La capacità di trovare soluzioni condivise alla crisi dei rifugiati da parte dei Paesi dell'Ue rappresenta "la maggiore incognita per i rating sovrani", e "un compromesso al ribasso potrebbe indicare che restano problemi di governance, un fattore chiave per i rating sovrani" scrive Standard & Poor's, secondo cui una cattiva gestione "può portare a populismo e xenofobia".
Si aggrava il bilancio del naufragio di migranti avvenuto all'alba nelle acque tra Grecia e Turchia: secondo il sito di Hurriyet, i corpi recuperati dalla guardia costiera turca sono almeno 22, tra cui quelli di 4 bambini, mentre 211 persone sono state tratte in salvo.
Nuova tragedia della migrazione nelle acque tra Turchia e Grecia: secondo i media ellenici e turchi, almeno 13 persone, tra cui quattro bambini, sono morte nel naufragio della loro imbarcazione al largo delle coste sudoccidentali della Turchia davanti a Datca. Secondo queste fonti, sono state tratte in salvo 205 persone
Un totale di 464.876 migranti hanno attraversato il Mediterraneo dall'inizio del 2015: lo rende noto l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Il dato si riferisce ai migranti arrivati in Italia, Grecia, Spagna e Malta ed è aggiornato a ieri (l'8 settembre per la Grecia).
Nello stesso periodo i morti nel Mediterraneo sono stati 2.812.
Un centinaio di migranti al confine di Horgos tra Serbia e Ungheria ha cominciato uno sciopero della fame per protesta contro la chiusura della frontiera dalla mezzanotte. La tensione è palpabile, con i migranti che fischiano e scandiscono slogan al passaggio degli elicotteri ungheresi che dall'alto sorvegliano sulla situazione al confine.
L'Ungheria ha dichiarato lo stato di emergenza in due contee a sud che confinano con la Serbia. La decisione dà poteri speciali alla polizia e spiana la strada all'uso dell'esercito nella sorveglianza delle frontiere.
L'Ungheria ha arrestato 174 persone che stavano tentando di passare illegalmente il confine con la Serbia. Come riferisce il sito del quotidiano Guardian, lo ha dichiarato in una conferenza stampa Gyorgy Bakondi, consigliere per la sicurezza del premier Viktor Orban. Almeno 16 richiedenti asilo, ha aggiunto, sono stati inoltre respinti nel giro di qualche ora.
Il ministro degli esteri tedesco Gabriel attacca l'Ue che 'ieri si è coperta di ridicolo', la cancelliera Merkel chiede un vertice straordinario dell'Ue la prossima settimana e 'hotspot' in Italia e Grecia.
I Paesi dell'Est prospettano però un 'problema politico' sull'eventuale voto per il ricollocamento dei migranti.
Intanto I falchi dei Paesi dell'Est spaccano l'Europa sui 120mila profughi da ricollocare. C'è "un accordo di principio" sostenuto da una larga maggioranza di Stati, ma nonostante i ripetuti tentativi, non è stato possibile trovare l'unanimità. Tutto è rimandato alla nuova riunione dei ministri dell'8 ottobre, quando di fronte a mali estremi, si andrà avanti con la maggioranza qualificata. Intanto i 28 hanno dato il via libera formale per l'avvio della 'fase 2' della missione navale EuNavFor Med che prevede l'uso della forza contro gli scafisti nel Mediterraneo.
Nonostante si sia annacquato più volte il testo dell'accordo per ottenere il via libera di tutti i 28, trasformando "l'impegno" a ricollocare in un "accordo di principio" a farlo, alla "volontà" di farlo, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, e Romania hanno continuato a mettersi di traverso durante tutto l'incontro. Budapest ha guidato il gruppo dei 'ribelli', ribadendo di voler essere cancellata anche dalla lista dei Paesi beneficiari, in cui figura assieme a Grecia e Italia.
Il ministro slovacco Robert Kalinek è arrivato al vertice insistendo che "le quote non sono la soluzione" e nelle stesse ore la premier polacca Ewa Kopacz ha ribadito la stessa linea, anche se il suo ministro ha dimostrato alcune aperture durante il vertice.A chiare lettere è emerso anche che il trattato di Schengen è in gioco in questa partita, indebolito ulteriormente dopo che Vienna e Bratislava hanno espresso l'intenzione di seguire l'esempio di Berlino e ripristinare i controlli alle frontiere, minacciando così di scatenare un 'effetto domino' che potrebbe peggiorare la già complicata situazione nel Vecchio continente.
Non spetta a me decidere - afferma - ma non vedo perché no". Francia e Germania insistono, per bocca dei ministri Cazeneuve e de Maiziere, su hotspot e rimpatri. Vogliono garanzie sulla piena applicazione del binomio "responsabilità-solidarietà". Per questo chiedono "precisazioni" e date sulla messa in pratica del progetto