Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Sabato, 18 Maggio 2024

Al Salone del libro Loren…

Mag 15, 2024 Hits:367 Crotone

L'Istituto Ciliberto-Luci…

Mag 14, 2024 Hits:148 Crotone

Le opere di Bach: gli eff…

Mag 02, 2024 Hits:444 Crotone

In città l'ultima tappa d…

Apr 30, 2024 Hits:477 Crotone

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:693 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:1100 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:1092 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:1464 Crotone

Circa duemila persone hanno partecipato alla fiaccolata in memoria di Giulio Regeni a Fiumicello, in provincia di Udine. Il lungo corteo sotto una intensa pioggia è partito dal Municipio per raggiungere il vicino centro polifunzionale dove si terranno brevi interventi.

Proseguono intanto le indagini e la procura di Giza, che ha in mano il caso, sostiene che non ci siano stati sviluppi di alcun tipo, mentre il magistrato Ahmed Negi ha chiarito che un coordinamento con gli egiziani esiste, specificando però che deve esserci con la procura generale, ragion per cui ieri da Giza avevano negato che ci fosse una qualsiasi collaborazione con gli investigatori italiani.

"Non ci accontenteremo di verità presunte, come già abbiamo detto in occasione dei due arresti inizialmente collegati alla morte di Giulio Regeni. Vogliamo che si individuino i reali responsabili, e che siano puniti in base alla legge". Parola del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, in un'intervista in apertura di prima pagina a Repubblica in cui sottolinea che pur essendo l'Egitto un nostro "partner strategico" con "un ruolo fondamentale per la stabilizzazione della regione", l'Italia ha "il dovere di difendere i suoi cittadini".

Il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore, "Il governo egiziano deve immediatamente mettersi a disposizione per un'inchiesta congiunta, anche perché il massacro di Giulio Regeni è una macchia molto grave da parte di un regime fondamentalmente autoritario".

Intanto il New York Times riporta l'indiscrezione, che anche gli Stati Uniti faranno pressing sull'Egitto perché sull'omicidio di Giulio Regeni si arrivi alla verità e spiegando che una serie di incontri diplomatici previsti questa settimana saranno con tutta probabilità il momento per tornare a sollevare la questione.

Il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry sarà in visita questa settimana a Washington. Intanto al Cairo arriverà Sarah B. Sewall, alto funzionario per i diritti umani del Dipartimento di Stato. Con tutta probabilità, riporta il quotidiano newyorchese, il caso di Regeni sarà tra i temi da trattare, in un momento in cui l'Italia chiede la "massima collaborazione" per un'indagine congiunta al presidente Abdelfattah al-Sisi.

Gli Stati Uniti hanno grandi interessi in Egitto. E se dopo il golpe dei generali avevano congelato per un periodo gli aiuti al Paese, bloccando anche alcune commesse militari, nel corso degli ultimi mesi le cose sono cambiate e Washington e il Cairo sono tornate gradualmente a rapporti normali.

Dall'esame autoptico eseguito ieri sera sul cadavere di Giulio Regeni, il ricercato italiano ucciso al Cairo, non sarebbero emersi segni di abusi o di violenze sessuali subiti dal giovane. Regeni è morto per un colpo ricevuto in testa. L'equipe di medici legali ha riscontrato sul giovane i segni di un violento pestaggio e numerose abrasioni, fratture in varie parti del corpo, tuttora oggetto di analisi così come il colpo al capo che ha provocato il decesso. La frattura della colonna cervicale è stata determinata quasi certamente da una torsione innaturale del collo del giovane da parte di una persona che gli stava di fronte, ha avuto come conseguenze la rottura del midollo spinale e una conseguente crisi respiratoria, alle quali è seguita, infine, la morte.

Un autorevole quotidiano filo-governativo egiziano, Al Ahram, riferendo su risultati dell'inchiesta scrive che prima di scomparire il 25 gennaio Giulio Regeni ha partecipato ad una festa di compleanno "in compagnia di un certo numero di amici". Finora dai principali resoconti era emerso che Regeni fosse diretto, ma non arrivato, alla festa e fosse stato rapito durante il tragitto nel centro del Cairo prima delle 20.

"Le indagini degli uomini della Sicurezza" hanno analizzato "gli ultimi momenti prima della scomparsa della vittima ed si è constatato che egli era in una festa in compagnia di un certo numero di suoi amici e dopo è scomparso il 25 gennaio", scrive il giornale sulla sua versione cartacea. Con analoga fonte coperta ("secondo le indagini della sicurezza relative agli ultimi momenti"), l'informazione compare anche nel sito di Al Ahram ("la vittima partecipava a una festa in compagnia di diversi amici prima della sua scomparsa il 25 gennaio").

"La squadra di inquirenti esamina tutte le relazioni della vittima, sia con egiziani che con stranieri residenti al Cairo, e i luoghi che frequentava": lo scrive la versione cartacea di Al-Ahram. Il quotidiano rivela che "il generale Alaa Azmy, assistente del direttore del Dipartimento generale delle indagini di Giza", ha diretto investigazioni "approfondite per esaminare gli appartamenti abitati" della Città del 6 ottobre (il quartiere all'estrema periferia ovest del Cairo a nord del quale è stato rinvenuto il corpo di Regeni) "per esaminare coloro che li frequentano e li abitano".

Il “titolo” di questo “foglietto” dichiara una verità ovvia e mai discussa nella storia dei popoli. Ecco perché, soprattutto noi, nati nella “prima metà del secolo scorso”, non possiamo che sbalordire e perfino sentirci male di fronte a ciò che siamo costretti a vedere in questi ultimi tempi: negli anni lontani della nostra fanciullezza non immaginavamo, infatti, che un giorno alcuni saputi potessero dubitare che due+due facesse quattro o che gli alberi mettessero le gemme in primavera per poi perdere le foglie in autunno! Ora il Mondo Moderno, sommando follie, pretende di dire che non è più vero o, comunque, è opinabile che il bambino debba avere una madre e un padre! Siamo sbalorditi che su questa verità solare in Italia si stia dibattendo con accanimento all’interno dei partiti e nelle piazze ed una consorteria di parlamentari, giovani post-sessantottini, tenti di approvare una “legge” avversa prfino al buon senso, imporla al popolo italiano (contrario nella stragrande maggioranza!) e, all’occorrenza, difenderla a colpi di Codice penale tacciando di “omofobia” chi osasse dirne male. Ne consegue – fra tanto altro – che noi settantenni, dovremo curvarci in silenzio alla violenza che ci proviene dalla negazione di ciò che, fino a ieri, credevamo evidente e universale.

Domande:

Fra gli “enti” inventati su tutta la faccia della terra e preposti “a protezione” di categorie di uomini, animali e cose, ve n’è uno che “protegga” anche noi “vecchi” che – tra farmaci e controlli medici – non abbiamo più cuori in grado di sopportare simili stravolgimenti della Natura? È colpa nostra se non riusciamo, né riusciremo mai, a curvarci a simili follie? E, una volta votata la “legge”, saremo costretti a sorridere beoti e a battere le mani come i cerimonieri comandano di fare negli spettacoli televisivi?

Spero proprio che i tanti post-comunisti del Partito Democratico e alcune caudatarie confuse berlusconiane non vogliano questo e ci lascino, fino a quando suonerà la nostra “campana”, almeno la libertà di chiamare le cose col nome che ad esse è stato attribuito dai secoli!

E, tuttavia, la violenza contro di noi “vecchi” è niente in confronto a quella che viene preparata ai danni dei bambini, delle donne e della società. Così – ad esempio – la “stepchild adoption” (mi dicono che, nella lingua dei “padroni del mondo”, significa “adozione del figliastro”) sembra essere una piccola cosa perché riguardante uno “zero-virgola” di persone, cioè i casi in cui una donna, convivendo more uxorio (!) con la “compagna”, pretende di adottarne il figlio. Ma ognuno, se ragiona, si accorge che questo è il “varco” attraverso cui – giudici bravi aiutando! – passerà tutta l’adozione di bambini da parte di due donne o di due uomini (“genitore uno”/“genitore due”!), dello sfruttamento e “cosificazione” del corpo della donna mediante l’ignobile uso dell’ “utero in affitto” (figli orfani di padri fin dalla nascita, mercificazione del bambino che potrà avere anche “tre mamme”), insomma un “disumano mercato procreativo” con tutto il resto che vi si collega a catena e che il “cattolico” Renzi riassume col nome di “valori” e “unioni civili”: “ora dobbiamo pensare ai valori e la legge va fatta subito!” ha affermato perentoriamente (v. “Avvenire” 5-I-2016). E dire che aveva partecipato da protagonista al “Dies Familiae” del 12-5-2007 in piazza San Giovanni a Roma dichiarando: “Non c’è bisogno di essere cattolici per difendere la famiglia!”; e si riferiva alla Famiglia vera!

Inutili e dannosi mi sembrano i “paletti” che altri “cattolici”, detti “cattodem”, del Partito Democratico, dicono di voler “piantare” contro la deriva che anche loro hanno contribuito a creare: i “paletti”, infatti, nell’attuale clima di relativismo galoppante, durano il lampo di una stagione travolti da nuove richieste e altrettante “necessarie” concessioni. Peregrini mi paiono anche i tentativi di compromesso tipo il cosiddetto “affido rafforzato” e “affido pre-adottivo” (i politici non finiscono mai di stupire nell’arte di inventare vocaboli!) che i “compagni” presentatori della “legge” sicuramente respingeranno come provocazione! E, infatti, su una materia fondamentale qual è la Famiglia non può esservi compromesso come non può esistere sintesi tra il bene e il male; tale “materia” ci costringe a una scelta precisa di campo: o si è da una parte o si è dall’altra! Domanda: ma che ci stanno a fare questi “cattolici” nell’ex PCI se poi, nelle cose fondamentali, devono essere in disaccordo con esso? I tentativi dei “cattolici” del PD sono maldestri anche perché dimostrano il timore che costoro hanno di perdere i voti che attingono gratuitamente in chiese e oratori.

A questo punto a noi, “nati nella prima metà etc. etc.”, non restano che due scelte: o rassegnarci (ormai…alla nostra età è meglio sederci sulla riva del fiume e aspettare…, tanto il mondo va ugualmente per la sua strada!) o reagire. Io sono per il secondo verbo, anche perché da sempre sono stato abituato al vento contrario (“Controvento” era un pittoresco giornalino giovanile a cui collaboravo negli anni “68” a Milano) e, quindi, pure la qualifica dispregiativa di “reazionario” o “medioevale” mi lascia indifferente. Pertanto esorto i “cinque amici” e “benevoli lettori” a “reagire” e a non farsi disarcionare proprio nella parte finale e migliore della corsa.

Ma – attenzione! – reagire non è semplice perché il male che ci flagella è complesso e proviene da lontano e, se non se ne conosce l’origine e la “meccanica”, si rischia di fare azioni inutili. Qualcuno, constatando il distacco progressivo delle società dalla “Legge Naturale” o dai “Dieci Comandamenti”, parla addirittura di un “progetto” anticristiano/antiumano e lo chiama col nome di “Rivoluzione”. Così, riflettendo, possiamo comprendere che questo male non è un fungo sorto improvviso dopo pioggerelle di fine estate ma frutto di un lungo e secolare percorso; “a monte”, dunque, bisogna guardare. Esso ha avuto “padri grandi” e “maestri”, cattivi, di pensiero di cui restano i libri; “registi” occulti e intelligenti collocati nei vari piani della piramide del potere mondiale; “monetieri” anonimi e internazionali capaci di muovere enormi quantità di dollari e affamare popoli del “terzo mondo” che non si piegano al loro volere (vedi le campagne per la diffusione dell’aborto e contro la natalità…); una “legione” di intellettuali propagatori a tempo pieno delle idee di costoro, alcuni stipendiati, altri gratis per vocazione; ripetitori ed esecutori (politici, presidenti e capi e sottocapi di qualcosa, ministri, vice ministri…) di minuscolo spessore ma a cui la Democrazia consegna l’enorme potere di fabbricare le “leggi”; infine un codazzo di comparse e giullari e cantastorie delle varie televisioni, alcune pagate da noi, che hanno il compito di ammaestrare le masse a come essere felici e contente…

L’attuale aggressione alla Famiglia Naturale è solo l’ultimo – per ora! – segmento di detta Rivoluzione: altri e più mostruosi se ne intravedono all’orizzonte (poligamia, incesto etc., naturalmente e sempre nel nome dell’… “amore”!) proprio perché la principale caratteristica di essa è il divenire continuo e la sua filosofia si chiama relativismo: insomma, per dirla con Dante, è la lupa che “dopo il pasto ha più fame che pria”! Con ciò si ricava che la nostra “reazione”, a questo punto, forse è già arrivata tardi per il semplice fatto che quando la proposta di legge di tale Cirinnà approda alla discussione in Parlamento, vuol dire che la “Rivoluzione” è già avvenuta; il lavorio, cioè, per corrompere gli animi e i corpi delle società, lorsignori lo hanno già compiuto nei decenni precedenti, un passo alla volta, magari con pochissimo rumore e senza valido contrasto da parte di alcuno. Esempi nel nostro “piccolo”: chi si è accorto che nel Consiglio Comunale di Rozzano si era votato contro l’ostensione del Crocifisso nell’Aula Consiliare (2010)? Chi ha sentito dire che nel medesimo Consiglio sono state approvate, con applauso finale, le “unioni civili senza distinzione di sesso” (2013)?

Ora il disegno di legge per le “unioni civili” (“matrimoni gay” e il resto), così sicuro nelle settimane scorse, si trova a fronteggiare una opposizione – finalmente unanime – dei cattolici e di molti “laici” di buon senso; insomma in alto deve essere arrivata la notizia che il “popolo basso” non è ancora pronto a capire/accettare cose che ritiene autentiche follie e, comunque, estranee alla sua storia e alle vere necessità quotidiane e potrebbe ribellarsi a ciò che coloro chiamano “valori”! E tuttavia, se, come mi auguro, il “disegno” non dovesse passare, la battaglia in difesa della Famiglia Naturale non sarebbe per questo finita perché la Rivoluzione ha molte vite, è capace di mille metamorfosi, sa aggirare gli ostacoli, buttarsi sott’acqua, aspettare tempi migliori per poi ripartire all’attacco con nuovo aire; sa perfino dirsi vittima di quel potere che, in fondo, è “suo”. Sa fare, se occorre, una finta retromarcia con studiati “tre passi avanti e due indietro”!

Arriverà domani alle 13 nello scalo aeroportuale di Fiumicino, proveniente dal Cairo, la salma di Giulio Regeni, il ricercatore universitario trovato morto in Egitto due giorni fa. Il corpo sarà poi trasferito nell'istituto di medicina legale La Sapienza dove sarà eseguita l'autopsia, disposta dalla procura di Roma che indaga per omicidio volontario.

Il cadavere è stato trovato in un fosso della periferia della capitale egiziana. Sul corpo ci sono segni di bruciature di sigaretta, tortura, ferite da coltello e segni di una "morte lenta", secondo quanto riferisce il procuratore egiziano alla Associated Press. Ma il direttore dell'Amministrazione generale delle indagini di Giza aveva detto che "le indagini preliminari parlano di un incidente stradale e ha smentito che Regeni "sia stato raggiunto da colpi di arma da fuoco o sia stato accoltellato".Ma Il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, chiede "verità".

Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha telefonato al premier Matteo Renzi, riferendogli di aver ordinato al ministero dell'Interno e alla Procura generale di "perseguire ogni sforzo per togliere ogni ambiguità" e "svelare tutte le circostanze" della morte di Giulio Regeni, un caso al quale "le autorità egiziane attribuiscono un'estrema importanza". Lo riferisce l'agenzia Mena. L'Italia "troverà una cooperazione costruttiva da parte delle autorità egiziane", ha aggiunto Sisi esprimendo le proprie condoglianze

Sulla morte di Giulio Regeni "noi abbiamo un solo obiettivo: la verità. Stanno partendo squadre di investigatori italiani per collaborare con la polizia egiziana e sono convinto che al Sisi non si sottrarrà alla collaborazione e che i buoni rapporti con l'Egitto siano un fluidificante che aiutino nella ricerca della verità". Lo ha detto il ministro dell'interno Angelino Alfano, al programma Agorà su Raitre. "Tutte le procedure saranno attivate - ha aggiunto - perché la giustizia sia severa con i responsabili"

Il corpo di Giulio Regeni, il ricercatore universitario trovato morto al Cairo, in Egitto, è stato consegnato dalle autorità egiziane all'Ospedale italiano 'Umberto I' del Cairo.

L'indagine è ancora contro ignoti. Il magistrato ha affidato la delega alla polizia giudiziaria a svolgere i primi accertamenti preliminari. "Il ministero degli Affari esteri ha convocato l'ambasciatore italiano nel quadro degli sviluppi della morte del giovane italiano", scrive l'agenzia stampa ufficiale, Mena, riferendosi all'ambasciatore italiano al Cairo, Maurizio Massari.

Ma secondo il quotidiano il Giornale a firma di Giuseppe De Lorenzo, Giulio Regeni era un'agente dell'Aise (Agenzia informazione sicurezza esterna), i servizi segreti italiani che gestiscono le minacce provenienti dall'esterno e che si occupano di raccogliere informazioni sul terrorismo internazionale, sull'Isis, su Al Qaeda, sul traffico di armi e organi umani.

La notizia, piuttosto circostanziata, è stata rilanciata sul suo blog da Marco Gregoretti, giornalista investigativo di lunga esperienza. A quanto mi risulta - scrive Gregoretti - Regeni era stato arruolato qualche anno fa quando i servizi segreti italiani cominciarono a fare campagna pubblica per arruolare nuovi operatori chiedendo il curriculum.

E il profilo di Regeni era perfetto per i servizi. Le sue conoscenze informatiche, la capacità di parlare diverse lingue e il suo curriculum universitario lo hanno reso appetibile per l'Aise. Così sarebbe stato inviato prima negli Stati Uniti e poi a Londra. La sua attività al Cairo, con la scusa della tesi di laurea, sarebbe stata coperta dalla collaborazione giornalistica per il Manifesto, come successe per altri nel recente passato.

Secondo le informazioni che ho raccolto, i motivi della morte di Regeni- scrive ancora Gregoretti - sarebbero da ricercare proprio nella sua azione in Egitto. Al suo arrivo al Cairo si sarebbe subito messo in contatto con organizzazioni anti Abdel Fattah al Sisi, il Presidente egiziano. Per questo i servizi segreti egiziani lo avrebbero attenzionato, per poi essere catturato dall'antiterrorismo il 25 gennaio con l'accusa di aver fomentato l'opposizione.

Dopo la cattura, le torture. L'antiterrorismo egiziano lo avrebbe torturato, menomato, tagliandogli le orecchie e il naso, violentato e ucciso. Secondo alcune fonti - aggiunge Gregoretti - la morte di Regeni sarebbe da interpretare come una sorta di avvertimento ai servizi italiani: 'Non ingerite maldestramente'

Gli italiani che lavorano sempre secondo il Giornale sulla brutale fine di Giulio Regeni temono che il giovane ricercatore trovato morto al Cairo mercoledì notte sia stato tradito dai contatti che aveva sul telefonino.

Il connazionale di Fiumicello, in provincia di Udine, sarebbe stato fermato dalle forze di sicurezza egiziane il 25 gennaio, giorno della sua scomparsa, nella zona super blindata della capitale per il quinto anniversario della rivoluzione di piazza Tahrir. Dal suo telefonino aveva mandato un sms ad un amico per raggiungere da quell'area una festa di compleanno, prima che il cellulare venisse spento per sempre.

Chi lo avrebbe preso in custodia, come avviene per prassi, si sarebbe messo a controllare numeri di telefono e messaggi di Regeni. In Egitto era in contatto con ambienti di «sinistra», degli attivisti dei diritti umani e dei lavoratori, che non vanno a genio né al governo, né agli islamici. E conosceva giornalisti scomodi già arrestati al Cairo dai servizi egiziani. Il saper parlare arabo, per un europeo che vive in Egitto grazie ad un dottorato di ricerca, agli occhi di chi potrebbe averlo interrogato avrebbe destato sospetti nella psicosi dell'antiterrorismo e degli stranieri fomentatori.

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI