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Libreria Guida a Napoli

 

Il problema della graduale scomparsa delle “botteghe storiche” a Napoli, viene sollevato da anni ogniqualvolta sta per chiudere qualche esercizio pubblico o qualche libreria, presenti da lustri sul territorio, ma poi, passato il momento, sulla vicenda cala il più assoluto silenzio.   Occorrerebbe invece che la Regione Campania finalmente si decidesse a legiferare in materia di tutela e valorizzazione dei locali storici, con particolare riferimento ad alberghi, ristoranti, trattorie, osterie, caffetterie e librerie. La questione è stata ampiamente dibattuta sul piano giuridico, con sentenze della Corte Costituzionale, chiamata in causa anche all’atto dell’emanazione di un’apposita legge della Regione Lazio. L’attuale tendenza è quella di considerare legittimi tali tipi d’intervento che, peraltro, prevedono apposite provvidenze economiche. Altre regioni italiane, la prima delle quali fu il Piemonte, negli anni ’90 avevano già affrontato il problema. Nelle norme varate non solo si prevedeva che i Comuni si attivassero per disegnare le mappe attraverso i censimenti di tali attività, ma venivano anche stanziati fondi a disposizione dei proprietari o dei gestori per interventi tesi alla tutela, al restauro ed alla valorizzazione dei locali storici. La Regione Campania ed il Comune di Napoli, invece, marcano, anche rispetto a questo problema, forti ritardi, contribuendo così alla perdita di pezzi importanti della storia partenopea, come hanno dimostrato recenti vicende alla ribalta delle cronache, come la notizia che circola in questi giorni della prossima chiusura, dopo quasi un secolo di vita, della libreria Guida a Port’Alba, notizia che sta destando malumori e malcontento tra i numerosi affezionati alla storica libreria, peraltro punto di riferimento culturale importante per tutta la Città.

 

Il Centro Regionale Vocazioni della Campania organizza, presso il Santuario di Pompei, una serie di incontri sul tema “Pregate il padrone della messe affinché mandi operai per la sua Chiesa”. Il percorso di preghiera dei giovani campani ha avuto inizio martedì 8 ottobre, nella suggestiva cornice della basilica mariana, con la guida dell’Arcivescovo di Capua, mons. Salvatore Visco, e l’animazione a cura dell’Ufficio Vocazioni della Diocesi di Capua.

A cinquant’anni dalla prima Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, il CRV intende, infatti, vivere un percorso mensile di preghiera affinché, in tutta la regione, cresca la sensibilità vocazionale. Con la collaborazione e la partecipazione degli Uffici Diocesani per le Vocazioni, la disponibilità dei sacerdoti per incontri vocazionali, le testimonianze di laici e religiosi impegnati nella pastorale vocazionale, il Santuario ospiterà altri 6 incontri, ai quali tutti sono invitati a partecipare.

Il calendario prevede incontri mensili. Il prossimo si svolgerà giovedì 14 novembre, a cura della Diocesi di Vallo della Lucania. Giovedì 12 dicembre, ad organizzare l’incontro sarà, invece, la Diocesi di Nola. Il 9 gennaio, la diocesi di Aversa. Il ciclo di incontri proseguirà giovedì 13 febbraio, a cura della Diocesi di Pozzuoli, mentre, giovedì 13 marzo, a preparare e a guidare il momento di preghiera sarà la Diocesi di Avellino. Infine, l’ultimo degli incontri, in calendario giovedì 15 maggio, sarà a cura della Diocesi di Pompei.

Tutti gli incontri sono previsti alle ore 18.00.

Osteria_Donna_Teresa al Vomero

 

“ In un periodo nel quale nelle cronache napoletane non si parla che di chiusure e di fallimenti di aziende commerciali, proporre una notizia del genere infonde un certo ottimismo – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Mi riferisco ai cento anni dell’osteria “Donna Teresa” che si trova al Vomero, al civico 58 di via Kerbaker, nei pressi dell’incrocio con via Scarlatti, forse il più antico esercizio a fronte strada del quartiere collinare e certamente uno dei più antichi del capoluogo partenopeo. Infatti, come recita l’insegna posta sopra il locale, è presente dal lontano 1913, esattamente da un secolo o 10 decenni o 20 lustri, che dir si voglia. Un vero e proprio record “.

“ Come raccontano le cronache dell’epoca – prosegue Capodanno - l’attività fu infatti fondata agli inizi del secolo scorso da Donna Teresa Pone, coniugata Sorvino, che aveva dato alla luce ben 11 figli. Inizialmente si trattava di semplici merende con cucinato, poi col tempo si trasformò in vera e propria osteria con piatti caldi. All’interno dell’unico locale a forma rettangolare con la retrostante cucina sono allocati i tavoli con i bicchieri di vetro che si usavano un tempo “.

“ Oggi a dirigere l’osteria c’è Luigi Sorvino, figlio di Donna Teresa, coadiuvato dalla moglie Anna e dalla figlia Teresa, che, oltre al nome, ha ereditato dalla nonna paterna anche la passione per la cucina – continua Capodanno -. Tanti gli affezionati clienti che vanno a gustare le prelibatezze casalinghe che vengono imbandite ogni giorno sui tavoli, preparati sovente con prodotti di produzione propria “.

“ Una vera e propria rarità in un quartiere che si sta sempre più depauperando di esercizi storici, che avevano reso famoso il Vomero nel mondo – ricorda Capodanno -. Tra gli altri hanno chiuso i bar Sangiuliano e Daniele, rispettivamente in piazza Vanvitelli e in via Scarlatti. Ma la crisi oramai riguarda tutti i settori commerciali dall’abbigliamento alle calzature e, più di recente, anche esercizi di generi alimentari e della grande distribuzione “.

“ Il 15 ottobre prossimo, proprio a santa Teresa annuncia Capodanno -, a partire dalle 20:30 e fino alle 22:30, i titolari dell’antica osteria ospiteranno i tanti clienti ed amici che hanno avuto di apprezzare l’atmosfera unica che i Sorvino hanno saputo creare in questo locale, offrendo le prelibatezze tipiche della casa, tra le quali spiccano le famose “polpette di Teresa”, prima fritte e poi immerse nel sugo oltre ai prodotti freschi proveniente direttamente dall’orto di Luigi “.

 

 

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