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Domenica, 02 Giugno 2024

Dal 10 al 12 maggio 2023 Ferrara torna ad essere la capitale internazionale dei beni culturali grazie a Restauro – Salone Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali, dei Musei e delle Imprese.

Arrivato alla XXVIII edizione, il Salone Internazionale del Restauro è la prima e unica manifestazione di settore in Italia con qualifica internazionale ISO 2563 e certificata ISFCERT, confermandosi il punto di riferimento a livello mondiale nel settore dei beni culturali e luogo d’incontro di un mondo fatto di aziende, istituzioni e ricerca che contribuiscono alla tutela della storia e alla valorizzazione della cultura tangibile.

Il quartiere fieristico della città estense è pronto ad ospitare tre intense giornate di manifestazione che vedranno proseguire, ulteriormente potenziata, la collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, Agenzia ICE grazie alla quale saranno presenti, durante le tre giornate di manifestazione, oltre 50 delegati provenienti da 8 Paesi. Un’occasione unica per le aziende espositrici del Salone che potranno usufruire di una piattaforma appositamente realizzata per organizzare e pianificare gli incontri B2B, promuovendo le varie forme di eccellenza della nostra tradizione, expertise e tecnologia italiana da mettere al servizio delle esigenze espresse dai diversi Paesi esteri orientati sempre più alla valorizzazione ed al recupero del proprio patrimonio storico.

Grande novità di questa edizione è la presenza di un prestigioso Advisory Board: un Tavolo Tecnico Operativo composto da realtà e professionisti che sono massima espressione delle attività di tutela, recupero e conservazione dei Beni culturali e ambientali, allo scopo di favorire la condivisione delle opportunità e le interlocuzioni fra tutti gli stakeholders che compongono la filiera. Grazie al loro fattivo supporto la manifestazione sarà luogo di nuovi approfondimenti e potrà contare sulla massima diffusione presso tutte le realtà partecipanti al Tavolo. Una sinergia trasversale e costruttiva, generatrice di contenuti e volano della comunicazione che porterà al Salone grandi novità e interessanti collaborazioni. L’elenco completo dei componenti dell’Advisory Board è disponibile sul sito della manifestazione al link https://www.salonedelrestauro.com/advisory-board/

Si riconferma inoltre la presenza del prestigioso Comitato Tecnico-Scientifico del Salone Internazionale del Restauro il quale riunisce un team di esperti del settore che indirizzano le attività presenti e future della manifestazione e promuovono l’innovazione nel mondo del restauro artistico e architettonico Made in Italy. Il Comitato è così composto: Silvia Paparella – Amministratore Delegato Ferrara Expo Srl; Alessandro Bozzetti – Presidente Assorestauro; Gisella Capponi – già Direttore dell’ICR–Istituto Centrale per il Restauro; Carla Di Francesco – già Segretario Generale MiC-Ministero della Cultura; Daniela Esposito –  Presidente del Comitato Tecnico-Scientifico per il Paesaggio-Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici-Ministero della Cultura; Marcello Guaitoli – Università di Lecce; Piergiuseppe Venturella – Avvocato, Studio Tonucci & Partners.

Anche per l’edizione 2023 il Salone Internazionale del Restauro presenta un ricco palinsesto convegnistico, dove i contenuti sono espressione delle tematiche e delle tecnologie che costituiscono la vera avanguardia del settore. Saranno approfonditi infatti temi di estrema attualità attraverso la partecipazione di importanti istituzioni e imprese, punti di riferimento del settore: già confermato nel programma e di grande interesse sarà il convegno organizzato dal Comitato Tecnico Scientifico del Salone sul tema “Archeologia e Restauro”. Inoltre il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori proporrà il tema de “Il patrimonio culturale come risorsa strategica per la transizione ecologica”, mentre il Comune di Ferrara presenterà il restauro di Palazzo Diamanti. 


Assorestauro – associazione italiana per il restauro architettonico, artistico, urbano – partner storico del Salone, sarà presente con le proprie aziende associate tra le quali produttori di materiali, attrezzature e tecnologie e i fornitori di servizi e imprese specializzate.

Stand espositivi, tecnologie all’avanguardia, imprese d’eccellenza, esempi virtuosi, business meetings, mostre, premi, incontri B2B con operatori italiani e stranieri, momenti convegnistici e molto altro: la XXVIII edizione di Restauro – Salone Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali, dei Musei e delle Imprese si preannuncia un appuntamento da non perdere sia per gli addetti ai lavori che per un pubblico più ampio di appassionati e curiosi.

Appuntamento quindi a Ferrara Expo per conoscere le ultime novità del settore con particolare riguardo all’innovazione dei materiali, ai software e alle nuove tecnologie, all’impiantistica, allo sviluppo sostenibile ed ecologico, al restauro architettonico e archeologico.

Restauro – Salone Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali, dei Musei e delle Imprese è organizzato da Ferrara Expo – Società del gruppo Bolognafiere; in collaborazione con Assorestauro e Restoration Week; con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Ferrara, il Comune di Ferrara e la Camera di Commercio di Ferrara; con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e ICE - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane.  

 

Fonte :  Restauro – Salone Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali, dei Musei e delle Imprese – XXVIII Edizione

“Dal Veneto all’Europa, una chiamata per tutti i giovani talenti che hanno idee e progetti per diffondere la cultura e l’utilizzo dei dati dello spazio. Questa sfida porta il nome di VeneTo Stars, challenge aperta ai ragazzi dai 18 ai 25 anni, pensata per diffondere benefici e soluzioni concrete ai bisogni della quotidianità. Il Veneto vuole essere la regione dei giovani, l’incubatore degli innovatori, e questo progetto dimostra quanto teniamo a loro. Una generazione che sarà la protagonista nell’evoluzione dell’ecosistema digitale non solo a livello regionale, ma anche nazionale e internazionale”.   Lo ha detto il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, in occasione della conferenza stampa di lancio a Roma di “VeneTo Stars”, nella sede dell’Associazione della Stampa Estera. Si tratta di una challenge nell’ambito dell’Agenda digitale del Veneto 2025, che prevede tra le diverse iniziative in campo, anche l’utilizzo di dati di derivazione spaziale, applicati al settore agrifood. Presenti alla conferenza stampa l’assessore regionale all’Agenda Digitale, Francesco Calzavara, il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia, il country manager Italia rete ESA BIC, Roberto Cossu, il coordinatore Copernicus Forum Italia, Andrea Taramelli, Presidente RIR Aerospazio e promotore dell’evento Space Meetings Veneto, Federico Zoppas.   “VeneTo Stars intende dimostrare come luoghi, istituzioni e aziende del Veneto possono essere realmente attrattivi per i giovani innovatori europei. Per tracciare questa strada abbiamo coinvolto il Corso di laurea di Scienze della Comunicazione dell’Università di Padova, 150 studenti, nella realizzazione della strategia comunicativa di questa challenge. La prima edizione del progetto si focalizza sull’utilizzo dei dati spaziali nel mondo dell’agricoltura e i team composti da un minimo di 2 a un massimo di 7 persone, potranno presentare i loro progetti fino al 15 aprile 2023 – ha spiegato l’assessore all’Agenda Digitale del Veneto, Francesco Calzavara -. Una giuria di esperti del settore sarà chiamata a scegliere le migliori 10 idee che verranno presentate a Venezia in occasione della ‘Space Meetings Veneto’, la settimana regionale dello spazio che si terrà dal 15 al 17 maggio 2023 al terminal passeggeri a Venezia”. Il progetto VeneTo Star ha durata triennale e negli anni 2024 e 2025 si rivolgerà ai settori del turismo, con focus sui Siti Unesco e flussi turistici, e successivamente alla gestione dei grandi eventi in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici Milano Cortina 2026.   Il potenziale della Space Economy è enorme e ha ricadute trasversali su moltissimi comparti. Solo in Veneto AIR, la Rete Innovativa Regionale Aerospaziale, presieduta da Federico Zoppas, ha mappato oltre 260 aziende coinvolte in forniture aerospaziali e la Regione ha compreso perfettamente la forza trainante e strategica del settore.   Il progetto lanciato a Roma va esattamente in questa direzione e si connette perfettamente alle iniziative promosse anche dal CTNA – Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio per avvicinare i giovani alla cultura aerospaziale e alle nuove tecnologie, facendogli conoscere tutte le prospettive e le opportunità connesse.  

Nel cuore del quartiere Ghetto di Roma si è svolta la seconda edizione del Festival del Carciofo Romanesco che si terrà dal 28 al 31 marzo. La manifestazione sarà nell’antico quartiere ebraico, ma saranno coinvolti anche Campo de’ Fiori e Piazza Navona, con 18 ristoranti che proporranno menù originali a base di carciofo, tra ricette tradizionali e rivisitazioni. Cuore Capitale per il Festival del Carciofo Romanesco: nel centro di Roma 4 giorni all’insegna dell’ortaggio simbolo della tavola romana “Semo romani, ma romaneschi di più” è lo slogan che certifica il carciofo come punto di riferimento del territorio. Obiettivo un rilancio del turismo di qualità attraverso la valorizzazione del territorio e delle tradizioni culinarie locali, a partire dai carciofi nelle note versioni alla romana e alla giudia   Si parte martedì 28 marzo alle 11 a via del Portico d’Ottavia e si andrà avanti fino a venerdì 31: il cuore di Roma s’infiamma tra tradizione e storia, competizione e sapienza antica delle ricette delle nonne, tramandate di generazione in generazione. Va in scena la seconda edizione del Festival del Carciofo Romanesco. Cuore della manifestazione sarà come lo scorso anno sempre il quartiere ebraico, ma la novità di quest’anno è l’allargamento anche ad altri quartieri e rioni storici come Campo de’ Fiori e Piazza Navona. Saranno 18 i ristoranti che aderiscono all’iniziativa, con menù a base di carciofo da proporre a romani e turisti, gourmet e appassionati tra ricette tradizionali e rivisitazioni moderne. Dalle fettuccine tradizionali, ai bombolotti, sino alla pasta fresca ripiena, per passare poi a gustose frittatine e ai secondi a base di abbacchio, pietanze di carne accompagnate da ricchi piatti di carciofi nelle varianti alla romana e alla giudìa. L’innovazione anche nei dessert proposti a base di gelati rivisitati al carciofo. Gli stand di Coldiretti e del CAR – Centro Agroalimentare Romano daranno il benvenuto ai visitatori all’ingresso di Largo 16 ottobre. Nei giorni del Festival, inoltre, all’indomani della giornata europea del gelato che cade il 24 marzo, sarà presente anche una delegazione dell’Associazione Italiana Gelatieri con maestri e professionisti autentici ambasciatori del gelato made in Italy, guidati dal campione del mondo Eugenio Morrone, che proporranno delle degustazioni personalizzate. IL CARCIOFO ROMANESCO – “Semo romani, ma romaneschi di più” è lo slogan, mutuato dai versi del cantautore romano Lando Fiorini, che identifica il carciofo come punto di riferimento del territorio romano. La manifestazione presenta diversi significati legati a questa icona gastronomica: il carciofo infatti è un prodotto del territorio laziale, che viene così valorizzato e riscoperto, ma è anche un ingrediente fondamentale della tradizione culinaria romana e giudaico-romanesca, che ne hanno declinato l’uso in numerose ricette, famose in tutto il mondo. Ma il carciofo è anche un alimento cardine della dieta mediterranea, base di un corretto stile di vita per preservare la nostra salute partendo dalla prevenzione. A distinguere l’iniziativa da altre fiere o sagre sarà proprio il luogo dove partirà e dove si terrà la maggior parte dell’evento, l’ex ghetto al centro di Roma, dove il carciofo ha trovato le sue prime ricette, per poi diventare orgoglio per i romani e attrattiva per i turisti. L'iniziativa è ideata da Confesercenti e promossa da Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Centro Agroalimentare Roma, Azienda speciale Agro Camera (Camera di Commercio di Roma), Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare – ISMEA. “Da parte di Confesercenti Roma e Lazio esprimo grande orgoglio per questa manifestazione – sottolinea il Presidente di Confesercenti Roma e Lazio, Valter Giammaria – Un processo virtuoso nel turismo e nella ristorazione si può innescare solo attraverso una valorizzazione delle eccellenze del territorio, proponendo ai consumatori prodotti di qualità insieme alla professionalità degli operatori. Il carciofo romanesco è un prodotto che fa parte della cultura culinaria di Roma e del Lazio ed è giusto che noi, come Associazioni, attraverso questi eventi, facciamo conoscere ai nostri concittadini e ai turisti le materie prime che la nostra regione offre, la loro importanza a livello nutrizionale e il lavoro che gli chef e tutti gli operatori della filiera svolgono ogni giorno per far arrivare sulle nostre tavole queste prelibatezze”. “Riscoprire le nostre tradizioni culinarie, le ricette e i prodotti del territorio, anche riproponendole in chiave moderna e innovativa, è un’opportunità che gli imprenditori devono cogliere per rilanciare le attività di ristorazione, che è anche cultura e storia antica di generazioni, soprattutto in seguito a quanto vissuto a causa della pandemia – evidenzia Claudio Pica, Presidente FIEPET - Il Festival del Carciofo Romanesco vuole dunque ribadire l’importanza delle tradizioni e del territorio con uno dei prodotti di eccellenza della nostra tradizione gastronomica, che segna il forte legame che esiste tra cibo e cultura identitaria di un popolo; il tutto con lo sfondo d’eccezione offerto dal centro di Roma e in particolare dal complesso del Portico d’Ottavia”. “Questo festival si distingue da altre fiere legate all’ortaggio in quanto si svolge all’insegna della degustazione nelle diverse varianti in cui il carciofo può essere proposto – commenta Angelo Di Porto, Presidente Assoturismo Roma – Il valore aggiunto di questo festival è nel luogo stesso dove si svolge, il quartiere ebraico nel cuore di Roma, laddove le ricette del carciofo alla romana e alla giudia sono nate e si conservano attraverso tradizioni secolari tramandate di generazione in generazione. In particolare, nei ristoranti che propongono la cucina giudaico-romanesca, si valorizza un patrimonio storico-culturale che affonda le sue radici nella cucina povera dei secoli del ghetto, quando gli ebrei furono costretti a fare di necessità virtù e a trarre il meglio da ciascuna situazione, a partire dall’alimentazione, dal consumo del pesce povero e delle verdure”. A TAVOLA SI COMPIE IL MIRACOLO DELLA TRASVERSALITA’ E DELL’ORGOGLIO MADE IN ROMA   – Il progetto è stato presentato con la Conferenza Stampa del 20 marzo presso l’Università Mercatorum nello splendido Palazzo Costaguti di Piazza Mattei. Ministero, Regione, Comune e Municipio assieme con altre istituzioni e associazioni di categoria assieme per esaltare e con orgoglio sostenere i prodotti del Made in Italy, un unicum del nostro territorio. Formazione e tradizione da tramandare alle nuove generazioni Moderati dal giornalista Daniel Della Seta, autore e conduttore della rubrica “L’Italia Che Va…” Radio RAI e della rubrica TV “In Punta di Forchetta…” sono intervenuti davanti a una platea di giornalisti e volti noti del piccolo schermo fra i quali Anna Maria Palma, ospite di Unomattina creatrice di Tu Chef, Valter Giammaria, presidente Confesercenti Roma e Lazio; On. Angelo Rossi, Consigliere del Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare; Giancarlo Righini, Assessore Regionale Agricoltura Regione Lazio; Alessandra Sermoneta, Vice Presidente I Municipio Roma Capitale; Carlo Hausmann, Direttore di AgroCamera; David Granieri, Presidente Coldiretti Lazio; Giovanni Cannata, Rettore dell’Università Mercatorum; Alessandro Onorato, Assessore Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda Roma Capitale; Claudio Pica, Presidente FIEPET; Angelo Di Porto, Presidente Assoturismo Roma. Al taglio del nastro fissato per il 28 marzo alle 11 sono attesi Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, e Mara Venier, entusiasta sostenitrice della manifestazione vivendo da tanti anni nel quartiere ebraico.  

Ci siamo visti con Claudia Conte, bellissima Presentatrice e Opinionista tv, 

Ideatrice di format Culturali e Sociali, attivista per i diritti umani e delle donne e Legalità. Contrasto alle mafie,e ha avuto tanti riconoscimenti: Oscar dei giovani e Premio RomaRose in Campidoglio, Eccellenze Italiane al Senato, Donne più potenti Fortune 2023
Uomini d'affari 2022 – Forbes 2023  

Claudia inizia la sua carriera come attrice, e questa è in breve la sua biografia : grazie agli studi alla New York Film Academy. Ha alle spalle tournée teatrali e ha preso parte a fiction televisive e film per il cinema.
Consegue la Laurea Magistrale in Giurisprudenza e frequenta La Scuola Politica di Sabino Cassese e La Scuola di Politiche Economiche e Sociali Carlo Azeglio Ciampi.
Convinta che si possa creare valore economico con la cultura, sviluppa un forte spirito imprenditoriale, che la porta a costituire "Shallow", Società Benefit che si occupa di ideazione e produzione di progetti culturali (cinematografici, letterari, mostre fotografiche, premi tematici, eventi artistici) esg di cui è amministratore unico.
La sua Mission è: creare un network tra gli stakeholder del Paese affrontando le tematiche di Sviluppo Sostenibile e Responsabilità Sociale (Agenda ONU 2030) al fine di creare un'Italia migliore per le future generazioni.
È ideatrice e produttrice di grandi eventi in collaborazione con Ministeri, Ambasciate, Regioni e Comuni, Rai, Santa Sede ed Enti del Terzo Settore come Fondazione Bambino Gesù, UNICEF, Comunità di Sant'Egidio.
Pubblica la silloge "Frammenti rubati al Destino", i romanzi "Soffi Vitali" e "Il vino e le rose". L'eterna sfida tra il bene e il male" per Armando Curcio Editore. E' stata l'autrice più giovane ad aver presentato un'opera al Salone Internazionale del libro di Torino. Nel 2022 è di nuovo in libreria con "La legge del cuore", storia di mafia per Armando Curcio Editore in occasione delle celebrazioni dei trent'anni dalla strage di Capaci.
Portavoce dell'Accademia Spadolini.
Ambassador di Assobenefit, Associazione nazionale Società Benefit. Consigliere di amministrazione Fondazione Marini San Pancrazio Firenze. Ragazza ispiratrice Valore D

Parlando con lei sulla questione del immigrazione un tema molto attuale, lei mi dice :

Non bastano le notizie, drammatiche, delle morti dei migranti che tentano una nuova vita in paesi diversi, a scoraggiare le partenze. Dal porto di Sfax, in Tunisia, sono sbarcati a Lampedusa oltre 4000 migranti di origine subsahariana, nelle ultime 72 ore e se ne prevedono altri 2000 tra oggi e domani. Oltre 20000 sventurati sono sbarcati nell’ultimo anno. Attualmente, dice Claudia Conte, come riferisce il prefetto Valerio Valenti, capo del dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Viminale: "Al momento i presenti in hotspot sono 1.831, i fotosegnalati appena 185. Ieri abbiamo avuto complessivamente 43 sbarchi con 1.755 migranti. Questa mattina 7 sbarchi per complessivi 201 migranti. A questi vanno aggiunti i 180 della Louise Michel che sono già al Molo Favarolo (quindi virtualmente i presenti a Lampedusa sono complessivamente 2.011). Grazie alla Capitaneria di Porto e alla Guardia di Finanza tra oggi e domani saranno trasferite circa 2000 persone in Sicilia. Anche gli hotspot di Pozzallo, Catania, Messina ed Augusta sono pieni ma è già in atto un piano di distribuzione sull’intero territorio nazionale di circa 3000 migranti."

Al di là dei numeri, continua Claudia, le nostre “sentinelle del mare” stanno operando incessantemente per salvare vite, rispondendo a quanto previsto alle leggi e alla coscienza personale degli operatori della Guardia Costiera e della Capitaneria di Porto. L’hotspot di Lampedusa è a dir poco sotto stress e, tornando ai freddi numeri, che pur contano quando si deve capire dal punto di vista tecnico un fenomeno, in quel centro di accoglienza vi è una presenza di oltre 3000 persone a fronte di una capienza di 400 posti.

Da tali dati, si evince chiaramente la problematica di Lampedusa sottolinea Claudia Conte e lo squilibrio sussistente tra sbarchi e capacità logistica di accoglienza. Il governo ha da sempre sostenuto l’obiettivo di regolamentare e mettere sotto controllo il fenomeno migratorio, nell’interesse dei cittadini e degli stessi migranti.

Ogni tragedia, dice Claudia Conte, ha almeno un’immagine iconica che la evoca. Ricorderemo la foto dell’infermiera che aveva preso sonno dopo una notte di incessante lavoro durante il picco del Covid. La foto, drammatica, commovente e tanto, tanto umana, del padre siriano che solleva in aria il bimbo sorridente nonostante sia senza arti. Nella dramma di questo periodo di intensi sbarchi migratori, l’immagine tragicamente evocativa è quella del piccolo Aylan, trovato privo di vita sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia. Aveva tre anni e fuggiva, con la famiglia, dalla guerra in Siria. Per Cutro ricordiamo il bimbo di 4 anni, il cui corpo esanime è stato ritrovato in acqua. Aveva una tutina nera col disegno di un allegro pupazzetto.

È ovvio che, di fronte a notizie e immagini di questo tipo continua Claudia Conte, non si può far finta di nulla. È nostro dovere tentare di salvare chi versa in condizioni di pericolo. Vi sono però anche altri fatti e antefatti su cui non si può far finta di nulla. Anche qui ricorro ad alcuni numeri. Le statistiche dicono che, per porre un argine serio, concreto al problema della fame nel mondo, occorrerebbero 22 miliardi di euro l’anno. Cifra di tutto rispetto, decisamente. Tuttavia un’altra e diversa (apparentemente) statistica dice che le spese militari dell’America del Nord ammontano a 780 miliardi di dollari l’anno (fonte ANSA). La Cina ne spende 250, l’India 73, la Russia 62 e così via. Decisamente l’essere umano ha perso di vista il senso stesso della vita. Si arma contro l’altro altri esseri umani e permette che altri esseri umani muoiano di fame e addirittura provoca scientemente morti per consumare le armi che ha prodotto.

Tornando alla questione delle migrazioni, mi sottolinea Claudia la soluzione al problema dei flussi migratori a livello mondiale per un verso consiste nel portare aiuto concreto nei paesi dai quali parte il flusso. Per altro verso, per quanto riguarda i flussi nel Mediterraneo, serve una più forte assunzione di responsabilità dell'Unione Europea e, per quanto riguarda l'Italia, una più concreta capacità di gestione di tutta la politica dell'immigrazione. Per tale motivazione è giusto attivarsi in relazione alla disciplina dei flussi di immigrati regolamentati, di cui l'Italia ha più che mai bisogno, per altro verso occorre una più appropriata capacità di attivazione anche in raccordo con altri paesi comunitari e con le competenti Autorità dell'Unione Europea. 

La questione è resa più complessa dal fatto che agiscono in qualche modo "poteri forti", pressioni populiste e non ben distinguibili lobbies che poi influenzano l’opinione pubblica e la politica dei governi. Il rischio è che ci inducono a pensare quasi in maniera uniforme, col pensiero unico da loro indotto e che chi cerca soluzioni diverse venga tacciato di insensibilità. Vendono anche la sensibilità, dunque, questi potenti poteri di condizionamento, opinione e influenza.

Grazie Claudia Conte per la interessantissima chiacchierata per il Corriere del Sud, su un tema molto scottante come sarebbe l Immigrazione...

 

Dopo la visita del presidente cinese Xi Jinping in Russia, i contatti di Pechino con Mosca contribuiranno a portare la pace. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha detto che "la Russia ha studiato con attenzione il documento di posizione della Cina sulla soluzione politica della crisi in Ucraina ed è aperta a colloqui di pace".

Il presidente Vladimir Putin ha riferito che "la Russia apprezza la posizione coerente della Cina di sostenere equità, obiettività ed equilibrio sulle principali questioni internazionali. La Cina continuerà a fare delle relazioni sino-russe una priorità".

Il portavoce ha spiegato che Pechino mantiene "la comunicazione con tutte le parti coinvolte" nella crisi Ucraina. Senza citare un possibile colloquio tra il presidente Xi Jinping e l'omologo ucraino Zelensky, ha sostenuto che la Cina continuerà a mantenere "una posizione obiettiva ed equa" e "collaborerà con la comunità internazionale", perché la posizione della Cina "è sempre stata chiara e può essere riassunta in una frase, che è quella di promuovere la pace e i colloqui".

Quanto alle critiche del segretario di Stato americano Antony Blinken sulla copertura diplomatica data da Pechino a Mosca, Wang ha sottolineato che la Cina "non è né creatrice né parte della crisi in Ucraina, né ha fornito armi ad alcuna delle due parti in conflitto. Gli Usa non sono qualificati per puntare il dito contro la Cina, figuriamoci incolpare", ha aggiunto. Inoltre, "dicono di voler mantenere la pace, ma la gente non vede alcun passo effettivo", mentre "quello che vedono tutti è che gli Usa continuano a fornire armi al campo di battaglia".

Pechino continuerà a fare delle relazioni russo-cinesi "una priorità": lo ha detto il presidente cinese Xi Jinping a Mosca. Cina e Russia sono "grandi potenze vicine" e "partner strategici", ha aggiunto Xi che ha invitato Vladimir Putin per una visita in Cina quest'anno

Intanto come riportato ieri sulle colonne del sito nicola porro.it, Putin ha più volte ringraziato il capo del Dragone per il sostegno di questi ultimi mesi, in particolare dallo scoppio del conflitto tra Kiev e Mosca. Dall’altro lato, Xi sembra aver voluto saldare (almeno a parole) il particolare legame che oggi sussiste tra le due potenze, parlando esplicitamente di “cooperazione strategica a livello globale”. Subito è arrivata la dura reazione degli Stati Uniti, i quali hanno intimato il governo ucraino a non accettare alcun piano di pace proposto dalla Cina, in quanto salderebbe le conquiste compiute dai russi fino a questo momento.

Il progressivo avvicinamento tra Pechino e Mosca secondo Matteo Milanesi su nicola porro.it, presenta almeno due notizie negative per il mondo occidentale. La prima: le sanzioni atlantiche sono state decisamente sovrastimate. Al momento del primo pacchetto di sanzioni, i leader del Vecchio Continente parlavano apertamente di un pericolo imminente per l’economia russa, che sarebbe potuto sfociare addirittura nel fallimento. Eppure, a distanza di oltre un anno dall’inizio della guerra, il Pil di Mosca ha segnato “solo” un -2 per cento, ben lontano dalle previsioni pessimistiche sia dei media occidentali, che di quelli della stessa Russia.

La seconda notizia scrive Milanesi riguarda necessariamente (l’ennesimo) buco nell’acqua dei media mainstream degli Stati atlantici. Pochissime settimane fa, infatti, era la stessa Repubblica a scrivere dell’imbarazzo di Xi Jinping, al momento dell’inizio della “operazione speciale” di Putin in Ucraina, intervistando Shi Yinhong, professore di Relazioni internazionali all’Università Renmin di Pechino, conoscitore della politica estera cinese. Quest’ultimo specificava come la Cina non avesse altra scelta che “stare un po’ più lontana da Putin“. Ora, invece, La Stampa ci racconta come l’amicizia tra i due Paesi sia ormai “senza limiti”.

La Cina fino a pochi giorni fa, scrive Paolo Guzzanti su Riformista, era apparsa non come un possibile mediatore ma come un possibile fornitore di armi alla Russia, cosa che non poteva in alcun modo coincidere con l’altro mestiere, quello del mediatore. Quindi Xi ha dovuto compiere un primo passaggio per modificare la sua stessa immagine, quella della sua stessa figura e del Paese che governa, come un amico di un contendente, ma al tempo stesso portatore di regole che non sono affatto quelle di Vladimir Putin. Tutto noto, per carità, si sapeva e i due hanno avuto l’aria persino sorniona di chi sa di dover depositare pesanti e polverosi atti nella cancelleria immaginaria delle trattative, prima di poter cominciare a fare sul serio.

Entrambi, Putin e Xi Jinping, adorano invertire i capisaldi della mentalità anglosassone. Quindi nessuna delle loro parole, tutte utili ma prevedibili, ha per ora aperto uno spiraglio sull’unico tema che fa trattenere il fiato al mondo: con quale genere di accordo le due parti combattenti potrebbero accettare di deporre i fucili? Era indispensabile ripartire da questo punto apparentemente inconcludente, perché bisogna anche dire che nessuno se lo aspettava.

Secondo Paolo Guzzanti ieri, ancora, non si faceva sul serio, ma si annusava l’aria e si disegnava un immaginario perimetro: quello di un nuovo mondo in cui Cina e Russia avrebbero finalmente avuto il ruolo che gli spetta da sempre. Xi non giudica: architetta e mette sulla tavola alcuni modellini accurati di futuro possibile in cui, di passaggio, entra la vicenda dell’invasione russa in Ucraina. Per prima cosa, dovendo affrontare la chiusura della guerra in Ucraina, hanno parlato lungamente e in modo disteso, dello stato dell‘universo e del senso della storia. E del fatto che gli americani non abbiano più titoli, se mai ne hanno avuti, per dettare legge e dare le carte. Come si sa, Vladimir Putin assunse l’atteggiamento violentemente antiamericano che poi lo ha spinto ad assumere le posizioni di oggi, in seguito alla guerra di George W. Bush in Iraq, una guerra che considerò una offesa personale.

Fino a quel momento era stato molto elastico, poi ha cominciato a dire la sua, in merito a chi possa e chi non possa dettar legge: non più gli americani – e su questo c’è una consolidata convergenza – ma gli altri. «Io e il popolo russo siamo molto ammirati dagli indubbi e clamorosi progressi del popolo cinese», ha detto a un certo punto Vladimir Putin che stranamente appariva molto rilassato, un po’ troppo a casa sua. Era per dire: voi ormai siete il grande polo tecnologico quasi indipendente dall’America e noi con un pizzico d’ammirazione e anche di invidia vi riconosciamo questo primato, visto che noi russi ci siamo dedicati soltanto al commercio delle materie prima. Xi Jinping ha gradito il complimento ma è difficile stabilire se abbia sorriso. Ha una piega permanente agli angoli della bocca e la sua espressione ed umore vanno dedotti dal suo sguardo.

Il leader cinese sottolinea Guzzanti su Riformista  ha risposto a Putin in modo caldo ma generico: finora le due grandi nazioni non hanno ritenuto di costruire un grande partenariato e non dimenticano di essere state per decenni sull’orlo di una guerra guerreggiata lungo le rive del fiume Ussuri. Se la partnership ci sarà, dovrà cominciare adesso e non solo con chiacchiere e strette di mano ma con impianti capaci di trasportare l’energia lungo un Paese come la Russia che ha undici fusi orari, con una superficie pari a un settimo delle terre emerse. Il gas russo va per mare in India dove lo raffinano e poi lo vendono a chiunque, cinesi, australiani ed europei che comprando prodotti raffinati come benzina o nafta non chiedono da quale greggio provengano, ma sanno perfettamente che è russo ed è per questo che la Russia ha guadagnato un bel surplus malgrado le sanzioni. Quanto al gas siamo ancora ad un unico gasdotto e per farne un secondo ci vogliono anni. Ma la Cina ha ottime armi e in grande numero e crea tecnologia sia civile che militare, cosa a cui i russi non hanno dedicato molto tempo.

Quindi, al di là delle affermazioni di grande amicizia anche personale scrive Guzzanti, Putin ha detto in pratica: “ci piacerebbe disporre della vostra tecnologia” e Xi ha risposto che “i tempi non sono ancora maturi”. Di invio di armi cinesi alla Russia, il grande spettro del fronte americano, per ora non un cenno. L’altro tema che sta a cuore ad entrambi ed è l’unica cosa che li unisce realmente, è il principio della nuova pluralità dei poli del mondo, che è un modo per dire all’America “tu non sei più il polo di riferimento”. Tutti i politici e i cronisti e gli interpreti e gli analisti del mondo da ieri sono allertati sulla difficoltà dell’analisi del colloquio fra i vertici di Russia e Cina, ma sanno anche che c’è una partita e un rituale che devono essere giocati e svolti nel modo che è congeniale a questi due partner. Xi ha sempre detto che lui detesta la democrazia perché come forma di convivenza è nettamente inferiore e più barbarica dell'armonia.

Secondo Milanesi su nicolaporro.it, da una parte, i rapporti sino-russi non possono ancora definirsi un’alleanza (quale può essere, invece, quella tra Usa e Europa), ma un’amicizia fondata sulla seguente formula: il nemico del mio nemico è mio amico. Insomma, un rapporto segnato da un unico fattore in comune: l’odio verso l’Occidente. Entrambe le potenze, infatti, si sono avvicinate per convenienza. La Cina per garantirsi la presenza della prima potenza nucleare al suo fianco, e distrarre gli Stati Uniti dal fronte taiwanese; la Russia in quanto obbligata a causa delle serrande abbassate dagli Stati europei ed atlantici. Dall’altro lato, è quindi evidente che un conflitto a bassa intensità possa avvantaggiare, sia economicamente che strategicamente, il ruolo della Cina, riuscendo a far entrare nella propria sfera anche la Federazione Russa, rendendola nei fatti subordinata al miliardo e mezzo di consumatori cinesi.

La sintonia con il Cremlino, sottolinea Milanesi, serve per presentarsi dinanzi agli Usa da una posizione di vantaggio, ma l’idea di Xi non è sicuramente quella di farsi intrappolare da Putin. Quest’ultimo, però, non vuole accettare l’idea di essere alla guida di una semplice Nazione e non di un impero, cercando quindi di rinnegare un proprio ruolo di stampella rispetto all’ascesa della superpotenza cinese. Nel mezzo, quindi, rimane un quadro ben più complesso rispetto a quello narrato dal mainstream, che negli ultimi mesi ha spaziato dal sostenere le tesi più disparate sul rapporto vigente tra Mosca e Pechino, dalle freddure agli avvicinamenti, dall’abbandono alla possibile fornitura militare del Dragone a Putin. Ed anche la visita di Xi al Cremlino ne offre l’ennesima prova: l’informazione ha fatto cilecca.

Fonte Riformista/nicola porro.it/ansa

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