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E' morto un gigante del calcio, Johan Cruijff

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"Il giorno 24 marzo Johan Cruijff è morto a Barcellona circondato dall'affetto dei suoi familiari, dopo una dura battaglia contro il cancro. E' con grande tristezza che chiediamo di rispettare la privacy della famiglia durante il periodo di lutto". Questo il messaggio apparso sul sito dell'ex fuoriclasse olandese, con cui è stata data la notizia della sua scomparsa".

Sono state questa le conquiste più significative da calciatore di Johan Cruijff, il 'Profeta del Gol' come lo immortalò un film di Sandro Ciotti. Fu l'alfiere della rivoluzione del calcio totale, con l'Ajax e con la nazionale olandese, con la quale diede spettacolo ai Mondiali del 1974 dove però vinse la nazionale di casa, che in finale battè, sovvertendo i pronostici, proprio la squadra in arancione.

Cruijff, secondo la ricostruzione delle agenzie giornalistiche in totale fra club e nazionale segnò 402 gol in 716 partite ufficiali, è stato anche proclamato 'secondo miglior calciatore del ventesimo secolo', dopo Pelè, dalla federazione degli storici e degli statistici del calcio, che in quell'occasione assegnarono anche un contestatissimo quinto posto a Diego Maradona. Proprio el 'Pibe' fu poi l'unico erede con la maglia del Barcellona, prima che arrivasse Messi, dell'immenso talento calcistico del Papero d'Oro olandese.

Dopo una prima finale di Coppa Campioni persa contro il Milan di Rivera e Prati nel 1969, l'Ajax di Cruijff (che dal 1970 cominciò a giocare con il numero 14, unico a poterlo fare anche se all'epoca si usavano le casacche dall'1 all'11) continua la sua rivoluzione vincendone tre, due delle quali a spese di squadre italiane. Così i biancorossi vincono nel 1971 a Wembley contro il Panathinaikos, nel 1972 a Rotterdam contro l'Inter di Mazzola e nel 1973 a Belgrado contro la Juventus.

Nell'estate di quell'anno lascia Amsterdam per continuare la rivoluzione olandese con la maglia del Barcellona, dove ritroverà Rinus Michels, tecnico che con lui fece la storia, e il suo scudiero preferito sul campo, Johan Neeskens. Esordisce al Camp Nou ad ottobre, e a forza di gol e giocate spettacolari trascina il Barca dal penultimo posto alla vetta della classifica: a fine stagione vincerà il campionato, che i blaugrana non riuscivano a conquistare dai tempi di Helenio Herrera e Kubala.

In tutto da calciatore Cruijff ha vinto 9 campionati olandesi (8 con l'Ajax e uno, a fine carriera, con gli arcirivali del Feijenoord) e 6 coppe nazionali più, oltre alle 3 Coppe Campioni, un'Intercontinentale sempre con l'Ajax, e una Liga e una Coppa del Re con il Barca. Giocò anche negli Usa, a Washington e Los Angeles.

Da tecnico, è stato uno dei sei allenatori ad aver conquistato la Coppa dei Campioni dopo averla vinta da giocatore, impresa che gli è riuscita nel 1992 con il Barcellona. Anche quella volta, come da calciatore, a spese di un club italiano, la Sampdoria battuta a Wembley. Sempre da tecnico, nel segno del calcio-spettacolo, ha conquistato anche, fra Ajax (dove lanciò Van Basten) e Barcellona, 4 titoli spagnoli, 1 coppa del Re, 2 Coppa d'Olanda, 2 Coppe delle Coppe e una Supercoppa europea. Insomma, un grande in campo e in panchina.

"Ho incontrato e provato a marcare Johan Cruijff nella finale di Coppa Campioni '69, ma lui era un altro tipo di attaccante rispetto a Pelè: rompeva ogni schema,e non ci si capiva più molto". Giovanni Trapattoni piange con tutto il calcio mondiale Johan Cruijff; simbolo del calcio all'italiana, Trap incrociò il Profeta del gol a Madrid quando era appena una stella nascente, ma dovette fare i conti per sempre con il calcio totale nato da quell'olandese. "Era un giocatore universale, sulle orme di Di Stefano non attaccava solo li' davanti ma andava a prendersi la palla lontana: era tutto e non era niente, non c'era un ruolo per lui - ricorda Trapattoni all'Ansa - Era l'antitesi della tradizione: da allenatore mi sono poi spesso dovuto confrontare con quel calcio: molto piu' difficile da affrontare per chi lavora su ruoli, schemi, abitudini. Solo con Sacchi il calcio italiano ha virato verso la strada indicata da Crujiff".

Johan Cruijff, morto oggi a Barcellona all'età di 68 anni, "ha cambiato il gioco per sempre, da giocatore e da mister". Il tecnico della Juventus Massimiliano Allegri ricorda così, con un tweet, l'ex fuoriclasse. "Buon viaggio Johann Cruijff", aggiunge l'allenatore bianconero, che ha postato l'hashtag "#14VoorAltijd".

Se ne va una leggenda del calcio: è morto Johan Cruijff, il Pelè Bianco come lo definì Gianni Brera. Il fuoriclasse è deceduto a Barcellona all'età di 68 anni. Da tempo era malato di cancro ai polmoni. L'annuncio della sua scomparsa è stato dato sul suo sito ufficiale.

''Non ti dimenticheremo mai, Flaco' - Diego Maradona ricorda così Johan Cruijff con un post sulla sua pagina ufficiale facebook. Maradona ha anche postato una immagine che lo ritrae con la maglia del Barcellona, al fianco dell'olandese.

''Ti ameremo sempre Johan. Riposa in pace'': così il Barcellona, in un tweet postato sui suoi profili social commenta la morte di Johan Cruijff, che dei blaugrana è stato simbolo da giocatore e poi da allenatore.

"Quando me lo trovai di fronte Johan Cruijff era all'apice della carriera, l'uomo che stava cambiando il calcio per sempre: io avevo 19 anni, e sapete tutti come andò a finire". Andò a finire come sempre in quegli anni, e cioè con la vittoria in finale di Coppa Campioni dell'Ajax del 'Profeta del Gol': e il dolore di Gabriele Oriali, al telefono con l'Ansa, è la riprova che quel campione "impossibile da marcare" era amato da tutti.

johan-cruijff

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