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Giovedì, 05 Dicembre 2024

Tavo e Benedetta Raina: Voci nuove dalla Noize Hills

Fra le nuove proposte musicali del 2020 ce ne sono alcune che stanno emergendo con prepotenza. È il caso di due interessanti ugole che la Noize Hills ha presentato con due singoli. Ne parliamo con gli interessati.
Cominciamo con Tavo, un "cristicchiano", a giudicare dai temi trattati e dall'impegno del testo di "Annabelle": buona vena poetica, attenta anche alla rima, il che è quanto dire, di questi tempi. 

Tavo, " Siamo terra mischiata col fuoco, col sale, coi diamanti". Sono parole intense, le tue. Che sai coniugare abilmente con una musica che scorre come un fiume, come quello che ha il tuo nome. Ma Tavo è un nome d'arte...
In realtà tutti mi chiamano così fin dalla prima elementare. Tavo è semplicemente un soprannome che deriva dal mio cognome. L'ho tenuto per il progetto perché non credo esista un confine fra quello che dico e ciò che faccio, fra persona e artista.

A chi ti ispiri, in particolare?
Ho sempre ascoltato molta musica indipendentemente da artista o genere. Credo di aver provato a prendere il meglio dai miei ascolti e, nei limiti delle mie capacità, di aver cercato di usarlo creando una ricetta il più possibile personale/originale.

Progetti futuri?
Suonare tanto! I concerti sono la parte che più amo di questo mestiere. A breve sarà pronto il nuovo disco. In più il nuovo tour che ho presentato in anteprima ad Alessandria, insieme a Sick Tamburo, sarà uno show a 360 gradi molto curato e unico.

Passiamo ora ad un'altra proposta della stessa scuderia ma al femminile. Si tratta di Benedetta Raina che si presenta con "Davvero". Il brano è una sorta di reggae elettronico su cui la voce acid si installa pieghevolmente. La melodia del riff è interessante, resta in testa con facilità. Ma come nasce veramente "Davvero"?
"Davvero" nasce dalla necessità di dover trovare un equilibrio sincero tra le inevitabili difficoltà quotidiane, la voglia di non pensare troppo a quello che ci capita e prendere un po' tutto come viene.

Sembrerebbe al primo ascolto una canzone d'amore dialogato, raccordato, che utilizza un linguaggio antiretorico, molto vicino a quello giovanile d'oggi. 
Ma tu guardi anche alla tradizione?
Non nasce in realtà come canzone d'amore anche se capisco sia facilmente confondibile, parlando soprattutto di azioni abitudinarie che spesso sono quelle di un amore che si spegne. È piuttosto una canzone che ho scritto sul peso di vivere sempre con se stessi e il grande rischio di "disinnamorarsi" della vita per le cavolate che ci capitano tutti i giorni.

Progetti futuri?
Spero tanti live nella stagione invernale (covid permettendo) ma soprattutto nuova musica in arrivo!

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