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Meloni: Nuova vittoria di Fratelli d'Italia contro Speranza

Il Tribunale Amministrativo laziale ha emesso oggi la sua sentenza “in nome del popolo italiano”, e ha costretto il dicastero a fornire integralmente i verbali della task force anti coronavirus, i quali, fino a oggi, sono rimasti segreti e avvolti nell'ombra.

La vittoria è principalmente di Fratelli d'Italia, il quale partito ha portato avanti in primis la lotta per la pubblicazione di questi documenti. Tutto ebbe inizio nel dicembre 2020, quando il deputato del partito di Giorgia Meloni, Galeazzo Bignami, presentò un'istanza di accesso civico per accedere ai “documenti nella disponibilità del Ministero della Salute e a qualsiasi titolo da essi redatti e detenuti inerenti lo svolgimento delle riunioni della task force”.  

Cosi arriva un’ulteriore svolta nella messa in luce delle procedure avvenute per contrastare la pandemia: dopo la prima condanna già inflitta al ministero della Salute dal Tar del Lazio sul piano segreto, arriva oggi la seconda batosta che si abbatte direttamente su Roberto Speranza.

Oggi la leader di Fratelli d'Italia celebra così la decisione dei giudici, sul suo profilo facebook: “Dopo la prima condanna inflitta al ministero della Salute dal Tar del Lazio sul piano segreto, arriva oggi la seconda vittoria di Fratelli d'Italia contro Roberto Speranza: il Tribunale Amministrativo laziale ha infatti emesso la sua sentenza costringendo il dicastero a fornire i verbali della task force anti coronavirus. Fino ad oggi tenuti segreti.

Breve riassunto, per chi non ha seguito sin dall'inizio la vicenda. Torniamo al 22 gennaio del 2020, prima dell'inizio dell'epidemia, il giorno in cui Speranza annuncia la creazione di una task force da lui presieduta e formata dai “migliori cervelli” di cui dispone il Paese. Il gruppo di lavoro si riunisce tutti i giorni per diverse settimane, tutte le mattine alle nove e sempre alla presenza del ministro di Leu. 

È in quella sede che nascono le prime strategia per il contenimento del virus cinese. Lì che sorge la decisione di chiedere lo stato di emergenza. Lì che viene ascoltato il 27 gennaio Ranieri Guerra, ex direttore aggiunto dell’Oms poi coinvolto nel putiferio del dossier di Zambon. Ma soprattutto è lì che si decide, come emerso dalle carte dell’inchiesta di Bergamo, cosa fare (e cosa non fare) del piano pandemico anti-influenzale. Giuseppe Ippolito, direttore dello Spallanzani, il 29 gennaio suggerisce di far riferimento a quel documento aggiornandolo alle linee guida dell’Oms. "È stato fatto?", si chiedono in molti. Forse basterebbe leggere i verbali delle riunioni per capirlo. Ed è qui che sorgono i problemi.

Così dopo la prima condanna inflitta al ministero della Salute dal Tar del Lazio sul piano segreto, arriva oggi la seconda batosta che si abbatte su Roberto Speranza: il Tribunale Amministrativo laziale ha infatti emesso la sua sentenza “in nome del popolo italiano” costringendo il dicastero a fornire i verbali della task force anti coronavirus. Fino ad oggi tenuti segreti.

fonti la mia citta news / il giornalea

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