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Renzi: il punto di partenza deve essere il Job act

Il Job Act sarà presentato ''fra la fine di questa settimana e l'inizio della prossima''. Lo ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi anticipando che si baserà ''su tre punti di riferimento''. Il segretario ne ha parlato durante l'inaugurazione di Pitti Immagine Uomo.
Soltanto alla fine arriva la discussione sulle regole contrattuali, che non deve essere ideologica ma deve dare garanzie a chi non ne ha", ha puntualizzato il sindaco di Firenze spiegando che il Job act contrasterà "il costo della burocrazia" e punterà a "creare posti di lavoro in sei settori", il made in Italy sarà il primo.
Il job-act contrasterà "il costo della burocrazia" e punterà a "creare posti di lavoro in sei settori e il made in Italy sarà il primo": così Renzi, durante l'inaugurazione di Pitti Immagine Uomo a Firenze. Ha parlato anche del "grande tema dell'innovazione", e di quelli che riguardano "l'industria turistica e cultura e la manifattura tradizionale". Obiettivo del Job-act, ha spiegato Renzi, è creare "le regole d'insieme, vale a dire il panorama sistemico che parte dalle condizioni di chi fa impresa e deve essere messo in condizione di poterla fare".

"Dobbiamo rompere l’incantesimo della crisi e possiamo farcela se smettiamo di vivere continuamente nella cultura del piagnisteo, se chi ha responsabilità politiche toglie, facendo le cose concrete, gli alibi a chi si lamenta sempre di tutto". Secondo il segretario democrat, l'Italia ha "sprecato" la crisi economica per riuscire a imporre le grandi riforme di cui il Paese ha bisogno per sostenere la crescita. "Ora non dobbiamo sprecare la ripresa", ha detto Renzi durante la conferenza stampa di apertura di Pitti Uomo. "Se si parte dal gestire bene il bene pubblico, le cose si possono fare, non c’è la maledizione della 'Bella addormentata nel bosco', dobbiamo smettere di cullarci nella lamentazione - ha continuato - il mondo fuori corre anche le economie tradizionali tornano a crescere". Per Renzi il punto di partenza deve essere il Job act che, però, non deve essere limitato alla discussione sull’articolo 18 su cui "ciascuno ha le proprie idee ma che rappresenta la dimostrazione plastica di guardare il dito mentre il mondo chiede di guardare la luna". "Il problema del creare lavoro - ha continuato - non è semplicemente ridurre la discussione politica ad un problema su una normativa contrattuale, ma provare ad allargare il ragionamento". Proprio per questo, nelle prossime ore, il Partito democratico presenterà un documento che abbia tre punti di riferimento. "Non puoi parlare di creare lavoro se, nel settore manifatturiero, hai un costo dell’energia maggiore del 30% rispetto ai paesi concorrenti - ha spiegato - oggi si delocalizza in Austria, dove il costo della burocrazia è inferiore rispetto a noi". Per il sindaco di Firenze è un paradosso: "Una cosa è delocalizzare per il costo del lavoro, un’altra è perché il sistema Paese non ti aiuta".

Renzi è tornato a parlare anche di Europa ricordando che le regole imposte da Bruxelles risalgono a venti anni fa, E, proprio per questo, "possono essere rimesse in discussione". "Soltanto se il Paese - ha aggiunto il sindaco di Firenze - è forte ed è capace di dare la dimostrazione che prima cambia lui, allora è in grado di chiedere all’Europa di fare i cambiamenti necessari". Il neo segretario del Pd ha, quindi, ricordato che la regola del 3% risale a 22 anni fa: "Può essere tranquillamente rimessa in discussione, ma soltanto se prima dimostri che vuoi fare le cose sul serio". Per Renzi è necessario partire "dal dare il buon esempio da parte dei politici, riducendo il peso della politica". Si deve poi dimostrare che "il fisco si può alleggerire, che il lavoro si può cambiare e la burocrazia si può semplificare. E a quel punto si potrà dire: signori, noi a casa nostra siamo in grado di fare i compiti da soli. O l’Europa ha bisogno dell’Italia, oppure - ha concluso - perde la sfida della contemporaneità".
Questi sono i punti importanti sottolineati da Renzi :
"Non puoi parlare di creare lavoro nel settore manifatturiero se continui ad avere un costo dell'energia del 30% più alto di quello dei concorrenti": sottolinea Renzi . "Oggi si delocalizza in Austria - ha aggiunto - dove il costo della burocrazia è inferiore. Un conto è delocalizzare per il costo del lavoro un altro è perché il sistema paese non ti aiuta".

"A mio giudizio abbiamo sprecato la crisi ora non dobbiamo sprecare la ripresa", ha aggiunto il segretario del Pd. Se si parte dal gestire bene il bene pubblico le cose si possono fare - ha aggiunto - non c'é la maledizione della bella addormentata nel bosco, dobbiamo smettere di cullarci nella lamentazione".

Il job-act deve "cercare di dare garanzie" a chi "non le ha mai avute e negli ultimi 20 anni ha dovuto pagare il costo dei ritardi della politica": ha spiegato Renzi. "Purtroppo - ha aggiunto - il mondo del lavoro è diviso fra chi le garanzie le ha, ancor che messe in discussione, e chi invece non le ha mai avute".

"La regola del 3% è di 22 anni fa. Può essere messa in discussione se dimostriamo di dare il buon esempio e siamo in grado di fare i nostri compiti a casa": così Renzi. "Se l'Europa non ha fatto il suo mestiere - ha aggiunto - non è colpa dei burocrati ma dei politici che hanno consentito ai burocrati di fare ciò che volevano. Se la politica fa il suo mestiere, l'Unione europea smette di essere un ostacolo. Le sue regole risalgono a 20 anni fa e si possono mettere in discussione se il paese è forte

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