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Mercoledì, 15 Maggio 2024

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"Un vero museo naturale a cielo aperto di ben 47 Kmq e lungo un percorso di 13 Km : è la Valle delle Orchidee nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, geoparco e Patrimonio UNESCO. Lungo il percorso si possono ammirare 180 specie diverse di orchidee selvatiche e spontanee per la precisione: 68 specie, 57 sottospecie, 35 varietà, 24 ibridi. Una incredibile varietà di orchidee! ...considerato che in tutto il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano sono presenti 254 specie di orchidee selvatiche e in tutta Europa e nel Bacino del Mediterraneo se ne registrano 319! Il comune di Sassano, questo è il nome della località dove si trova la Valle delle Orchidee, conserva quindi un immenso patrimonio naturalistico, da proteggere e da difendere". Lo ha affermato Marisa Prearo alla conferenza stampa che ha realizzato con i corrispondenti esteri corriere del sud presente, già Presidente dell'Ente del Turismo di Salerno e project manager di "Cilento No Limits" il programma finanziato dall'Assessorato al Turismo e Beni Culturali della Regione Campania con fondi dell'Europa e realizzato dal Comune di Ascea in partenariato con Castel San Lorenzo, Monteforte Cilento, Felitto , Controne , Novi Velia , Cannalonga. "Alla vigilia di Milano 2015 illustreremo alla stampa la Valle delle Orchidee - ha proseguito Prearo - la Pompei del '900 quale il borgo seicentesco di Roscigno Vecchia , dove il tempo si è fermato a 112 anni ma anche i vini , il
fagiolo di Controne , l'olio d'oliva , i fusilli di Felitto che saranno protagonisti di Cilento Art And Food . Presenteremo anche il Primo Campionato Italiano di Trekking Estremo , il primo in tutta Europa".

Dai colori alle emozioni il passo è davvero breve nella Valle delle Orchidee . Si giunge a quota 1175 metri dopo aver attraversato 5 stazioni di osservazioni di orchidee per poi arrivare - ha concluso Marisa Prearo - dopo avere attraversato frazioni e ponti medievali , alla Piscina del Brigante . Di notevole attrazione questo walking tour che porta trekkers e turisti in uno straordinario scenario naturalistico ancora incontaminato. Una ricca vegetazione di orchidee, di fiori, faggi e betulle bianche dell'Appennino Meridionale risalenti all'ultima glaciazione. E la grande sorpresa di trovare animali allo stato brado e ammirare il volo dell'aquila reale".Intanto :

Dal 21 Marzo al 18 Maggio Cilento No Limits non solo proporrà una grande offerta sportiva con il Primo Campionato Italiano di Trekking Estremo, i campionati italiani di canoa, rafting , kayak , la Maratona della Magna Grecia con la Fiaccola della Pace, il Giro ciclistico del Cilento che attraverserà i borghi , la gara nazionale di Tiro con l'Arco nei boschi, Ciclismo , la Gran Fondo di mountain bike dedicata a Parmenide all'interno del sito archeologico di Velia ma soprattutto una grande offerta turistica con escursioni a cavallo , passeggiate in groppa d'asino , visite ai borghi medievali ed alla "Pompei" del '900 , itinerari straordinari come quello dei 7 santuari, gite in barca ma anche le cittadelle del gusto lungo le piazze dei centri storici . Un Cilento da vivere in Primavera con sentieri e percorsi davvero unici .

Al via la seconda edizione del Premio Friends of Florence - Salone del Restauro 2014 per la tutela delpatrimonio artistico e culturale di Firenze.La Fondazione non profit Friends of Florence, in collaborazione con l'Associazione non profit Istur-CHT,segreteria organizzativa del Salone dell'Arte e del Restauro di Firenze, presenta la seconda edizione delPremio Friends of Florence, a favore di interventi di restauro, tutela e conservazione di beni culturali che sitrovano nella città di Firenze, promossi e curati da ditte di restauro specializzate. Il bando sarà pubblicato il 14 febbraio 2014 sul sito del Salone dell'arte e del Restauro di Firenze e si avràtempo fino al 31 maggio 2014 per candidare un progetto di restauro di un'opera ubicata nella città di Firenze.Il Secondo Premio Friends of Florence - Salone Restauro di Firenze 2014, è un'erogazione in denarodell'importo di EURO 20.000,00 IVA inclusa, finalizzata alla realizzazione di un restauro di un'opera ubicata aFirenze che deve essere fruibile al pubblico o che lo dovrà diventare dopo l'intervento. I progetti potrannoessere presentati da restauratori e ditte di restauro che dimostrino di aver compiuto esperienze di lavoro incollaborazione con le Soprintendenze; possono abbracciare tutti i settori specialistici e tutte le tipologie dimateriali (dipinti,
legni, affreschi, ceramiche, tessuti, lapidei, bronzi e metalli, carta...). Si potrà parteciparescaricando il bando, la domanda di ammissione e la documentazione necessaria dal sitowww.salonerestaurofirenze.org avendo cura di inviare tutta la documentazione richiesta a mezzo postaRaccomandata a "Premio Friends of Florence - Salone Restauro di Firenze 2014" - Via Maggio 13 - 50125, entro e non oltre il 31 maggio 2014. Ogni partecipante potrà presentare all'attenzione della Commissioneesaminatrice un solo progetto di restauro completo. L'esecuzione del lavoro dovrà essere presentata e svoltaa regola d'arte, seguendo tutte le procedure previste dalle norme vigenti in materia di conservazione dei beniculturali e sicurezza. Possono essere ammessi anche progetti già presentati nelle edizioni passate, purché corrispondenti ai requisiti del presente bando, inviando ex novo tutta la documentazione.
L'andamento delrestauro risultato vincitore sarà monitorato dalla Friends of Florence Foundation, secondo le proceduredettate dal Regolamento della Fondazione allegato al bando.L'Assegnazione del premio sarà decisa da una Giuria che proclamerà il vincitore in occasione del prossimoSalone del Restauro di Firenze che si terrà in città 13 al 15 novembre 2014, presso la Fortezza da Basso e chesimbolicamente darà l'avvio ai lavori del progetto vincitore che dovranno terminare entro il 2016.Dopo il successo della prima edizione, il Premio Friends of Florence Salone dell'Arte e del Restauro 2014,torna a stimolare il mondo del restauro presentandosi ancora una volta come un'occasione per sostenere unsettore già purtroppo fortemente provato dall'incertezza della crisi economica e per conservare parte delpatrimonio della città di Firenze in perfetta sintonia con la missione della Fondazione. Nella prima edizionearrivarono in commissione oltre 74 progetti e fra di essi fu scelto il restauro dell'affresco della Madonnadella Misericordia conservato al Museo del Bigallo che fu presentato da Lidia Cinelli: il lavoro iniziato a gennaio 2013, sarà terminato proprio in questi giorni per poi essere presentato ufficialmente entro l'estate diquest'anno. Anche questa seconda edizione rilancia l'attenzione sulla tutela del patrimonio storico artisticoquale leva indispensabile per la competitività italiana nel mondo e propone il premio come
un'ottimaopportunità di lavoro e di sviluppo per un settore, quello del restauro, che richiede professionalità sempre aggiornate, ma che purtroppo mai come ora è particolarmente vulnerabile di fronte agli attacchi diuna congiuntura difficile e delicata. Grazie al carattere scientifico che il Premio ha assunto da subito, in virtù della collaborazione fra Friends of Florence e l'Associazione non profit Istur CHT l'iniziativa ha dato vita auna nuova sinergia fra il mondo della filantropia, quello dei beni culturali e gli operatori del restauro in unacittà costantemente in fermento come Firenze: un appuntamento biennale e un grande esempio di sostegnoall'arte da parte di una Fondazione non profit.
Nata negli Stati Uniti nel 1998, la Fondazione non profit Friends of Florence, da sempre è impegnata asostenere la salvaguardia e la conservazione dei beni culturali di Firenze e della Toscana, valorizzando icapolavori che il genio artistico ha realizzato nel corso dei secoli, sia attraverso collaborazioni con Entipubblici e privati, università, scuole, associazioni culturali che operano in  ambito artistico, sia attraverso pubblicazioni, convegni ed eventi che offrono un'ampia divulgazione dei progetti sostenuti. Conservare e farconoscere sono i principi che ispirano e guidano Friends of Florence nella selezione dei progetti da sosteneree, proprio in sintonia profonda con questi valori, anche per questa secondo edizione del Premio si propone la partnership con l'Associazione non profit Istur-CHT, segreteria organizzativa del Salone del Restauro diFirenze.Il Salone Biennale dell'Arte e del Restauro di Firenze da quest'anno non sarà soltanto una grande vetrinadedicata alle ditte e agli operatori del settore, ma sarà una vera e propria occasione per il mondo del restauroper condividere esperienze e know-how, interagire e valorizzare best practices applicate alla tutela, allaconservazione e alla valorizzazione dell'arte e della cultura. Il Salone che si terrà dal 13 al 15 novembre2014 alla Fortezza da Basso a Firenze, si presenta ricco di iniziative pensate per fornire il propriocontributo al consolidamento di un sistema ancora vivo nel nostro Paese nella produzione di opere, nella formazione specialistica dei giovani e nei servizi e prodotti per la conservazione e per il restauro. Il Salone
èuno strumento indispensabile per la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, delle tradizioniitaliane e del loro riconoscimento: esso sarà una kermesse di tre giorni dedicata alla città, al restauro e allatutela del patrimonio storico artistico, nella quale il Premio Friends of Florence troverà il suo momentoculminante nel convegno di presentazione del restauro e dei risultati della prima edizione e nellaproclamazione del nuovo vincitore. Nata negli Stati Uniti nel 1998, la Fondazione non profit Friends of Florence, da sempre è impegnata asostenere la salvaguardia e la
conservazione dei beni culturali di Firenze e della Toscana, valorizzando icapolavori che il genio artistico ha realizzato nel corso dei secoli, sia attraverso collaborazioni con Entipubblici e privati, università, scuole, associazioni culturali che operano in ambito artistico, sia attraverso pubblicazioni, convegni ed eventi che offrono un'ampia divulgazione dei progetti sostenuti. Conservare e farconoscere sono i principi che ispirano e guidano Friends of Florence nella selezione dei progetti da sosteneree, proprio in sintonia profonda con questi valori, anche per questa secondo edizione del Premio si propone la partnership con l'Associazione non profit Istur-CHT, segreteria organizzativa del Salone del Restauro diFirenze.Il Salone Biennale dell'Arte e del Restauro di Firenze da quest'anno non sarà soltanto una grande vetrinadedicata alle ditte e agli operatori del settore, ma sarà una vera e propria occasione per il mondo del restauroper condividere esperienze e know-how, interagire e valorizzare best practices applicate alla tutela, allaconservazione e alla valorizzazione dell'arte e della cultura. Il Salone che si terrà dal 13 al 15 novembre2014 alla Fortezza da Basso a Firenze, si presenta ricco di iniziative pensate per fornire il propriocontributo al consolidamento di un sistema ancora vivo nel nostro Paese nella produzione di opere, nella formazione specialistica dei giovani e nei servizi e prodotti per la conservazione e per il restauro. Il Salone èuno strumento indispensabile per la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, delle tradizioniitaliane e del loro riconoscimento: esso sarà una kermesse di tre giorni dedicata alla città, al restauro e allatutela del patrimonio storico artistico,
della quale il Premio Friends of Florence troverà il suo momentoculminante nel convegno di presentazione del restauro e dei risultati della prima edizione e nellaproclamazione del nuovo vincitore.

La Galleria civica di Modena inaugura sabato 22 febbraio alle 17.30 la mostra "Fotogiornalismo e reportage. Immagini dalla collezione della Galleria civica di Modena", realizzata interamente con materiale proveniente dalle proprie raccolte.

Curata da Silvia Ferrari, promossa e organizzata dalla Galleria civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la rassegna propone al pubblico una significativa selezione di opere dalla raccolta di fotografia con un progetto incentrato sul fotogiornalismo e sul reportage.

Dopo lunghi anni di lavoro sulla fotografia artistica questo allestimento consente di compiere una ricerca che dà conto della fotografia considerata dal punto di vista del suo potenziale documentario e di testimonianza ed è l'occasione per mostrare la ricchezza del genere nella collezione che comprende alcuni dei nomi che hanno fatto la storia della fotografia di reportage a livello mondiale come Weegee, Henri Cartier-Bresson, Tim N. Gidal, Robert Capa, Werner Bischof, William Klein, oppure, per stare sul territorio italiano, Caio Mario Garrubba, Mario De Biasi, Gianni Berengo Gardin e Ferdinando Scianna.

Per la prima volta saranno esposte tutte assieme fotografie che illustrano momenti storici diversi di cui sono stati protagonisti fra gli altri Che Guevara, Fidel Castro, Konrad Adenauer, Bill Clinton e Nelson Mandela, oppure che documentano episodi cruciali, conflitti, viaggi, esplorazioni e indagini sociali come le drammatiche vicende del Cile durante la dittatura di Pinochet, la rivoluzione ungherese del '56, la strage dei Watussi in Burundi nel '64, la caduta del muro di Berlino.

Fra le immagini che documentano l'indagine sociale vanno ricordate una selezione dalla serie "Native Americans" di Adam Clark Vroman che racconta la vita quotidiana delle popolazioni indigene della zona di confine fra Messico e Stati Uniti d'America alla fine dell'Ottocento, alcuni scatti di Gianni Berengo Gardin dedicati alle comunità di zingari in Italia e alcuni ritratti di donne algerine costrette a farsi fotografare a volto scoperto per i documenti di identificazione durante la colonizzazione francese degli anni Sessanta. Il ritratto di una anziana donna scattato nelle Filippine nel 1976 porta la firma di Gina Lollobrigida.

Le fotografie ora presentate sono state in gran parte utilizzate in passato per essere pubblicate sulla stampa quotidiana o periodica, come le indicazioni manoscritte sul retro (misure, tagli da operare) testimoniano. Si tratta di oggetti, o se vogliamo, di strumenti, oggi totalmente caduti in disuso, radicalmente soppiantati dalla velocità d’esecuzione e di trasmissione delle immagini digitali e possono anche essere considerati come documento, o come la testimonianza di un tempo e di una pratica professionale oggi scomparsi.

Un'altra categoria di fotografie – tutt’oggi di attualità – nasce per essere esposta, sfugge quindi ai ritmi della comunicazione e si propone come opera a sé stante ed è rappresentata ad esempio da autori come Gianfranco Gorgoni, Melina Mulas, Aldo Soligno.

Tra i fotografi si ricordano: Andrea Annessi Mecci, Gianni Berengo Gardin, Werner Bischof, Édouard Boubat, Romano Cagnoni, Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Mario De Biasi, Mauro Galligani, Marc Garanger, Caio Mario Garrubba, Paolo Gasparini, Tim N. Gidal, Gianfranco Gorgoni, Mark Greenberg, William Klein, Josef Koudelka, Alf Kumalo, Mimmo Jodice, Gina Lollobrigida, Giorgio Lotti, Mary Ellen Mark, Ramon Masats, Melina Mulas, Gregers Nielsen, John Phillips, Roger Pic, Sebastiao Salgado, August Sander, Daniel Schwartz, Ferdinando Scianna, Aldo Soligno, Arthur Tress, Adam Clark Vroman, Weegee.

Dal 20 marzo al 19 luglio 2014, Galleria d'Arte Sacra dei Contemporanei di Villa Clerici a Milano, ospita l’Ultima cena (1963-2011) di Franca Ghitti.

Ritenuta da alcuni il capolavoro dell’artista bresciana, l’Ultima cena, opera di grande impegno e profondo significato, ripropone in una sintesi di intensa suggestione, aspetti e momenti diversi della sua produzione, e li riformula in una prospettiva di assoluta novità.

Il lavoro è composto da un dipinto a olio di grandi dimensioni, che Franca Ghitti aveva realizzato nei primi anni sessanta, e su cui era tornata tra il 2010 e il 2011, creando tre installazioni, diverse per ciascuna sede espositiva: la chiesetta di San Gottardo a Erbanno (BS) (2010), l’Antiquum Oratorium Passionis di Sant’Ambrogio a Milano (2011) e il Museo Diocesano di Brescia (2011).

Per dare forma a uno austero rito conviviale, Franca Ghitti raccoglie e organizza, in un ordine geometricamente calcolato, elementi e materiali diversi, come scarti della lavorazione del ferro, la rete metallica, frammenti di carbone, coppelle in ferro contenenti granaglie varie, pagine e libri chiodati, sbarre, lance, ritagli e polvere di ferro, che segnalano drammaticamente il presagio e i simboli della passione.

Una serie di pani rotondi, posati ai piedi dell’altare o tra le sbarre di ferro che sostengono il dipinto, le 12 posate dei convitati perfettamente allineate, a fronte dell’immagine effigiata 50 anni prima, sono tutte presenze evocative e modi che a distanza di millenni ricostruiscono un evento che appartiene profondamente alla nostra cultura.

Come ha scritto John Freccero, uno dei massimi intellettuali americani,“L’universalità dell’opera della Ghitti è tale da permettere a ciascuno di noi di leggere in essa la nostra storia; la sua Ultima Cena, non celebra solo un rito di addio, ma è anche capace di evocare simbolicamente la riunione di corpo e anima, dell’umano e divino”.

La mostra è organizzata dalla Galleria d'arte Sacra dei Contemporanei di Villa Clerici di Milano in collaborazione con la Fondazione “Archivio Franca Ghitti”, col contributo di Forni Industriali Bendotti e di Fope gioielli, e sarà inaugurata giovedì 20 marzo 2014, alle ore 18.00, da Angela Bonomi Castelli, Paolo Biscottini, Cecilia De Carli, Pietro Petraroia, Elena Pontiggia.

Nota biografica

Franca Ghitti (1932-2012) nasce a Erbanno in Val Camonica. Studia all’Accademia di Brera a Milano, frequenta a Parigi l’Académie de la Grande Chaumière, a Salisburgo il corso di incisione diretto da Oskar Kokoschka.

Realizza negli anni Sessanta le prime sculture in legno (Vicinie, Rogazioni, Litanie) proponendosi di definire fin da allora un’immagine dello spazio che abbia anche una dimensione del tempo e della storia. Recupera legni usurati, avanzi di segheria, chiodi, per evocare la presenza di una cultura intessuta di elementi costanti e ripetuti: è già un lavoro di mappatura antropologica.

Dal 1969 al 1971 vive e lavora in Kenya, dove realizza, per incarico del Ministero degli Esteri, le grandi vetrate legate in cemento della Chiesa degli Italiani a Nairobi. I viaggi e i contatti con molte culture tribali le chiariscono il valore dei codici formali come sedimenti, “altri alfabeti” lasciati dalle comunità e dalle strutture sociali. Rientrata in Italia, lavora il legno e il ferro, rivisitando linguaggi ormai emarginati, legati alle vecchie tradizioni di lavoro nei boschi e nelle fucine. Sue mostre sono presentate in importanti sedi a Mantova, Torino, Milano, Heidelberg, fino alla grande antologica di Palazzo Braschi a Roma nel 1988.

Già dagli anni Settanta la scultura di Franca Ghitti, che ha preso le mosse delle strutture fondanti le architetture rustiche (corde annodate, tacche sulle cortecce, allineamenti e incastri di legni e pietre), dialoga direttamente, in grandi installazioni, con le tecniche modulari e le architetture contemporanee.

Tra i vari interventi pubblici, l’idea di una scultura creatrice di luoghi di riflessione e identificazione collettiva si esprime in una grande installazione in rapporto con lo spazio urbano e in grandi installazioni in ferro per varie sedi, in Italia e all’estero. E' degli anni Ottanta l'Omaggio a Antonio Sant'Elia, Credito Italiano, Milano. Nel 1995 una sua antologica viene ospitata nelle sale di Palazzo Martinengo e nell’ex Chiesa di San Desiderio a Brescia. Nel 1997 realizza significativi interventi pubblici, come Il segno dell’acqua, una grande struttura a cascata in ferro nel lago di Iseo (Brescia); L’Archivio dei materiali, un intervento ambientale con vetrocemento, pietra, ferro e legno nel nuovo quartiere di edilizia residenziale di San Polo a Brescia; Il mappale cubico per la sede dei Costruttori di Brescia. Rinnova così la ricerca sulle Mappe, recuperando scarti di ferro.

Nel 2000 espone Other Alphabets alla O.K. Harris Gallery di New York; i Cancelli d’Europa a settembre a Monaco di Baviera (Pasinger Fabrik) e a novembre a Bilbao (Fundacion Bilbao Bizkaia Kutxa).

Nel 2003 presenta Maps-Mapping, sculture e installazioni alla Cooper Union for the Advancement of Science and Art di New York.

Nel 2008 la mostra Pages - Nails alla OK Harris Works of Art di New York propone le Pagine chiodate, opere inedite di grafica e scultura realizzate con carta, cartone e chiodi. A settembre 2008 su invito di BresciaMusei, inaugura la mostra La città e la sua impronta al Castello di Brescia.

In maggio e giugno 2009 presenta il Progetto per zona Navigli. Scultura nella città - Acqua sul Naviglio, Museo della Permanente, Milano. Segue, durante il mese di ottobre, la nuova esposizione La ville et son empreinte - Sculptures et installations nelle sale dell’École Nationale Supérieure d’Architecture de Paris La Villette. Tra marzo e aprile 2010 termina le Porte del Silenzio e l’arredo per la cappella del Nuovo Ospedale di Como..

Nel 2011 espone Frammenti dell’Albero_Sculture e installazioni presso la Sala Foyer dell’Università Bocconi di Milano, e presenta anche il suo ultimo lavoro monografico, Ghitti. La grammatica dei chiodi_The Grammar of Nail, che contiene una raccolta di opere dal 1963 al 2010. Presso l’Antico Oratorio della Passione della Basilica di S. Ambrogio di Milano nel mese di aprile 2011 presenta, inaugurandola il Giovedì Santo, l’installazione Ultima Cena, già esposta nell’antica chiesa di Eribanno, Val Camonica. La stessa installazione, in versione modificata rispetto alla precedente, viene presentata al Museo Diocesano di Brescia(maggio-luglio 2011). A luglio è a S.Pietroburgo su invito del Museo D'Arte Contemporanea Manege ( luglio-settembre 2011) con installazioni in ferro.

Franca Ghitti muore l'8 aprile, giorno di Pasqua, del 2012, lascia un’opera ingente e in parte sconosciuta. Una serie di iniziative si avviano dopo la sua morte per lo studio e conservazione, catalogazione della sua opera. Nel 2013 è nata la Fondazione "Archivio Franca Ghitti".

Si sono occupati del suo lavoro personaggi della cultura e della letteratura, tra cui Vanni Scheiwiller, Vittorio Sereni, Roberto Sanesi, Italo Calvino, Maria Corti, Mary de Rachewiltz, John Freccero, Franco Loi, nonché storici dell’arte e critici tra i quali: Giulio Carlo Argan, Carlo Belli, Carlo Bertelli, Rossana Bossaglia, Enrico Crispolti, Cecilia De Carli, Elda Fezzi, Ivan Karp, Fausto Lorenzi, Giuseppe Marchiori, Margaret Morton, William Klein, Bruno Passamani, Elena Pontiggia, Walter Schoenenberger.

Il progetto "Al museo con...Patrimoni narrati per musei accoglienti" è nato da un'idea scaturita dalla collaborazione tra il Museo Nazionale Preistorico Etnografico“Luigi Pigorini” e il Museo Nazionale d’Arte Orientale “G. Tucci” di Roma con l'intento di valorizzare il rapporto che i due Istituti intrattengono da tempo con il territorio della città di Roma e con i rispettivi nuovi pubblici di riferimento.

Il progetto, che ha avuto inizio nell’aprile 2013 e terminerà a giugno 2014, si propone di introdurre nel campo della comunicazione museale e delle strategie di educazione al patrimonio una possibilità di fruizione delle collezioni originale e inedita, che sfrutti in modo originale le potenzialità delle nuove tecnologie.

"Al museo con... Patrimoni narrati per musei accoglienti" intende promuovere forme alternative e innovative di visita alle collezioni permanenti ed è animato dalla convinzione che i contenuti scientifici del museo possano essere comunicati anche in modo informale e ludico, in modo da dare un senso attuale e dinamico al patrimonio, concetto che oggi tende ad essere sempre più in relazione con le cosiddette "comunità interpretanti".

Il progetto si avvale della collaborazione di ben 11 partner extraistituzionali e si fonda su un approccio partecipativo e multi-vocale alla conoscenza del patrimonio che coinvolge attivamente alcune categorie di visitatori esemplari (migranti, persone con disabilità, artisti, collezionisti, giovani studenti) nell'osservazione e nella presentazione in forma narrativa degli oggetti esposti.

Il focus sta nella realizzazione di percorsi di visita multimediali, costruiti nell'ambito di di laboratori di narrazione e scrittura su particolari oggetti delle esposizioni permanenti dei due musei nazionali, presentati con la tecnologia della realtà aumentata da guide “speciali”.

Al termine del progetto, i visitatori potranno scegliere di utilizzare un Tablet, disponibile presso le biglietterie dei due musei, grazie al quale fruire dei percorsi realizzati insieme agli studenti dell’Istituto Comprensivo “Daniele Manin”, ad un gruppo di rifugiati afgani dell’associazione FOCUS – “Casa dei diritti sociali”, a cittadini migranti delle associazioni Kel’Lam e Comunidad Peruana di Roma e insieme ai referenti delle associazioni Kiasso e CREI che renderanno fruibile un percorso in LIS.

"Al museo con... Patrimoni narrati per musei accoglienti”, coordinato da Vito Lattanzi del Museo Pigorini, si giova della collaborazione in forma di consulenza del Politecnico di Milano –Dipartimento di Progettazione dell’Architettura (DPA), di Icom Italia -Commissione tematica “Accessibilità museale” e dell’Ente Nazionale per la Protezione e l'Assistenza dei sordi (E.N.S. - ONLUS)

A livello territoriale il partenariato include, inoltre, l’Istituto Comprensivo “Daniele Manin”,l’Istituto Istruzione Superiore Roberto Rossellini, la Scuola Internazionale di Comics S.A.S. di Alfredo Caterini & C., l’Associazione FOCUS - “Casa dei diritti sociali”, l’Associazione Culturale Kel ‘Lam, l’Associazione Comunità Peruviana di Roma, Kiasso - Turismo Internazionale per Sordi ONLUS e CREI -Cooperativa Sociale di Interpretariato Ricerca Formazione LIS.

A settembre 2013 sono partiti i laboratori di narrazione e scrittura ed è stata creata la Commissione nazionale per la realizzazione del Glossario di termini disciplinari paletnologici e antropologici in Lingua del Segni Italiana (LIS). I “percorsi narrati” e le visite multimediali saranno disponibili a partire da giugno 2014.

Il progetto è sostenuto dalla Direzione Generale per le Antichità ed è stato ammesso al finanziamento del MiBACT in seguito alla partecipazione al bando “Promuovere forme innovative di partecipazione culturale”, promosso dalla Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale con Circolare n. 7/2012.

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