
La mancata registrazione da parte della Corte dei conti della delibera CIPESS riguardante il Ponte sullo Stretto è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento. Sul piano tecnico, i ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati per l’adunanza di oggi; per avere un’idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l’avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer. La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti, entrambe in discussione al Senato, prossime all’approvazione, rappresentano la risposta più adeguata a una intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione di Governo, sostenuta dal Parlamento.
Dopo la bocciatura della Corte dei Conti riunione a Palazzo Chigi Tra Meloni, Salvini e Tajani. Il ministro e vice premier leghista: "Siamo determinati a portare avanti il lavoro, convinti di poter rispondere punto su punto ai giudici"
Attendere la pubblicazione delle motivazioni della delibera adottata ieri dalla Corte dei Conti che ha negato il visto di legittimità alla delibera del Cipess sul Ponte sullo Stretto e solo dopo averne esaminato nel dettaglio i contenuti, "replicare puntualmente a ciascun rilievo, utilizzando tutti gli strumenti previsti dall'ordinamento". Al termine della riunione d'urgenza convocata dalla premier Meloni a Palazzo Chigi, arriva la nota ufficiale con cui, sottolineando che "rimane fermo l'obiettivo, pienamente condiviso dall'intero Esecutivo, di procedere con la realizzazione dell'opera", si rimanda ogni azione a dopo la lettura delle motivazioni dei magistrati contabili.
Si è tenuta questa mattina a Palazzo Chigi una riunione tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani — collegato in videoconferenza dalla missione in Niger insieme al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi — e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari.
Al termine dell’incontro, è stato proprio Salvini a rilasciare alcune dichiarazioni alla stampa. Dopo le critiche espresse ieri nei confronti della Corte dei Conti — definendo la sua decisione “una scelta politica più che un giudizio tecnico” — il ministro delle Infrastrutture ha scelto toni più distesi: «Ci sono decine di migliaia di posti di lavoro in gioco, quindi, senza alcuno scontro tra poteri dello Stato, forniremo tutte le informazioni richieste».
Ribadendo l’impegno del governo sul Ponte sullo Stretto, Salvini ha aggiunto: «Siamo determinati a portare avanti il progetto, convinti di poter rispondere punto per punto alle osservazioni della Corte dei Conti. Il mio obiettivo è realizzare un’infrastruttura che non appartiene a Salvini, ma a tutti gli italiani».
Anche l’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, è intervenuto a margine della riunione, esprimendo perplessità sulla decisione della Corte: «Da tecnico, e non da politico, ritengo di poter affermare che abbiamo rispettato tutte le normative italiane ed europee con il massimo rigore. Nessun altro progetto infrastrutturale in Italia ha mai ricevuto un’attenzione così approfondita su tutti gli aspetti procedurali, ambientali e comunitari».
«Faccio fatica a comprendere quale dei rilievi presentati, ai quali abbiamo già risposto, possa aver determinato questa decisione», ha concluso Ciucci. «Non appena ne conosceremo le motivazioni, siamo pronti a fornire ulteriori documenti e chiarimenti, se necessario».


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