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Martedì, 11 Novembre 2025

Orban a Roma incontra la Meloni e Salvini

Dopo il colloquio con Meloni, incentrato soprattutto sul tema della competitività, Orban ha incontrato Salvini al Ministero delle Infrastrutture per un confronto più politico.
Lo staff del leader leghista parla di un dialogo “cordiale e costruttivo”, durato circa un’ora, nel corso del quale sono stati affrontati “i temi della pace, della critica al Green Deal e delle politiche economiche europee considerate dannose per gli Stati membri”.

Per Orban, il viaggio romano segna l’inizio di una nuova fase: quella di un’offensiva diplomatica volta a unire i governi sovranisti contro Bruxelles, nel tentativo di trasformare l’Europa in una confederazione di nazioni sovrane. Una sfida che, inevitabilmente, si giocherà anche dentro e contro le istituzioni dell’Unione.

La pace, la critica frontale al Green Deal e la denuncia delle “politiche suicide” dell’Unione europea sono stati i temi centrali del colloquio “affettuoso” tra Viktor Orban e Matteo Salvini, a un giorno di distanza dal faccia a faccia tra il premier ungherese e Giorgia Meloni. “Stiamo lavorando insieme per rafforzare i poteri nazionali”, ha spiegato Orban, mentre da Roma Antonio Tajani ha subito precisato: “La politica estera italiana la definiscono il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri. Le posizioni di Salvini restano personali”.

Nel frattempo Budapest prosegue il suo tentativo di costruire un fronte sovranista con Bratislava e Praga, un’alleanza “Visegrad dei veti” con l’obiettivo di frenare ulteriormente le iniziative europee a sostegno di Kiev.

“Difendere le nostre nazioni e costruire un’Europa fatta di Stati sovrani”, ha scritto Orban su X dopo l’incontro con Salvini, rilanciando il messaggio di un’alleanza politica contro il centralismo di Bruxelles.
Parole che hanno spinto Tajani a rimarcare nuovamente la linea ufficiale del governo italiano: “Sosteniamo Kiev, e la posizione dell’Italia in politica estera è chiara e condivisa con il presidente Meloni”.

Ma in serata, ospite del programma Dieci minuti su Rete 4, Orban ha rilanciato le sue accuse: “L’Unione europea si è dimostrata incapace di impedire la guerra in Ucraina”. Pur evitando di sottolineare le divergenze con la premier italiana, ha confermato la sintonia con Roma “sulle grandi questioni”, ribadendo la volontà di “restituire più potere ai governi nazionali”.

Non sono mancate le polemiche: Orban ha attaccato duramente l’eurodeputata italiana Ilaria Salis, appena beneficiaria dell’immunità parlamentare, definendola “una criminale che deve stare in carcere”.

Il premier ungherese punta a rafforzare la sua influenza in vista delle elezioni nazionali del prossimo aprile, ma la sua strategia si gioca tutta sul piano europeo. Con il ritorno al potere a Praga del nazionalista Andrej Babis e il sostegno del premier slovacco Robert Fico, Orban intende rilanciare il gruppo di Visegrad, isolando di fatto il polacco Donald Tusk, schierato su posizioni pro-Ucraina.

Una linea che preoccupa Bruxelles. Ursula von der Leyen ha già ribadito che l’utilizzo dei beni russi congelati “è giuridicamente legittimo”, mentre il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha ricordato al premier belga Bart De Wever — contrario alla misura — “l’importanza del sostegno all’Ucraina”.
La Commissione europea, ora, è chiamata a trovare una soluzione per aggirare il veto dei Paesi dell’Est e garantire a Kiev nuove risorse senza attendere l’unanimità.

 

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