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Bruxelles, gli arresti sono 21, ma 'Il lavoro non è ancora finito'

"Il lavoro non è ancora finito". Così il ministro dell'Interno Jan Jambon ha fatto il punto della situazione questa mattina dopo l'ondata di perquisizioni e arresti della scoesa notte nella capitale e altre localita di Belgio. Una valutazione più approfondita sul mantenimento del massimo stato d'allerta sarà condotta nelle prossime ore dall'organismo preposto all'analisi delle minacce alla sicurezza (Ocam). La città intanto, nonostante la chiusura di metro, scuole e centri commerciali, ha ripreso a vivere sebbene siano evidenti i segni della tensione, soprattutto per la massiccia presenza di polizia e militari in tutti i punti nevralgici della capitale.

I cinque nuovi fermi sono avvenuti in seguito a 7 nuove perquisizioni, legate alle operazioni di ieri sera. Le nuove operazioni antiterrorismo condotte questa mattina sono state 5 nella regione di Bruxelles e 2 in quella di Liegi, ha comunicato la Procura federale. Al momento sono in corso gli interrogatori ai 21 fermati complessivi tra ieri notte e stamattina. In città, ancora per oggi, rimane il livello massimo di allerta. Chiusi uffici pubblici, scuole, negozi e metropolitana.

Nei dintorni di Liegi, a Rocourt, è stata ritrovata la Bmw che si sospettava fosse condotta da Salah Abdeslam. L'ufficio del procuratore federale, però, ha confermato che la Bmw sfuggita ai controlli di polizia nella regione di Liegi "non ha legami" con le ricerche di Salah Abdeslam.

Misure di sicurezza rafforzate nelle sedi delle istituzioni Ue Consiglio, Commissione e Parlamento di Bruxelles. Al Consiglio, dove lo stato d'allerta è passato da giallo ad arancione, sono state cancellate solo le riunioni dei gruppi 'tecnici' di lavoro, mentre sono stati confermati gli incontri tra ministri - Eurogruppo e Consiglio educazione - ai quali partecipano nel pomeriggio il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan e Stefania Giannini. Gli uffici della Commissione sono regolarmente aperti così come quelli del Parlamento.

Le operazioni coordinate della polizia sono scattate nel tardo pomeriggio, subito dopo che il premier Charles Michel aveva confermato che l'allerta rimane al livello 4. Le forze speciali hanno chiuso un ampio perimetro vicino alla Grand Place, sono entrati in un hotel Radisson poco distante, e hanno compiuto azioni a Etterbeek, Molenbeek, Jette, Anderlecht, Forest, Woluwe. Tutto sotto gli occhi di una città spettrale. A Molenbeek, sono entrati anche a casa dello zio di Salah. Contemporaneamente, altre tre perquisizioni si sono svolte a Charleroi. Ma in tutte le operazioni non sono state trovate né armi né esplosivi.

Mentre prosegue la caccia a  Salah Abdeslam e dopo le polemiche dei giorni scorsi, Jambon ha tenuto a sottolineare che lo scambio di informazioni con i Paesi vicini sta funzionando bene "perchè siamo tutti sulla stessa barca". Nel frattempo, si è appreso che Fouad Belkacem, leader dell'organizzazione islamista Sharia4Belgium già detenuto nel carcere di Anversa, è stato posto in isolamento per evitare che altri detenuti possano essere indottrinati e 'radicalizzati'.

Intanto la polizia belga lancia la sua offensiva per stringere il cerchio attorno a Salam Abdeslam, che però riesce a sfuggire. Dopo una retata scattata con una maxi-operazione coordinata in sette quartieri della città, le forze dell'ordine arrestano 16 persone, tutte in qualche modo collegate all'inchiesta sui fatti di Parigi, che ha portato il terrore anche in Belgio. La minaccia rimane "seria e imminente", e spinge il Paese a restare blindato. I 16 arresti - che dovranno essere convalidati dal giudice - non bastano a rassicurare le autorità, che chiedono il massimo riserbo e non accettano domande sull'inchiesta. Salah è ancora in fuga, e non si può abbassare la guardia. La polizia lo avrebbe visto a Liegi ma poi avrebbe perso le sue tracce mentre scappava su una BMW in direzione della Germania.

Tornando al Italia sulla questione sicurezza : Il decreto che stanzia fondi per il Giubileo "è pronto, è in fase di trasferimento al Quirinale, contiene anche le disposizioni per inviare 1.500 militari in più a Roma. E' questione di ore". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ospite di Repubblica Tv, sottolineando che "già prima di Parigi avevano gli occhi puntati sul Giubileo, visto che il Califfo aveva puntato su San Pietro e sulla città simbolo della cristianità. Ci sono poi - ha aggiunto - i professionisti dell'ansia, come se il nostro Paese non fosse in grado di affrontare un grande evento e garantire la sicurezza. Ma all'Expo si è dimostrato il contrario".

"Oggi trovano applicazione le misure di sicurezza disposte dal questore per l'anno giubilare. Le misure sono molto più stringenti ma non cambierà nulla dal punto di vista delle libertà e dei diritti dei cittadini". Così il prefetto di Roma Franco Gabrielli commenta l'avvio del piano sicurezza Giubileo a Roma.  "La battaglia contro il terrorismo non si vince o si perde per la presenza in strada di agenti in divisa o militari che presidiano ma per il sistema di sicurezza nel suo complesso che vede l'attività non visibile come la principale", dice il prefetto di Roma. "La differenza - spiega - non la fa il numero di agenti schierati ma la loro disposizione sul territorio, la capacità di reazione e la capacità di impedire che certi eventi accadano". "Se qualcuno pensa che il controllo sia la camionetta con i militari h24 lo invito a pensare a quanti luoghi sensibili come scuole e musei la nostra Capitale vanta. Neanche l'esercito Usa potrebbe garantire questa sorveglianza e sarebbe esso stesso un motivo di sconfitta. Avremmo più militari che non cittadini", avverte Gabrielli.  "A me interessa di più che i soggetti che non si vedono lavorino per non farci assistere a fatti come quelli di Parigi" ha aggiunto.

Intanto Il Traforo in via Nazionale nel centro di Roma è stato chiuso dalle forze dell'ordine dopo la segnalazione di una borsa sospetta. I controlli sono stati negativi.

In città saranno impiegati duemila uomini, a presidiare non solo gli oltre mille obiettivi sensibili e gli eventi considerati a rischio, ma anche autobus e metropolitane. Agenti in divisa saliranno sui mezzi di trasporto per garantire la sicurezza dei passeggeri. Sorvegliati speciali saranno, ovviamente, piazza San Pietro e i principali monumenti della Capitale, dal Colosseo a Fontana di Trevi. Attenzione particolare sarà rivolta anche ai luoghi di ritrovo, in particolare dei giovani, come concerti o manifestazioni. Controlli serratissimi anche nelle piazze della movida dove il questore Nicolò D'Angelo non esclude perquisizioni, "qualora lo si ritenga opportuno".

Controlli rafforzati e metal detector in azione a San Pietro, per l'Angelus, e all'Olimpico per l'avvio di Lazio-Palermo. Al match ha assistito anche il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. Durante la partita, anche un falso allarme. Uno zainetto lasciato sugli spalti in tribuna Monte Mario, ha costretto la polizia ad intervenire, salvo poi individuare il proprietario; il papà di una bambina che aveva accompagnato la figlia in bagno, lasciando lo zainetto come segnaposto.

Ma il dispositivo di sicurezza prevede ulteriori stringenti controlli anche sul Tevere e sulle vie utilizzate dai pellegrini per raggiungere la Capitale, dagli aeroporti alle stazioni ferroviarie. Maggiore presenza delle forze dell'ordine anche nelle periferie. Si tratta di un piano che porterà, dall' 8 dicembre, alla no-fly zone: il divieto di sorvolo sulla città per gli ultraleggeri e le misure 'anti-droni', così come annunciato dallo stesso prefetto Franco Gabrielli che non ha escluso l'ipotesi di abbattimento dei velivoli in caso di necessità. Molto probabilmente in settimana si riunirà un nuovo tavolo tecnico in Questura in vista dei tanti eventi che si svolgeranno nella Capitale, dal concerto di domenica ai Fori Imperiali alla partita di campionato Roma-Atalanta.

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