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Il 25 giugno 2016 alle ore 19.30 nella splendida e suggestiva location del Teatro Italia di Acerra (Napoli) si è svolto il Gran Gala della XVII edizione del Premio Internazionale di Narrativa Tra le parole e l’infinito.

Il Premio letterario, ideato ed organizzato dal Presidente Nicola Paone, è nato nel 2000 e negli anni ha ottenuto una sempre crescente popolarità, diventando un evento di notevole levatura anche a livello internazionale, con autori partecipanti provenienti da diverse parti del mondo.

Tra le maggiori onorificenze ricevute, ricordiamo l’alto Onore di una Medaglia d’Oro e nel 2011 la Medaglia d’Oro rappresentativa concessa dall’allora Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.

Gli autorevoli Patrocini ricevuti nel corso degli anni, fra cui quello del Ministero della Giustizia e della Rai, sono testimoni dell’alto profilo di sedici anni di attività, volta alla divulgazione della Cultura.

Questo evento costituisce un’occasione imperdibile per il territorio, poiché conferisce lustro alla città di Acerra, sempre attenta agli avvenimenti afferenti l’arte ed anche in questa edizione l’Amministrazione Comunale, presieduta dal Sindaco Raffaele Lettieri, ha dato il suo Patrocinio.

Come di consueto, non sono mancati autori stranieri, provenienti persino dall’Australia e dal Cile; i primi premi sono andati ad Autori di Russia, Spagna e Brasile. Quindi, anche in questa edizione, il prestigio del Premio Tra le parole e l’infinito ha travalicato i nostri confini e alla bellissima ed emozionante Cerimonia di Premiazione sono stati presenti vari rappresentanti istituzionali, di associazioni private, oltre ad esponenti di spicco del mondo intellettuale e del giornalismo.

Il Sindaco di Acerra Raffaele Lettieri nel suo intervento ha ribadito la necessità di promuovere l’arte e la cultura in questo territorio, finalizzata al recupero della consapevolezza storica della città di Acerra e per l’opportuno rilancio del turismo culturale, anche sollecitando l’interesse da parte dei ragazzi verso il proprio patrimonio culturale.

Questa edizione è dedicata alla Narrativa e la rosa dei premiati è di un certo rilievo, sia nella sezione Autori affermati che fra i Giovani Autori. Sono stati consegnati anche Premi della Critica e Premi del Presidente.

Una serata indimenticabile, iniziata con i saluti al pubblico del Cav. Nicola Paone, il quale ha dimostrato grande soddisfazione per i riscontri positivi di questa edizione del Premio, come del resto gli organizzatori, che accanto a lui tanto si adoperano per la diffusione della poesia e della prosa, nell’assoluta certezza che il sostegno alla Cultura, oggi più che mai, rivesta un ruolo di primo piano in una società che possa definirsi a pieno titolo evoluta e civile.

Madrina del Premio è stata Giuseppina Basile, la quale ha espresso il suo messaggio di benvenuto agli Autori premiati, alle Autorità e a tutte le Forze dell’Ordine intervenute per l’alto riconoscimento alla Carriera Labore Civitatis, annualmente conferito alle persone che mettono a disposizione della collettività il proprio impegno ed il bagaglio di valori umani ed etici allo scopo di rendere migliore il mondo in cui viviamo. In qualità di Vicesindaco, delegato alla Cultura, l’Assessore Tito D’Errico ha espresso il suo apprezzamento per il Premio Tra le parole e l’infinito, definendolo un momento culturale necessario per sedimentare al massimo il valore della cultura.

I riconoscimenti alla Carriera Labore Civitatis sono stati consegnati al Gen. C.A. Leonardo di Marco Capo di Stato Maggiore interforze Alleate Napoli, al Gen. S.A. Settimo Caputo Comandante Prima Regione Aerea Milano, al Commissariato di Polizia Giudiziaria San Carlo Arena Napoli, nella persona del Primo Dirigente Francesca Fava, al Giudice Giuseppe Spadaro Presidente Tribunale per i Minori dell’Emilia Romagna, al Gen. C.A. Domenico Cagnazzo Ispettore Regionale carabinieri Campania, all’Arch. Paolo Mascilli Migliorini Direttore Architettonico del Palazzo Reale di Napoli, alla giornalista Daniela Rocca Direttore Editoriale, all’Avv. Ludovico Montano Patrocinante in Cassazione, al dott. Nicola Cantore Dir. Divisione di Ematologia e Trapianto Emat. A.O.R.N. S. G. Moscati di Avellino, al Prof. Michelino De Laurentis Dir. Pres. UOC di Oncologia Medica Senologia dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli.

Infine, alcuni importanti riconoscimenti alla Memoria: al Dott. Eustachio Paolicelli, all’On. Avv. Ignazio Caruso, al Prof. Salvatore Di Nuzzo e un particolare ricordo in memoria dell’Eroe Sconosciuto, che non ha riconoscimenti, né commemorazioni, ma è presente sempre ed ovunque.

Vari artisti, ospiti della Serata, si sono alternati sul palco; il cantante Francesco Esposito, la coreografa Adelaide, in arte Heidi, che si è esibita con il suo gruppo di ballerini, la cantante Anna Schiavino ed infine la Roland Music School.

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Roberto Bagagli è un giovane attore di grande talento che ho incontrato alla prima dell’interessante commedia musicale Il Congresso degli Arguti, andata in scena al Teatro Quirino di Roma lo scorso inverno, riscuotendo un notevole successo di pubblico e critica. Alla regista Anna Rita Cammerata, anche autrice dei testi e delle musiche, va il merito di essersi saputa cimentare su un argomento al quale nessuno aveva mai pensato a livello di soggetto per un’opera teatrale. Roberto ha interpretato il simpatico ruolo del Babbuino, una delle sei statue parlanti dell’Antica Roma, alla quale è stata dedicata, fra l’altro, la famosa via del centro della Capitale.

È sorprendente notare il suo entusiasmo e la passione per il teatro, nata quando era piccolo ma esplosa successivamente, dopo un periodo di incubazione, nel corso della quale il giovanotto pensava di poter diventare un calciatore, sogno nel cassetto di molti giovani.

Una serie di eventi hanno poi indirettamente illuminato la strada maestra e nel nostro incontro, con ironia e solarità, mi ha raccontato i punti salienti del suo percorso.

Qual è stato il magico momento in cui hai percepito per la prima volta la consapevolezza del tuo spiccato interesse verso il teatro?

Il mio interesse verso il teatro posso dire che è nato nell’età adolescenziale, durante un’uscita scolastica. Ci portarono a vedere uno spettacolo: Forza venite gente. Io, che prima di allora non ero mai stato in un teatro, fui letteralmente catturato da ciò che vidi! In quell’ora e mezza ricordo di aver vissuto un’esperienza magica; mentre il vero e proprio desiderio di salire sul palcoscenico e divenire un attore, l’ho avvertito in un letto di ospedale all’età di 25 anni, durante una mia degenza.

Sin da piccolo hai regolarmente esercitato attività sportive, prima nel nuoto e poi intraprendendo una promettente carriera di calciatore, interrotta prematuramente a causa di un incidente. Vorresti parlarmene?

Da bambino si cerca sempre di inseguire i propri idoli e i miei vestivano calzoncini e scarpini, mentre correvano dietro ad una palla. Quando perseguo un obiettivo, mi metto in gioco dando tutto me stesso; alla fine devo arrivarci, devo toccarlo, anche sconfinando a volte le cosiddette “linee di demarcazione”. Se si vuole davvero una cosa si deve rischiare, ma come succede spesso, la vita non è così benevola e ti pone degli ostacoli. Mi piace vederla così, che Lei, la vita, con me ha giocato la carta degli infortuni, pur di farmi capire che stavo percorrendo una via non troppo congeniale. Mi spiego meglio, nel settembre 2010 mi infortunai seriamente, rompendomi tutti i legamenti del ginocchio sinistro. Ora, a quasi sei anni di distanza, sono tornato a giocare qualche partita tra amici, niente più. Citando questo aneddoto, voglio solo dire che non ce l’ho con la vita; anzi, questa esperienza mi ha suggerito un chiaro messaggio che ho ben recepito, traendone un utile insegnamento. Infatti, ho capito chiaramente che la mia strada è un’altra.

Nel luglio del 2007 hai fatto parte dello spot pubblicitario “Canone Rai”. Come è andata?

Nel 2005 ero fidanzato con una ragazza di Fiumicino. Suo fratello e i suoi amici, come me, erano malati per il calcio. Uno di loro, parlando con noi una sera, ci disse che gli addetti al casting del film Notte prima degli esami oggi stavano cercando dei ragazzi bravi a giocare al calcio, poichè la trama del film si intrecciava con i mondiali e, quindi, ci sarebbe stata una partita. Tutti insieme ci recammo ai provini, ma solo tre di noi furono presi. Due anni dopo, tra lo stupore, fui contattato da un casting della produzione di uno spot pubblicitario; mi dissero che avevano trovato tra gli archivi delle mie foto e che desideravano vedermi di persona. Quindi, andai e feci il provino. Ricordo che quando uscii da quello studio, provai un forte senso di sicurezza; non so per quale motivo, ma ebbi immediatamente la netta sensazione che mi avrebbero scelto. Da lì a poco mi arrivò la telefonata di conferma che avrei fatto parte dello spot. Fu una bellissima esperienza! Durante le giornate di riprese, riflettevo positivamente nel constatare che non provavo timore o vergogna davanti alla telecamera. Al contrario, mi trovavo perfettamente a mio agio e posso senz’altro confidarti che questa esperienza, nella mia prospettiva artistica, ha giocato un ruolo fondamentale, direi determinante.

Dopo questa esperienza sul set ci sarà una nuova battuta d’arresto, nel corso della quale hai potuto riflettere e quindi elaborare la tua “necessità” di dedicarti alla recitazione, anche ripercorrendo le emozioni legate alla famosa rappresentazione teatrale Forza venite gente, che aveva lasciato una traccia indelebile nella tua memoria. Quando prende inizio il tuo percorso artistico?

Il mio percorso artistico comincia nel settembre 2008, anno in cui iniziai a frequentare la scuola di recitazione La stazione. Ricordo che era luglio. Chiamai una mia amica attrice e le dissi che volevo diventare un attore. A pensarci ora, questa cosa mi fa sorridere! Gli chiesi qualche consiglio in merito a come avrei potuto cominciare e lei mi suggerì di contattare questa scuola.

Nel 2011 tu e Andrea Bizzarri, avete dato vita ad una Compagnia teatrale. Finora, cosa avete rappresentato?

Andrea Bizzari diventerà un grande regista e un grande autore. L’ho conosciuto lì, durante il periodo a La Stazione insieme ad Alida Sacoor, l’altro tassello della nostra compagnia. La soprannominammo e si chiama tutt’ora Rèadarto. Il primo spettacolo fu Calabroni, in scena a novembre 2011 al piccolissimo Teatro Manhattan e poi, nel 2014, durante il concorso Fringe Festival. L’anno successivo portammo in scena Bobò al Teatro Agorà. Nel 2013 fu la volta dello spettacolo Diana e la Tuda di Luigi Pirandello, entrambi in scena al Teatro Colosseo. Il 2014 è l’anno di Viva la Guerra al Teatro dell’Orologio e riportato a marzo di quest’anno al Teatro Nino Manfredi. Per me Viva la Guerra rappresenta un piccolo capolavoro scritto da Andrea. Ovviamente, tranne che per le opere Diana e la Tuda, i testi sono tutti scritti e diretti da Andrea.

Negli anni successivi hai lavorato di frequente in teatro. Quando è avvenuto il tuo incontro con la bravissima regista e autrice Anna Rita Cammerata?

Il primo incontro con Anna Rita avvenne durante l’ultima replica di Viva la Guerra presso il Teatro dell’Orologio. Credo molto nel destino.

Vorresti parlarmi della commedia musicale Il Congresso degli Arguti, scritta e diretta dalla stessa Anna Rita Cammerata e portata in scena con successo al Teatro Tasso di Sorrento e al Teatro Quirino di Roma. Cosa ti ha lasciato questa significativa esperienza da una punto di vista umano e professionale?

Parlerei per ore dell’esperienza legata al Congresso degli Arguti. Nel febbraio 2015 mi contattò Anna Rita, la quale mi disse che le ero piaciuto molto in Viva la Guerra e che aveva un ruolo per me nel suo nuovo spettacolo. Ti giuro Daniela, finchè non ho firmato il contratto non ci credevo! E’ stata un’esperienza straordinaria. Ti confido che, inizialmente, non mi sentivo proprio a mio agio; sai, confrontarmi con attori di quel calibro non è stato facile. Ci sono state notti insonne, non lo nego, ma che mi hanno aiutato a trasformare la paura in consapevolezza; infatti, mi resi conto che se mi trovavo lì sul palco, era perchè sapevo starci! Questo mi ha lasciato, oltre il gusto e la soddisfazione di salire su un palcoscenico come quello del famoso Teatro Quirino, l’orgoglio di aver lavorato con grandi professionisti, sapere di essere un attore.

Nell’ambito di questa commedia, ambientata nella Roma Papalina e dedicata alle sei statue parlanti, di cui la più nota nella cultura popolare romana è quella di Pasquino, interpretavi il Babbuino. Vorresti parlare ai nostri lettori del tuo personaggio?

Il Babbuino è il miglior sileno che io abbia mai conosciuto. E’ l’unica statua parlante alla quale sia stata dedicata una via al centro di Roma. Forse qui esagero, però lui dovrebbe stare al pari di Pasquino, anche perché se Pasquino ha le “pasquinate”, in questo caso ci sono anche le “babbuinate”!!

Dopo aver visto la commedia, alcuni addetti ai lavori e non, mi hanno detto che il Babbuino era entrato in me e sinceramente non avrebbero potuto farmi miglior complimento. Sai, un attore quando deve interpretare un personaggio, comincia a vivere come quel personaggio, in tutto e per tutto, ma non mi era mai capitato di interpretare una statua. Il Babbuino mi ha messo in seria difficoltà anche perché, me ne vergogno un pò a dirlo che, pur essendo romano, non conoscevo tutte le sei statue parlanti di Roma. Nella mia memoria avevo ricordi sbiaditi, che risalivano ai racconti di mia nonna, quindi, non avevo un’idea completa del personaggio. Ora posso dire di conoscerlo come le mie tasche. Consiglio ai lettori di andare a visitare la fontana del Babbuino, situata nell’omonima via!

Quali sono i tuoi programmi nell’immediato futuro?

I miei programmi futuri? Mi piacerebbe mettermi in gioco davanti la macchina da presa, col grande schermo. Ho avuto poche opportunità di lavorare per la televisione e ancor meno per il cinema. Sono cosciente che questo mondo per uno come me, fornisce pochissime occasioni, però sono convinto che prima o poi avrò anche io le mie carte e allora sì che verrà il bello! Aggiungo che il teatro non lo lascerò mai. Spero di continuare a lavorare, poiché amo profondamente il mio lavoro di attore.

 

Come ogni anno nella suggestiva location del Teatro Antico di Taormina si svolge, con la direzione del General Manager Tiziana Rocca, il Taormina Film Festival. La kermesse più attesa dell’anno, che unisce scoperta e celebrazione, è riconosciuta a livello nazionale per l’importanza artistica e culturale che riveste e porta anche quest’anno la firma di Gerardo Sacco. La sua arte premia infatti i protagonisti di questa 62esima edizione con il Taormina Arte Award, il Cariddi, e ancora il Premio Città di Taormina e il Taormina Humanitarian Award.

Il Festival è partito in grande stile, sabato 11 giugno, con un evento significativo dedicato al sociale: la presentazione della campagna di sensibilizzazione #HomelessZero, promossa da fio.PSD Onlus e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha visto la partecipazione e il sostegno anche di Richard Gere – presidente onorario della kermesse cinematografica – che, avendo potuto sperimentare la disperazione dei senzatetto durante la realizzazione del suo film “Time out of mind” (Gli Invisibili), ha voluto incontrare i 300 homeless di tutta la Sicilia, ospiti del Taormina, ai quali ha presentato il suo film.

All’attore americano è andato il “Taormina Humanitarian Award”, premio istituito per sottolineare l’importanza delle attività nel sociale promosse da persone famose.

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Nella seconda giornata del 62° Taormina Film Festival si è svolta la TaoClass di Susan Sarandon, che ha presentato il film “The Meddler” di Lorene Scarafia la sera al Teatro Antico. Anche a lei è andato il “Taormina Humanitarian Award”, per l’impegno a favore della popolazione di Haiti.

Il Maestro ha inoltre voluto rendere omaggio alla raffinata bellezza di Susan Sarandon e al fascino glamour di Alejandra Silva, fidanzata di Richard Gere, con alcune delle sue ultime creazioni legate al Mito Greco, come la collana rigida della linea di gioielli Mitologia, e alla Sicilia Antica di cui si fa testimone la collana in argento e smalti della linea di gioielli Caltagirone.

È stata proprio Susan Sarandon a consegnare poi il “Taormina Fashion Award” a Dean e Dan Caten, gemelli canadesi fondatori, stilisti e proprietari del marchio DSQUARED2. A Violante Placido è stato consegnato il “Premio Città di Taormina”, mentre Sabrina Impacciatore, Stefania Rocca, Alessandro Borghi e Marco Bellocchio hanno ricevuto il “Premio Cariddi”. Attesi nelle prossime giornate Oliver Stone e Harvey Keitel e, tra gli ospiti italiani, Marco Bellocchio, Claudio Santamaria, Miguel Bosè e Salvatore Esposito, il “Genny” Savastano della serie Gomorra.

Previsto, mercoledì 15 giugno alle ore 17:30 presso Casa Tao – Palazzo Congressi, la Presentazione del libro di Gerardo Sacco “Sono Nessuno! Il mio lungo viaggio tra arte e vita” alla quale prenderà parte l’amica e testimonial di sempre Maria Grazia Cucinotta, più volte presente nei racconti del libro intervista scritto con il giornalista Francesco Kostner. L’attrice e produttrice siciliana è presente al Taormina Film Fest con il suo film “C’è sempre un perché” per la regia di Dario Baldi.

Alessandro Borghi

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Una carriera in ascesa, bastino le collaborazione con maestri del cinema come Pupi Avati, Nanni Moretti o Emiliano Ferrera per credere. Prima il mentore però,  Abel Ferara “Lui è un genio assoluto, anche se è una perrsona complicata e difficile con cui lavorare.

Hong Hu Ada giovanissima, bellissima e con un curriculum che metterebbe in imbarazzo anche i più grandi: lineamenti orientali che raccontano delle sue doppie origini, italiane quanto nipponiche, madrelingua inglese ma cresciuta negli States, a Miami. Hong Hu Ada ha ricostruito il suo percorso professionale, dai primi passi sui palchi americani fino all’esperienza a cavallo tra grande e piccolo schermo, attrice in Squadra Antimafia 8 e voce in L’era Glaciale. Nel mentre la musica incisa nello storico studio di registrazione di Abbey Road e la carriera cinematografica diretta dal maestro e mentore Abel Ferrara, con uno sguardo rivolto in avanti verso l’International Tour Film Fest di Civitavecchia che la vedrà madrina dal 28 settembre fino al 1 ottobre: un progetto di respiro internazionale che preme sul meltin pot che la stessa attrice rappresenta. Italia culla di insegnamenti cinematografici, come quelli del vecchio Sergio Leone rivolti ad un giovanissimo Cameron.

Abel Ferara “Lui è un genio assoluto, anche se è una persona complicata e difficile con cui lavorare.

Maestro della creatività e del modo di fare cinema – commenta iniziando la sua intervista al Corriere del Sud l’attrice italo giapponese –  Fa onore all’Italia: è americano, vincitore di un Oscar, ed innamorato dell’Italia. ‘La vita di Pasolini’ e ‘Maria Maddalena’ sono entrambi girati in Italia. Abel è stato il primo che ha creduto in me e mi ha dato la possibilità di essere sul set con quattro premi oscar. Mi ha dato una possibilità importantissima e l’ha fatto per tre volte, Io a questo signore devo tutto”.

Attrice completa, cantante e doppiatrice, artista a tutto tondo. Ecco Hong-Hu Ada, la nuova promessa del cinema internazionale, coprotagonista di Squadra Antimafia 8 e non solo voce della tigre Shira nel capolavoro d’animazione della 20 Century Fox L’Era Glaciale 4 e nell’ultimo capitolo della saga,  L’Era Glaciale 5in  rotta di collisione, nelle sale italiane già il prossimo 25 agosto, ma anche interprete di tutta la colonna sonora.

“In Italia c’è una distinzione tra attrice, cantante, cantautrice e doppiatrice. Io vengo dall’America e lì questa distinzione non c’è”, racconta a Il Corriere del Sud Hong-Hu Ada, prodotto nuovo nel mercato italiano. Negli States infatti è normale recitare e cantare e quindi unire e fondere due anelli della stessa collana, ne sono esempi Jennifer Lopez, Will Smith o Jamie Fox piuttosto che Kevin Costner. Gli Stati Uniti, spiega la stessa Hong Hu, vedono l’artista in quanto tale e dunque a 360°, “la distinzione picchia la creatività. Non ci sono barriere, non c’è una distinzione e non facciamo le differenze tipicamente italiane: copione, sceneggiatura e pentagramma sono la stessa cosa”.

Civitavecchia sarà teatro di uno spettacolo pirotecnico di ospiti stranieri ed italiani, vedi Paolo Genovese presente all’apertura della manifestazione. Ha recitato nella pellicola “The kay and the answer” per la regia di Silvio Alfonso Nacucchi, un fantasy andato in Gran Bretagna, mentre sta per uscire il suo nuovo disco, il settimo della sua carriera, “The door of desires”.

Ma quanto è stato importante nel corso della carriera il suo multiculturalismo? “Mi ha aiutato molto, le mie capacità su più fronti hanno scatenato curiosità ed interesse nelle persone”. Caratteristiche che oggi fanno di Hong Hu uno dei fiori all’occhiello del panorama cinematografico italiano, già promessa madrina del Festival del Cinema di Civitavecchia, l’attrice italo giapponese ha potuto nel corso del suo percorso fare forte affidamento su un pista che lei stessa ha definito dorato. Ne è l’esempio il suo ruolo nell’Era Glaciale: scritturata dalla Fox per il colossal d’animazione al momento della scelta è seconda solo a Jennifer Lopez nella scelta della doppiatrice in lingua originale, così Hong-Hu è diventata la voce italiana della tigre Shira che nel prossimo episodio sarà unica protagonista del film. Ruolo da protagonista che ha fatturato di miliardi di dollari per l’azienda americana.

Tante collaborazioni per arrivare poi all’impegno più importante di questi ultimi mesi, Squadra Antimafia.

La guida della serie è affidata a Renato Di Maria: regista italiano dal taglio molto internazionale, confessa la ‘Lara Croft’ della fiction. Recitazione asciutta, naturale e spontanea, tipico degli States. Un distacco tra Italia e America capace di non avvertirsi nel cast di un programma televisivo tra i più seguiti in Italia.

Ma cosa manca al piccolo schermo italiano per mettersi allo stesso livello di quello americano? “E’ complicato da spiegare. In Italia manca la mentalità, bisogna apprezzare di più i talenti,  bisogna riconoscerli.  Ci sono tantissimi bravi attori che sono poco valorizzati. Questo il primo step. Poi il modo di girare sarebbe da rivedere, più spazio a storie che non siano soltanto delle commedie spicciole ma che abbino un senso del racconto vero come ad esempio ‘Il Trono di spade’ o ‘Miami vice’. Prodotti internazionali che vanno in tutto il mondo,  il set del racconto ed una mentalità che deve cambiare. La valorizzazione dei talenti e stop alle raccomandazioni che picchiano il talento. L’Italia è la patria del cinema mondiale, vedi Fellini, De Sica e Visconti. Oggi il mondo ci invia la storia, oggi ci siamo però un po’ persi. Occorre che si torni a quegli anni, alle Notti di Cabiria o al Gattopardo”.

Il premio Oscar, Susan Sarandon, sceglie Orazio Tomarchio e La Truccheria Cherie per il suo make-up nel secondo giorno di Taormina FilmFest.

L’attrice americana, infatti, oggi è la protagonista: dopo la Tao Class in programma alle 12, stasera sarà al Teatro Greco per la presentazione di “The Meddler”, film fuori concorso di cui è protagonista. E ad occuparsi del suo make-up, nel corso dell’intera giornata, è Orazio Tomarchio, il direttore dell’immagine del Taormina FilmFest. 

Per gli appuntamenti del mattino - spiega Tomarchio - ha chiesto un trucco naturale, in grado di renderle il volto luminoso, ma evitando ogni effetto sparkling. Un mood che l’attrice vorrà mantenere anche per la sera, quando indosserà un abito nero”. Susan Sarandon ha molto apprezzato la linea di cosmetici Cherie Maquillage, di produzione di Orazio Tomarchio, così come “Sublimage”, la nuova fragranza realizzata dal make-up artist per la 62° edizione del Taormina FilmFest.

E intanto, sabato sera Taormina è tornata a vivere le sue notti “stellate”. Alla presentazione del film “Alla ricerca di Dory”, prodotto da Disney Pixar, hanno partecipato anche la super top model Bianca Balti e l’attore americano Richard Gere.

Nel corso della giornata, molte le star che per il loro make-up hanno scelto Orazio Tomarchio e lo staff de La Truccheria Cherie: tra loro, Alejandra De Silva, compagna di Richard Gere; la iena Angelo Duro e i comici del Trio Medusa.

 

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