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Roma, brucia il centro rifiuti Salario

Un grande incendio si è sprigionato nello stabilimento di trattamento rifiuti in via Salaria 907. La Procura di Roma ha avviato una indagine. In base a quanto si apprende il pm Carlo Villani, già titolare di un fascicolo sulla struttura nel quale si ipotizzava il reato di inquinamento ambientale e attività di rifiuti non autorizzata, si è recato per un sopralluogo sul luogo dell'incendio. Al momento, spiega chi indaga, è ancora prematuro stabilire la natura doloso o colposa del rogo. A piazzale Clodio si attendono anche le informative delle forze dell'ordine intervenute. Dalle 4:27 dodici squadre dei vigili del fuoco e oltre 40 uomini sono impegnati sul posto di circa 2 mila metri quadrati per domare le fiamme. Il fumo è visibile a chilometri di distanza e l'odore acre si avverte fino nel centro di Roma. Il Tmb Salario, continuamente al centro di polemiche, è fondamentale per il sistema rifiuti della capitale e la sua distruzione manderà in tilt la raccolta già difficile dell'immondizia.

«I vigili del fuoco ci hanno avvisato che non ci sono allarmi da nube tossica. Per precauzione comunque invito la cittadinanza del Municipio a tenere le finestre chiuse con particolare attenzione alle scuole che invitiamo anche a non far uscire i ragazzi in cortile», ha scritto su Fb il presidente del Municipio III Giovanni Caudo. «Invito inoltre le persone che hanno difficoltà respiratorie ad evitare di uscire all'aria aperta nelle zone esterne e prossime all'impianto».  

Secondo quanto si apprende le prime misurazioni effettuate da Arpa Lazio nelle tre centraline vicine al Tmb Salario non hanno registrato valori fuori norma per quanto riguarda l'inquinamento dell'aria. È quanto emerso dalla cabina di regia convocata dal Campidoglio e in corso al Tmb Salario.

«L'impianto Tmb - ha detto Caudo - è completamente compromesso. Che il fumo sia tossico è evidente perché brucia spazzatura, olio e plastica, ma i vigili del fuoco ci hanno tranquillizzato sul fatto che si sta dirigendo verso zone non abitate. Quindi al momento non siamo allarmati per questo. Per precauzione però l'asilo vicino al Tmb è stato chiuso». «Questa è l'ulteriore prova che questo impianto di via Salaria va chiuso. Noi lo stiamo dicendo da mesi, è obsoleto, vecchio. Non bisognava arrivare a queste situazioni».

Il Campidoglio ha convocato una cabina di regia sul maxirogo che si è sviluppato nell'impianto rifiuti Salario, chiamando a raccolta - tra gli altri - la Protezione Civile e il dipartimento comunale tutela ambientale che si occupa di qualità dell'aria per monitorare la situazione è prendere i dovuti provvedimenti. Il Campidoglio, quanto si apprende, è a lavoro per verificare le cause dell'incendio.  

Anche l'assessore all'Ambiente di Roma Pinuccia Montanari è sul posto. Sulla zona si è sollevata un densa nube di fumo e l'odore acre è stato avvertito in diverse zone della città. Sulla vicenda indagano i carabinieri. Una densa e alta colonna di fumo si è sollevata sulla zona di via Salaria. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia Montesacro che indagano sull'accaduto.

"Lascia perplesso che nel momento in cui si fa un lavoro e si prova a sistemare, parta l'incendio", stava dicendo il ministro dell'Ambiente, "Voi sapete che io vengo da terre particolari. Non faccio sillogismo, lasciamo lavorare la procura. Ma sono scocciato, perché si stava lavorando per dare una risposta ai cittadini". In ogni caso, secondo Costa, al momento "non c'è una situazione di emergenza" per quanto riguarda l'ipotesi nube tossica. "Ci sono le centraline Arpa in funzione", ha spiegato, "Rassicuriamo che il monitoraggio prosegue".

L'emergenza c'è però per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti. Con l'avvicinarsi delle feste natalizie, infatti, il rischio è quello di una vera e propria paralisi nella Capitale. "Vogliamo lanciare un messaggio rassicurante", minimizza però la Raggi, "Stiamo lavorando per evitare altre criticità sia a livello ordinario che durante le feste di Natale quando ci sarà un picco per i rifiuti. C'è una cabina di regia tecnica aperta che sta lavorando sul ciclo di gestione dei rifiuti che fino ad oggi venivano portati al Salario". Parallelamente, però, il sindaco ha lanciato un appello "a tutte le città del Lazio e le altre Regioni" perché vadano in soccorso di Roma e si prendano i rifiuti che l'impianto Tmb della Salaria non potrà più trattare.

Intanto siepi di rosmarino e piante aromatiche per coprire la puzza del Tmb Salario. L'ultima trovata di Ama e giunta Raggi sono le piante aromatiche per frenare i miasmi che provengono dall'impianto di trattamento biologico meccanizzato della monnezza, i rifiuti tal quale, che fanno infuriare i residenti e sui quali indaga la Procura. Dopo le pecore tosaerba, con l'aiutino dei trattori Coldiretti, perché la savana-Roma è troppo alta per le greggi, la risposta ai nasi offesi dei cittadini di Villa Spada e Fidene viene affidata ai profumatori, essenze sparse, "interventi migliorativi dell’arredo esterno» e «di rinfoltimento della barriera arborea che circonda l’impianto con piante aromatiche e sempreverdi».

L'impianto di trattamento rifiuti, il Tmb Salario, è da tempo al centro delle polemiche e delle proteste degli abitanti delle zone circostanti, a causa soprattutto dei cattivi odori. Tecnicamente, si legge nella scheda dell'Ama, "l'impianto di selezione e trattamento di via Salaria 981 ha lo scopo di separare la frazione secca, ad elevato potere calorifico, dei rifiuti indifferenziati da quella umida".

La prima viene trasformata in Cdr combustibile derivato dai rifiuti, destinato agli impianti di termovalorizzazione, mentre la parte umida viene invece trattata "per essere trasformata in 'frazione organica stabilizzata' (FOS), un materiale organico igienizzato utilizzato prevalentemente nelle attività di copertura delle discariche". Le polemiche sono aumentate nell'ultimo periodo, dopo una relazione dell'Arpa del Lazio, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale, secondo la quale "vi sono evidenze che l'impianto produce rifiuti che presentano ancora caratteristiche di putrescibilità".

Immediata la presa di posizione del presidente del III Municipio Giovanni Caudo, che ha evidenziato la parte del documento dell'Arpa secondo la quale l'impianto in questione "non produce i rifiuti che dovrebbe produrre, non stabilizza i rifiuti trattati che producono cattivo odore". Secondo Caudo, nei fatti, "il Tmb è una discarica a 150 metri da un asilo e va chiuso".

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