 (fuori abbonamento)

 

Ritorna per 11 recite, da venerdì 22 gennaio a mercoledì 3 febbraio, La vedova allegra, operetta composta da Franz Lehár nel 1905, nel felice allestimento del 2010 per la regia di Federico Tiezzi, co -prodotto dal Teatro di San Carlo con il Teatro Verdi di Trieste, il Teatro Carlo Felice di Genova e l’Arena di Verona, ripreso, in quest’occasione, da Francesco Torrigiani; sul podio Alfred Eschwé e per l’ultima recita Maurizio Agostini (mercoledì 3 febbraio), a dirigere i complessi artistici del Massimo napoletano e un cast di grandi interpreti: nel ruolo del Barone Mirko Zeta (Ambasciatore a Parigi di un piccolo stato, il Pontevedro) Bruno Praticò, che proprio con Vedova Allegra aveva debuttato nel ruolo di Barone Zeta, al Teatro di San Carlo nel 2010, che si alternerà a Filippo Morace, Hanna Glawari (la vedova) verrà interpretata da Carmela Remigio e Maria Pia Piscitelli, il Conte Danilo Danilowitsch da Markus Werba e Marco Di Sapia, nei panni di Valencienne si immedesimeranno Valentina Farcas, Annamaria Sarra e Valeria Esposito, la produzione conta la partecipazione straordinaria di Peppe Barra in Njegus, cancelliere dell’Ambasciatore.

 

Tra le più celebri e note operette del compositore austriaco Franz Lehár (1870 - 1948), ritratto veritiero di una Mitteleuropa melanconica e gioiosamente crepuscolare, La vedova allegra (Die lustige Witwe), andata in scena per la prima volta il 30 dicembre 1905 al Theater an der Wien e tratta dalla commedia francese L'Attaché d'ambassade (scritta nel 1861 da Henri Meilhac), raccoglie un florilegio di arie e momenti musicali noti al grande pubblico e divenuti emblematici nell’immaginario popolare e nelle citazioni del linguaggio quotidiano; ricordiamo ad esempio La canzone di Vilja, (Vilja Lied), cantata da Hanna Glawari e ancora il can can Chez Maxim , ad opera di Lolo, Jou-Jou, Frou-Frou, Clo Clo, Margot, ovvero le grisettes, o Le donne è scabroso studiar e ancora il valzer finale Tace il labbro.

L’operetta, genere in voga agli inizi del XX secolo, eredita alcuni aspetti dall’opéra-comique francese, altri dal singspiel tedesco e similitudini con ballad-opera inglese, tutti generi che miravano a portare in scena temi di attualità, all’interno di trame sentimentali più o meno contorte, dove era concessa la satira sociale e politica; le vicende, intrise di peripezie più o meno tragicomiche e rocambolesche, si chiudevano con un lieto fine.

Questa struttura era caratterizzata da numeri musicali, cui si alternavano parti recitate, in cui era lecita l’improvvisazione, tuttora usata per attualizzare il testo con commenti o battute, aderenti alle vicende contemporanee.

È la decima volta che La vedova allegra di Franz Lehár viene allestita dal Teatro di San Carlo, per un totale di 74 recite complessive, a partire dalla prima volta, attestata nel 1959; tre edizioni andarono in scena all’Arena Flegrea (1959, 1960, 1962) e una al Maschio Angioino (1963). L’edizione del 1969 rappresentò l’ultimo ruolo sostenuto da Giuseppe Di Stefano sulle scene del San Carlo, mentre nel 1997 debuttò al Lirico napoletano Roberto Bolle, in un’edizione data in forma di balletto, con allestimento del Teatro alla Scala.

La vedova allegra-2203 copia

Proponiamo due video, girati in occasione del medesimo allestimento di Federico Tiezzi, con scene di Edoardo Sanchi e costumi di Giovanna Buzzi, Teatro di San Carlo, 2010:

Intervista a Federico Tiezzi

https://www.youtube.com/watch?v=gbffxC9b-_M

Intervista a Bruno Praticò

https://www.youtube.com/watch?v=ds_UU0UZDOY

Dagli Archivi Storici del Teatro di San Carlo

___________________________

LA VEDOVA ALLEGRA

Opera in tre atti

Musica di FRANZ LEHÁR

Libretto di Viktor Léon e Leo Stein

Dalla commedia L’attaché d’ambassade di Henri Meilhac

 

In scena da Venerdì 22 gennaio 2016, ore 20.30 (turno A)

sabato 23 gennaio 2016, ore 19.00 (turno M Opera)

domenica 24 gennaio 2016, ore 17.00 (fuori abbonamento)

martedì 26 gennaio 2016, ore 20.00 (turno C/D)

mercoledì 27 gennaio 2016, ore 20.00 (fuori abbonamento)

giovedì 28 gennaio 2016, ore 18.00 (turno B)

venerdì 29 gennaio 2016, ore 20.30 (fuori abbonamento)

sabato 30 gennaio 2016, ore 19.00 (fuori abbonamento)

domenica 31 gennaio 2016, ore 17.00 (turno F)

martedì 2 febbraio 2016, ore 20.00 (turno M Opera)

mercoledì 3 febbraio 2016, ore18.00 (fuori abbonamento)

 

Il barone Mirko Zeta, Bruno Praticò (22, 23, 26, 28, 30, 31 gennaio e 2 febbraio) / Filippo Morace (24, 27, 29 gennaio e 3 febbraio)

Valencienne, Valentina Farcas (22, 26, 28, 31 gennaio e 3 febbraio) / Annamaria Sarra (23, 27, 30 gennaio e 2 febbraio) / Valeria Esposito (24 e 29 gennaio)

Il conte Danilo Danilowitsch, Markus Werba (22, 24, 26, 28, 31 gennaio e 2, 3 febbraio) / Marco Di Sapia (23, 27, 29 e 30 gennaio)

Hanna Glawari, Carmela Remigio (22, 23, 26, 28, 30, 31 gennaio e 2 febbraio) / Maria Pia Piscitelli (24, 27, 29 gennaio e 3 febbraio)

Camille de Rossillon, Bernhard Berchtold (22, 23, 26, 28, 30, 31 gennaio e 2 gennaio) / Andrea Giovannini (24, 27, 29 gennaio e 3 febbraio)

Il visconte Cascada, Domenico Colaianni

Roul de St-Brioche, Enzo Peroni

Bogdanowitsch, Matteo Ferrara

Sylviane, Francesca Martini

Kromow, Donato Di Gioia

Olga, Miriam Artiaco

Pritschitsch, Dario Giorgelè

Praskowia, Lara Lagni


Con la partecipazione di Peppe Barra nel ruolo di Njegus

 

Direttore Alfred Eschwé

Orchestra, Coro e Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo

 

Regia FEDERICO TIEZZI

Regista assistente FRANCESCO TORRIGIANI

 

Scene EDOARDO SANCHI

Costumi GIOVANNA BUZZI

Coreografia LIENZ CHANG

Luci GIANNI POLLINI

 

Allestimento realizzato dalla Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste in coproduzione con la Fondazione Carlo Felice di Genova, la Fondazione teatro di San Carlo di Napoli, la Fondazione Arena di Verona.

 

 

Dopo aver vinto il Golden Globe per la migliore colonna sonora, per le musiche di Ennio Morricone si è aggiudicato anche la la nomination all'Oscar del western " The Hateful eight" del regista Quentin Tarantino (nelle sale italiane il 4 febbraio).
L'annuncio a Los Angeles delle nomination agli Oscar 2016: ecco chi sono i candidati ai prossimi Academy Awards.
La cerimonia di premiazione sarà domenica 28 febbraio: solo allora si scopriranno i vincitori e protagonisti assoluti del cinema. E Chris Rock torna a condurre la notte degli Oscar. L'attore, sceneggiatore e comico statunitense, ha gia' condotto la 77/ma edizione degli Academy Award nel 2005. Dopo l'annuncio, Rock ha scritto su Twitter: "Guardate chi e' tornato", con l'hashtag Oscars, poi ha aggiunto, "e' bello essere tornati".

Otto sono i film candidati alla categoria più importante, miglior film: La grande scommessa di Adam McKay; Il ponte delle spie di Stephen Spielberg; Brooklyn di John Crowley; Mad Max: Fury Road di George Miller; The Martian di Ridley Scott; Revenant, Redivivo, di Alejandro Gonzales Inarritu; Room di Lenny Abrahamson; Il caso Spotlight di Tom McCarthy.

Le candidate al premio per migliore attrice  - Ecco le nomination agli Oscar per la migliore attrice protagonista: Cate Blanchett per Carol; Brie Larson in "Room"; Jennifer Lawrence per "Joy"; Charlotte Rampling per "45 anni"; Saoirse Ronan per "Brooklyn".

Ecco i cinque candidati per miglior attore - Ecco la cinquina dei candidati al migliore attore protagonista: Bryan Cranston in Trumbo; Matt Damon in The Martian;Leonado Di Caprio  in Revenant Redivino; Michael Fassbender in Steve Jobs; Eddie Redmayne in The Danish Girl; Eddie Redmayne ha vinto l'Oscar per la stessa categoria, lo scorso anno per La teoria del tutto.

Canzone film Sorrentino candidata - Simple Song Number 3, canzone della colonna sonora di Youth di Paolo Sorrentino è fra i candidati alla migliore canzone. E' stata composta da David Lang.

Ecco i candidati alla regia - Ecco la cinquina dei candidati alla regia: Alejandro Gonzales Inarritu per Revenant - Redivivo; Adam McKay per La grande scommessa; Room di Lenny Abrahamson; George Miller per Mad Max: Fury Road e Tom McCarthy per Il caso Spotlight.

Ecco le attrici candidate alla categoria migliore attrice non protagonista: Alicia Vikander per "The DanisH Girl"; Jennifer Jason Leigh per "The Hateful Eight"; Kate Winslet per "Steve Jobs", Rachel McAdams per "Il caso Spotlight" e Rooney Mara per "Carol".

 

 

 

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Pubblichiamo, a consuntivo, i dati della produzione di Carmen di Georges Bizet che ha inaugurato la stagione d’opera e di balletto The Golden Stage 20XV/20XVI
(13 – 22 dicembre 2015):
- 220.000 spettatori raggiunti attraverso le dirette social;
- 156.000 spettatori raggiunti attraverso la diretta di RAI 5;
- Circa 13.000 spettatori raggiunti in Teatro con 10 alzate di sipario (2 prove
generali aperte + 8 recite, di cui 1 straordinaria);
- Occupazione del 98%;
- 650.000 euro di incasso complessivo;
- 8 sold out (1 prova generale, quella del 10 dicembre e 7 recite);
- 8 occasioni di didattica, che hanno registrato circa 800 partecipanti, nei
diversi percorsi didattici studiati per specifici target di pubblico;
- 130 corrispondenti accreditati di cui 90 la sera dell’Inaugurazione, con 11
troupe televisive;
- 2 dirette televisive (RAI 5 e RAINEWS 24);
- 1 diretta radiofonica (RAI RADIO 3);
- 2 diretta via twitter (quelle ufficiali del Teatro e di RAI 5);
- 400 ritagli stampa;
- 26 passaggi tra radio e tv nazionali.

Un grande successo mediatico grazie anche alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, delle Istituzioni locali, Regione, Comune, Camera di Commercio.
Si ringrazia inoltre: Compagnia San Paolo, Banco di Napoli, Metropolitana di Napoli SpA, Seda, Laminazione Sottile, Blindhouse Blindarte, Unione Industriali di Napoli, Pastificio Garofalo, Caffè Borbone, Pianoforte holding, Eccellenze Campane, Merqurio Pharma - Wow Effect, Aedifica Srl/Brin69, Gesac - Aeroporto Internazionale di Napoli e RAI CULTURA per la diretta su RAI 5.

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La commedia musicale “Il Congresso degli Arguti…ovvero sei sommi protagonisti nell’arte dei libelli”, che andrà in scena in data unica al “Teatro Quirino” di Roma il 30 novembre 2015 alle ore 21.00, è stata ideata, scritta e diretta da Anna Rita Cammerata e vedrà la partecipazione straordinaria in voce di Elio Pandolfi nelle vesti di Romolo, il papà di Roma.

Fra i protagonisti il bravissimo Massimiliano Buzzanca nel ruolo di Marforio, all’interno di un cast d’eccezione, costituito da Giorgia Trasselli (Madama Lucrezia), Pier Maria Cecchini (Pasquino), Maurizio Matteo Merli (l’Abate Luigi), Simone Sabani (il Facchino), Roberto Bagagli (il Babbuino)…notasi la doppia b!

Oltre alle statue parlanti, troveremo personaggi moderni, come la giovane Claudia interpretata da Giulia Montanarini, che si innamora del senzatetto straniero Paco, interpretato da Daniele Antonini e una strepitosa Marina Ripa di Meana nel fantastico ruolo di Tramontana: la figura del vento, che si rivelerà fondamentale nella risoluzione dei vari problemi.

Un’opera dedicata alle sei statue parlanti di Roma, dette anche “Congrega degli Arguti” che fin dal 1500 venivano utilizzate dai romani per affiggere anonimi ed irriverenti messaggi o componimenti satirici di protesta contro la classe dirigente dell’epoca. Questi messaggi, comunemente chiamati “pasquinate”, dal nome di Pasquino, la statua parlante più conosciuta, rappresentavano per i romani dell’epoca papalina un efficace e liberatorio mezzo per protestare contro angherie, soprusi, ingiustizie sociali, tassazioni elevate. Attraverso le statue essi esprimevano tutto il loro disappunto con dissacrante ironia, a volte con cinismo.

Un modo popolare per esternare i malumori verso il potere e il dissenso nei confronti della corruzione e dell’arroganza dei personaggi pubblici. Oggigiorno i costumi e le modalità di protesta sono mutati; forse si scrive troppo nei social, la gente tende a reprimere, fin anche a soccombere. I frenetici ritmi di vita, in questo caso fuorvianti, distolgono la nostra attenzione rispetto a ciò che accade nella quotidianità.

Pertanto, le statue parlanti, entrate nella leggenda della “Roma sparita”, non sono più un utile mezzo per esternare le proprie opinioni, con la particolare ironia che sin dai tempi di Orazio, Catullo ed Ovidio caratterizzava il popolo romano, al quale va tuttavia riconosciuta ancora oggi l’innata capacità di lasciarsi scorrere addosso ciò che capita attorno.

Questa interessante e singolare commedia, che rappresenta una novità di genere, si articolerà fra equivoci e dilemmi, che terranno alta l’attenzione del pubblico fino al termine della rappresentazione in scena, anche grazie all’ottimo livello di recitazione di questo affiatato gruppo di attori. Annarita Cammerata, oltre ad aver abilmente lavorato su testi e regia, si è prodigata anche nella realizzazione dei testi musicali, affidando la direzione d’orchestra al M° Riccardo Gnerucci; le coreografie sono di Stefano Sellati, che con il suo corpo di ballo arricchirà la commedia di ritmo e colore. Aiuto regia e luci di Francesco Piotti, scenografie curate da Ivano Ferrari, scenografia “virtuale” di Digital Grafics, costumi di Iuri Lieggi.

Nell’ambito di questa commedia musicale è previsto anche un generoso appuntamento con la solidarietà; infatti, il 5% del ricavato dagli incassi sarà devoluto a sostegno dei progetti di “Beautiful After Breast Cancer Italia Onlus”, associazione guidata rispettivamente dal presidente Marzia Salgarello, primario di chirurgia plastica e ricostruttiva del Policlinico Gemelli di Roma e dal vice-presidente Donatella Gimigliano, stimatissima ed apprezzata giornalista.

In occasione della Conferenza Stampa tenutasi giovedì 26 novembre presso la “Sala di Rienzo del Conference Center Roma”, nel corso della quale si è svolta la presentazione della commedia musicale “Il Congresso degli Arguti”, ho avuto il piacere di intervistare l’attore Massimiliano Buzzanca.

Vorrei iniziare la mia intervista con un argomento di grande attualità: la crisi che investe il teatro già da diversi anni. Posso sapere la tua opinione?

La crisi del cinema e del teatro dura da 15/20 anni e sembra inarrestabile. A mio avviso, la responsabilità principale è di noi attori ed ora ti spiego il perché… Innanzitutto, il nostro sindacato non ci protegge abbastanza, poiché non vengono rispettati i minimi sindacali. Molti attori, pur di lavorare, sono disposti a ricevere compensi inferiori e il sindacato non interviene, affinchè vengano rispettate le tabelle minime. Un tempo essi, in situazioni particolarmente eclatanti, prendevano posizione, ma solo quando si giravano film all’estero, poiché generalmente venivano imposti attori e generici del posto.

In secondo luogo, gli attori hanno sbagliato a far entrare troppo la politica nel nostro lavoro. Di frequente si chiede aiuto alla politica, presente anche nelle commissioni, per lavorare è questo ha determinato la loro interferenza. Gli attori che dissentono, prendendo le distanze da questo strano meccanismo, alla fine non lavorano; vengono tagliati fuori, anche se il mestiere dell’attore non ha nulla a che fare con la politica; l’artista non dovrebbe schieransi a prescindere.

Noi attori non ci ribelliamo a questo tipo di strapotere e siamo costretti a lavorare con gli indipendenti, che non hanno grandi risorse a disposizione. La figura del produttore si è persa; oggi esistono solo produttori esecutivi, poiché nessuno se la sente più di investire il proprio danaro, visto che si riesce a rientrare solo in parte alla copertura delle spese effettive. Quindi, per fare un film ci si affida al “tax credit” e per rispettare un budget molto ristretto tutti vengono sottopagati. Nel frattempo, lo Stato continua a togliere fondi al cinema e al teatro, senza porsi il problema di trovare un modo per far vivere le persone che lavorano nell’ambito dello spettacolo.

Un’idea potrebbe essere quella di defiscalizzare, almeno in parte, il prezzo dei biglietti di cinema, teatro, concerti. Abbassando la percentuale di tassazione, ci potrebbe essere un margine di guadagno da reinvestire in altre iniziative; magari, si potrebbe inserire una clausola di obbligo a reinvestire nel settore.

Insomma, con un po’ di buona volontà, le soluzioni si potrebbero ragionevolmente trovare.

Quale prospettiva si presenta ai più giovani, che vorrebbero esprimersi attraverso la recitazione?

Finchè qui in Italia si permette di far fare l’attore a persone che non sono attori, allora credo sia meglio che i giovani di talento vadano all’estero. Se oggi avessi vent’anni, anch’io non esiterei a propormi al di fuori del mio Paese. Negli Stati Uniti, per esempio, il rapporto con l’attore è estremamente professionale, come dovrebbe essere. Ricordo sempre con piacere la prima volta che lavorai con una produzione americana;rimasi quasi imbarazzato nel constatare il rigore nella divisione dei ruoli. Io attore non dovevo occuparmi di fare nulla al di fuori del mio ambito; se c’è da spostare una sedia, si chiama l’attrezzista e così via. Nel nostro Paese è tutto più approssimativo e questo aspetto non mi piace affatto. Finora, ho lavorato in tre film in lingua inglese ed uno in lingua spagnola, in tutti i casi senza ricorrere al doppiaggio. Nel film spagnolo firmai il contratto per quattro pose, che poi diventarono dodici ed uscii nei titoli di testa. Il regista che diresse il film apprezzò immediatamente la mia recitazione e sul set si creò subito un clima assolutamente favorevole, sinergico; mi piace lavorare con queste modalità! Nella recitazione la tecnica conta fino ad un certo punto; il cosiddetto “fuoco sacro” fa parte della creatività dell’individuo; averla è un dono e come tale non si può inventare.

Nell’immaginario collettivo, spesso, si pensa erroneamente che i figli di artisti noti abbiano un percorso facilitato. Nel tuo percorso artistico hai mai avuto l’opportunità di condividere il palcoscenico oppure il set con il tuo grande papà?

Io personalmente ritengo di essere un “figlio d’arte” assolutamente privilegiato, molto raccomandato… Scusami per l’ironia, ma mio padre non ha mai fatto una telefonata a nessuno per aiutarmi e lo dico con fierezza. Quando mi incontrò sul set della fiction televisiva “Il restauratore”, che lo vede protagonista, si limitò a dirmi: “…e tu cosa fai qui?” Fra i miei colleghi, sicuramente qualcuno sarà stato aiutato ma, in genere, per avere i meritati riscontri, bisogna attendere la morte del genitore. Spesso, io e mio padre ci ridiamo su e lui, con la sua proverbiale ironia, dice: “Dovrai aspettare che io non ci sia più per diventare famoso!” A questo punto all’uopo gli scongiuri.

Cinema o teatro: dove trovi maggiore ispirazione nell’esprimer il tuo “essere” attore?

C’è da dire che il Teatro ti dà il mestiere… e i debiti…il Cinema e la Televisione di danno la fama, ti fanno riconoscere per la strada e i soldi con i quali ripaghi i debiti. A parte le battute, senz’altro mi diverto di più in teatro; il cinema, secondo me, è più facile. Un ciak buono lo trovi! In teatro è tutto immediato, diretto; quando si apre il palcoscenico entri in scena e ti metti in gioco; pertanto, si vede subito quello che vali. In effetti, in teatro i poco talentuosi si smascherano facilmente. Ecco perché molti attori, consapevoli dei propri limiti, non si avvicinano al teatro. Qualcuno impone il proprio stile, ma è una scusa per farsi accettare; spesso ci sono persone che provengono da altri percorsi formativi, ben lontani dal fare davvero l’attore. Aggiungo che qualche attore uscito dai reality Grande Fratello è anche sopravvalutato.

Il personaggio da te interpretato al quale ti senti più legato?

Mi sento molto legato al mio personaggio nella commedia musicale “Sotto il cielo di Roma”, soprattutto per ciò che lo circonda. In teatro spesso mi danno ruoli brillanti; questo non è ancora avvenuto in cinema, dove finora ho sempre fatto parti serie, talvolta drammatiche. Nella fictionPuccini”, per esempio, ero il Maestro Leoncavallo, che era sempre pensieroso, corrucciato, insomma “incavolato”.

Vorresti parlarmi del tuo attuale impegno teatrale?

Attualmente sto ancora provando con la compagnia la commedia musicale Il Congresso degli Arguti”, che stamane abbiamo presentato alla Stampa e vedrà il suo debutto fra pochi giorni. Interpreto il personaggio di Marforio, una delle sei statue parlanti di Roma, insieme a Pasquino, Madama Lucrezia, il Facchino, il Babuino, l’Abate Luigi. Marforio è una scultura marmorea di epoca romana (I° secolo), raffigurante forse il dio Nettuno, l’Oceano oppure il fiume Tevere. Dopo Pasquino, è la statua parlante più nota ed è attualmente conservata presso i Musei Capitolini di Roma. A parte qualche doveroso riferimento storico, posso affermare che il mio personaggio mi piace, mi convince; è sarcastico ed ironico, come tutte le statue parlanti. Entro in scena vestito poco e resto così per tutto il tempo; del resto Marforio è così!

Riesci a spiegarmi cosa hai provato nel vedere tuo padre interpretare il beffardo ed ironico “Don Giovanni” di Moliere?

In realtà, non sono rimasto molto sorpreso, poiché il personaggio Don Giovanni non è molto lontano dalla sua vera natura. Il suo modo di vedere il sesso, che esula dai sentimenti, è molto simile a quello del protagonista. Quindi, considerando la sua indole, credo non sia stato molto difficile per lui ricoprire questo ruolo. Osservando mio padre, ho sempre qualcosa da imparare, ma questo generalmente lo faccio sempre. Guardo da addetto ai lavori e raramente mi trovo a fare lo spettatore. Fatta eccezione quando guardo i film di George Lucas, che fa un genere di film dove si è inventato una modalità che si ricollega a motivi filosofici, uniti ad effetti speciali, con storie surreali, favole e sogni. Egli ha la capacità di miscelare le filosofie orientali al concetto medioevale di cavalierato. Mi piacerebbe molto fare questo genere di film, creando personaggi ai quali prima o poi tutti si ispirano. Questo regista e produttore statunitense è un grande studioso di storia e discipline religiose. Io, fin dall’adolescenza, ho sempre preferito questo genere di letture; quindi, conoscevo “La ricerca del Santo Graal”, gli Hobbit e il loro universo immaginario, “il Santo Anello” e tutto questo mi affascinava in modo particolare.

Nella tua vita quale posto ricopro la famiglia?

La famiglia è dove batte il cuore ed è la propria compagna che fa la famiglia. Quando la mia attuale compagna Raffaella chiese ad una comune amica qualche notizia sul mio conto, lei rispose che ero un signore, una persona dai modi gentili, ma uno “sciupafemmine”. Quando poi, qualche tempo dopo, lei rivolse a me la stessa domande, le risposi: “Si, questo è vero, ma succede quando non sono innamorato!” Questa è la sintesi di tutto.

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Ulisse raccontato dalle parole di chi lo ha amato, odiato, atteso e ritrovato. Le donne che l’eroe della guerra di Troia incontra durante il suo lungo cammino si ritrovano su una spiaggia richiamate da un sogno. Protagoniste di un amore passionale, difficile, corrisposto, rifiutato, insieme realizzano un altro viaggio creando una tela rossa, i cui fili vengono intrecciati attraverso un linguaggio creato da parole, suoni , canti e danza. Protagonista il viaggio e l’amore nella poesia di omero, ovidio, pavese, saffo
…….Un percorso onirico dove il sogno si confonde con la realtà e Itaca è inizio e fine, luogo di partenza e arrivo…è isola, nave, onda o semplicemente un nome per ricordarci di continuare il nostro viaggio. Accompagna l’epilogo di questo viaggio la poesia di Costantino Kavafis : Itaca. Nei suoi versi il senso del viaggio come libertà, introspezione, solitudine e condivisione, ma soprattutto come crescita . Il viaggio come una navigazione verso una meta da raggiungere senza fretta.
“…….. non precipitare il tuo viaggio. Meglio che duri molti anni, che vecchio tu finalmente attracchi all’isoletta, ricco di quanto guadagnasti in via, senza aspettare che ti dia ricchezze. Itaca t’ha donato il bel viaggio. Senza di lei non ti mettevi in via. Nulla ha da darti piú. E se la troverai povera, Itaca non t’ha illuso. Reduce così saggio, così esperto, avrai capito che vuol dire un’Itaca.
Le attrici che ho scelto per questo progetto condividono un percorso di teatro -danza e di ricerca vocale ,interpretando il mondo femminile attraverso delle figure mitologiche.
La scelta del cast è avvenuta quindi considerando i singoli percorsi artistici e gli elementi che accomunano e differenziano il loro modo di lavorare . Come per le donne di Ulisse , anche sulla scena attrici dalle sfumature diverse ma con caratteristiche comuni .Una tela dallo stesso filo rosso ma ricamata da diverse mani. Questo spettacolo prosegue l’attività teatrale al femminile che ho voluto intraprendere già mettendo in scena Little Women (stagione 2014-2015).
Insieme all’associazione culturale Kinesisart da tre anni stiamo cercando di intraprendere un lavoro di squadra portando in scena lavori inediti e investendo tutte le nostre energie ed il nostro tempo per cercare di promuovere un lavoro collettivo che comprenda attrici, autrici, registe, musiciste e fotografe. La produzione esecutiva dello spettacolo è della Sycamore TCompany, che da anni cura progetti innovativi e di grande interesse culturale.
Ammirare questo bellissimo spettacolo VIAGGIO VERSO ITACA  che sarà in scena al Teatro dell’Orologio - Sala Orfeo dal 3 all' 8 novembre 2015, in prima nazionale, un progetto di Selene Gandini. In scena Caterina Gramaglia, Carlotta Piraino, Alessandra Salamida, Claudia Salvatore. Regia di Selene Gandini.
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