Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Venerdì, 17 Maggio 2024

Al Salone del libro Loren…

Mag 15, 2024 Hits:275 Crotone

L'Istituto Ciliberto-Luci…

Mag 14, 2024 Hits:134 Crotone

Le opere di Bach: gli eff…

Mag 02, 2024 Hits:428 Crotone

In città l'ultima tappa d…

Apr 30, 2024 Hits:462 Crotone

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:678 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:1087 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:1081 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:1453 Crotone

Hamas ha comunicato che la propria delegazione negoziale ha lasciato Il Cairo, capitale dell'Egitto, per fare ritorno a Doha, capitale del Qatar. Un rappresentante ha dichiarato che Hamas ha dato il proprio assenso al documento proposto dai mediatori per un cessate il fuoco a Gaza, come riportato da al-Jazeera. Izzat al-Rishq, membro del politburo di Hamas, ha espresso che l'incursione israeliana nella città di Rafah e il controllo del passaggio confinario hanno lo scopo di ostacolare gli sforzi dei mediatori volti a stabilire una tregua. Al-Rishq ha poi confermato che la delegazione negoziale del gruppo islamista ha abbandonato Il Cairo diretta a Doha, ribadendo "la determinazione a ratificare il documento dei mediatori per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza".

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha intanto confermato che interromperà alcune consegne di armi offensive ad Israele in caso di offensiva contro Rafah. Come procedere sul terreno a Gaza e nel Libano, alla luce della decisione della Casa Bianca di bloccare alcune spedizioni di armi, sarà deciso stasera durante le "fatidiche" riunioni del gabinetto di guerra e del gabinetto di sicurezza di Israele. Lo riferisce il quotidiano Israel Hayom, citando un anonimo funzionario israeliano, secondo il quale nella telefonata domenica scorsa tra Biden e il premier, Benjamin Netanyahu, quest'ultimo ha assicurato che lo Stato ebraico "combatterà con le unghie e con i denti se necessario". "E lo diceva sul serio", ha sottolineato il funzionario.

"Oggi affrontiamo nuovamente nemici intenzionati a distruggerci", "dico ai leader del mondo: nessuna pressione, nessuna decisione da parte di alcun forum internazionale impedirà a Israele di difendersi". "Se Israele sarà costretto a restare da solo, Israele resterà da solo". Lo dice il primo ministro israeliano, Benjanim Netanyahu in occasione del Giorno della Memoria dell'Olocausto a Gerusalemme, in quella che sembra essere una risposta alla decisione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden di sospendere le spedizioni di armi a Israele. "Innumerevoli persone per bene in tutto il mondo sostengono la nostra giusta causa", ha aggiunto Netanyahu "sconfiggeremo i nostri nemici genocidi".

Gli ospedali del Sud della Striscia di Gaza hanno solo tre giorni di carburante, ha dichiarato il capo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), a causa della chiusura dei valichi di frontiera a Rafah. Nonostante le obiezioni internazionali, ieri Israele ha inviato i carri armati nella sovraffollata città meridionale di Rafah e ha chiuso il vicino valico con l'Egitto, che è il principale canale di accesso per gli aiuti al territorio palestinese assediato. "La chiusura del valico di frontiera continua a impedire alle Nazioni Unite di portare carburante. Senza carburante tutte le operazioni umanitarie si fermeranno. La chiusura del confine impedisce anche la consegna degli aiuti umanitari a Gaza", afferma il direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus su X. "Gli ospedali nel sud di Gaza hanno solo tre giorni di carburante, il che significa che i servizi potrebbero presto fermarsi".

Il governo di Hamas nella Striscia di Gaza ha individuato una nuova fossa comune dalla quale sono già stati riesumati 49 corpi nell'ospedale Al Shifa. Le autorità di Gaza fanno sapere che le squadre di soccorso continuano a dissotterrare i corpi e che si aspettano di trovare "dozzine di nuovi corpi" nella fossa comune, la terza trovata nel centro ospedaliero da cui sono già stati recuperati circa 400 morti, secondo un comunicato. Durante le operazioni presso l'ospedale, Israele ha affermato di aver ucciso circa 200 presunti militanti e di aver interrogato più di 800 sospetti, tra i quali ha affermato di aver identificato circa 500 membri di Hamas e della Jihad islamica palestinese, compresi alti funzionari. Finora, secondo Hamas sono state trovate sette fosse comuni negli ospedali della Striscia di Gaza, di cui tre a Naser, tre Khan Yunis (a sud) e un'altra nell'ospedale Kamal Adwan (a nord).

Fonte Varie agenzie Agi

 

Il presidente francese Emmanuel Macron ha riaffermato, in un'intervista con il settimanale The Economist, la possibilità di inviare truppe occidentali in Ucraina se la Russia dovesse avanzare nel fronte orientale e se Kiev lo richiedesse. "Se i russi riuscissero a rompere le linee del fronte e ci fosse una richiesta da parte dell'Ucraina - cosa che al momento non si verifica - dovremmo legittimamente considerare la questione dell'invio di truppe," ha dichiarato Macron. "Escludere questa opzione a priori significherebbe non aver appreso la lezione degli ultimi due anni", durante i quali i paesi della NATO hanno inizialmente esitato a inviare carri armati e aerei in Ucraina, prima di cambiare posizione, ha aggiunto il presidente.

L'anno scorso, la guerra in Ucraina e l'escalation delle tensioni geopolitiche hanno portato al più significativo incremento della spesa militare globale dal 2009, secondo l'analisi dello Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI). Gli investimenti in armamenti hanno toccato un picco storico di 2.290 miliardi di euro, marcando un aumento del 6,8% rispetto al 2022 e rappresentando il 2,3% del PIL globale. Tale spesa è stata dominata dagli Stati Uniti e dalla NATO.
Gli USA hanno mantenuto una posizione di netta supremazia con spese per 860 miliardi di euro, il 2,3% in più rispetto all'anno precedente, costituendo il 37% della spesa militare mondiale, una cifra tre volte maggiore rispetto a quella della Cina, che si posiziona al secondo posto, e il 68% della spesa complessiva dei 31 paesi membri della NATO.
L'analisi del SIPRI mette in luce anche l'incremento degli investimenti nella difesa da parte dei paesi europei membri della NATO, che ora costituiscono il 28% del totale dell'Alleanza, il livello più alto degli ultimi dieci anni, con undici nazioni che superano l'obiettivo del 2% del loro PIL. In particolare, la Polonia si distingue con un aumento annuale del 75%, il più elevato in Europa. È importante sottolineare che la spesa totale dei membri della NATO ha raggiunto 1.260 miliardi di euro, pari al 55% del totale globale.

Negli ultimi due anni, il conflitto in Ucraina ha profondamente modificato la visione europea sulla sicurezza. Questa nuova percezione del rischio si manifesta nell'incremento delle percentuali del PIL destinate alla difesa, come riporta il SIPRI. La Russia, al terzo posto nella classifica globale, ha allocato circa 102 miliardi di euro, pari al 4,5% del totale mondiale e al 24% in più rispetto all'anno precedente, ossia il 5,9% del suo PIL. L'Ucraina, ottava a livello mondiale per investimenti nel settore militare, ha incrementato le sue spese del 51%, raggiungendo oltre 60 miliardi di euro, il che corrisponde a un terzo del suo PIL. Grazie ai quasi 32 miliardi di euro ricevuti in aiuti militari, l'Ucraina ha notevolmente ridotto il gap con la Russia, portando la sua spesa militare totale al 91% di quella russa.

Si sono verificati aumenti degli investimenti anche in Asia e Medio Oriente. La Cina ha investito quasi 278 miliardi di euro, con un incremento del 6% e rappresentando il 12% del totale globale, che corrisponde alla metà degli investimenti nella regione Asia-Oceania, secondo il SIPRI. Di conseguenza, il Giappone (decimo nella classifica) ha incrementato le proprie spese militari dell'11%, così come Taiwan dell'11%.
Il Medio Oriente ha visto il maggiore aumento in un decennio, del 9%, con l'Arabia Saudita (quinta) come leader regionale, seguita da Israele (15°), che ha incrementato le proprie spese del 24% a seguito della sua offensiva nella Striscia di Gaza dopo gli attacchi di Hamas dello scorso ottobre.

"Il significativo incremento della spesa militare in Medio Oriente nel 2023 riflette il rapido cambiamento della situazione nella regione, dal miglioramento delle relazioni diplomatiche tra Israele e diversi paesi arabi negli ultimi anni, allo scoppio di un grande conflitto a Gaza e alla paura di un conflitto regionale", si evince dal documento.
In America Centrale e nei Caraibi, l'aumento della spesa (+54% nel 2023) è stato guidato dalla lotta contro la criminalità organizzata. Il Brasile detiene il triste record, essendo il diciottesimo paese a livello mondiale, con una spesa di 21,5 miliardi di euro, il 3,1% in più rispetto all'anno precedente.

Intanto la Polonia è pronta a ospitare armi nucleari qualora la Nato decidesse di schierarsi in risposta al rafforzamento degli armamenti russi in Bielorussia e Kaliningrad: lo ha detto il presidente Andrzej Duda in un'intervista, provocando un duro monito del Cremlino. La Polonia, membro della Nato e convinto sostenitore dell'Ucraina, confina con l'exclave russa di Kaliningrad e con la Bielorussia, alleata di Mosca. "Se i nostri alleati decidessero di schierare armi nucleari sul nostro territorio come parte della condivisione nucleare, per rafforzare il fianco orientale della Nato, siamo pronti a farlo", ha dichiarato Duda in un'intervista pubblicata dal quotidiano Fakt.

Duda ha parlato ai media polacchi dopo la sua visita a New York, dove ha tenuto incontri alle Nazioni Unite e ha discusso della guerra in Ucraina con l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. A marzo, aveva già visitato Washington, per un colloquio col presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Le discussioni sulla cooperazione nucleare tra Polonia e Stati Uniti vanno avanti "da tempo", ha detto il presidente polacco. "Devo ammettere che, interpellato a riguardo, ho dichiarato la nostra disponibilità", ha riferito Duda rispetto ai contenuti dei suoi colloqui negli Usa.

"L'esercito ovviamente analizzerà la situazione e in ogni caso prenderà tutte le misure di risposta necessarie per garantire la nostra sicurezza", ha commentato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. Dal canto suo, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha dichiarato che "gli occidentali sono pericolosamente sull'orlo di uno scontro militare diretto tra potenze nucleari". La parole di Duda - stretto alleato dell'ex partito al potere nel Paese, il nazionalista Diritto e Giustizia - hanno riacceso i riflettori sulla frattura apertasi tra presidenza e governo polacco, dopo le ultime elezioni di ottobre, vinte dalla coalizione filo-europea di Donald Tusk. "Ci tengo molto che la Polonia viva in sicurezza, che sia armata il meglio possibile, ma vorrei anche che ogni possibile iniziativa fosse, prima di tutto, ben preparata dai responsabili", ha affermato il premier Tusk.

Fonte Varie agenzie / Agi

"Vogliamo mandare la sinistra all'opposizione anche in Europa, come in Italia", ha garantito la presidente del Consiglio. "Quando diciamo mai con la sinistra non è uno slogan a seconda delle convenienze, come altri hanno fatto, ma della nostra identità. Non ci sono mezze misure, prendere o lasciare", ha sottolineato. "Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a chi, nelle nostre scuole e nelle nostre Università, insegna l'odio verso la nostra civiltà", ha avvertito dal palco. "Non accettiamo lezioni da chi invoca la chiusura delle scuole per il Ramadan mentre chiedeva di togliere il crocifisso dalle scuole", ha aggiunto.

"Sono pronta, come sempre a fare la mia parte". L'annuncio arriva dopo un'ora e sette minuti di discorso e la voce di Giorgia Meloni sale di tono, con una nota di entusiasmo, quando conferma che "scendo in campo come capolista delle liste di Fratelli d'Italia in tutte le circoscrizioni". È l'annuncio nelle cose e che comunque attendeva l'ufficialità della conclusione della Conferenza programmatica FdI. "Votatemi scrivendo il mio nome, Giorgia, come mi chiamano tutti quelli che mi avvicinano", ha chiesto la premier nel suo intervento.

 Intanto il generale Roberto Vannacci, di fresca candidatura alle europee nelle liste della Lega, è riuscito ancora una volta nell’intento di attirare su di sé i riflettori e l’indignazione della sinistra. E fin qui tutto bene. Meno bene però che sia riuscito anche a ricevere critiche e dissociazioni da pressoché tutte le componenti del centrodestra, anche dal partito nelle cui file si candida, la Lega, con l'improvvisa uscita sui disabili.

Questa volta però l’attenzione che le sue parole hanno suscitato è andata molto oltre i confini della sinistra. Bravissimo a smascherare il bigottismo, il politicamente corretto, l’ideologia woke, la povertà di argomenti di una sinistra che sembra incapace di fare altro che fascistizzare il suo avversario, questa volta il generale ha scoperto il fianco, ha offerto un insperato assist per una narrazione diversa: la “notizia” è diventata il centrodestra che si dissocia da Vannacci e le polemiche all’interno dello stesso partito che lo ha candidato.

Candidatura ovviamente legittima quella di Vannacci, e a nostro avviso anche opportuna, per la sua capacità dimostrata in questi mesi di conquistare una certa centralità mediatica su temi, quali l’agenda green, l’immigrazione o gli eccessi gender, certamente funzionali alle battaglie culturali e politiche della destra. Ma se fino ad oggi il “protocollo Vannacci” – contrapporre il buon senso alle assurdità progressiste – ha messo in difficoltà la sinistra, costringendola ad arroccarsi su di esse, fresco di candidatura il suo “protocollo” rischia ora di mettere in difficoltà il centrodestra.

Se da una parte, infatti, molti elettori che si identificano di sinistra (o per lo meno non di destra), non seguono i loro partiti sulla linea del fanatismo green o Lgbtq e dell’accoglienza illimitata di migranti illegali, su temi quali l’aborto – come dimostra anche il dibattito negli Stati Uniti – o addirittura la disabilità, sono molti elettori e soprattutto elettrici del centrodestra a non essere disposti a seguire posizioni estreme. Dunque, sui primi temi il centrodestra ha tutto da guadagnare, sui secondi tutto da perdere.

La famiglie di destra toccano con mano almeno tanto quanto quelle di sinistra i problemi della disabilità e i benefici dei recenti, faticosi passi avanti nell’inclusione delle persone disabili, dalla scuola al mondo del lavoro.

A rallentare le lezioni non sono i bambini e i ragazzi disabili, ma spesso gli extracomunitari quando hanno scarsa o addirittura nessuna conoscenza della lingua italiana, e ancora più spesso bambini e ragazzi indisciplinati nei cui confronti la scuola ha perso qualsiasi autorità e gli insegnanti hanno pochissimi e insufficienti strumenti per intervenire. Proprio su questo fronte, di recente, la maggioranza di governo ha tentato di mettere una toppa con la riforma del voto in condotta e del sistema di sospensioni.

Sarebbe dunque il caso che da qui in avanti il generale Vannacci utilizzasse le sue doti nell’attirare su di sé le attenzioni e nel definire l’agenda mediatica per i temi strategici di queste elezioni europee. I temi decisivi per vincere e sperare in una maggioranza di centrodestra sono altri: il vasto assortimento di eco-follie, la deindustrializzazione, la dipendenza dalla Cina, il centralismo Ue. Tutto il resto è una pericolosa distrazione di massa degli stessi elettori di centrodestra.

 "Non ho mai affermato che bambini e ragazzi disabili dovrebbero stare in classi separate dagli altri. Ho detto che devono stare insieme con gli altri bambini e ragazzi ma che servirebbero impegni peculiari e anche strutture adeguate e dedicate per momenti di attenzione particolare rivolta alla loro disabilità. Esattamente quello che molti genitori con bambini disabili vorrebbero fare ma purtroppo queste strutture sono pochissime e le liste d'attesa sono lunghissime". Lo precisa il generale Roberto Vannacci, candidato indipendente nelle liste della Lega alle europee ad Affaritaliani.it.

 "Basta rileggere le mie dichiarazioni per rendersi conto di quanto io abbia voluto esprimere, anche citando la necessità che degli specialisti si occupano specificatamente delle disabilità. Purtroppo c'è il malcostume, da parte di una certa stampa, di fare titoli altisonanti che esulano dalle parole espresse nell'intervista con lo scopo preciso di demonizzare l'interlocutore e di snaturarne i pensieri espressi", aggiunge. Quanto alle critiche di molti esponenti della Lega, come il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, "sono diatribe interne al partito che reputo più che legittime ma che non mi interessano. Io ho un'idea di tradizione, di patria, di cultura e di sovranità molto simile a quella della Lega e che porterò avanti in maniera indipendente".

Il generale Roberto Vannacci "con pacata umiltà si dichiara non conoscitore di tali problematiche, esprimendo con un'analisi diretta, coraggiosa e di grande realtà, il delicato argomento" della disabilità: con queste parole un disabile amico d'infanzia del candidato leghista alle europee, Norberto De Angelis, ha difeso le parole di Vannacci sui disabili in una lettera che l'AGI ha potuto visionare. A suo dire Vannacci "è inequivocabilmente diretto e chiaro quando esalta e non denigra la categoria (dei disabili, ndr) e son certo che lo fa di cuore, perché è sempre col cuore che mi ha accolto in casa sua vicino le sue due figlie".
"Ma come fate a essere cosi' miopi da non realizzare che ogni disabilità va analizzata caso per caso senza generalizzarla?", si è chiesto. "Quando si parla di disabilita', a quale tipo si è indirizzati? Disabile motorio o psichico o intellettivo o sensoriale? Disabile dalla nascita o post malattia o post trauma?", prosegue De Angelis, "capite bene che la parola stessa racchiude miriadi di diversità, trattamenti educativi, d'insegnamento scolastico, medici, psicologici" e altro. "Se da una parte la vita sociale, specie negli istituti scolastici, e l'amicizia fra individui senza patologie con dei disabili aiuta la conoscenza sul come relazionarsi con loro e quindi da adulti avranno maggiori riguardi e rispetto", osserva, "è altresì vero che la capacità d'apprendimento delle disabilita' mentali, hanno dinamiche tutte loro e troppo soggettive. Non nascondiamoci dietro un dito o fare i finti moralisti".

 Fonte Agi Atlantico affariItaliani e varie agenzie  

Alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno ogni partito ammesso presenta la propria lista, l’elettore ne può votare una sola e scegliere al suo interno fino a 3 candidati. Attenzione: se si dà più di una preferenza, bisogna però indicare almeno un uomo e una donna (qui, art. 14). Al Parlamento europeo poi verrà eletto chi ottiene più preferenze, primi tra tutti i leader di partito che a Bruxelles non ci andranno e lo sanno già.

Le chiamiamo candidature-civetta, ma di fatto sono un imbroglio che gli italiani accettano, o subiscono, da 30 anni. Al loro posto all’Europarlamento, infatti, non andrà il più apprezzato dai rispettivi elettori, ma il primo dei non eletti della lista, a volte sconosciuto ai più. Vediamo gli effetti delle candidature-civetta nelle ultime elezioni europee. Nel 2019 Matteo Salvini, ministro dell’Interno, fa da capolista per la Lega in tutte le circoscrizioni. Solo nel Nord Ovest raccoglie 696.027 voti, ma al suo posto a Strasburgo ci va Marco Campomenosi con 17.788 preferenze. Fa da civetta, come presidente di FdI, anche Giorgia Meloni che solo nel Nord Ovest raccoglie 92.850 voti, ma poi cede il posto a Pietro Fiocchi, che di preferenze ne ha solo 9.300. Nel grafico in pagina pubblichiamo, con l’aiuto del Centro Italiano Studi Elettorali (Cise) guidato da Lorenzo De Sio, tutti i voti presi e poi traditi anche nelle altre circoscrizioni, dove sono volati in Europa candidati con voti infinitamente più bassi dei due leader capolista.

L' iper personalizzazione della politica. Tutti gli elettori italiani avranno la possibilità di votare per le europee 2024 Meloni Giorgia detta Giorgia e Calenda Carlo sulla scheda. I nomi di Meloni e Calenda compariranno sia sui simboli sia sulle liste in tutte le 5 circoscrizioni. Meloni batte Calenda per un particolare: la premier sarà capolista in tutte le circoscrizioni. Calenda ha ceduto la testa di lista all'ex ministra Elena Bonetti nel nordovest. Anche Cateno De Luca e l'ex viceministra pentastellata Laura Castelli saranno la testa di lista di 'Libertà-Sud chiama Nord' in tutte le circoscrizioni. Il nome di De Luca compare anche nel simbolo. Scelta opposta per i leader di Lega, M5s e Avs, Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che non saranno candidati. La scritta 'Salvini premier' compare pero' sul simbolo della Lega.

Il nome di Meloni compare in tutte le 5 circoscrizioni. Solo nel Nord Ovest Calenda ha ceduto la testa di lista all'ex ministra Bonetti. Tra gli altri leader, Tajani capolista in quattro circoscrizioni, Schlein guida due circoscrizioni, Centro e Isole. Hanno scelto di non correre Salvini, Conte, Fratoianni e Bonelli. La Lega schiera Vannacci in tutte le circoscrizioni, capolista al Centro e al Sud. Per Stati Uniti d'Europa, Bonino guida il Nord Ovest, Renzi è candidato, ultimo in lista, in quattro circoscrizioni

In mezzo alla classifica della personalizzazione ci sono Antonio Tajani e Matteo Renzi (candidati in 4 circoscrizioni su 5), Elly Schlein ed Emma Bonino (candidate in 2 circoscrizioni su 5). FI ha scelto di mettere il nome di Berlusconi sul simbolo; il nome 'Bonino' è scritto in piccolo sul contrassegno di 'Stati Uniti d'Europa'. I 42 simboli affissi il 22 aprile sulla bacheca del Viminale si stanno via via riducendo. È esentato dalla raccolta delle firme chi ha eletto un deputato, un senatore o un europarlamentare italiano. Per gli altri servono 15mila firme in ogni circoscrizione. La Corte d'Appello di Roma ha già escluso 'I Pirati' e 'Alternativa popolare' di Bandecchi, che non hanno raccolto le firme

Solo 'Pace, Terra, Dignità di Michele Santoro ha finora presentato gli scatoloni con le firme in tutta Italia. Le Corti d'Appello stanno verificando tutti i certificati elettorali. Nelle liste di Santoro nomi eccellenti come il vignettista Vauro, il matematico Odifreddi, l'attore Paolo Rossi, il segretario di Rifondazione comunista Acerbo, lo scrittore Nicolai Lilin, autore di un libro su Putin. Nella circoscrizione nordest Svp correrà in collegamento con FI. Finora la minoranza linguistica altoatesina è sempre riuscita a eleggere un europarlamentare. L'uscente è Herbert Dorfmann. Complessivamente l'Italia eleggerà l'8 e il 9 giugno 76 eurodeputati su 720: 20 nel nordovest; 18 nel sud; 15 nel nordest e nel centro; 8 nelle isole. L'attuale Commissione Ue di Ursula Von der Leyen si regge su una maggioranza che fa perno su Ppe, Pse e liberali. La legislatura europea durerà 5 anni fino al 2029.

L'ufficio elettorale della Corte d'Appello di Roma, Presidente Tommaso Picazio, ha escluso per le europee 2024 nella circoscrizione centro le liste di 'Forza Nuova' e 'Partito animalista-Italexit per l'Italia'. Entrambi i partiti non hanno raccolto le firme e non hanno un collegamento con un parlamentare o un europarlamentare eletto in Italia. Per lo stesso motivo erano già stati esclusi 'I pirati' e 'Alternativa popolare' di Bandecchi.

 

Fonte varie agenzie Agi

 

Israele ha attaccato l'Iran nella regione centrale di Isfahan, dove si trovano diversi obiettivi militari, tra cui l'impianto di arricchimento dell'uranio. L'attacco con droni non è stato ufficialmente confermato da Tel Aviv, che ha scelto di mantenere un basso profilo per "ragioni strategiche", secondo fonti informali americane, mentre l'Iran ha preferito minimizzare l'incidente per evitare di dover attuare la "risposta dura" precedentemente promessa da Teheran.

"La presidenza italiana del G7 invita alla prudenza e a un'assoluta de-escalation. Chiediamo di fermare l'attacco a Rafah, vediamo se saremo convincenti. Lanciamo un appello alla de-escalation, alla prudenza". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Rai News 24 commentando l'attacco israeliano delle scorse ore. Tajani ha anche rassicurato sulla sorte degli italiani che si trovano nella Repubblica islamica: "Sono al sicuro", ha aggiunto da Capri, dove è prevista la seconda giornata del G7 dei ministri degli Esteri. Tajani, in particolare, ha spiegato di aver parlato con l'ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei.

Secondo diverse fonti, i missili e droni lanciati avevano una portata limitata e quindi potevano essere stati tirati dallo stesso territorio iraniano; in passato è gi' accaduto che l'intelligence israeliana riuscisse a compiere attacchi di questo tipo. Secondo le primissime analisi, lo Stato ebraico ha scelto una iniziativa relativamente discreta per dare a Teheran la possibilità di non rispondere.

Gli Usa, che non sono stati coinvolti nell'azione offensiva condotta nella notte contro l'Iran, sono convinti che l'Italia - il cui "impegno e' gia' stato molto importante per contribuire alla de-escalation"- possa adesso svolgere un ruolo importante dialogando "con i Paesi in Medio Oriente con i quali ha ottimi rapporti": cosi' il segretario di Stato, Antony Blinken, nella conferenza stampa finale alla ministeriale degli Esteri del G7, che si e' conclusa a Capri. "Siamo impegnati sin dal primo giorno, il 7 ottobre, nello sforzo per la de-escalation", ha ricordato il capo della diplomazia americana. "Questo sforzo continua e l'Italia puo' avere un ruolo nodale, come Paese che e' impegnato nel mondo su molti fronti, con tanti Paesi. L'Italia ha i suoi colloqui diretti e penso che si sia visto, nelle due ultime settimane, quali siano questi rapporti. Rimane importante alimentarli per evitare escalation e per evitare un conflitto piu' ampio". "Israele e' stato colpito da un attacco mai visto prima e gli Usa hanno interesse a che Israele si difenda, ma vogliamo anche - ha ripetuto Blinken- mitigare il conflitto".

Quanto all'Iran, sta cercando di minimizzare la portata dell'attacco, la cui natura e' comunque ancora incerta. Di certo ci sono le esplosioni riferite da testimoni vicino alla città di Isfahan e a diversi siti militari, fra i quali quelli balistici e militari. In occasione dell'attacco iraniano di 5 giorni fa, erano stati filmati lanci di missili verso Israele che partivano proprio da uno di questi siti. L'agenzia Fars vicina ai Guardiani della rivoluzione ha scritto stamattina di tre esplosioni presso la base dell'esercito a Isfahan, affermando che la difesa aerea era stata attivata e che un drone era stato avvistato anche a nord-ovest, a Tabriz, non lontano da una raffineria.

Esplosioni sono state segnalate nella zona di alcuni siti militari, stamattina all'alba, ma per ora non si conosce la portata di quanto accaduto. Dall'attacco iraniano condotto la notte fra sabato e domenica scorsi, in risposta a quello israeliano sul consolato di Teheran a Damasco, la comunità internazionale sta cercando di contenere Israele perché la sua ritorsione fosse moderata e non tale da produrre un'esacerbazione del conflitto.

Le agenzie di stampa iraniane hanno poi citato il capo dell'esercito a Isfahan, Siavosh Mihandoust, secondo il quale il rumore dell'esplosione sentito dai testimoni veniva dalla difesa aerea. "Non abbiamo subito nessun danno, non c’è stato nessun incidente", ha detto. Fin dall'alba, la televisione ufficiale iraniana ha mandato i suoi inviati nel centro di Isfahan, per dimostrare che vi regna la calma e la vita quotidiana si svolge regolarmente.

La minimizzazione è avvenuta anche ai massimi livelli, visto che il presidente Ebrahim Raisi non ha citato nella sua conferenza stampa della preghiera del venerdi' l'attacco della mattina, dopo che ieri aveva minacciato "dure ritorsioni" in caso di un'iniziativa di Israele "anche minima".

 

Fonte Agi e varie agenzie 

 

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI