Il sindaco di Catania Enzo Bianco, accogliendo la sollecitazione venuta dall’Assostampa, il sindacato unitario dei giornalisti a livello provinciale, regionale e nazionale, ha convocato per lunedì mattina alle 10,30 nella Sala Giunta di Palazzo degli elefanti un incontro con le forze sociali e sindacali per parlare della crisi attraversata dall’editoria, in particolare da quella radiotelevisiva, e per discutere dei livelli occupazionali. Una crisi acuita dal passaggio al digitale che ha avuto pesanti ricadute anche sull’informazione.
“Si tratterà – ha detto Bianco – di una prima presa di contatto per cercare di definire i termini del problema. Catania è sempre stata una delle capitali dell’informazione nel Sud. Qui è nata negli anni Settanta la prima emittente televisiva via etere, Teletna, e si sono sviluppate grandi e piccole televisioni private di grande professionalità soprattutto nella realizzazione di programmi giornalistici. E poiché l’informazione rappresenta uno dei presupposti della democrazia dobbiamo batterci tutti perché il patrimonio rappresentato dai giornalisti e dai tecnici che tanto bene hanno lavorato in questi anni non venga disperso e mortificato”.
Si è svolta questa mattina, presso il Palazzo Arcivescovile di via Matteo Bonello, la conferenza stampa di presentazione delle celebrazioni per il 389° Festino di Santa Rosalia, che si svolgeranno dal 10 al 15 luglio. Presenti, tra gli altri, S.E. l'Arcivescovo Paolo Romeo, il Sindaco Leoluca Orlando e l'Assessore per la Cultura Francesco Giambrone.
“Sarà festa civile e festa religiosa - ha dichiarato il Sindaco Leoluca Orlando – perché fin quando che manterremo questo equilibrio, terremo fede al diritto di cittadinanza, quanto a quello di cristianità. Come ogni volta la domanda che ci porrà il Festino di Santa Rosalia sarà ‘la peste, quest’anno, qual è?’.
Sicuramente sono il furto e la mancanza di avvenire, una peste moderna, simbolica, che colpisce tutti, senza distinzione: il povero, il senzacasa, il disoccupato, ma non risparmia nessuno, neanche l’impresario o il politico. Tutti siamo coinvolti. E purtroppo, devo constatare che Palermo è piena di stregoni pronti a dare alla gente bisognosa risposte che non arrivano dalle Istituzioni.
Ora, in quest’occasione straordinaria per noi palermitani, occasione che ci consente di guardarci allo specchio e di chiederci chi siamo e chi vogliamo essere, chi meglio dei bambini poteva farsi interprete di questo bisogno generale di futuro nel ricordo della Santuzza? I bambini di Brancaccio – ha concluso il Sindaco Orlando - che grazie al sangue e al sacrificio di Padre Pino Puglisi, non è più un quartiere di mafia.”
“Mi piace definire il Festino un’occasione di grande festa per la nostra città – ha dichiarato l’Assessore alla Cultura, Francesco Giambrone.
“Come consuetudine è un momento di incontro per l’intera comunità dei cittadini, palermitani e non, e di devozione per Santa Rosalia.
Ma abbiamo voluto che diventasse anche un’importante opportunità di lavoro.
Quest’anno ha un costo relativamente contenuto, per rispetto al grave momento di crisi che stanno vivendo il nostro paese e il nostro capoluogo.
Inoltre, è stato imperativo di quest’Amministrazione – ha concluso l’Assessore Giambrone - che tutte le risorse impiegate rimanessero qui al fine di generare lavoro ‘culturale’ per le più di trecento maestranze cittadine, gli artisti, i sarti, i fabbri, gli artigiani che sono in fermento per la realizzazione di questa ricorrenza, così importante per Palermo”.
Rosaria Spitale, 33 anni, di Petralia Soprana, ha donato alla città di Catania un cavallo murgese di nome Resto che andrà a incrementare la squadra di tre animali, tutti della stessa razza, utilizzati dai Vigili Urbani di Catania per i servizi di controllo nel centro storico.
La donazione è stata formalizzata nel corso di una piccola cerimonia svoltasi nel Palazzo degli elefanti alla presenza della donatrice, del sindaco di Catania Enzo Bianco, del segretario generale Gaspare Nicotri, del comandante dei Vigili Urbani Alessandro Mangani e dell’ispettore Tullio Figlia.
Resto è un cavallo giovane, di 11 anni, sette meno degli altri, che sarà utilizzato anche per i servizi di supporto di ippoterapia.
A poco più di un anno dal sisma che ha colpito l’Emilia, sono ancora tangibili i segni nelle zone “ferite” dalle ripetute scosse. Restano anche le preziose testimonianze di chi, ad un paio di mesi distanza, ha accettato volontariamente di recarsi in quei luoghi per offrire il proprio supporto, tecnico e psicologico, vivendo un’esperienza unica nel suo genere, formativa ed educativa allo stesso tempo.
È il caso dei sei ingegneri catanesi iscritti all’Ordine provinciale, che nei mesi di luglio e agosto 2012 si sono recati nelle aree di Ferrara, Mirandola, San Felice al Panaro e limitrofe, grazie a una collaborazione che si è creata da subito tra l’Ordine guidato da Carmelo Maria Grasso, il Consiglio nazionale Ingegneri, la Protezione Civile e i Vigili del fuoco.
Ieri (martedì 2 luglio) è stato proprio il presidente Grasso – alla presenza del segretario Aldo Abate, del tesoriere Mauro Scaccianoce, del consigliere nazionale Gaetano Fede – a consegnare gli attestati di partecipazione ai protagonisti dell’esperienza Concetta Puleo, Sebastiano Alfio Privitera, Giovanni Indelicato (tra i più giovani, a soli 26 anni), Giuseppe Malatino che insieme a Giovanni Musumeci e Alessio Anfuso (non presenti alla consegna) hanno vissuto un’intensa settimana di viaggi, sopralluoghi, incontri con la gente del posto. Sono partiti a squadre da due, entrando da subito a far parte della più grande famiglia di tecnici e ingegneri provenienti da tutta Italia, dal Trentino alla Sicilia, raggiungendo un numero che oscillava dai 50 ai 150 volontari a settimana. Tutti uniti dall’obiettivo comune di fare rete, di offrire il giusto supporto a livello di competenze e a prendere decisioni di estrema importanza, chiamati a valutare lo stato di agibilità o meno di un monumento, di un’abitazione o di un edificio pubblico. «Ogni giorno percorrevamo un’ora e mezza di strada per raggiungere i luoghi colpiti dal sisma e rientravamo la sera tardi – hanno commentato gli ingegneri volontari – l’impatto era sempre forte, si respirava un’aria di tensione, mista alla desolazione e alla paura. Ma nello stesso tempo la presenza costante sul campo dei tecnici, dei volontari e il supporto preziosissimo e altamente qualificato dei vigili del fuoco infondeva una certa rassicurazione. Un’esperienza assolutamente unica e da rifare».
A conclusione dell’incontro il presidente dell’Ordine ha sottolineato l’importanza dell’azione di aiuto e soccorso prestato in situazioni critiche come quella dell’Emilia e ancora prima dell’Abruzzo, dove un’altra squadra di ingegneri era partita alla volta delle zone terremotate. «Segno questo che noi ingegneri ci siamo e vogliamo mettere a disposizione di chi ne ha bisogno le nostre conoscenze, il nostro modus operandi, seguendo opportuni percorsi formativi e con una grande dose di buona volontà che a noi non manca. L’idea – ha concluso Grasso – è anche quella di realizzare prossimamente un memorandum di queste esperienze, facendo tesoro delle testimonianze nell’ottica di ottimizzare e potenziare il nostro intervento». Un impegno costante ribadito anche dal consigliere nazionale Fede che ha anticipato l’imminente costituzione dell’organismo di volontariato Iespp (Ingegneri per le emergenze, la sicurezza, la prevenzione e la protezione civile) che nascerà dall’accordo tra il Cni e la Protezione Civile.
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